“Cittadella” è l’ultima opera incompiuta di Antoine Saint-Exupéry.
Il libro in questione è tratto da alcuni taccuini e da una registrazione, affidati dall’aviatore francese ad un amico prima della missione che gli sarà fatale nel Luglio ’44, trascritti e pubblicati nel 1948 in versione integrale in lingua francese.
Da allora tutte le altre edizioni, francesi e no, saranno in forma ridotta e tagliata.
L’anno scorso Maurizio Murelli, con un lavoro gigantesco, regala ai lettori italiani la prima edizione dell’opera nella nostra lingua e nella sua versione integrale.
Siamo, quindi, orgogliosi di invitarvi Venerdì 16 Febbraio, ore 20.45, in Domus Orobica per la presentazione di “Cittadella”.
Ad animare la serata sarà, ovviamente, lo stesso Maurizio Murelli che non ha bisogno di presentazioni.
Domus Orobica
Spazio Sociale Identitario
«Perché io sono innanzi tutto colui che abita. Cittadella, mia dimora, io ti salverò dalle insidie del deserto e ti ornerò di trombe da ogni parte per suonare contro i barbari!».
«Il pensiero di Saint-Exupéry è filosofico, ma è talmente sottomesso al rigore della forma poetica che sfugge ad ogni sistema, e dirige quella difficile operazione che consiste nel conglobare vita e conoscenza in un medesimo atto di creazione. Saint-Exupéry, a differenza di altri scrittori contemporanei che “subiscono” o hanno “subito” il mondo moderno, lo ha “pensato”. È a questo titolo che si è innalzato spesso al livello intellettuale dei più influenti filosofi di questo mezzo secolo, mentre con la stessa disinvoltura dei poeti più grandi penetrava in quell’universo ove il sensibile eccede l’intellegibile»
«Se si considera l’indubbia similitudine concettuale di Cittadella con il Così parlò Zarathustra di Friedrich Nietzsche — entrambi poemi imperniatati sulla figura di un maestro che, con linguaggio poetico e parabolico, istruisce gli uomini indicando loro la via salvifica — è curioso notare come la data di nascita del francese (29 giugno 1900) rasenti la coincidenza con quella della morte del tedesco (25 agosto 1900): volendo giocare con le suggestioni, la si può leggere come una simbolica staffetta, se non un passaggio di testimone, tra un cantore e l’altro, entrambi profeti di una proposizione dell’Uomo nuovo o Uomo rinnovato nell’epoca della desacralizzazione dell’umanità».
[dall’introduzione di Maurizio Murelli]
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