Nel primo mattino del 2 luglio 1993 la città di Mogadiscio è già sveglia. Unità italiane, in forza alla missione UNOSOM II, alle prime luci dell’alba hanno dato il via ad un azione di rastrellamento in un area abitata compresa tra I checkpoint Ferro e Pasta. Il nervosismo è palpabile, l’ostilità evidente. Al termine dell’operazione, quando i militari ripiegano lungo la direttrice della vecchia strada Imperiale sino al dismesso stabilimento della Barilla, l’ostilità covata nel calore opprimente dell’estate somala esplode in fitte sassaiole e in sporadici colpi d’arma da fuoco. Le milizie Mooryaan del generale Aidid hanno deciso di entrare in azione. È l’inizio di un giorno di ordinaria follia. Il prologo di una storia che a distanza di 30 anni odora ancora di sangue, di sudore e di polvere da sparo. È il giorno tremendo della battaglia del Pastificio.