GIOVEDI’ 29 FEBBRAIO: LIVE SUL CANALE YOUTUBE MARCO CIMMINO RACCONTA IL FRONTE GRECO, LO SCISMA NAZIONALE GRECO.

ATTENZIONE L’EVENTO SARA’ SOLO LIVE SUL CANALE YOU TUBE, NON CI SI TROVA FISICAMENTE!

Il ripiegamento delle esauste truppe serbe verso il mare impatta in maniera devastante sulla stabilità, già precaria, del regno di Grecia. Mentre la nazione ellenica si fraziona tra neutralisti ed interventisti e lo stato si divide in obbedienza a due distinti governi in lotta tra loro, le truppe dell’Intesa occupano “manu” militari la provincia di Salonicco riaprendo il fronte balcanico. Spesso trascurato da un punto di vista prettamente militare, tuttavia è attorno a questa realtà che si dipanano una lunga serie di problemi politici di grande portata per il dopoguerra. Qui il regno di Serbia farà conti con il proprio passato e, in previsione di una pace separata con l’impero austroungarico, giustizierà nei vertici dei propri servizi segreti i mandanti dell’attentato di Sarajevo, mentre il conflitto interno al mondo greco precipiterà verso la catastrofe di una guerra civile ad intermittenza destinata a durare più di 50 anni.

GIOVEDI’ 14 DICEMBRE: MARCO CIMMINO RACCONTA LA BATTAGLIA DI GORIZIA

“Fu come l’ala che non lascia impronte, il primo grido avea già preso il monte”.

E’ la calda estate del 1916 e da più di un anno le fanterie italiane tentano, inutilmente, di cacciare gli avversari dal monte Sabotino che col tempo si è trasformato in un’autentica fortezza. Eppure nel mese di agosto, grazie a una accurata preparazione e ad una perfetta cooperazione tra tutte le armi, dall’artiglieria al genio, dall’aeronautica alla fanteria, il terribile baluardo austroungarico cade in brevissimo tempo al prezzo di perdite contenute. La battaglia del Sabotino e la caduta di Gorizia dimostrarono come una logistica accurata e un approccio scientifico all’obiettivo contassero più della pura quantità numerica, contrapponendosi, in un tragico contrasto, alle tattiche quasi suicide con cui le fanterie del regio esercito assaltarono le ben munite trincee nemiche nel corso delle prime cinque battaglie dell’Isonzo. Purtroppo, dopo la caduta della soglia di Gorizia, gli italiani tornando inspiegabilmente alle vecchie modalità di assalto, resero di fatto la sesta battaglia dell’Isonzo un vero unicum nella storia militare dell’esercito nella Grande Guerra.

VENERDI’ 27 OTTOBRE: ALBERTO LEONI RACCONTA IL MIRACOLO DI BELGRADO

“È un’aria da veglia funebre quella che si respira a Belgrado la notte del 21 luglio del 1456. Radi fuochi illuminano il profilo deturpato delle mura sbrecciate dal morso dei cannoni. Dai fossati, ingombri di carcasse e di cadaveri, esala un odore acre e dolciastro che sa di morte e di disfatta. Alle prime luci dell’alba Maometto il Conquistatore, il Gran Turco, tornerà a concludere la sua opera e la forte presa delle sue dita stringerà la gola della esausta città per l’ultima volta. I crociati, come sopravvissuti ad un naufragio che aggrappati ad uno scoglio attendono la morte con l’approssimarsi della marea, brancolano sfiniti nel buio della notte, strisciando i piedi verso i bastioni per ricevere i sacramenti impartiti dai frati cappuccini. Il loro destino appare segnato eppure c’è ancora qualcuno che sembra aver voglia di lottare. Sparuti gruppi, via via più numerosi, di fanti e di contadini abbandonano autonomamente le posizioni e scendono in direzione delle mura, capannelli di gente comune e di poveri cavalieri si accalcano bisbigliando sottovoce a ridosso della breccia. Tra loro spicca la figura di Giovanni da Capestrano, un frate abruzzese, ma gli ufficiali non sanno dire per quale motivo sia lì e sono certi che, data la situazione, non abbia comunque poi molta importanza. Eppure il mattino che ad oriente già si annuncia col canto squillante degli uccelli ha in serbo meraviglie che nessuno tra i due contendenti può ancora immaginare”

GIOVEDI’ 19 OTTOBRE: MARCO CIMMINO RACCONTA LA BATTAGLIA DELLA SOMME

Nei piani originari, redatti in occasione della Conferenza interalleata di Chantilly, il 1916 avrebbe dovuto vedere una serie di attacchi simultanei agli Imperi Centrali. Russi, Italiani e Anglo-Francesi si sarebbero impegnati in offensive coordinate per schiacciare le difese austrotedesche e risolvere definitivamente il conflitto a favore dell’Intesa. L’offensiva prevista per la primavera in Picardia, che aveva inizialmente come obiettivo strategico minimale la cacciata della Kaiserreichsheer dalle coste del Belgio, fu ripensata a seguito dell’attacco tedesco su Verdun tenendo conto della necessità di alleggerire l’enorme pressione tedesca sul fronte di Verdun. Douglas Haig, recentemente nominato alla guida del BEF in sostituzione di John French, presumeva, non senza una qualche ragione, che lo sforzo bellico più a sud, calamitando sempre maggiori quantità di uomini verso i campi devastati della Mosa, avrebbe lasciato ampi spazi di manovra al suo esercito. Eppure, quando dopo mesi di meticolosa preparazione, segretissimi preparativi e 5 giorni di ininterrotti bombardamenti, i fanti inglesi saltarono fuori dalle loro trincee per lanciarsi all’assalto delle posizioni tedesche, fu subito evidente che qualcosa non aveva funzionato. E che le armate di sua maestà era pronte ad andare incontro al giorno più buio della loro secolare storia.

VENERDI’ 13 OTTOBRE: GABRIELE TARANTO RACCONTA IL DISASTRO DEL K19

La notte a cavallo tra il 3 ed 4 di luglio del 1961, il sottomarino sovietico K19 sta navigando tranquillamente sotto la superficie dell’Atlantico Settentrionale, al largo della costa sud-orientale della Groenlandia. Il battello, comandato dal capitano di vascello Nikolaj Zateev, è la prima unità a propulsione nucleare immessa in servizio dalla marina di Mosca e serve nella Flotta Nord di stanza a Murmansk, porto presso il quale sta rientrando a conclusione di una esercitazione assegnatagli dall’Alto Comando. Improvvisamente, alle 04:15 locali, a causa di una perdita di refrigerante la pressione dell’acqua nel reattore nucleare di dritta precipita provocando un repentino surriscaldamento dell’impianto e mettendo in serio pericolo l’integrità delle barre di combustibile. il timore del corpo ufficiali è che ciò possa innescare una esplosione nucleare dalle conseguenze imprevedibili dato il contesto politico che vede rinnovate le frizioni tra i due principali attori del panorama internazionale. In sala macchine inizia quindi una disperata ed eroica corsa contro il tempo per frenare l’impennata della temperatura mentre il capitano, impossibilitato a contattare i suoi superiori per via di un precedente guasto all’impianto di radio, fa rotta verso oriente cercando di allontanarsi il più rapidamente possibile dalle coste americane. Il disastro del K19 è appena iniziato.

SABATO 9 SETTEMBRE: LA RIVOLTA DEI BOXER

Pechino – 20 giugno 1900. Nelle primissime ore del mattino l’incaricato d’affari tedesco presso la Corte Manciù, il barone Clemens Von Ketteler, assieme ad alcuni collaboratori e scortato soltanto da una piccola forza armata, si dirige alla volta dello Zongli Yamen (il Ministero degli Affari Esteri) per confrontarsi con i funzionari imperiali sul clima di estrema tensione che aleggia sulla Capitale. Nei giorni precedenti presso il quartiere delle legazioni una serie di incidenti ha funestato la già precaria quiete cittadina. Alcuni musulmani hanno fatto a pezzi il segretario dell’ambasciata giapponese, Sugiyama Akira, e Ketteler, in spregio a qualsiasi legge, ha giustiziato di sua mano un ragazzo sospettato di aver preso parte ai torbidi. Ormai in vista del palazzo, all’estremità occidentale di Xizongbu Hutong, il gruppo viene intercettato da un manipolo di lancieri imperiali cinesi. Un loro ufficiale, con la scusa di dover conferire con l’aristocratico germanico, si avvicina al palanchino di Ketteler e gli spara a bruciapelo uccidendolo sul colpo. Principia nel sangue, e non avrebbe potuto essere altrimenti, il più famoso e celebrato episodio della Rivolta dei Boxer. Quando due mesi dopo i fuochi della sommossa si spegneranno, l’autorità ed il prestigio della antico “Regno di Mezzo” saranno ridotti ad un cumulo di rovine fumanti.

SABATO 22 LUGLIO: ENRICO CHIESURA RACCONTA L’IMPERATORE CARLO

Alle 11e30 di un impietoso mattino d’inizio aprile si spegne in esilio a Madera, isola atlantica allora facente parte della Prima Repubblica Portoghese, l’ultimo imperatore regnante della Casa d’Asburgo. L’uomo che aveva raccolto in eredità una delle più antiche e prestigiose realtà statuali del mondo, guidandola per quasi due anni attraverso una delle tempeste più terribili della storia, muore esiliato ed in povertà, pressoché dimenticato dal mondo. Ma chi fu veramente e cosa rappresentò per i suoi contemporanei Carlo d’Austria? Quale impronta cercò di dare al suo regno? quanta parte ebbe nelle vicissitudini belliche di quel tragico conflitto che si chiuse il crollo irreparabile delle antiche fortune? A queste domande, e a molte altre, cercheremo di rispondere sabato 22 luglio, in questo che vuol essere solo il primo appuntamento di una lunga serie sui grandi protagonisti della prima guerra mondiale.

GIOVEDI’ 6 LUGLIO: MARCO CIMMINO RACCONTA L’OFFENSIVA BRUSILOV

In accordo con i termini della conferenza di Chantilly del dicembre 1915, in cui i membri dell’Intesa si impegnavano a attaccare simultaneamente gli Imperi Centrali per l’estate del 1916, e in appoggio alle pressanti richieste degli SMG francesi ed italiani, estremamente provati dalla pressione nemica a Verdun e sugli Altipiani, il mattino del 4 giugno 1916 le forze russe al comando del generale Brusilov aprono il fuoco sulle posizioni della IV° armata austriaca dell’Arciduca Francesco Ferdinando. Osteggiato dalla STAVKA che lo ha privato del necessario numero di bocce da fuoco preventivato per dare il la alle operazioni, l’eccentrico comandante russo (devoto cristiano ortodosso e contemporaneamente appassionato occultista) decide di lanciare all’assalto il suoi uomini impiegando una serie di innovazioni tattiche che presto diventeranno un tratto imprescindibile della moderna arte della guerra. La zampata dell’orso travolge le difese austroungariche, spostando la linea del fronte di centinaia di chilometri e riproponendo alla vista le scene dell’autunno del 1914. Nonostante lo strepitoso successo delle armate di Pietrogado, questa battaglia intaccherà profondamente le capacità operative di entrambi gli eserciti, rappresentando il canto del cigno per l’esercito degli zar

SABATO 3 GIUGNO: ROBERTO MARCHESINI PARLA DI CINEMA E CARATTERE NAZIONALE

Il Cinema, la settima arte secondo la definizione del critico Ricciotto Canudo, è probabilmente l’espressione caratteristica e di maggior rilievo della moderna contemporaneità. La dimensione più sfruttata per ritrarre e raccontare sé stessi e gli altri, per proiettare la propria immagine nello spazio e nel tempo. Come ogni opera dell’ingegno umano, ogni specifico filone cinematografico conosce un concepimento più o meno fortunato, necessita di un ambiente propizio in cui svilupparsi, si indirizza verso una finalità da soddisfare e finisce con l’impattare sulla realtà circostante, modificandola. Nel secondo dopoguerra, in Italia e nel mondo, ebbe particolare rilevanza uno specifico movimento culturale chiamato “Neorealismo”. Roberto Marchesini torna in Domus per raccontare il perché di un successo tanto inaspettato e capire quanto l’attuale percezione che gli italiani hanno del proprio paese, come della propria cultura, sia debitrice di quella breve e fortunata stagione della cinematografia nostrana.

VENERDI’ 19 MAGGIO: ALESSANDRO GIORGI RACCONTA LA BATTAGLIA DEL PASTIFICIO

Nel primo mattino del 2 luglio 1993 la città di Mogadiscio è già sveglia. Unità italiane, in forza alla missione UNOSOM II, alle prime luci dell’alba hanno dato il via ad un azione di rastrellamento in un area abitata compresa tra I checkpoint Ferro e Pasta. Il nervosismo è palpabile, l’ostilità evidente. Al termine dell’operazione, quando i militari ripiegano lungo la direttrice della vecchia strada Imperiale sino al dismesso stabilimento della Barilla, l’ostilità covata nel calore opprimente dell’estate somala esplode in fitte sassaiole e in sporadici colpi d’arma da fuoco. Le milizie Mooryaan del generale Aidid hanno deciso di entrare in azione. È l’inizio di un giorno di ordinaria follia. Il prologo di una storia che a distanza di 30 anni odora ancora di sangue, di sudore e di polvere da sparo. È il giorno tremendo della battaglia del Pastificio.

GIOVEDI’ 11 MAGGIO: MARCO CIMMINO RACCONTA LA STRAFEXPEDITION

Prosegue il nostro ciclo sulla prima guerra mondiale iniziato in occasione del centenario. Giovedì 11 lo storico Marco Cimmino ci parlerà della cosìdetta Strafexpedition o battaglia degli Altipiani, l’unica offensiva austriaca sul fronte italiano tra l’inizio della guerra e lo scacco di Caporetto.

«Non v’era un solo metro quadrato di terreno che non fosse battuto; sotto quella furia omicida la montagna stessa doveva essere spianata. Le rocce divelte si sfaldavano, precipitavano, mutavano aspetto; il monte era tutto un incandescente cratere in eruzione […] alla fine ci è come sembrato che quell’altura avesse come cambiato fisionomia e si fosse fatta irriconoscibile.»

(Alfredo Graziani, tenente della brigata Sassari)

SABATO 6 MAGGIO: ALDO FERRARI RACCONTA NAGORNO KARABAKH

L’Artsakh (o Nagorno Karabakh), nella regione dell’Altopiano Armeno, è una realtà geografica che si sviluppa all’estremità sud orientale della catena montuosa del Caucaso Minore. È un territorio prevalentemente montuoso, ricco di foreste e corsi d’acqua, il cui bordo settentrionale è cinto dalla catena dei Monti Mrav. Storicamente abitato da popolazioni di lingua e cultura armena e da minoranze azere, nel corso dei secoli ha seguito le vicissitudini di svariati dominatori mantenendo sostanzialmente intatto il suo patrimonio culturale. Con la conquista bolscevica del 1923 il territorio, per volere di Stalin, venne integrato amministrativamente nella Repubblica Sovietica dell’Azerbaigian come Oblast autonomo e seguì le vicissitudini del Caucaso sino alla dissoluzione dell’impero comunista. Da allora è iniziato un sanguinoso scontro, costante ma ad intensità variabile, tra le principali componenti etnico-religiose della zona. Questo violento confronto che, a distanza di più di 30 anni, non accenna a smorzarsi e che, al contrario, pare trovare nuova linfa nelle recenti frizioni dell’area, è divenuto un pericolo esiziale per l’antica comunità armena lì residente e la principale sfida che la diplomazia deve affrontare per sperare di poter giungere ad una stabile pacificazione della regione.

SABATO 15 APRILE: DIXIELAND, L’ALTRA AMERICA

Al di sotto della linea Mason-Dixon, che traccia un confine tra gli stati di Pennsylvania, del Maryland, del Delaware e della Virginia, si apre Dixieland. Il grande Sud. In uno spazio geograficamente immenso, ricco di campi coltivati a cotone e tabacco, di paludi e fiumi, di pinete abbarbicate sui pendii montani e di arse savane, di fitte giungle e di foreste di noci bianche che si spingono sino al limitare del Golfo del Messico, abitavano alla metà del secolo XIX° meno di dieci milioni di persone. In seno a questa popolazione, in gran parte composta di liberi cittadini di origine anglo-irlandese e da schiavi di origine africana ma arricchita da numerosi elementi creoli di lingua francese e dalla presenza di popolazioni indigene, si sviluppò nel corso di qualche secolo una cultura peculiare distinta dal mondo del nord industrializzato. Questa inconciliabilità tra modelli di sviluppo sociale differenti, che andrà sempre più allargandosi nel corso di tutto il primo ottocento e raggiungerà il suo apice dopo la guerra di secessione, è probabilmente la causa prima, eppure la più misconosciuta, del terribile conflitto che portò le batterie del generale de Beauregard ad aprire il fuoco su Fort Sumter e a dare il via alla più sanguinosa contesa mai combattuta in territorio americano. Lo scrittore Niccolò Ferrari affronterà le specificità di questa civiltà perduta, con le sue luci e le sue ombre, nel primo di una serie d incontri dedicati alla Guerra Civile Americana.

DOMENICA 2 APRILE: INCONTRO CON DANILO PAGLIARO, UN ITALIANO NELLA LEGIONE STRANIERA

Una scelta di vita non ordinaria raccontata in presa diretta: è la decisione di abbracciare la causa della Legione straniera quella che viene raccontata in questo romanzo autobiografico sui generis, attraverso il percorso di un uomo, un italiano, nella forza militare francese. È qui che si svolge la vicenda del legionario Perrini, alias Danilo Pagliaro, da un lato facendo fronte alle fatiche e ai rischi cui si sottopongono gli “uomini senza passato”, dall’altro cercando di conservare quanto di più caro esisteva al di fuori della vita militare. Non una semplice autobiografia, e nemmeno una memorialistica bellica: “Vita da legionario” è il racconto del primo incontro con l’amore, la morte, l’abbandono, la solidarietà, la fratellanza. Un’intera esistenza votata alla leggendaria divisa della Legione straniera.

MERCOLEDI’ 15 MARZO: MARCO CIMMINO RACCONTA LA BATTAGLIA DI VERDUN (SECONDA PARTE)

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Mentre nel corso della bella stagione i francesi si aggrappano ai resti del Forte di Vaux e all’acume strategico del generale Petain, con la fine dell’estate e l’esaurimento della spinta offensiva tedesca, l’esercito di Parigi può passare all’offensiva. Il generale de Castelnau assembla un trittico di alti ufficiali, diversissimi tra loro per carattere ed approccio metodologico alla battaglia, che collaborano alla riconquista di Fort Douaumont. Al già citato eroe della Voie Sacrée si affiancano due personaggi destinati ad una chiaroscurarle fama nel successivo svolgimento della guerra: l’orgoglioso Robert Nivelle e lo spietato Charles Mangin. E’ giunto il momento della controffensiva per Armée de Terre.

GIOVEDI’ 2 MARZO: MARCO CIMMINO RACCONTA LA BATTAGLIA DI VERDUN (PRIMA PARTE)

Alle prime luci del 21 febbraio 1916, in un bosco vicino a Loison, gli intirizziti serventi di un cannone da marina Krupp ricevono il tanto atteso ordine da parte del comando del principe Guglielmo. Un primo proiettile da 380 mm viene sparato in direzione della città di Verdun, demolendo l’ala del grande palazzo vescovile. A seguire una fitta pioggia di colpi incomincia a piovere, come grandine di fuoco e di acciaio, sul intero abitato, centrando la stazione ferroviaria, le case ed i ponti fuori città. L’operazione Gericht (Giudizio), preparata con una maniacale segretezza dal capo di stato maggiore tedesco Von Falkenhayn e dai suoi sottoposti, è ufficialmente cominciata e con essa la battaglia destinata a diventare l’emblema del conflitto. Marco Cimmino ci porterà a strisciare nella martoriata terra del “Grand Est”, accompagnandoci per i gironi danteschi di quel tremendo tritacarne che, una volta messo in moto, per quasi un anno nessuno più riuscirà fermare.

VENERDì 24 FEBBRAIO: PAOLO GULISANO RACCONTA LA PROFEZIA DI MALACHIA

 «Durante l’ultima persecuzione di Santa Romana Chiesa siederà Pietro Romano che pascerà il gregge in mezzo a molte tribolazioni ». Così si concludono le profezie sui papi da secoli attribuite a un monaco irlandese, Malachia. Paolo Gulisano ricostruisce passo passo le avventure del santo, splendida figura della Chiesa medievale, introducendoci in un coloratissimo affresco colmo di storia e misteri. 

GIOVED’ 2 FEBBRAIO: TAVOLA ROTONDA ELEZIONI REGIONALI

VENERDI’ 27 GENNAIO: GIOVANNI CERINO BADONE RACCONTA “ITALIAN WAY OF WAR”

L’esercito italiano ha dovuto affrontare diversi importanti cimenti nel corso della sua breve vita. Nello spazio di un secolo i suoi reggimenti sono stati impegnati sugli aspri contrafforti alpini e nelle steppe innevate dell’oriente, tra le sabbie dei deserti libici e sulle scoscese pendici dell’acrocoro etiope, con risultati discrepanti. Con uno sguardo retrospettivo sulla storia militare dello stato unitario appare lecito domandarsi, al netto del valore dei singoli, se sia mai esistita una specifica dottrina d’impiego per le forze armate del Regio Esercito e, nel caso di una risposta affermativa, quale sia stata la sua gestazione o da quale particolare esperienza sia stata mutuata. A queste ed altre domande cercheranno di dare risposta il Capitano Giovanni Cerino Badone, Docente di Storia Militare presso il Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito Italiano e Andrea Zacchigno del canale ZAC ZAK.

GIOVEDI’ 12 GENNAIO: MARCO CIMMINO RACCONTA LA CADUTA DELLA SERBIA

La notte tra il 6 ed il 7 ottobre del 1915 il nodo serbo pare infine giungere al pettine. Le forze coalizzate degli Imperi Centrali, al comando del fresco trionfatore Von Mackensen, partono all’assalto di Belgrado coordinando i propri eserciti su differenti direttrici. Nell’arco di appena qualche settimana i resti dell’armata serba sono costretti a ripiegare in una terribile marcia in direzione dell’Adriatico, nella speranza di essere evacuate dalla regia marina, mentre inglesi e francesi organizzano una testa di ponte in Grecia in quello che è destinato ad essere ricordato come “il fronte di Salonicco”. Il nazionalismo serbo della famiglia reale dei Karađorđevic, principale detonatore della Grande Guerra, pare ormai definitivamente fuori gioco.

GIOVEDI’ 15 DICEMBRE: PRESENTAZIONE DEL LIBRO “NERONE” VERITA’ E VITA DELL’IMPERATORE PIU’ CALUNNIATO DELLA STORIA

Gravi ed infamanti sono le accuse da sempre volte a Nerone, nell’immaginario collettivo assurto all’archetipo del imperatore tiranno: sovrano corrotto, crudele omicida, politico ingrato. Con l’aiuto di Silvia Stucchi, docente in FIlologia e Letteratura presso l’Università Cattolica, cercheremo di restituire alla storia la discussa figura dell’ultimo imperatore della gloriosa dinastia Giulio-Claudia e di dissipare le nebbie sanguigne che avvolgono il mito. Per scopire quanto di vero resiste ancora nel racconto del principe più esecrato della storia romana.

NB – La presentazione del libro si terrà presso il Ristorante Pizzeria da Nerone (Via Pietro Ruggeri da Stabello 4) e non presso i locali della Domus Orobica.

OTTAVO COMPLEANNO DOMUS OROBICA: ECCO LE INIZIATIVE!

Giovedì 8 dicembre, festa dell’Immacolata, ricorre l’ottavo compleanno della nostra associazione.

Come da tradizione, cogliamo l’occasione per trovarci a festeggiare insieme, confrontarci e dibattere con alcune iniziative che speriamo vi siano gradite.

Alle ore 18.00 ci sarà la presentazione di Zenit, nuova rivista d’informazione, cultura e geopolitica. Sarà un’occasione per approfondire la situazione attuale per quanto riguarda la guerra in Ucraina.

Seguirà un apericena con buffet offerto dalla Domus Orobica.

Alle ore 21.00, seguirà la presentazione del romanzo storico “Eden in fiamme” di Gabriele Marconi, con la presenza dell’autore e dell’amico Marco Cimmino.

Trama:

“Eden in fiamme” vede protagonisti tre amici romani che si arruolano nella Repubblica sociale italiana dopo l’8 settembre. Un’esperienza che li porta dalla Scuola allievi ufficiali della Guardia Nazionale Repubblicana al Reggimento Folgore, fino all’epilogo sul confine orientale, in Venezia Giulia, dove devono fronteggiare il IX Korpus titino per salvare due ragazze italiane, e concludersi nella Venezia liberata dagli Alleati. La storia è del 1979, con il narratore che racconta le vicende di quegli anni a due giovani ragazzi, immersi a loro volta nella tempesta degli Anni di Piombo. Gabriele Marconi affronta la “scelta d’amore” di quei ragazzi che, cresciuti nel mito della Patria e del coraggio, videro nell’Armistizio con gli angloamericani un tradimento inconcepibile della parola data e precipitarono loro malgrado negli orrori fratricidi della Guerra Civile, finendo per «scannarsi con altri italiani» ma sognando fino all’ultimo di andare in prima linea; le stesse scelte che, loro malgrado, si troveranno ad affrontare i ragazzi degli anni Settanta.

Gabriele Marconi
(Roma, 1961) Giornalista professionista, è stato direttore responsabile del mensile «Areapolitica, comunità, economia» e oggi si occupa di comunicazione istituzionale e di editing letterario. Ha pubblicato i romanzi L’enigma di Giordano Bruno, Io non scordo, Il regno nascosto, Le stelle danzanti, Fino alla tua bellezza; il poema Ritorno alla terra desolata e NOI canzoni d’amore per la lotta e di lotta per l’amore che raccoglie in un cofanetto le sue canzoni e un libro di pensieri e flashback sugli Anni di Piombo. È autore di un monologo teatrale sulla strage di Bologna dal titolo 2 agosto 1980.

VENERDI’ 2 DICEMBRE: IL PROFESSOR GABRIELE TARANTO RACCONTA LA GUERRA DEI GAS

Il 22 aprile del 1915 la guerra chimica fa il suo ingresso sul palcoscenico della storia appestando i campi del saliente di Ypres. I reggimenti del genio, guidati dal comandante Otto Peterson, impiegano in quella occasione 150 di tonnellate di Cloro in forma gassosa sotto lo sguardo attento e vigile di un tranquillo professore universitario di Breslavia: Fritz Haber. Pochi giorni dopo sua moglie, Clara Immerwahr, si suicida con la pistola d’ordinanza del marito e il capitano Haber, senza nemmeno fermarsi per il funerale, si precipita sul fronte orientale. Il geniale padre della chimica tedesca, coadiuvato da una impressionante schiera di brillanti scienziati, da quel giorno ha legato in maniera indissolubile il proprio nome agli orrori della Grande Guerra e alle tragedie dell’intero secolo breve. Ma chi fu davvero questo luminare della scienza del secolo passato? Quanto pesarono sulla sua vita successiva le sue innovative scoperte? Cosa resta di lui a più di un secolo da quel drammatico pomeriggio di primavera quando, forse senza aver piena cognizione delle possibili conseguenze, scoperchiò il vaso di Pandora in fronte al mondo intero?

CONFERENZA ANNULLATA

CI DISPIACE COMUNICARE CHE LA CONFERENZA DI STASERA è STATA ANNULLATA A CAUSA DELL’INDIPONIBILITA’ (CAUSA MALATTIA) DEL RELATORE. CI ORGANIZZEREMO AL PIU’ PRESTO PER RIPROGRAMMARLA IN CALENDARIO.
SIAMO MORTIFICATI PER CHI DI VOI HA BLOCCATO LA SERATA PER RIUSCIRE AD ESSERCI. 

VENERDI’ 11 NOVEMBRE: IL PROFESSOR GABRIELE TARANTO RACCONTA LA GUERRA DEI GAS

Il 22 aprile del 1915 la guerra chimica fa il suo ingresso sul palcoscenico della storia appestando i campi del saliente di Ypres. I reggimenti del genio, guidati dal comandante Otto Peterson, impiegano in quella occasione 150 di tonnellate di Cloro in forma gassosa sotto lo sguardo attento e vigile di un tranquillo professore universitario di Breslavia: Fritz Haber. Pochi giorni dopo sua moglie, Clara Immerwahr, si suicida con la pistola d’ordinanza del marito e il capitano Haber, senza nemmeno fermarsi per il funerale, si precipita sul fronte orientale. Il geniale padre della chimica tedesca, coadiuvato da una impressionante schiera di brillanti scienziati, da quel giorno ha legato in maniera indissolubile il proprio nome agli orrori della Grande Guerra e alle tragedie dell’intero secolo breve. Ma chi fu davvero questo luminare della scienza del secolo passato? Quanto pesarono sulla sua vita successiva le sue innovative scoperte? Cosa resta di lui a più di un secolo da quel drammatico pomeriggio di primavera quando, forse senza aver piena cognizione delle possibili conseguenze, scoperchiò il vaso di Pandora in fronte al mondo intero?

SABATO 5 NOVEMBRE: LA DESTRA DI GOVERNO TRA LIBERISMO E COMUNITARISMO, DIBATTITO CON ON. ANDREA TREMAGLIA ED IL SOCIOLOGO FABRIZIO FRATUS

SABATO 29 OTTOBRE: ENRICO CHIESURA RACCONTA LA RIVOLTA DI BUDAPEST

Nel primo autunno del 1956, sulla scia degli smottamenti prodotti nei mesi precedenti dalle dichiarazioni di Krusciov al XX° congresso del PCUS, Budapest è in pieno fermento. Da più di un decennio lo stato ungherese, ridotto ai minimi termini dopo le sconfitte subite nel corso delle due guerre mondiali, si trova infeudato nel sistema di potere sovietico. Il controllo della vita sociale ad opera della polizia politica del AVH e del Partito Ungherese dei Lavoratori (MDP) guidato da Matyas Rosenfeld, fattosi viepiù asfissiante nel corso degli anni, pare iniziare a scricchiolare sotto la pressione delle apparenti trasformazioni in corso con il processo di destalinizzazione. Così, mentre i vertici della nomenclatura sono scossi da una irrisolta ed estenuante faida interna, viene organizzata dagli studenti studenti universitari delle facoltà di Tecnologia ed Economia della capitale una manifestazione presso la statua del poeta Sándor Petőfi a Pest. Sono le ore 15 di un freddo pomeriggio d’ottobre del 1953 e si alza il sipario sul racconto delle tragiche giornate di Budapest.

GIOVEDI’ 27 OTTOBRE: MARCO CIMMINO RACCONTA L’OFFENSIVA GORLICE-TARNOW

“La storia del mondo non ha mai registrato nulla che possa essere anche lontanamente paragonato a questa spinta offensiva che è piombata sull’esercito russo, la gran parte del quale, inchiodata sul posto, è stata rapidamente annientata”. Nella primavera del 1915, per rispondere alla perdita austrongarica del complesso fortificato di Przemyśl ed alle puntate russe in Slesia, gli stati maggiori imperiali, guidati da Von Falkenhayn e dal suo omologo von Hötzendorf, valutarono diverse opzioni risolvendosi in ultimo di imbastire una grande offensiva in direzione della cittadina di Gorlice per scardinare il sistema difensivo nemico e puntare poi verso Cracovia. Alle prime luci di maggio le artiglierie del gruppo d’armate, condotto dal leggendario ussaro August Von Mackensen e coordinato dal colonnello von Seeckt, iniziano un pesante bombardamento delle linee zariste mentre anche le forze del serbo Boroević entrano in azione. E’ il preludio di un movimento devastante destinato a concludersi di lì a due mesi con la compelta conquista della Polonia da parte delle forze austro-tedesche e la grande ritirata degli eserciti dello zar oltre la Vistola.

SABATO 15 OTTOBRE: PRESENTAZIONE DEL LIBRO “LA VIA ROMANA AGLI DEI”

“Roma dominò il mondo grazie alla forza delle sue legioni”. Questa frase con valore di sentenza, appresa sin dai tempi della scuola, ha certamente un elemento di verità. Eppure se avessimo potuto chiedere ad un cittadino romano, ad un legionario, la causa prima del successo dell’Urbe probabilmente avremmo ricevuto una risposta differente, tanto più profonda quanto inaspettata. Leggendo le riflessioni scritte dai nostri antenati, indagando il racconto di miti ancestrali, degli oracoli e delle predizioni, esploreremo assieme ad Emanuele Viotti di @Ad Maiora Vertite le ragioni profonde che permisero, e addirittura spinsero, la Città Eterna ad elevarsi da piccolo villaggio ai margini delle paludi, a regina incontrastata dei destini del mondo.

GIOVEDI’ 15 SETTEMBRE: MARCO CIMMINO RACCONTA LA BATTAGLIA DI LOOS

Il 25 settembre del 1915, nel contesto di quella che i tedeschi chiamarono Battaglia d’autunno, le truppe britanniche del generale Haig si lanciarono all’assalto delle trincee nemiche dopo aver cercato di disarticolarne l’apparato difensivo con il massiccio impiego di gas al cloro. Nonostante l’accurata programmazione e l’impiego degli Scavatori del corpo degli Ingeneri Reali per il posizionamento di mine in gallerie in prossimità degli obbiettivi, ogni sforzo per aprirsi la strada ad oriente risultò vano. La superiorità tattica germanica, mostratasi notevolmente superiore alla dottrina offensiva degli alleati, unita alle avversità meteorologiche in cui finì per dibattersi il contingente d’oltremanica, trasformarono ben presto il terreno di scontro in un mattatoio conosciuto come “il Campo dei Morti di Loos”. Giovedì 15 settembre Marco Cimmino racconterà la devastazione e l’imperizia, il coraggio e l’abnegazione, di uno dei più tristi e bizzarri racconti della Grande Guerra

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SABATO 10 SETTEMBRE: MARCO BONIARDI RACCONTA LA BATTAGLIA DI LEPANTO

“molti si trovarono per combattere e molto aspramente e moltissimi valenti uomini e cavalieri morirono di qua e di là, perché ci si uccideva con spade e mazze, con catene ed azze, con archibugi da posta, con archibusetti, con frecce, con verrette e con ogni sorte d’arme da brandire o da lanciare e per disperazione s’impugnava qualsiasi arnese buono a far del male, che non c’era spazio alcuno per la fuga e bisognava di necessità morire o di fuoco o d’acqua”

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VENERDI’ 5 AGOSTO: SCACCO MATTO ALLA MORTE , INCONTRO CON L’AUTORE.

Un delitto, un enigma, una corsa contro il tempo sulle rive del fiume Arno. Sotto i colori dell’affresco celebrante il Trionfo della Morte si intrecciano le vicende di un giornalista, di una sua amica, di un vecchio professore, di un clochard e di un giovane docente dalla promettente carriera. Un’indagine in cui nulla è ciò che sembra davvero

VENERDì 8 LUGLIO: ALBERTO LEONI RACCONTA L’ASSEDIO DI FAMAGOSTA

Nel pieno dell’estate del 1571, dalle fortificazioni ormai ridotte a brandelli dal fuoco dei cannoni ottomani, qualcuno sventola una bandiera bianca in direzione del campo nemico. Per ordine dei capitani della Serenissima si decide di chiedere una tregua per discutere le condizioni di resa. Marcantonio Bragadin, rettore di Famagosta, ha deciso di cedere alle sollecitazioni del suo consiglio di guerra. La sperata flotta di soccorso non ha mai raggiunto le acque cipriote, le fantesche degli italiani mancano del necessario per continuare il combattimento e quel che resta della popolazione civile è ormai ridotta allo stremo dagli orrori della guerra. È stato uno scontro spietato, protratto oltre il limite dell’umana sopportazione, un duello estenuante che ha reso monche entrambe le armate; lo stesso Lala Pascià ha dovuto seppellire il proprio figlio in vista dei bastioni. In breve tempo vengono firmati gli accordi, giurati sui rispettivi testi sacri, e si procede all’evacuazione degli armati. Il dettaglio della resa, dopo elaborate trattative, concede ai difensori di essere imbarcati su galee turche e fare vela verso Creta mentre la popolazione civile sarà rispettata e non si procederà all’usuale saccheggio dell’abitato. Ma qualcosa va storto. Bragadin e il comandante sultanale paiono intendersi poco e piacersi pure di meno. Alla cerimonia di consegna delle chiavi cittadine è registrato un aspro diverbio tra i due e il provveditore è messo in catene mentre il suo seguito viene decapitato. È solo l’inizio di un calvario di crudeltà senza nome, di un supplizio mostruoso destinato a protrarsi per altri 10 giorni, di un orrore che getterà nel fango l’onore della Sublime Porta e nello sgomento i popoli cristiani.

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VENERDI’ 24 GIUGNO: GIUSEPPE PARLATO RACCONTA LA MARCIA SU ROMA

Il 28 ottobre del 1922 si chiude il primo dopoguerra italiano. Migliaia di fascisti e di reduci provenienti da tutta Italia marciano sulla capitale per occupare i palazzi del potere senza incontrare alcuna reale resistenza da parte del governo e delle forze armate. È l’inizio del ventennio fascista, lo spartiacque nella storia nazionale. Ma cosa fu davvero la Marcia? Chi la ideò? Chi la organizzò e chi la diresse? Perché D’Annunzio non partecipò ad un’impresa che pareva cucita su misura per lui? Perché l’esecutivo si dimostrò tanto inadeguato da sollevare sospetti di connivenza? In occasione del approssimarsi del 100° anniversario di quell’evento li storico, Giuseppe Parlato entrerà nel dettaglio della cronaca per fornire un analisi lucida ed obbiettiva dei “tremendi eventi” di quei giorni.

SABATO 18 GIUGNO: ENZO BEARZOT RACCONTATO DA SUA FIGLIA

L’11 luglio 1982, nella spettacolare cornice del Santiago Bernabéu, la nazionale italiana di calcio batte nettamente la Germania Federale laureandosi per la 3ª volta campione del mondo. È il trionfo inaspettato di un indimenticabile gruppo di atleti , il riscatto di un sistema piegato dallo scandalo scommesse, l’apoteosi di un commissario tecnico destinato a diventare leggendario. Ma chi era davvero Enzo Bearzot? Come aveva vissuto i 28 giorni che avrebbero finito per consacrarlo come una delle figure più rappresentative dello sport italiano? Quali pensieri affollarono le sue notti mondiali mano mano che si avvicinava alla vetta più ambita? A queste e ad altre domande risponderà, nel quarantesimo anniversario di quell’evento sportivo, la figlia Cinzia, restituendo all’icona dello sportivo quella dimensione umana e personalissima di uomo e di padre

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GIOVEDI’ 16 GIUGNO: MARCO CIMMINO RACCONTA L’ENTRATA IN GUERRA DELL’ITALIA

ISONZO 1915 – Alle 4 del mattino di lunedì 25 maggio 1915 i cannoni di Forte Verena, sull’Altopiano di Asiago, aprono il fuoco contro le posizioni occupate dai soldati austrungarici. È l’inizio della partecipazione italiana al primo conflitto mondiale, il boato che annuncia l’entrata della nazione nella modernità. Dopo caotici mesi di frenetiche trattative e di giravolte diplomatiche, di manifestazioni e scontri di piazza, di tensioni e di speranze, il Regno d’Italia sotto il comando del nuovo capo di stato maggiore Luigi Cadorna scende in campo contro un Impero in grandissime difficoltà. Marco Cimmino ci racconterà come, nei primi 6 mesi del conflitto, il regio esercito, nel tentativo di aprirsi a “spallate” una via per Lubiana, lancerà 4 tenaci offensive sulla stessa direttrice strategica registrando decine di migliaia di perdite e raccogliendo risultati molto al di sotto delle aspettative originarie

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VENERDI’ 3 GIUGNO: LORENZA FORMICOLA PARLA DI ABORTO IN DOMUS OROBICA

La sera del 2 maggio dell’anno corrente sul sito della rivista americana “Politico” viene pubblicato un documento senza precedenti. Si tratta della bozza provvisoria di una sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti d’America redatta dal giudice Samuel Alito. Il caso – la cui decisione finale deve ancora essere resa pubblica – va sotto il nome di Dobbs vs Jackson Women’s Health Organization e concerne una legge dello Stato del Mississippi volta a restringere l’aborto entro le 15 settimane dal concepimento.
La legge oggetto della controversia risulta infatti incompatibile con Roe e con la sentenza che ne confermò la statuizione, Planned Parenthood vs Casey (1992). Come molti commentatori avevano anticipato, lo stato del Mississippi ha posto la Corte Suprema dinnanzi ad un bivio: stroncare la legge e confermare Roe e Casey, oppure dichiararla costituzionalmente legittima e, dunque, annullare le due sentenze e riconoscimento del diritto federale all’aborto.
Non sappiamo se la bozza fatta circolare sarà la sentenza definitiva. Le indiscrezioni rese alla stampa parrebbero deporre in questo senso.
Tuttavia, gli effetti di una decisione di tal fatta certo non si fermeranno sulla sponda occidentale dell’Atlantico. Ed è per questo motivo che dovremmo tutti, giuristi e non, guardare con interesse a cosa accadrà al Numero 1 di First Street, Washington, nelle prossime settimane.

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VENERDI’ 13 MAGGIO: MIRKO CAMPOCHIARI RACCONTA LA BATTAGLIA DI CHEREN

Lo scrittore scozzese Compton Mackenzie nel suo Eastern Epic (1951) ebbe modo di riassumere con queste parole il contributo italiano alla più importante battaglia combattuta nel Corno d’Africa. “Cheren è stata una delle più duri scontri di fanteria mai combattuti in questa guerra e ciò per l’ostinazione mostrata dai battaglioni Savoia, dagli Alpini, dai Bersaglieri e dai Granatieri, in una maniera composta e decisa, cosa mai mostrata dai tedeschi in nessuna battaglia recente. Nei primi cinque giorni di battaglia gli italiani hanno contato 5000 soldati colpiti (1135 di questi, mortalmente). Lorenzini questo giovane e coraggioso generale, è stato praticamente decapitato da una serie di colpi sparatigli dall’artiglieria britannica. Egli è stato un grande comandante delle truppe italiane in Eritrea.
L’infelice propaganda di guerra del tempo ha permesso alla stampa britannica di rappresentare gli italiani come soldatini di ventura; ma se escludiamo la divisione paracadutisti tedesca operante in Italia e i giapponesi attivi in Birmania, nessun esercito nemico col quale le truppe britanniche ed indiane hanno dovuto scontrarsi, ha saputo ingaggiare una battaglia più acre ed efficace di quella dei battaglioni Savoia a Cheren. Oltre ciò, le truppe coloniali italiane, fino al momento di capitolare sulle ultime postazioni, hanno combattuto con valore e coraggio e la loro lealtà in campo è stata testimone della eccellente amministrazione italiana e della valida preparazione militare operata in Eritrea”. La sera di venerdi 13 maggio Mirko Campochiari cercherà di approfondire un evento bellico colpevolmente dimenticato dell’ultima guerra, spiegando come e perché due imperi siano giusti a sfidarsi nelle aspre ed arse valli che si aprono in vista del Mar Rosso. 

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SABATO 30 APRILE: TOMMASO DE BRABANT PRESENTA IL SUO LIBRO “LA LUPA E IL SOL LEVANTE”

Il 7 dicembre 1941, formidabili squadre aeree giapponesi attaccarono una grande flotta di corazzate statunitensi ancorate a Pearl Harbor, nelle isole Hawaii: lo scontro trascinò nella Seconda Guerra Mondiale i due imperi più aggressivi dello scacchiere internazionale, mutando il corso della storia. Nell’ottantesimo anniversario di quell’evento, “La Lupa e il Sol Levante” esplora le relazioni tra il Giappone del Tenno e l’Italia del Duce: due Nazioni che, malgrado le iniziali distanze e la reciproca diffidenza, si trovarono alleate nella disavventura bellica. Un’epopea straordinaria e controversa, ancora sconosciuta – nei suoi dettagli e nei suoi retroscena – al grande pubblico.

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GIOVEDI’ 21 APRILE: MARCO CIMMINO RACCONTA LA BATTAGLIA DI GALLIPOLI

Nella tarda mattinata del 18 marzo 1915 una imponente squadra navale anglofrancese attacca i forti ottomani nello stretto dei Dardanelli con l’idea di aprirsi la strada in direzione di Costantinopoli. 17 corazzate supportate da svariati incrociatori, da 25 cacciatorpediniere e da 13 sottomarini battono per ore le posizioni fortificate lungo le pendici delle colline lungo la costa. Cionondimeno il fuoco di sbarramento diretto dagli ufficiali tedeschi agli ordini del comandante Cobnali e le mine depositate nelle fredde acque del canale aprono vuoti mostruosi nelle linee di combattimento alleate e, al tramonto, 8 unità della flotta attaccante sono affondate o messe fuori uso. Si tratta della peggiore performance del secolo per la Royal Navy, con perdite in proporzione di gran lunga superiori a quelle subite durante tutte le battaglie del secolo passato. È l’ouverture della grande Campagna dei Dardanelli che, pensata per costringere la Sublime Porta a ritirarsi dalla guerra dopo il disastro di Sarıkamış, rapidamente si trasformerà in un incubo senza via d’uscita per le potenze dell’Intesa. Per 9 mesi le truppe dell’impero britannico, ed i reparti ANZAC sopratutto, si dissangueranno sulle spiagge come sugli aridi pendii delle coste turche senza riuscire a sbloccare la situazione, lasciando nella memoria storica delle nazioni belligeranti un ricordo indelebile degli orrori della guerra.

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VENERDI’ 8 APRILE: GIOVANNI BADONE RACCONTA LA BATTAGLIA DELL’ASSIETTA

Nel pieno dell’estate del 1747 una poderosa armata d’oltralpe, guidata dal conte de Belle-Isle, risale le valli piemontesi in direzione del colle dell’Assietta, a cavallo tra la Val di Susa e la Val Chisone. Ad attenderli c’è una forza sabauda, riforzata da elementi austriaci, che conta appena un quinto degli effettivi francesi ed il cui compito è di mantenere la posizione per impedire l’aggiramento nemico del forte d’Exilles e la discesa verso la città di Torino. Lo scontro, protrattosi violentissimo per ore, vedrà la disfatta delle truppe di Lugi XV ed il più completo trionfo dei “bogia nen” della fanteria di linea piemontese. Giovanni Cerino Badone racconterà, in Domus Orobica, uno dei più gloriosi e dimenticati fatti d’arme della storia patria e di come questo successo influenzerà, nei secoli a seguire, il pensiero strategico della scuola di guerra piemontese prima e di quella italiana poi.

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VENERDI’ 25 MARZO: ALBERTO LEONI RACCONTA L’ASSEDIO DI MALTA

All’alba del 18 maggio 1565 un’imponente flotta da guerra posa l’ancora a largo della costa maltese. Solimano il Magnifico, il Gran Turco, il Sultano di Costantinopoli, ha spalancato i forzieri del suo tesoro per armare 250 navi e condurre i superbi eserciti della Sublime Porta alla conquista della piccola isola nel mezzo del Mediterraneo. Contro questa tempesta che monta dal levante del mondo, pronta a scagliarsi contro lo scoglio melitense, s’appronta un gruppo di uomini provenienti da mezza Europa sotto il comando del Gran Maestro degli Ospitalieri. Uno scontro epico e terribile deflagrerà per tutta l’estate, portando entrambi gli schieramenti ad un passo dal completo esaurimento. Un giorno dopo l’altro, un assalto dietro l’altro, le orde dei basci-buzuk ed i tenaci reggimenti di giannizzeri spargeranno sudore e sangue sulle mura dell’arcipelago, erodendo posizioni a cui i cavalieri corazzati si aggrappano con coraggio leonino nella disperata attesa una flotta di soccorso che sembra destinata a non giungere mai. Alberto Leoni racconterà per Domus Orobica di due mondi in lotta, di due implacabili nemici avvinghiati l’uno all’altro, in una scontro destinato ad entrare nella leggenda.

VENERDI’ 11 MARZO MARCO BONIARDI PARLA DI UOMINI IN ARMI

Andare in guerra, combattere, uccidere. Quali stati d’animo si celano dietro a queste parole? Quale impatto hanno per i soldati? Cosa vuol dire affrontare il nemico? Che significa scendere sul campo di battaglia? Queste sono solo alcune delle domande a cui Marco Boniardi, venerdì, cercherà di dar risposta. Non con l’intento di giudicare, ma con la volontà di capire lo stato d’animo e l’intimo dramma che si cela in ogni combattente quando si trova faccia a faccia con le sue paure più grandi: la paura di imbracciare un’arma, di morire e di dover uccidere. Perché la guerra non è un racconto fatto di buoni e di cattivi, ma un fatto terribilmente reale dove agli esseri umani è chiesto di superare tutti i loro limiti psicologici e fisiologici.

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GIOVEDI’ 3 MARZO: MARCO CIMMINO RACCONTA LA BATTAGLIA DI YPRES

Alle 17e30 del 22 aprile 1915 unità del genio appartenenti alla 4a armata tedesca impiegarono intenzionalmente i gas, per la prima volta nel corso della guerra, allo scopo di aprire il fronte tenuto dalle truppe francesi. Vennero liberate 171 tonnellate di cloro su un fronte compreso tra le frazioni di Langemark e di Gravenstafel. La linea alleata, tenuta da elementi coloniali della 45a divisione di linea, perse entro sera quasi la metà dei propri effettivi. E’ il battesimo del fuoco per della guerra chimica e l’alba di un nuovo maniera di intendere a guerra.

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VENERDI’ 10 DICEMBRE: MARCO CIMMINO RACCONTA LA BATTAGLIA DI SARIKAMISH

1914 – Subito dopo l’entrata in guerra al fianco degli Imperi Centrali, allo scopo di alleggerire la pressione russa sul fronte galiziano e con l’intenzione di raccogliere un successo di prestigio sugli storici nemici, il ministro della guerra ottomano Enver Pasha inizia a studiare i piani di un offensiva sullo scacchiere caucasico. Nei progetti del suo ideatore, e dei consiglieri militari tedeschi che lo affiancavano, la terza armata turca avrebbe dovuto muoversi agilmente per raggiungere le posizioni nemiche e sorprenderle prima che i comandanti dello zar avessero modo di imbastire una difesa efficace. Per muoversi agilmente era necessario che le truppe fossero equipaggiate in maniera più leggera possibile operando in un teatro bellico pesantemente innevato e muovendosi tra cime prossime o superiori ai 2000 mt. Venerdì 10 dicembre Marco Cimmino racconterà, per Domus Orobica, la disperata corsa contro il tempo delle truppe ottomane per rompere lo schieramento avversario prima che le condizioni climatiche rendessero impossibile la loro stessa sopravvivenza. 

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DA QUESTA SETTIMANA GLI AMICI DELL’ASSOCIAZIONE NEOLALIA NON EFFETTUERANNO PIU’ I TAMPONI COVID PRESSO I NOSTRI LOCALI! PER INFO SUI NUOVI LUOGHI ED ORARI VI INVITIAMO A CONTATTARLI DIRETTAMENTE TRAMITE I LORO CANALI!

IN PARTICOLARE TENETEVI IN CONTATTO TRAMITE IL CANALE TELEGRAM : NEOLALIA TAMPONI

VENERDI’ 12 NOVEMBRE: IL DISASTRO DEL GLENO

Il 1° dicembre 1923, alle 7e15 del mattino, crollò la diga del Gleno. 6 milioni di metri cubi d’acqua, detriti e fango si riversarono a valle travolgendo qualsiasi cosa si presentasse sul loro cammino, prima di gettarsi nel lago d’Iseo a meno di un ora dal collasso della struttura. Lungo il suo percorso, preceduta da un terrificante spostamento d’aria, la massa liquida spianò paesi, schiantò ponti, sradicò boschi, stritolando ogni cosa al suo passaggio. Centinaia di persone, trascinate dalla furia devastatrice dell’uragano, scomparvero nel giro di pochi minuti. L’avvocato Benedetto Maria Bonomo, già sindaco di Colere ed autore di un dettagliato saggio sulla catastrofe, racconterà per Domus Orobica la dinamica di quel tragico evento, cercando di fare luce sugli aspetti più oscuri della vicenda.

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VENERDI’ 22 OTTOBRE: STEFANO ORSI RACCONTA LA GUERRA CIVILE YEMENITA

Nello Yemen, all’estremità meridionale di quel sub-continente formato dalla penisola arabica, da più di 6 anni si combatte una guerra in larga parte dimenticata. Questo conflitto, che vede le forze locali contrapporsi ad una eterogenea coalizione guidata dalla casa regnante saudita (pesantemente supportata dagli Stati Uniti), nonostante l’utilizzo delle più moderne tecnologie, le disponibilità finanziarie messe in campo dalle petromonarchie del Golfo, le decine di migliaia di vittime e i milioni di sfollati, pare ben lungi risolversi. Come si è arrivati a questa situazione di apparente stallo? Quali sono gli attori che interpretano questa tragedia? Cosa li ha spinti a calcare il palco? Quali sono i suggeritori che bisbigliano nascosti nella penombra? Come è possibile che, data l’enorme disparità di forze, come sovente è già accaduto in quella remota regione del mondo, non si riesca a trovare una via di uscita? A questi quesiti, e a molti altri, cercherà di rispondere questo venerdì l’analista strategico di SakerItalia Stefano Orsi.

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VENERDI’ 15 OTTOBRE: PAOLO GULISANO RACCONTA BOBBY SANDS

Il 5 maggio del 1981, presso l’infermeria della prigione di Maze in Ulster, si spegne di inedia dopo 66 giorni di protesta il detenuto ventisettenne Bobby Sands. Furono 10 i militanti indipendentisti irlandesi che morirono nel corso dell’anno durante le proteste riconducibili al “secondo sciopero della fame”. Chi erano? Qual era la loro storia? Come e perché decisero di portare alle estreme conseguenze quel gesto disperato? Per capirlo Paolo Gulisano ci condurrà venerdì sera tra i quartieri popolari di West Belfast, tra i militanti cattolici dell’IRA (Irish Republican Army) e quelli protestanti dell’UVF (Ulster Volunteer Force), divisi dai muri di separazione che tagliano la città da Falls Road a Shankill Road.

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TEST RAPIDI COVID-19 GREEN PASS

A causa della recente vergognosa estensione del “green pass” al mondo accademico e lavorativo Domus Orobica ha messo a disposizione i propri spazi per l’esecuzione dei tamponi rapidi antigenici validi per il rilascio della carta verde. I prezzi sono nazional popolari!

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VENERDI’ 8 OTTOBRE: GABRIELE TARANTO RACCONTA IL PROGETTO MANHATTAN

Il Mattino del 6 agosto 1945, un bombardiere B-29 Superfortress dell’aeronautica militare statunitense sganciava sulla città giapponese di Hiroshima un ordigno esplosivo con una carica di 64 kg di uranio arricchito. La bomba, esplodendo a 580 metri d’altezza, con una detonazione equivalente a sedici chilotoni, uccise sul colpo tra le 70 000 e le 80 000 persone. L’era atomica aveva avuto ufficialmente inizio.

Come era stato possibile sprigionare una simile potenza distruttrice? Qual era il segreto di morte racchiuso nella forma metallica della bomba? Quali uomini avevano lavorato segretamente ad un compito tanto ingrato? E perché? Gabriele Taranto ci guiderà nel racconto del progetto Manhattan dagli studi pionieristici di Marie Curie sino alle intuizioni di un team di geniali scienziati del Los Alamos National Laboratory, seguendo passo gli sviluppi che hanno permesso, secondo le parole del fisico Oppenheimer, di risvegliare “il distruttore dei mondi”

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VENERDI’ 24 SETTEMBRE: MIRKO CAMPOCHIARI (PARABELLUM) RACCONTA LA BATTAGLIA DI TUG ARGAN

Nell’agosto del 1940 le forze del regio esercito conquistano la Somalia britannica, occupando interamente il territorio del Corno d’Africa.
L’avventura coloniale italiana raggiunge il suo effimero apogeo, trovandosi ad amministrare nominalmente uno spazio geografico 6 volte più esteso della madrepatria. Concepito come parte di un trittico sulla fine dell’Africa orientale Italiana e come seguito ideale di una trilogia di lezioni sulla guerra d’Etiopia (1935-1936) già realizzata dallo stesso autore*, l’incontro approfondirà i presupposti strategici e lo svolgimento di una delle poche campagne vittoriose condotte interamente dalle nostre truppe durante il secondo conflitto mondiale.
A causa delle restrizioni dovute alle norme per il contenimento dell’epidemia di Covid19 è gradita la prenotazione per assistere dal vivo all’evento.

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MARTEDI’ 14 SETTEMBRE: MARCO CIMMINO RACCONTA L’ASSEDIO DI PRZEMYSL

1914 – Nel teatro del fronte orientale, dopo la pesante sconfitta subita ad opera dell’esercito zarista nei primi giorni di settembre, le forze asburgiche cercano di opporre resistenza concentrando oltre 100 mila uomini nella città precarpatica di Przemysl (attualmente nell’estremo sudest polacco). Oltre alle possenti mura della enorme città-fortezza, gli austrungarici possono contare su di un complesso sistema di difesa composto da 41 trincee, decine di forti perimetrali, postazioni fisse d’artiglieria pesante, chilometri di filo spinato, casematte, magazzini, caserme, depositi ed un piccolo aeroporto. Quando l’armata russa, comandata dal generale Selianov e dal bulgaro Dimitriev, entra in scena, accampandosi nei pressi della città, s’alza il sipario su quello che sarà ricordato come il più lungo assedio della Grande Guerra. Martedì 14 settembre lo storico Marco Cimmino racconterà, per Domus Orobica, uno tra i più interessanti e sottovalutati capitoli dell’intero conflitto mondiale.

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SABATO 24 LUGLIO: PRESENTAZIONE LIBRO “DONBASS, LE MIE CRONACHE DI GUERRA”

Sabato 24 luglio siamo lieti d’invitarvi alla presentazione del libro “Donbass, le mie cronache di guerra”. Oltre all’autore Vittorio Nicola Rangeloni sarà presente Marcello Berera, responsabile di “Progetto Donbass”.

La guerra civile in Ucraina è una conseguenza di numerose premesse da ricercare in tutta la storia del paese. L’autore ha assistito all’inizio delle proteste di Kiev, che nel febbraio del 2014 hanno portato al famoso golpe del “Maidan”. Il libro inizia proprio da questa rivoluzione che inciderà sui fragili equilibri interni del paese, portando ad una frattura insanabile con quella parte della popolazione che non ha accettato quanto accaduto nella capitale. Dopo qualche mese è iniziata la guerra in Donbass. Dalla primavera del 2015 Vittorio Nicola Rangeloni si è immerso nel conflitto, provando sulla sua pelle le stesse privazioni, le preoccupazioni e le difficoltà della gente del posto. Le fasi della guerra a cui non ha assistito direttamente sono state raccontate attraverso testimonianze, sfoghi, confidenze e sogni di persone che hanno combattuto armi in mano o semplicemente subito gli scontri. Gran parte dei luoghi, degli scenari e dei protagonisti narrati in questo libro sono pressoché inaccessibili alla maggior parte dei reporter occidentali, che raramente hanno messo piede al di fuori dal centro delle principali città.

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10 E 11 OTTOBRE: DUE GIORNI IN DOMUS TRA CULTURA E POLITICA!

Il 1 agosto 1944 Varsavia, soggetta all’esercito tedesco dall’inizio della guerra, insorge contro l’occupazione. L’idea è quella di profittare del momento di relativa debolezza della Wehrmacht, come del suo progressivo ed inarrestabile logoramento, per liberare la capitale della Polonia prima che lo facciano i sovietici del maresciallo Rokossovskij, acquartierati nei sobborghi orientali della città.
Contando sull’appoggio degli alleati e fidando nella prossimità dell’Armata Rossa, l’Armia Krajowa (l’esercito nazionale) impegnerà per due mesi le truppe del Reich in feroci e disperati combattimenti casa per casa, stanza per stanza, fino all’estrema ridotta del sistema fognario. Nessun soccorso significativo giungerà mai agli insorti mentre i sovietici rifiuteranno perfino di mettere a disposizione gli aereoporti in loro possesso per fornire la rivolta del necessario al suo sostentamento. La battaglia, uno degli episodi più gloriosi ed oscuri della guerra, si chiuderà sotto gli occhi del mondo con la deportazione dell’intera popolazione civile e la totale distruzione dell’abitato ordinata dal Führer, incrinando irrimediabilmente i rapporti tra la Polonia e i suoi alleati come riconosciuto dal governo polacco nei giorni immediatamente successivi la resa:
«Non abbiamo ricevuto alcun sostegno effettivo… Siamo stati trattati peggio degli alleati di Hitler in Romania, in Italia e in Finlandia. La nostra rivolta avviene in un momento in cui i nostri soldati all’estero stanno contribuendo alla liberazione di Francia, Belgio e Paesi Bassi. Ci riserviamo di non esprimere giudizi su questa tragedia, ma possa la giustizia di Dio pronunciare un verdetto sull’errore terribile col quale la nazione polacca si è scontrata e possa Egli punirne gli artefici»
Sabato 10 ottobre Marco Patricelli, storico di fama internazionale, racconterà per Domus Orobica i giorni della Rivolta, le luci e le ombre, gli eroismi e le miserie, la gloria e l’infamia, che accompagnarono il crepuscolo dello Stato Segreto Polacco.
L’appuntamento è per le ore 16.30

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Chi è Marco Patricelli?
MARCO PATRICELLI (Pescara, 1963) è uno storico italiano, esperto dell’Europa del Novecento e della Seconda guerra mondiale con al suo attivo decine di pubblicazioni. Ha insegnato storia dell’Europa contemporanea all’Università Gabriele d’Annunzio di Chieti-Pescara, collabora a giornali e riviste specializzate straniere, tiene lezioni, conferenze e seminari all’estero. Collaboratore per i maggiori network italiani, vincitore del Premio Acqui Storia nel 2010 e insignito dell’onorificenza di “Bene Merito” (Dobrej Zasługi lub Słusznej Nagrody) per l’alto profilo culturale dei suoi studi sulla storia polacca. I suoi articoli e le sue pubblicazioni hanno trovato eco sono stati tradotti su quotidiani internazionali come Washington Post, Chicago Tribune e Le Figaro, L’Opinion, Sunday Express, Le Soir ed El Pais. Compone musica sinfonica, pianistica e da camera. Tra le sue partiture, Pilecki’s Suite per orchestra dedicata agli episodi della vita del capitano di cavalleria Witold Pilecki.

Domenica 11 ottobre siete invitati ad un pomeriggio, organizzato insieme agli amici del “Il Talebano”, di dibattiti e approfondimenti su alcuni dei progetti messi in campo dal governo Conte dall’inizio della pandemia ad oggi.
L’appuntamento è per le ore 14.30!
Non mancate!

VENERDI’ 25 SETTEMBRE: MARCO CIMMINO RACCONTA LA BATTAGLIA DI GUADALAJARA

La battaglia di Guadalajara è certamente il capitolo più famoso e discusso nel racconto della partecipazione del Corpo Truppe Volontarie (C.T.V.) alla guerra civile spagnola. Con il passare del tempo lo scontro è esondato dall’alveo della storia per invadere il campo della leggenda. Quando l’eco della battaglia si alza nei cieli di Castiglia, tuttavia, l’impegno militare del regime al fianco dei nazionalisti è solo all’inizio e le operazioni belliche dureranno altri due anni prima di esaurirsi. Il sipario resterà alzato ancora a lungo su questo anticipo di guerra mondiale. Ma cosa fu davvero Guadalajara? Un disastro irreparabile o soltanto una battuta d’arresto? Come si comportarono i regolari italiani durante il corso del conflitto? E quali furono le caratteristiche peculiari del loro intervento? A queste e ad altre domande cerca di rispondere, per Domus Orobica, il professor Marco Cimmino.
Vi aspettiamo venerdì 25 settembre per le ore 20.45

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VENERDI’ 11 SETTEMBRE: MARCO SAITA RACCONTA “LA VOLANTE ROSSA”

La Volante Rossa fu una organizzazione antifascista a carattere paramilitare attiva, a Milano e dintorni, nell’immediato secondo dopoguerra, responsabile di diversi fatti di sangue tra la primavera del 1945 e l’inverno del 1949.
La fedina penale dei componenti della banda racconta una storia fatta d’omicidi, tentati omicidi, violenze private, invasioni di fabbriche, detenzione di armi e violazione di domicili. Ma chi erano gli autori di quella tragica stagione? Quale aria respirarono nei mesi e negli anni immediatamente successivi alla fine del conflitto? In che contesto si sviluppò questa amara storia? Quale ideologia armò la loro mano? E quali furono i rapporti che intercorsero tra i dirigenti del gruppo ed i responsabili del PCI? A queste e ad altre domande cercherà di rispondere, per Domus Orobica, il racconto dell’avvocato Marco Saita.
Vi aspettiamo venerdì 11 settembre alle ore 20.45.
L’evento è organizzato in collaborazione con gli amici di alle Radici della Comunità.

Domus Orobica
Spazio Sociale Identitario

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VENERDI’ 17 LUGLIO: FRANCESCO BORGONOVO E FILIPPO BIANCHI IN DOMUS OROBICA

Siamo lieti d’invitarvi, venerdì 17 luglio, presso i nostri locali di via Mascagni 85 per un’incontro che ha lo scopo di fare il punto sull’inchiesta, che con notevole sforzo si sta cercando di far passare in sordina, riguardante il sistema della cosiddetta “accoglienza” nella bergamasca.
Aldilà dei vari reati ipotizzati (che vanno dall’associazione per delinquere finalizzata alla truffa, alla turbativa d’asta, all’inadempimento di contratti di pubbliche forniture fino allo sfruttamento del lavoro), quello che analizzeremo in maniera particolare è il filo che lega il mondo delle coop a quello degli istituti “caritatevoli” del mondo cattolico bergamasco passando per i leciti finanziamenti e le lecite amicizie di palazzo Frizzoni.
Un sordido intreccio d’affari e pelosa carità all’ombra delle mura, raccontato da Filippo Bianchi (consigliere comunale di Bergamo per la Lega) e Francesco Borgonovo (giornalista e saggista della “La Verità”). Presenta la serata Luca Nozza di Fratelli d’Italia.
Vi aspettiamo per le ore 20.45.

Domus Orobica
Spazio Sociale Identitario

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SABATO 11 LUGLIO: MARCO MESCHINI RACCONTA IL SACCO DI COSTANTINOPOLI!

Domus Orobica, in collaborazione con gli amici di Alle Radici della Comunità, è lieta d’invitarvi sabato 11 luglio ad una conferenza di puro carattere storico sul sacco di Costantinopoli.
Avremo il piacere di ritrovare il professor Marco Meschini, storico medievista.
La quarta crociata, i cavalieri dello Champagne e del Monferrato, la Guardia Variaga, la seta e l’argento, la Laguna ed il Corno d’Oro, Venezia e Costantinopoli, l’Adriatico e l’Egeo, le superbe navi dalle vele purpuree e le possenti mura della città sul Bosforo, il coraggio e la viltà, la fede e la cupidigia. Tutto questo, e molto altro ancora, nel racconto di Marco Meschini.
Vi aspettiamo per le 16.30.

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VENERDI’ 12 GIUGNO: PAOLO GULISANO RACCONTA LA CADUTA DEGLI HIGHLANDERS

Dopo la pausa Covid ci ritroviamo, in tutta sicurezza, venerdì 12 giugno in Domus Orobica per una conferenza sulla fine delle rivolte  anti inglesi in Scozia.
Il racconto delle sfortunate imprese di Bonnie Charlie e della rovinosa fine del sogno di una Scozia libera ed indipendente.
Paolo Gulisano ci accompagnerà dallo sbarco del re ad Eriskay ai fuochi della rivolta che divamparono tra gli highlanders, dalla trionfale marcia su Londra sino all’epilogo dell’ultima battaglia combattuta in Gran Bretagna.
La serata è organizzata in collaborazione con gli amici di Alle Radici della Comunità.
L’appuntamento è per le ore 20.45.

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MERCOLEDI’ 8 APRILE: CONFERENZA IN DIRETTA STREAMING CON MARCO MESCHINI

Mercoledì 8 aprile 2020 h.21.00

INCONTRO IN STREAMING

LA CROCIFISSIONE – CRONACA DI UN SUPPLIZIO
MARCO MESCHINI – Storico Medievista

In occasione della Settimana Santa Domus Orobica coglie l’occasione per invitarvi ad un incontro a tema tenuto del professor Marco Meschini. L’argomento della conferenza sarà il supplizio della croce come evento storico. Le forme reali in cui si esprimeva questa feroce condanna attraverso lo studio delle fonti coeve, delle indagini archeologiche e delle narrazioni relative alla più famosa e raccontata pena capitale del mondo antico.
L’evento sarà trasmesso in streaming sulla piattaforma ZOOM e sarà disponibile ai primi 300 contatti al seguente link.

https://zoom.us/j/529364048

Meeting ID: 529 364 048

Istruzioni:
Useremo un applicativo chiamato Zoom.

1-Dopo aver cliccato sul link in alto, il PC chiederà di installare l’app Zoom: non è necessario, si può procedere cliccando su: If you cannot download or run the application, join from your browser.
2-Si aprirà una finestra di dialogo in cui inserire il proprio nome, per poi entrare nell’aula virtuale.
3-Vi sarà richiesto di accettare (Agree e similari) i termini e le condizioni del servizio: è sufficiente dire sempre di sì.
4-Infine autorizzare l’uso del microfono e della telecamera.

Sperando di aver fatto cosa gradita Vi aspettiamo mercoledì sera.

PS – Nel caso si dovesse raggiungere il numero massimo di connessioni, e non fosse quindi possibile seguire in diretta la lezione, l’evento sarà comunque disponibile in differita sul canale nei giorni immediatamente seguenti.

EMERGENZA CORONA VIRUS

COMUNICHIAMO CHE CAUSA EMERGENZA CORONA VIRUS TUTTE LE ATTIVITÀ’ DELLA DOMUS OROBICA SONO SOSPESE FINO A NUOVO ORDINE.

SABATO 28 MARZO: SACRIFICI UMANI IN ROMA ANTICA

Gli antichi romani compivano sacrifici umani? In che proporzione? A quale scopo? Entro quali riti? Seguivano una tradizione autoctona o era una prassi religiosa d’importazione? Si trattò di una costante della religiosità precristiana o di avvenimenti eccezionali nell’alveo della cultura classica? Permane ancora qualcosa di queste crude devozioni nel mondo moderno? A queste e ad altre domande cerchiamo di rispondere con l’aiuto di Emanuele Viotti del progetto AD MAIORA VERTITE, progetto che nasce con lo scopo di indagare il Culto Romano nella sua forma teorica e pratica.

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SABATO 14 MARZO: IL DOTT. GIOVANNI BRIZZI PARLA DI SPARTACO E GLADIATORI

Il marxismo ha visto in lui il campione del proletariato oppresso, il cinema hollywoodiano gli ha fatto indossare i panni dell’apostolo della libertà, le più recenti serie televisive l’hanno elevato a paladino dei diritti civili. Ma chi fu veramente Spartaco il Trace? E i gladiatori che affollavano gli anfiteatri romani giostrando davanti alla folla accorsa ad osannarli? Perché il loro mestiere era caratterizzato da un marchio di infamia? Come mai il sangue di questi combattenti veniva usato per celebrare riti di guarigione? Chi erano i lanisti? Come è stato possibile ad un gruppo di reietti mettere a soqquadro la Repubblica all’apogeo della propria potenza? A queste e ad altre domande cercherà di rispondere per noi il professor Giovanni Brizzi dell’Università di Bologna.

Chi è Giovanni Brizzi? (tratto da www.unibo.it)
Giovanni Brizzi è stato professore ordinario di Storia romana all’Università di Bologna. Ha insegnato anche presso gli Atenei di Sassari e Udine. Nell’a.a.1993/94 è stato professeur associé d’Histoire romaine presso l’Université de Paris IV-Sorbonne (Sorbona) per la durata di un anno. Alla stessa funzione è stato chiamato nuovamente per il semestre ottobre 2005-febbraio 2006.Ha soggiornato e tenuto ripetutamente seminari e cicli di lezioni presso numerose Università e istituzioni culturali straniere (Fondation Hardt pour l’Etude de l’Antiquité Classique; Institut National d’Archéologie et d’Art della Repubblica di Tunisia a partecipare ai cicli di lezioni dell’Ecole Pratique en Sciences et Techniques du Patrimoine; Université Paul Valéry – Montpellier III; Université de Caen; Université Paris IV-Sorbonne; Ecole Normale Supérieure; Ecole Supérieure Militaire Saint-Cyr; Centre Gustave Glotz; Maison Suger de Sciences de l’Homme; l’Ecole des Hautes Etudes – Comité des Travaux Historiques et Scientifiques; l’Université Bordeaux III-Michel de Montaigne. Infine, negli a.a. 2012/13, 2013/2014; 2015/2016 ha tenuto corsi seminariali presso l’Università di Paris XIII-Villetaneuse.Ha partecipato a commissioni di concorso, dottorato, ricercatorato e cattedra in Italia (più volte) e in Francia (Paris IV-Sorbonne). Ha fatto parte di numerose équipes di ricerca internazionali (Université de Caen; Centre de Recherches et Histoire Quantitative du C.N.R.S.; Séminaire d’Histoire Grecque dell’Université de Liège).È stato cooptato spesso da organismi nazionali e internazionali per la valutazione di Centri e programmi di ricerca (Centre Glotz Sorbona, programma scientifico dell’Année Epigraphique, Agence Nationale de la Recherche, programma CNRS sulla guerra, Scuola Normale Superiore Pisa, Centro SAET, prof. Giardina etc.). Ha fatto parte della Giuria del “Prix International Thapsus”, assegnato dallo Stato tunisino ad un’opera letteraria, critica o storica riguardate quella Repubblica. E’ stato, insieme con una studiosa olandese, l’unico studioso europeo a contribuire alla giornata celebrativa per i 60 anni della SO.P.H.A.U (Société des Professeurs Français d’Histoire Ancienne à l’Université).È socio ordinario dell’Accademia delle Scienze dell’Istituto di Bologna. È socio ordinario della Deputazione di storia patria delle provincie di Romagna. È segretario della “SISM. Società Italiana di Studi Militari”. È presidente onorario della “Phoenician’s Route (Route des Phéniciens), “Cultural Route of the Council of Europe” (“Itinéraire culturel du Conseil de l’Europe”). Con decreto in data 27 luglio 1995 è stato nominato Chevalier dans l’Ordre des Palmes Académiquesdella Repubblica Francese; poi (2007) promosso al rango di Officier nello stesso ordine. Nel 1999 ha ricevuto dall’Accademia Nazionale dei Lincei il Premio “Mario di Nola” per l’opera storica, conferito al volume Annibale. Come un’autobiografia.I suoi interessi sono molteplici. Si è occupato, tra l’altro, dell’Italia nell’età medio-repubblicana, prestando particolare attenzione all’espansione dall’area tirrenica al medio e alto Adriatico, alle vicende del secondo conflitto con Cartagine e alla figura di Annibale, all’età delle conquiste oltremare. Ha indagato temi di antichità e storia militare antica. È stato cooptato come sub-editor, responsabile della sezione su The Roman Republic per “The Blackwell Encyclopedia of the Roman Army”, di recente pubblicazione (al cui interno ha redatto più voci). Ha scritto un volume generale di storia romana repubblicana; quattro capitoli (due insieme a Dominique Briquel) di un’ulteriore, grossa sintesi in lingua francese; e, in tempi recenti (2012), un altro, più generale trattato di Storia romana che segue linee ricostruttive originali dalla genesi di Roma alla nascita dell’impero cristiano. È autore di oltre 300 lavori a stampa, tra cui più di venti monografie o contributi di dimensioni monografiche; parecchie sue opere sono state tradotte in francese, spagnolo, portoghese. Ha pubblicato anche in inglese e in tedesco. È specialista riconosciuto di Storia annibalica e di storia militare antica.Ha partecipato all’allestimento di numerose Mostre (tra cui quella su “I Fenici”, tenutasi nel 1988 a Venezia, nella sede di Palazzo Grassi, organizzata da Sabatino Moscati). Collabora tuttora in qualità di organizzatore, al grande Convegno internazionale di studio su “L’Africa romana” dell’Università degli Studi di Sassari. In questa sede Giovanni Brizzi ha contribuito a fondare ed ha poi diretto il Centro Interdisciplinare di Studi sulle Provincie Romane.Ha partecipato a produzioni radiofoniche (“Alle 8 della sera”, “Il terzo anello”) o televisive (“La straordinaria storia d’Italia”, “Annibale”; “Spartraco” di Alberto Angela). Ha fatto parte (con Andrea Giardina, Angela Donati, Geza Alföldy e Robert Etienne) del gruppo di consulenza internazionale per il programma di fiction storica dal titolo Imperium(Luxvide) e di un analogo programma su Filippi e Azio per la TV francese. Ha collaborato e collabora, con quotidiani e periodici (tra cui, sistematicamente ormai, con “Il Corriere della Sera”).

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SABATO 15 FEBBRAIO: MARCO VALLE IN DOMUS OROBICA

Siamo lieti d’invitarvi, sabato 15 febbraio, alla presentazione del libro del Dott. Marco Valle “Suez- il canale, l’Egitto e l’Italia”.
La conferenza è realizzata in collaborazione con gli amici di Alle Radici della Comunità. Presenta il Dott. Tommaso De Brabant, redattore di destra.it e Oltre la Linea.
L’appuntamento è in Domus Orobica per le ore 16.30.

Il canale di Suez ha appena festeggiato i suoi primi 150 anni. Un secolo e mezzo di studi, progetti, lavoro, traffici ma anche di intrighi, la complotti, speculazioni, guerre e rivoluzioni. La grande opera, passaggio strategico dell’economia mondiale e nodo geopolitico, fu al “tempo dell’imperialismo” sigillo e garanzia del potere anglo-francese sul Levante e sul Mediterraneo. Per l’Egitto, espropriato ed umiliato, il Canale divenne il simbolo del proprio riscatto, una lunga battaglia vinta da Nasser nel 1956 e consolidata dai suoi successori. Per l’Italia, “minore tra le potenze maggiori”, l’idrovia fu cruccio, ambizione, obiettivo e infine, grazie ad Enrico Mattei, occasione di incontro. Suez, quindi, come cartina tornasole per interpretare il “great game” mediterraneo, capire l’Egitto di ieri e di oggi, comprendere slanci, velleità e potenzialità del “sistema Italia”.

MARCO VALLE – Laureato in Storia, giornalista professionista è stato capo redattore di “Qui Touring”, direttore editoriale della casa editrice New Age e New Sounds, ha diretto riviste dedicate ai viaggi, alla moda e ai trasporti. Portavoce del ministro della Difesa dal 2009 al 2011, è consulente della Commissione Italiana di Storia Militare, collabora con “Storia in Rete” e “Il Giornale” e ha un suo blog su “ilgiornale.it”. Ha curato, tra l’altro, Il Novecento, un secolo di architettura europea (Abitare Segesta, 1999), Dove nacque l’Italia (De Agostini, 2005), 150 anni di Unità nazionale (Touring Club, 2011), Padova (Touring Club, 2016). È autore de Il Milanese e l’Unità italiana (Touring Club, 2012), Confini e Conflitti (Eclettica, 2014), Le Pen, la donna che spaventa l’Europa (Il Giornale, Fuori dal coro, 2017); “Suez. Il Canale, l’Egitto, l’Italia (historicaedizioni, 2019).

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VENERDI’ 24 GENNAIO: MARCO CIMMINO RACCONTA LA BATTAGLIA DI ADUA

Siamo lieti d’invitarvi, venerdì 24 gennaio, alla conferenza d’apertura di questo nuovo anno d’iniziative targate Domus Orobica.
Abbiamo voluto iniziare questo 2020 come l’abbiamo chiuso: con lo storico e saggista bergamasco Marco Cimmino.
Argomento della serata, organizzata in collaborazione con gli amici di Alle Radici della Comunità, sarà la disfatta di Adua: una delle pagine militari più nere della nostra Patria.
Marco Cimmino racconterà la battaglia che ha segnato la storia dell’italia Umbertina. Quando avventurismo, incompetenza e supponenza si scontrarono con l’impero d’Etiopia producendo la peggior sconfitta italiana del XIX secolo.
Vi aspettiamo in Domus Orobica per le 20.45.

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