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GIOVEDI’ 3 LUGLIO: MARCO CIMMINO RACCONTA L’OFFENSIVA NIVELLE – MASSACRO SULLO CHEMIN DES DAMES

Mentre l’inverno del 1917 si ritira, lasciando spazio a un’umida e ingannevole primavera, sui campi devastati dello Champagne si addensano nubi cariche di tensione e di oscuri presagi. La Francia, stremata ma ancora caparbiamente legata ad un idea risolutrice dello sforzo offensivo, si affida nelle mani di Robert Nivelle, elegante e determinato generale d’artiglieria, astro nascente delle forze armate, distintosi sui campi insanguinati di Verdun solo l’anno precedente. Massone, protestante, anglofilo, egli si ripromette di porre fine alla guerra con un solo colpo, netto e risolutivo, e sui indirizza tutti gli sforzi della nazione in previsione del ambizioso piano. Lungo l’altopiano dello Chemin des Dames, tra i calanchi brulli e le creste insanguinate, si ammassano nuovi reggimenti e forze fresche, si dispongono le artiglierie, camion e muli da soma, atterrano stormi di aerei da caccia e i più recenti modelli di ricognitori. I giornali entusiasti proclamano ai quattro venti la prossima offensiva, I telegrammi viaggiano febbrili tra le capitali alleate, gli ordini rimbalzano tra il quartier generale e le prime linee, mentre ai soldati viene promesso che questa sarà l’ultima carneficina, il fendente decisivo, la svolta che porterà ad ognuno gloria e vittoria. Nel frattempo gli ufficiali tracciano mappe, calcolano tempi, predispongono sbarramenti mobili di bocche da fuoco che dovrebbero schiacciare il nemico sulle sue posizioni e travolgerlo sotto una pioggia d’acciaio e fuoco. Eppure non tutto è come sembra e, quando il sipario si alzerà sui progetti di Nivelle, i protagonisti del nostro racconto si troveranno a una volta di più ad interpretare un testo per cui non erano assolutamente preparati.

SABATO 29 MARZO: MARCO UNCINI RACCONTA “UNA CROCIATA PER L’EUROPA”

Tra il 1671 e il 1672, il matematico, storico e filosofo Gottfried Wilhelm Leibniz propone a Luigi XIV, tramite un trattato noto sotto il nome di “Consilium Aegyptiacum”, un ambizioso progetto di crociata in Egitto. Dietro questa iniziativa non si cela solo un’idea religiosa, ma anche una strategia politica e geopolitica: sottrarre il controllo dell’Egitto all’Impero Ottomano per rafforzare la posizione della Francia nel Mediterraneo e in Oriente. Ma il focus di Leibniz è anche, e forse soprattutto, sulla (ri)costituzione di un’unione cristiana del continente per sconfiggere definitivamente il nemico turco e diffondere la fede in tutto il mondo conosciuto

GIOVEDI’ 19 OTTOBRE: MARCO CIMMINO RACCONTA LA BATTAGLIA DELLA SOMME

Nei piani originari, redatti in occasione della Conferenza interalleata di Chantilly, il 1916 avrebbe dovuto vedere una serie di attacchi simultanei agli Imperi Centrali. Russi, Italiani e Anglo-Francesi si sarebbero impegnati in offensive coordinate per schiacciare le difese austrotedesche e risolvere definitivamente il conflitto a favore dell’Intesa. L’offensiva prevista per la primavera in Picardia, che aveva inizialmente come obiettivo strategico minimale la cacciata della Kaiserreichsheer dalle coste del Belgio, fu ripensata a seguito dell’attacco tedesco su Verdun tenendo conto della necessità di alleggerire l’enorme pressione tedesca sul fronte di Verdun. Douglas Haig, recentemente nominato alla guida del BEF in sostituzione di John French, presumeva, non senza una qualche ragione, che lo sforzo bellico più a sud, calamitando sempre maggiori quantità di uomini verso i campi devastati della Mosa, avrebbe lasciato ampi spazi di manovra al suo esercito. Eppure, quando dopo mesi di meticolosa preparazione, segretissimi preparativi e 5 giorni di ininterrotti bombardamenti, i fanti inglesi saltarono fuori dalle loro trincee per lanciarsi all’assalto delle posizioni tedesche, fu subito evidente che qualcosa non aveva funzionato. E che le armate di sua maestà era pronte ad andare incontro al giorno più buio della loro secolare storia.

DOMENICA 2 APRILE: INCONTRO CON DANILO PAGLIARO, UN ITALIANO NELLA LEGIONE STRANIERA

Una scelta di vita non ordinaria raccontata in presa diretta: è la decisione di abbracciare la causa della Legione straniera quella che viene raccontata in questo romanzo autobiografico sui generis, attraverso il percorso di un uomo, un italiano, nella forza militare francese. È qui che si svolge la vicenda del legionario Perrini, alias Danilo Pagliaro, da un lato facendo fronte alle fatiche e ai rischi cui si sottopongono gli “uomini senza passato”, dall’altro cercando di conservare quanto di più caro esisteva al di fuori della vita militare. Non una semplice autobiografia, e nemmeno una memorialistica bellica: “Vita da legionario” è il racconto del primo incontro con l’amore, la morte, l’abbandono, la solidarietà, la fratellanza. Un’intera esistenza votata alla leggendaria divisa della Legione straniera.

MERCOLEDI’ 15 MARZO: MARCO CIMMINO RACCONTA LA BATTAGLIA DI VERDUN (SECONDA PARTE)

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Mentre nel corso della bella stagione i francesi si aggrappano ai resti del Forte di Vaux e all’acume strategico del generale Petain, con la fine dell’estate e l’esaurimento della spinta offensiva tedesca, l’esercito di Parigi può passare all’offensiva. Il generale de Castelnau assembla un trittico di alti ufficiali, diversissimi tra loro per carattere ed approccio metodologico alla battaglia, che collaborano alla riconquista di Fort Douaumont. Al già citato eroe della Voie Sacrée si affiancano due personaggi destinati ad una chiaroscurarle fama nel successivo svolgimento della guerra: l’orgoglioso Robert Nivelle e lo spietato Charles Mangin. E’ giunto il momento della controffensiva per Armée de Terre.

GIOVEDI’ 2 MARZO: MARCO CIMMINO RACCONTA LA BATTAGLIA DI VERDUN (PRIMA PARTE)

Alle prime luci del 21 febbraio 1916, in un bosco vicino a Loison, gli intirizziti serventi di un cannone da marina Krupp ricevono il tanto atteso ordine da parte del comando del principe Guglielmo. Un primo proiettile da 380 mm viene sparato in direzione della città di Verdun, demolendo l’ala del grande palazzo vescovile. A seguire una fitta pioggia di colpi incomincia a piovere, come grandine di fuoco e di acciaio, sul intero abitato, centrando la stazione ferroviaria, le case ed i ponti fuori città. L’operazione Gericht (Giudizio), preparata con una maniacale segretezza dal capo di stato maggiore tedesco Von Falkenhayn e dai suoi sottoposti, è ufficialmente cominciata e con essa la battaglia destinata a diventare l’emblema del conflitto. Marco Cimmino ci porterà a strisciare nella martoriata terra del “Grand Est”, accompagnandoci per i gironi danteschi di quel tremendo tritacarne che, una volta messo in moto, per quasi un anno nessuno più riuscirà fermare.

GIOVEDI’ 15 SETTEMBRE: MARCO CIMMINO RACCONTA LA BATTAGLIA DI LOOS

Il 25 settembre del 1915, nel contesto di quella che i tedeschi chiamarono Battaglia d’autunno, le truppe britanniche del generale Haig si lanciarono all’assalto delle trincee nemiche dopo aver cercato di disarticolarne l’apparato difensivo con il massiccio impiego di gas al cloro. Nonostante l’accurata programmazione e l’impiego degli Scavatori del corpo degli Ingeneri Reali per il posizionamento di mine in gallerie in prossimità degli obbiettivi, ogni sforzo per aprirsi la strada ad oriente risultò vano. La superiorità tattica germanica, mostratasi notevolmente superiore alla dottrina offensiva degli alleati, unita alle avversità meteorologiche in cui finì per dibattersi il contingente d’oltremanica, trasformarono ben presto il terreno di scontro in un mattatoio conosciuto come “il Campo dei Morti di Loos”. Giovedì 15 settembre Marco Cimmino racconterà la devastazione e l’imperizia, il coraggio e l’abnegazione, di uno dei più tristi e bizzarri racconti della Grande Guerra

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