Archivi tag: Dario Macconi

VENERDI’ 25 GIUGNO: AMEDEO MADDALUNO RACCONTA “ISRAELE NASCOSTO”

Israele è grande più o meno quanto la Toscana. Eppure, in quello spazio – poco più di 22.000 km² – convivono oltre 9 milioni di persone, con lingue, religioni, identità e memorie spesso in conflitto tra loro. Una società giovane e fratturata, che pare prosperare negli squilibri e in un clima di costante tensione: il suo PIL, spinto da alta tecnologia e difesa, ha superato i 500 miliardi di dollari, e la quota destinata alle spese militari è ormai prossima al 10%. Israele è molto più di ciò che appare nelle banalità dei notiziari. È un Paese che, in uno spazio minuscolo, concentra pulsioni e contraddizioni difficili da immaginare altrove. Dal deserto del Negev, dove l’ombra dei droni si posa su campi di pomodori irrigati con acqua salmastra riciclata, agli altopiani della Galilea, dove gli ulivi secolari convivono con le tensioni tra villaggi palestinesi e comunità ebraiche ortodosse. Dal polo tecnologico di Herzliya, cuore pulsante della start-up nation, ai quartieri della periferia sud di Tel Aviv, dove l’estremismo degli ebrei mizrahi di terza generazione si intreccia con le fatiche degli immigrati africani. Aranceti, kibbutz, locali gay, scuole rabbiniche e avamposti fortificati nei territori occupati.

VENERDI’ 13 GIUGNO: ANTONIO BESANA RACCONTA” GLI ULTIMI SOLDATI DELL’IMPERATORE, I GIAPPONESI CHE NON SI ARRESERO DOPO IL 1945″

Agosto 1945. La guerra nel Pacifico sta per concludersi. Dopo gli sbarchi americani a Iwo Jima e Okinawa e lo sganciamento delle bombe su Nagasaki e Hiroshima, la resa del Giappone viene comunicata via radio con un messaggio registrato dall’imperatore Hiroito. Il messaggio, tuttavia, viene ricevuto solo dai reparti che ancora dispongono di collegamenti radio. In molte isole piccoli gruppi di resistenti, fedeli al codice dei samurai che non prevede la resa, continuano a combattere. Alcuni di loro, nelle regioni più isolate, proseguiranno ancora la resistenza per anni. Gli ultimi due si arrenderanno solo nel 1989.

GIOVEDI’ 19 SETTEMBRE: ROBERTO MARCHESINI RACCONTA SABBATAI ZEVI

Il 17 settembre del 1676, nel giorno festivo dello Yom Kippur, a Dulcingno, piccolo porto albanese lungo la costa Adriatica all’estremità meridionale della Dalmazia, muore, in una anonima bicocca confinata ai margini dell’abitato, il messia Sabbatai Zevi. Appena un decennio prima, all’apice delle sue fortune, questo discusso e controverso personaggio nato nell’anniversario della distruzione del tempio, aveva interpretato le speranze di milioni di israeliti, suscitando nelle comunità della diaspora una febbre messianica di proporzioni mai viste e lacerando la tenuta del tessuto sociale come mai prima era accaduto. Dai magri villaggi parlanti yiddish piantati nelle pianure della cuiavia polacca ai capienti fondachi dei marrani livornesi, dalle agenzie di cambio di Amsterdam ai fatiscenti palazzoni affacciati sul corso del Rodano, il suo nome volava di bocca in bocca estendendo il contagio delle sue dottrine esoteriche ed accendendo sempre nuovi focolai di sovversione all’autorità rabbinica. Nell’imminenza del regno messianico gli ebrei avevano abbandonato ogni preoccupazione e ripudiato gli insegnamenti dei loro padri, facendosi arroganti e prepotenti. Gli uomini avevano chiuso le botteghe e le donne non impastavano più il pane. Avevano scacciato i loro capi religiosi e sedevano oziosi sulla soglia delle case, scrutando il cielo limpido, nell’attesa dell’imminente venuta di quel re senza corona che li avrebbe rapiti su di una nuvola d’oro e ricondotti come per incanto in quel di Gerusalemme. Perfino il sultano di Costantinopoli, preoccupato per il vociare che saliva al suo trono dalle vie del quartiere ebraico, aveva voluto conoscerlo ed egli, chiamato, era venuto sul Bosforo a cavallo, con ricca scorta ed abiti eleganti, per essere interrogato. Eppure, posto ai piedi della terribile maestà del trono, Sabbatai aveva esitato e si era spogliato della sua pretesa regalità, abiurando Israele, per abbracciare la fede islamica. Ma chi fu davvero Sabbatai/Saturno Zevi, il figlio di Mordecai? Quanto incisero sul suo pensiero i rapporti del padre, agente di una casa commerciale inglese, con il millenarismo calvinista? Cosa significò per il popolo ebraico la sua predicazione? Quale fu il suo impatto sul folklore ebraico ? Che fine fecero i suoi seguaci? E, più ancora, cosa resta di lui nel nostro mondo dopo tanto tempo? A queste, come ad altre domande, immergendosi in una surreale atmosfera da barocco ebraico, cercherà di rispondere per noi, giovedì 19 ottobre, l’amico Roberto Marchesini.

SABATO 28 MARZO: SACRIFICI UMANI IN ROMA ANTICA

Gli antichi romani compivano sacrifici umani? In che proporzione? A quale scopo? Entro quali riti? Seguivano una tradizione autoctona o era una prassi religiosa d’importazione? Si trattò di una costante della religiosità precristiana o di avvenimenti eccezionali nell’alveo della cultura classica? Permane ancora qualcosa di queste crude devozioni nel mondo moderno? A queste e ad altre domande cerchiamo di rispondere con l’aiuto di Emanuele Viotti del progetto AD MAIORA VERTITE, progetto che nasce con lo scopo di indagare il Culto Romano nella sua forma teorica e pratica.

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SABATO 13 APRILE: MAFIA RUSSA, DAL GULAG ALLA CITY

Domus Orobica, in collaborazione con Alle Radici della Comunità, è lieta d’invitarvi ad una conferenza sulla mafia russa.
Partendo dalle testimonianze di un gigante come Aleksandr Isaevič Solženicyn analizzeremo l’evoluzione della mafia russa, con tutte le sue particolarità,  dai gulag alla city.
L’appuntamento è per sabato 13 aprile per le ore 16.30.
Presenta Dario Macconi, interviene Lorenzo Benassi.

Domus Orobica
Spazio Sociale Identitario

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SABATO 20 OTTOBRE: IL DOTT. ROBERTO MARCHESINI PARLA DI PSICOPATOLOGIE DA TRINCEA

In occasione del centenario della Prima Guerra Mondiale, siamo lieti di invitarvi, sabato 20 ottobre, ad una conferenza che affronterà una delle pagine più sconosciute del primo conflitto mondiale: le psicopatologie da trincea.
Vi è la tendenza a focalizzarsi quasi esclusivamente sui danni fisici che la guerra porta ai soldati che la combattono; lo scopo della nostra iniziativa è, invece, quello di aprirci alle ampie pagine che riguardano le malattie mentali che hanno colpito i nostri ragazzi sul fronte.
Relatore della conferenza sarà il Dott. Roberto Marchesini, psciologo e psicoterapeuta, già autore di “Il paese più straziato”, saggio che affronta appunto i drammi psichici legati alla guerra.
Presenterà Dario Macconi di Alle Radici Della Comunità.
L’appuntamento è per le 16.30 in Domus Orobica.

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