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MERCOLEDI’ 15 MAGGIO: PRESENTAZIONE LIBRO “PAROLE DELLA GUERRA” DI MIRKO CAMPOCHIARI E PAOLO CAPITINI

“Le parole son trombe di guerra”, ammoniva Hobbes più di due secoli fa nel Leviatano. Consapevoli della potenza del linguaggio Paolo Capitini e Mirko Campochiari hanno voluto dedicare proprio alle parole della guerra il loro ultimo lavoro. Non si tratta né di un classico dizionario di termini militari e neppure di un testo per specialisti o appassionati, ma di uno strumento pensato per chi della guerra sa poco o nulla e malgrado questo se la vede servita nei telegiornali oppure ci si trova coinvolto nel raccontarla. Lo scopo è, infatti, di contribuire ad una prima scolarizzazione su un argomento che non deve essere oggetto solo di dispute a sfondo politico o morale, ma che va preliminarmente compreso nei suoi significati più concreti. L’obiettivo degli autori è quindi di contribuire alla formazione di una coscienza e di una consapevolezza diffusa specie su un tema così divisivo.

VENERDI’ 13 MAGGIO: MIRKO CAMPOCHIARI RACCONTA LA BATTAGLIA DI CHEREN

Lo scrittore scozzese Compton Mackenzie nel suo Eastern Epic (1951) ebbe modo di riassumere con queste parole il contributo italiano alla più importante battaglia combattuta nel Corno d’Africa. “Cheren è stata una delle più duri scontri di fanteria mai combattuti in questa guerra e ciò per l’ostinazione mostrata dai battaglioni Savoia, dagli Alpini, dai Bersaglieri e dai Granatieri, in una maniera composta e decisa, cosa mai mostrata dai tedeschi in nessuna battaglia recente. Nei primi cinque giorni di battaglia gli italiani hanno contato 5000 soldati colpiti (1135 di questi, mortalmente). Lorenzini questo giovane e coraggioso generale, è stato praticamente decapitato da una serie di colpi sparatigli dall’artiglieria britannica. Egli è stato un grande comandante delle truppe italiane in Eritrea.
L’infelice propaganda di guerra del tempo ha permesso alla stampa britannica di rappresentare gli italiani come soldatini di ventura; ma se escludiamo la divisione paracadutisti tedesca operante in Italia e i giapponesi attivi in Birmania, nessun esercito nemico col quale le truppe britanniche ed indiane hanno dovuto scontrarsi, ha saputo ingaggiare una battaglia più acre ed efficace di quella dei battaglioni Savoia a Cheren. Oltre ciò, le truppe coloniali italiane, fino al momento di capitolare sulle ultime postazioni, hanno combattuto con valore e coraggio e la loro lealtà in campo è stata testimone della eccellente amministrazione italiana e della valida preparazione militare operata in Eritrea”. La sera di venerdi 13 maggio Mirko Campochiari cercherà di approfondire un evento bellico colpevolmente dimenticato dell’ultima guerra, spiegando come e perché due imperi siano giusti a sfidarsi nelle aspre ed arse valli che si aprono in vista del Mar Rosso. 

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VENERDI’ 24 SETTEMBRE: MIRKO CAMPOCHIARI (PARABELLUM) RACCONTA LA BATTAGLIA DI TUG ARGAN

Nell’agosto del 1940 le forze del regio esercito conquistano la Somalia britannica, occupando interamente il territorio del Corno d’Africa.
L’avventura coloniale italiana raggiunge il suo effimero apogeo, trovandosi ad amministrare nominalmente uno spazio geografico 6 volte più esteso della madrepatria. Concepito come parte di un trittico sulla fine dell’Africa orientale Italiana e come seguito ideale di una trilogia di lezioni sulla guerra d’Etiopia (1935-1936) già realizzata dallo stesso autore*, l’incontro approfondirà i presupposti strategici e lo svolgimento di una delle poche campagne vittoriose condotte interamente dalle nostre truppe durante il secondo conflitto mondiale.
A causa delle restrizioni dovute alle norme per il contenimento dell’epidemia di Covid19 è gradita la prenotazione per assistere dal vivo all’evento.

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