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VENERDI’ 24 GIUGNO: GIUSEPPE PARLATO RACCONTA LA MARCIA SU ROMA

Il 28 ottobre del 1922 si chiude il primo dopoguerra italiano. Migliaia di fascisti e di reduci provenienti da tutta Italia marciano sulla capitale per occupare i palazzi del potere senza incontrare alcuna reale resistenza da parte del governo e delle forze armate. È l’inizio del ventennio fascista, lo spartiacque nella storia nazionale. Ma cosa fu davvero la Marcia? Chi la ideò? Chi la organizzò e chi la diresse? Perché D’Annunzio non partecipò ad un’impresa che pareva cucita su misura per lui? Perché l’esecutivo si dimostrò tanto inadeguato da sollevare sospetti di connivenza? In occasione del approssimarsi del 100° anniversario di quell’evento li storico, Giuseppe Parlato entrerà nel dettaglio della cronaca per fornire un analisi lucida ed obbiettiva dei “tremendi eventi” di quei giorni.

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GIOVEDI’ 16 GIUGNO: MARCO CIMMINO RACCONTA L’ENTRATA IN GUERRA DELL’ITALIA

ISONZO 1915 – Alle 4 del mattino di lunedì 25 maggio 1915 i cannoni di Forte Verena, sull’Altopiano di Asiago, aprono il fuoco contro le posizioni occupate dai soldati austrungarici. È l’inizio della partecipazione italiana al primo conflitto mondiale, il boato che annuncia l’entrata della nazione nella modernità. Dopo caotici mesi di frenetiche trattative e di giravolte diplomatiche, di manifestazioni e scontri di piazza, di tensioni e di speranze, il Regno d’Italia sotto il comando del nuovo capo di stato maggiore Luigi Cadorna scende in campo contro un Impero in grandissime difficoltà. Marco Cimmino ci racconterà come, nei primi 6 mesi del conflitto, il regio esercito, nel tentativo di aprirsi a “spallate” una via per Lubiana, lancerà 4 tenaci offensive sulla stessa direttrice strategica registrando decine di migliaia di perdite e raccogliendo risultati molto al di sotto delle aspettative originarie

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VENERDI’ 13 MAGGIO: MIRKO CAMPOCHIARI RACCONTA LA BATTAGLIA DI CHEREN

Lo scrittore scozzese Compton Mackenzie nel suo Eastern Epic (1951) ebbe modo di riassumere con queste parole il contributo italiano alla più importante battaglia combattuta nel Corno d’Africa. “Cheren è stata una delle più duri scontri di fanteria mai combattuti in questa guerra e ciò per l’ostinazione mostrata dai battaglioni Savoia, dagli Alpini, dai Bersaglieri e dai Granatieri, in una maniera composta e decisa, cosa mai mostrata dai tedeschi in nessuna battaglia recente. Nei primi cinque giorni di battaglia gli italiani hanno contato 5000 soldati colpiti (1135 di questi, mortalmente). Lorenzini questo giovane e coraggioso generale, è stato praticamente decapitato da una serie di colpi sparatigli dall’artiglieria britannica. Egli è stato un grande comandante delle truppe italiane in Eritrea.
L’infelice propaganda di guerra del tempo ha permesso alla stampa britannica di rappresentare gli italiani come soldatini di ventura; ma se escludiamo la divisione paracadutisti tedesca operante in Italia e i giapponesi attivi in Birmania, nessun esercito nemico col quale le truppe britanniche ed indiane hanno dovuto scontrarsi, ha saputo ingaggiare una battaglia più acre ed efficace di quella dei battaglioni Savoia a Cheren. Oltre ciò, le truppe coloniali italiane, fino al momento di capitolare sulle ultime postazioni, hanno combattuto con valore e coraggio e la loro lealtà in campo è stata testimone della eccellente amministrazione italiana e della valida preparazione militare operata in Eritrea”. La sera di venerdi 13 maggio Mirko Campochiari cercherà di approfondire un evento bellico colpevolmente dimenticato dell’ultima guerra, spiegando come e perché due imperi siano giusti a sfidarsi nelle aspre ed arse valli che si aprono in vista del Mar Rosso. 

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UNA BIRRA CON ITALO PILENGA. VENERDI’ 16 OTTOBRE

labattagliadicarzano

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