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DOMENICA 21 DICEMBRE: MARCO RIZZO PRESENTA “UNA BIOGRAFIA DI PERIFERIA”

“Un tempo le periferie erano fabbriche, piazze, bar, sudore, calcio e lotta politica. Oggi sono passerelle televisive per chi ci è nato, ci è cresciuto e non le riconosce più. Perché la periferia, nel mondo di oggi, deve essere raccontata con parole politicamente corrette, possibilmente in inglese. Deve diventare una categoria socioculturale, non più una condizione reale. Un set per videoclip, non un racconto di verità. In queste pagine non troverete il tono rassicurante delle autobiografie scritte su misura per piacere. Troverete invece la voce ruvida, precisa, dolorosamente vera di chi non si è mai adeguato. Un ragazzo cresciuto nel cemento, tra le cerbottane e le legnate, tra la curva e la classe operaia, tra un padre spezzato dal lavoro e una madre con il battipanni pronto. Un uomo che ha scelto di restare scomodo, mentre gli altri facevano a gara per sedersi ai tavoli giusti. Qui non si parla di diritti civili con il tono politicamente corretto di chi ha sempre avuto tutto. Qui si parla di diritti sociali, quelli veri. Quelli che ti strappavi con le unghie sotto i cancelli della Fiat. Quelli che oggi non fanno più notizia. Quelli che non interessano a nessuno perché non generano like. E allora eccolo, questo libro: un atto d’accusa, una mappa del disincanto, un grido politico senza retorica. Ogni riga è uno schiaffo a chi ha voltato le spalle alla propria storia, a chi ha barattato la militanza con il marketing, la coerenza con il potere, la lotta con la carriera. Una biografia di periferia è il diario crudo e necessario di un’Italia che non si racconta più, perché dà fastidio. Perché ricorda che un tempo si moriva per un’idea. E che oggi, per un’idea, non si rinuncia nemmeno a un aperitivo”

VENERDI’ 12 DICEMBRE: ANTONIO BESANA PRESENTA LA “TREGUA DI NATALE”

Sul finire del dicembre 1914, lungo la linea dei trinceramenti che punteggia l’intero fronte occidentale, ha luogo un episodio insolito per il XX° secolo: Una tregua di Natale. Nel saliente di Ypres, sui parapetti tedeschi, compaiono candele e piccoli alberi, mentre si alzano nella gelida aria di inizio inverno le note di Stille Nacht. Note a cui i britannici britannici rispondono con proprie melodie. Dai due lati del campo di battaglia, dopo un iniziale titubanza, si scambiano saluti improvvisati, prima urlati, poi più vicini, finché alcuni soldati escono dalle trincee e si incontrano a metà strada nella terra di nessuno. La “Tregua Dei” non viene formalizzata e non si estende a tutto il fronte ma, laddove prende forma, assume sempre i medesimi caratteri: I soldati condividono tabacco, cioccolato, alcool, cercano di dialogare, scattano foto ricordo, arrivando persino a improvvisare partitelle di calcio sul terreno indurito dai rigori invernali. L’armistizio permette inoltre di recuperare i caduti lasciati a bocconi sul campo tra il filo spinato; pattuglie miste li trasportano nelle immediate retrovie e li seppelliscono con brevi riti. L’iniziativa, nata senza l’avvallo dei comandi, indispone gli ufficiali superiori che la osservano con diffidenza e si affrettano a scoraggiarne la ripresa. In analoghe occasioni, nei mesi e negli anni successivi, tentativi simili vengono repressi e la guerra di posizione torna a abbruttire il saliente di con bombardamenti, assalti e perdite elevate. La tregua di Natale resta pertanto un episodio circoscritto, caratterizzato da un’interruzione temporanea del combattimento e da un contatto diretto tra soldati avversari, registrato nella memoria dei reparti e nelle testimonianze inviate in patria come un fatto quasi miracoloso nella sua ovvietà, ma isolato e irripetibile.

VENERDI’ 28 NOVEMBRE: AMEDEO MADDALUNO PARLA DI CRISTRIANESIMO SIONISTA, EVANGELICI PER ISRAELE

Il cristianesimo sionista è un fenomeno teologico e politico che negli ultimi decenni ha assunto un peso crescente nel dibattito internazionale. Alla sua base vi è l’idea che il ritorno del popolo ebraico nella terra d’Israele non sia soltanto un fatto storico o politico, ma l’adempimento di precise profezie bibliche. Questa visione, molto diffusa soprattutto in ambienti evangelici statunitensi e sudamericani, lega storia contemporanea a una interpretazione letterale della Scrittura, comprendendo gli eventi in Medio Oriente come tappe necessarie verso il compimento dei tempi finali. Il quadro dottrinale in cui si inserisce questa prospettiva è il dispensazionalismo, una corrente teologica nata in opposizione alle interpretazioni classiche della cristianesimo apostolico, nell’ambito del protestantesimo anglosassone ottocentesco con autori come John Nelson Darby. Secondo questa visione, la storia della salvezza è suddivisa in diverse “dispensazioni”, periodi in cui Dio si rapporta all’umanità secondo modalità specifiche. Una delle conseguenze di questa impostazione, oltre alla mancanza di una legge morale universale, è la separazione netta tra il ruolo della Chiesa e quello di Israele: quest’ultimo mantiene una missione profetica distinta, che va realizzandosi anche attraverso eventi geopolitici attuali. Introdurre il tema del cristianesimo sionista e dell’accelerazionismo biblico significa quindi interrogarsi non solo sulle sue implicazioni religiose, ma anche sull’impatto che queste idee esercitano sulla politica internazionale, sul dialogo interreligioso e sul modo stesso in cui credenti e non credenti leggono la storia.

VENERDI’ 21 NOVEMBRE: LIVIO GAMBARINI PRESENTA “LA PAPESSA DI MILANO”

Milano, 22 gennaio 1277. Dopo quindici anni di guerra civile, Matteo Visconti entra trionfalmente in piazza Sant’Ambrogio. La sua ambizione è chiara: diventare il signore di Milano. A sostenerlo c’è Maifreda Pirovano, sua cugina e amore giovanile, una donna che ha sacrificato i privilegi aristocratici per dedicarsi a Cristo e agli oppressi. Ma le braci della guerra contro i Torriani non sono spente. L’esiliato Guido della Torre e l’astuto Cassono tramano per riconquistare il potere perduto e il loro piano si intreccia con la predicazione di un nuovo e sovversivo movimento, che raccoglie adesioni anche tra le famiglie più influenti. Gli adepti parlano di parità tra uomo e donna, di riforma della Chiesa, addirittura di una papessa. Tra intrighi politici e ideali religiosi, il romanzo ripercorre il più drammatico processo inquisitorio del medioevo milanese

GIOVEDI’ 13 NOVEMBE: KAOS GLOBALE, FULVIO SCAGLIONE E MARCELLO BERERA FANNO IL PUNTO SULLA GEOPOLITICA

Il mondo è sempre più diviso tra USA e il blocco Cina-Russia. Washington difende la propria egemonia mentre Pechino punta al primato tecnologico e Mosca sfida l’Occidente sul piano militare ed energetico. Dalla Terra Santa ai Caraibi, dal Africa equatoriale al Sud Est asiatico, tra sanzioni, guerre e diplomazia, si ridefinisce il nuovo equilibrio globale: multipolare, incerto e pieno di tensioni.

VENERDI’ 7 NOVEMBRE: GIOVANNI CERINO BADONE RACCONTA “AIN EL-GAZALA, IL TRIONFO DI ROMMEL”

Nel primo pomeriggio del 26 maggio 1942 le forze corazzate italo-tedesche al comando del generale Crüwell danno il via all’offensiva dell’Asse con la “Variante Venezia” (Unternehmen Venezia), un attacco diversivo lungo il settore settentrionale di Ain El-Gazala. La Divisione Trento impegna le linee britanniche allo scopo di coprire la grande manovra aggirante dell’Afrika Korps che, coperta da una provvidenziale tempesta di sabbia, muove più a sud poco dopo. Il silenzio immacolato del deserto libico è squarciato dal fragore delle artiglierie e dal rombo degli aerei: inizia così la battaglia di Ain El-Gazala. Per settimane le truppe italo-tedesche (in evidente e costante inferiorità numerica) si oppongono a quelle britanniche del generale Ritchie, affrontandole in un duello all’ultimo sangue, tra le dune e i reticoli dei campi minati, sotto il cielo azzurrissimo della primavera africana. Le divisioni corazzate si rincorrono in un labirinto di polvere e fuoco dove, una volta di più, l’acume tattico e l’audacia operativa del comandante in capo brilleranno sui numeri e sui mezzi dell’avversario. La via per Tobruk e per le piramidi è ormai aperta.

VENERDI’ 24 OTTOBRE: IL PROF. BOINARDI PARLA DI SVILUPPO E INNOVAZIONE LEGATO ALLA GRANDE GUERRA

La Grande Guerra rappresenta una svolta epocale sul piano tecnologico e militare e non solo su quello politico e sociale. Per la prima volta nella storia, l’intero apparato industriale delle nazioni in guerra si organizza al servizio del conflitto, trasformando retrovie e prime linee in autentici laboratori di innovazione. Mitragliatrici, gas asfissianti, carri armati, aerei, sommergibili, comunicazioni, esplosivi, tecniche di conservazione alimentare, medicina d’urgenza, la tecnologia diventa un fattore decisivo in ogni ambito, modificando radicalmente le abitudini tattiche e le strategie militari. Lo stallo della guerra di trincea spinge gli eserciti a cercare sempre nuove soluzioni per superare le difese nemiche e rompere l’equilibrio del fronte, aprendo la strada a un’evoluzione continua dei mezzi e delle dottrine di combattimento. Una gara contro il tempo per adattarsi, sopravvivere e prevalere in un scontro mai visto prima per ampiezza ed intensità. Comprendere questo intreccio tra tecnologia e tattica significa, dunque, comprendere una le trasformazioni più profonde della guerra moderna e dei processi produttivi in generale.

GIOVEDI’ 9 OTTOBRE: MARCO CIMMINO RACCONTA LA BATTAGLIA DEL MONTE ORTIGARA.

Alle 5:15 del 10 giugno 1917, precedute dallo scoppio accidentale della mina alla Lunetta del monte Zebio, le artiglierie della 6° armata del Generale Ettore Mambretti aprono il fuoco sulle linee difensive austroungariche lungo il fronte dell’altopiano dei 7 comuni. È incipit della battaglia dell’Ortigara. Per tre settimane l’esercito italiano si sacrificherà, inutilmente, sulle aspre pendici montane nel tentativo di sloggiare le forze nemiche dalle posizioni raggiunte la primavera dell’anno precedente. Bersagliati dall’efficace tiro austroungarico, compagnie, battaglioni e interi reggimenti si dissangueranno rapidamente, incespicando lungo la via Crucis che si inerpica fino alla pelata sommità di quel Golgota vicentino.

SABATO 20 SETTEMBRE: ANESTI NACI PRESENTA I “TAMBURI DELLA PIOGGIA”

Nel corso del XV° secolo l’Impero Ottomano combatte in Albania una lunga e sanguinosa serie di guerre. Guidato da un condottiero leggendario, il principe Scanderbeg (al secolo Gjergj Kastrioti) il popolo delle aquile difende strenuamente, per oltre trent’anni, l’intera cristianità dalle cicliche invasioni di un nemico tanto potente quanto risoluto. La chiave di volta del paese, la cittadella di Kruja, sottoposta a una sequela interminabile di estenuanti assedi, diventa allora il simbolo della resistenza albanese: sotto le sue mura le armate turche si affannano in logoranti campagne estive, stremate dai combattimenti, fiaccate dal caldo torrido, in una spietata gara contro il tempo prima che il ritorno dell’autunno porti con sé il monotono rullio dei “tamburi della pioggia”, il suono che segna l’inevitabile chiusura della campagna e la fine di ogni speranza di vittoria.

SABATO 6 SETTEMBRE: NICCOLO’ FERRARI RACCONTA SHILOH 1862

Il 1861 se ne era andato lasciandosi alle spalle una Confederazione inorgoglita dal trionfo di Manassas e un cupo sbigottimento nelle alte sfere militari dell’Unione. Laddove le prime vittorie del sud avevano riacceso l’illusione di una rapida indipendenza, gli unionisti si interrogavano sul da farsi e con l’inizio del nuovo anno, mentre l’esercito dell’Unione si leccava le ferite attorno a Washington DC, un fronte apparentemente periferico stava per assurgere a inaspettata fama. Nelle pianure tra fiumi dell’Ovest, uno sconosciuto ufficiale federale, Ulysses S. Grant, stava ascendendo a nuova fama. Grant, fino ad allora, non aveva mai brillato nella vita e dopo un servizio ordinario durante la guerra contro il Messico, era rapidamente precipitato in un vortice di insuccessi personali e professionali. Imprenditore fallito e col vizio del bere, fu preso a lavorare nella conceria del padre in Ohio. Volontario arruolato col grado di capitano, allo scoppio della guerra civile nessuno che lo avesse conosciuto avrebbe puntato un centesimo sul suo futuro. Ma, contro ogni pronostico, fu lungo i fiumi del Tennessee che la sua stella cominciò a brillare. Il paesaggio di quella regione, segnato da colline boscose, vallate ampie e fangose pianure solcate da corsi d’acqua, si rivelò al tempo stesso un ostacolo e un vantaggio. I fiumi Tennessee e Cumberland, lenti e sinuosi, erano le vere strade dell’Ovest: controllarli significava dominare rifornimenti, comunicazioni e spostamenti delle truppe. Compresa l’importanza di questo scenario naturale, Grant puntò con audacia ai fortini che li presidiavano e, con caduta di Fort Henry prima e Fort Donelson, si aprì una strada per il Tennessee, minacciando Nashville e l’intero controllo sudista sulla valle del Mississippi. Per la Confederazione, che solo pochi mesi prima s’era cullata nell’illusione di una rapida vittoria, fu un brusco risveglio: aldilà dell’aristocratica Virginia c’era Un punto scoperto nel cuore fertile del Sud fluviale. Iniziava una nuova battaglia

VENERDI’ 25 GIUGNO: AMEDEO MADDALUNO RACCONTA “ISRAELE NASCOSTO”

Israele è grande più o meno quanto la Toscana. Eppure, in quello spazio – poco più di 22.000 km² – convivono oltre 9 milioni di persone, con lingue, religioni, identità e memorie spesso in conflitto tra loro. Una società giovane e fratturata, che pare prosperare negli squilibri e in un clima di costante tensione: il suo PIL, spinto da alta tecnologia e difesa, ha superato i 500 miliardi di dollari, e la quota destinata alle spese militari è ormai prossima al 10%. Israele è molto più di ciò che appare nelle banalità dei notiziari. È un Paese che, in uno spazio minuscolo, concentra pulsioni e contraddizioni difficili da immaginare altrove. Dal deserto del Negev, dove l’ombra dei droni si posa su campi di pomodori irrigati con acqua salmastra riciclata, agli altopiani della Galilea, dove gli ulivi secolari convivono con le tensioni tra villaggi palestinesi e comunità ebraiche ortodosse. Dal polo tecnologico di Herzliya, cuore pulsante della start-up nation, ai quartieri della periferia sud di Tel Aviv, dove l’estremismo degli ebrei mizrahi di terza generazione si intreccia con le fatiche degli immigrati africani. Aranceti, kibbutz, locali gay, scuole rabbiniche e avamposti fortificati nei territori occupati.

GIOVEDI’ 3 LUGLIO: MARCO CIMMINO RACCONTA L’OFFENSIVA NIVELLE – MASSACRO SULLO CHEMIN DES DAMES

Mentre l’inverno del 1917 si ritira, lasciando spazio a un’umida e ingannevole primavera, sui campi devastati dello Champagne si addensano nubi cariche di tensione e di oscuri presagi. La Francia, stremata ma ancora caparbiamente legata ad un idea risolutrice dello sforzo offensivo, si affida nelle mani di Robert Nivelle, elegante e determinato generale d’artiglieria, astro nascente delle forze armate, distintosi sui campi insanguinati di Verdun solo l’anno precedente. Massone, protestante, anglofilo, egli si ripromette di porre fine alla guerra con un solo colpo, netto e risolutivo, e sui indirizza tutti gli sforzi della nazione in previsione del ambizioso piano. Lungo l’altopiano dello Chemin des Dames, tra i calanchi brulli e le creste insanguinate, si ammassano nuovi reggimenti e forze fresche, si dispongono le artiglierie, camion e muli da soma, atterrano stormi di aerei da caccia e i più recenti modelli di ricognitori. I giornali entusiasti proclamano ai quattro venti la prossima offensiva, I telegrammi viaggiano febbrili tra le capitali alleate, gli ordini rimbalzano tra il quartier generale e le prime linee, mentre ai soldati viene promesso che questa sarà l’ultima carneficina, il fendente decisivo, la svolta che porterà ad ognuno gloria e vittoria. Nel frattempo gli ufficiali tracciano mappe, calcolano tempi, predispongono sbarramenti mobili di bocche da fuoco che dovrebbero schiacciare il nemico sulle sue posizioni e travolgerlo sotto una pioggia d’acciaio e fuoco. Eppure non tutto è come sembra e, quando il sipario si alzerà sui progetti di Nivelle, i protagonisti del nostro racconto si troveranno a una volta di più ad interpretare un testo per cui non erano assolutamente preparati.

VENERDI’ 13 GIUGNO: ANTONIO BESANA RACCONTA” GLI ULTIMI SOLDATI DELL’IMPERATORE, I GIAPPONESI CHE NON SI ARRESERO DOPO IL 1945″

Agosto 1945. La guerra nel Pacifico sta per concludersi. Dopo gli sbarchi americani a Iwo Jima e Okinawa e lo sganciamento delle bombe su Nagasaki e Hiroshima, la resa del Giappone viene comunicata via radio con un messaggio registrato dall’imperatore Hiroito. Il messaggio, tuttavia, viene ricevuto solo dai reparti che ancora dispongono di collegamenti radio. In molte isole piccoli gruppi di resistenti, fedeli al codice dei samurai che non prevede la resa, continuano a combattere. Alcuni di loro, nelle regioni più isolate, proseguiranno ancora la resistenza per anni. Gli ultimi due si arrenderanno solo nel 1989.

GIOVEDI’ 8 MAGGIO: GIANLUCA KAMAL PRESENTA IL SUO LIBRO “VENTI RADIOSI GIORNI”


Siamo nei giorni tra il 5 e il 24 maggio del 1915, l’anno fatidico che segna l’ingresso dell’Italia nella fornace della Grande Guerra. Un uomo, in particolare, li vive con sentimenti forti, angosce e tumulti che agitano il suo spirito inquieto: è Gabriele d’Annunzio, il poeta che da dandy imbellettato si appresta a divenire artista armato, questa volta non soltanto di pomposi arabeschi letterari. Lo seguiamo dallo sbarco a quarto, dove pronunciamo un infuocato discorso per l’inaugurazione del monumento ai mille, fino alla “Conquista di Roma”, in un crescendo oratorio di sensazioni sempre più violente, capace però di interpretare ed esprimere al meglio le pulsioni, spesso irrazionali, di una larga fetta di italiani. Questo libro è il racconto di quel maggio radioso attraverso la psicologia e la volontà del suo principale propiziatore, i cui giorni si dipanano tra amori cruenti, malinconie improvvise e ondate di vitalismo eroico. È il romanzo di una stagione solcando la quale si incontrano ragazzi imbevuti di spirito nazionalistico e sognanti la gloria per sé e per la propria patria: sono proprio loro, accesi dalla scintilla generata da d’Annunzio, l’avanguardia – minoritaria ma in grado di trascinare le folle – di quello che qualcuno, a torto o a ragione, ha definito un “colpo di stato”: l’intervento italiano nella prima guerra mondiale.

GIOVEDI’ 24 APRILE: GABRIELE TARANTO RACCONTA “LA GUERRA DELLA CORRENTE”

Negli ultimi anni dell’Ottocento, in un’America sospesa tra lampade a gas e turbine a vapore, si consuma una battaglia invisibile ma decisiva: la guerra dell’elettricità. Due visioni opposte del futuro si sfidano con ogni mezzo, tra esperimenti spettacolari, propaganda feroce e manovre industriali. Da un lato Thomas Edison, inventore geniale e padre della corrente continua, convinto che la sicurezza stia nella bassa tensione e nel controllo capillare. Dall’altro George Westinghouse, che con il genio visionario di Nikola Tesla porta avanti la rivoluzione della corrente alternata, capace di percorrere immense distanze con efficienza mai vista. Le città si trasformano in campi di battaglia illuminati, i giornali alimentano il duello, la tecnologia diventa spettacolo e paura. In gioco non c’è solo una scelta tecnica, ma il volto stesso del mondo moderno. Si apre così una delle più straordinarie contese della storia dell’innovazione, da cui uscirà il sistema che ancora oggi dà luce alle nostre case.

VENERDI’ 11 APRILE: GUIDO GIRAUDO PRESENTA “SERGIO RAMELLI, UNA STORIA CHE FA ANCORA PAURA”

13 marzo 1975: un ragazzo di 18 anni viene aggredito sotto casa. Due persone gli spappolano il cranio a colpi di chiave inglese. Muore dopo 47 giorni di agonia. Chi era la vittima e perché fu ucciso con tanta violenza? In che clima era maturato quell’omicidio così bestiale? Chi erano i carnefici: teppisti, killer professionisti, mafiosi? No, studenti universitari di Medicina. Perché uccisero, allora? Forse accecati dall’ira, dalla gelosia o dalla paura? No, neppure conoscevano la loro vittima. Colpirono solo in nome dell’odio politico. Ci vollero dieci anni per assicurarli alla giustizia e solo più tardi fu possibile ricostruire tutte le tappe di quella tragica vicenda. Muovendosi tra atti processuali, articoli di giornale e testimonianze dirette questo libro spiega come ad armare la mano degli assassini sia stata una spietata ideologia che, in Italia, aveva (e ha ancora) importanti complicità, potenti connivenze e forti leve di potere. Ecco perché questa è una storia che, anche a distanza di più di 40 anni, “fa ancora paura”, ma deve essere conosciuta, se si vuole avere una visione completa degli avvenimenti del nostro recente passato.

SABATO 29 MARZO: MARCO UNCINI RACCONTA “UNA CROCIATA PER L’EUROPA”

Tra il 1671 e il 1672, il matematico, storico e filosofo Gottfried Wilhelm Leibniz propone a Luigi XIV, tramite un trattato noto sotto il nome di “Consilium Aegyptiacum”, un ambizioso progetto di crociata in Egitto. Dietro questa iniziativa non si cela solo un’idea religiosa, ma anche una strategia politica e geopolitica: sottrarre il controllo dell’Egitto all’Impero Ottomano per rafforzare la posizione della Francia nel Mediterraneo e in Oriente. Ma il focus di Leibniz è anche, e forse soprattutto, sulla (ri)costituzione di un’unione cristiana del continente per sconfiggere definitivamente il nemico turco e diffondere la fede in tutto il mondo conosciuto

VENERDI’ 21 MARZO: STELIO FERGOLA PRESENTA IL LIBRO “IL FEUDO, LA MINORANZA CHE DECIDE MIRACOLI, VITA E -SOPRATTUTTO- LA MORTE DELLA NAZIONE ITALIANA”

Il Feudo è una metafora, è un simbolismo, da sempre efficace per descrivere i fenomeni sociali. Ma è anche studio di una realtà presente da ottant’anni circa. Dalla fine della seconda guerra mondiale in poi, questa strana ma decisiva minoranza elitaria ha preso in mano le redini della Nazione Italia. Praticamente da ogni punto di vista: politico, culturale, etico, identitario. Decide cosa sia giusto e cosa sia sbagliato a prescindere dalle elezioni. E la strada a cui sta conducendo, attraverso le sue mille sfaccettature, è la morte. Considerata la miriade di aspetti che lo contraddistinguono, definire compiutamente ed esaustivamente il Feudo è pressoché impossibile. In questa analisi ci siamo concentrati sugli aspetti principali, augurandoci che lo spunto sia di stimolo per approfondimenti futuri. L’Italia è controllata e diretta a dovere verso la tomba, ma chi decide a riguardo non rappresenta assolutamente la sua essenza.

SABATO 15 MARZO: NICCOLO’ FERRARI RACCONTA LA GUERRA CIVILE AMERICANA

Mentre nei primi mesi dell’anno l’intricato quadro politico pare definirsi con maggiore chiarezza, e l’Unione sopravvive alla fuoriuscita degli Stati del Sud, la terra inizia tremare e fervono i preparativi bellici tra i contendenti. Lungo una linea del fronte di migliaia di chilometri che, partendo dalle coste atlantiche e guadando il corso del Mississippi, si spinge fino alle aspre pendici delle Montagne Rocciose, va ingrossandosi una terribile tempesta che coinvolgerà, volente o nolente, chiunque incontrerà sul suo cammino. Nel frattempo gli incidenti e le scaramucce si fanno sempre più frequenti, rullano tamburi e si arruolano uomini, si fondono cannoni e si ingrassano cartucce, si mobilitano armate e si armano flotte, si nominano generali e si approntano piani di battaglia. Così, quando nella baia di Charleston gli artiglieri del creolo Beauregard puntano le loro bocche da fuoco contro il profilo di Fort Sumter, tutto precipita.

VENERDI’ 7 MARZO: GIOVANNI CERINO BADONE PRESENTA IL LIBRO “LA DIFESA DEL GUADO DEL PIVELLO”

Nel corso della Guerra Anglo-Boera (1899-1902) il tenente britannico Guardaindietro Pensavanti, con il suo distaccamento di cinquanta uomini, riceve l’ordine di difendere il Guado del Pivello. Questa è la sua occasione per fama e gloria. Ha superato brillantemente i corsi per ufficiale e ottenuto qualifiche speciali. “Ora, se mi avessero dato un compito”, dice Pensavanti, “come combattere la Battaglia di Waterloo, avrei saputo tutto, poiché l’avevo studiata a fondo…”. Ma la realtà riserva non poche sorprese. Sebbene il compito sembri abbastanza semplice, le forze nemiche, 500 soldati boeri con artiglieria al seguito, gli causeranno un’infinità di problemi.

GIOVEDI’ 30 GENNAIO: MARCO CIMMINO RACCONTA IL VOLO SU VIENNA, LA FOLLE IMPRESA

Il 9 agosto 1918, nell’incerta luce che annuncia l’aurora, 11 biplani ANSALDO SVA della squadriglia “Serenissima” decollano dal Campo di Aviazione di San Pelagio, in provincia di Padova, alla volta di Vienna. Incaricati dal comandante della Sezione Propaganda del Comando Supremo, la loro missione consiste nell’eludere la sorveglianza austroungarica e raggiungere la capitale imperiale per bombardarla con centinaia di migliaia di volantini tricolori. Un’ impresa estremamente rischiosa, dall’altissimo valore simbolico. Tra i piloti, accuratamente scelti in ragione delle loro abilità e del loro coraggio, trova posto come passeggero d’eccezione il maggiore Gabriele D’Annunzio. Si apre così una delle pagine più entusiasmanti e celebri della Grande Guerra sul Fronte Italiano.

GIOVEDì 23 GENNAIO: ROBERTO MARCHESINI RACCONTA JACOB FRANK

C’è aria di festa a Varsavia, sul finire dell’estate del 1759. Un salva di cannone è stata sparata dal castello nell’aria frizzante del mattino, annunciando al popolo l’imminente arrivo nella capitale di un elegante cavaliere. Più tardi, nella superba cornice barocca della collegiata di San Giovanni Battista, egli, il tanto atteso ospite, il giudeo Jakub Lejbowicz, procedendo solennemente sotto la navata centrale della chiesa, stipata di uomini illustri e di grandi nomi, si accosterà alla fonte battesimale per essere accolto a pieno titolo nella comunità cristiana. Il suo padrino, rappresentato dallo starosta di Bratkowski, è nientedimeno che lo stesso re di Polonia, Augusto III. Agli occhi del popolo questo è l’atto finale, la nota più alta, di un sofferto cammino di redenzione che ha portato buona parte della comunità ebraica polacca ad abbracciare la croce e a rinnegare le tradizioni rabbiniche. Tuttavia, neanche 6 mesi dopo il suo ingresso trionfale in città, questo mercante di tessuti sarà arrestato, giudicato dal tribunale dell’Inquisizione, condannato per eresia e imprigionato nel monastero di Czestochowa, gettando la Polonia intera nella costernazione. Eppure la storia di Jacob Frank è ben lungi dal potersi dire conclusa.

DOMENICA 8 DICEMBRE: SPETTACOLO TEATRALE IN MEMORIA DI SERGIO BRESCIANI

Sergio Bresciani aveva solo 15 anni quando nel dicembre del 1940 scappò di casa per arruolarsi nell’esercito ma fu fermato dai carabinieri alla stazione dei treni di Milano e riportato a Salò dalla famiglia. Non passò neanche un mese e ritentò la fuga riuscendo a spingersi fino a Genova prima di essere acciuffato e ricondotto dai suoi genitori. In primavera pero riuscì finalmente nell’impresa. Partito da Vobarno in sella alla bicicletta del fratello raggiunse Salò e si imbarco sul traghetto che lo condusse a Desenzano dove prese il treno alla volta della città meneghina. Venduta la bicicletta per pagarsi il biglietto ferroviario raggiunse Napoli dove fu fermato dalle forze di pubblica sicurezza che, dopo avergli dato il foglio di via, lo mise su un convoglio diretto al Nord. Giunto a Roma tuttavia egli riuscì ad eludere i controlli e a tornare nel capoluogo campano dove si imbarcò su un piroscafo diretto a Tripoli. Inizia così l’incredibile e tragica avventura dell’eroe ragazzino, della medaglia d’oro che, prima di cadere ad El Alamein l’anno successivo, riuscì ad ottenere la croce di ferro direttamente da Rommel per il suo eroico comportamento durante l’operazione Battleaxe (e a farsi proporre per la medaglia d’argento). Domenica pomeriggio raccontiamo la sua storia, non mancate!

SABATO 30 NOVEMBRE: MARCO VALLE PRESENTA IL LIBRO “VIAGGIATORI STRAORDINARI”

L’esploratore conobbe nell’Ottocento la sua consacrazione definitiva. L’iconografia popolare racconta le gesta di uomini alla conquista di immensità sconosciute, con in testa il casco coloniale e nelle mani una mappa, un sestante o un fucile: un ritratto eccezionale, ma ingenuo. Nella realtà, gli esploratori furono espressione di un’epoca, con una precisa funzione sociale e politica: informare i contemporanei sullo stato del mondo, cercare risorse, fondare colonie. Al tempo stesso, però, dai loro diari traspaiono uomini inquieti, a disagio se non in totale rottura con le società da cui provengono. Nelle «terre incognite» gli esploratori cercavano non solo fama e ricchezze, ma la possibilità di dare un senso alla propria esistenza. Di quell’epopea il cinema e l’editoria hanno consegnato una lettura quasi esclusivamente anglosassone, imperniata sui nomi di Livingstone, Stanley, Burton, Speke. In Italia, per una strana ritrosia, sulla grande stagione dell’esplorazione per decenni si è preferito sorvolare. Marco Valle si è messo sulle tracce di quella «comunità avventurosa» italica che percorse le zone più selvagge e inesplorate dei cinque continenti: da Ippolito Desideri in Tibet a Giacomo Beltrami alle sorgenti del Mississippi; da Orazio Antinori a Giacomo Doria a Luigi Amedeo di Savoia fino a Odoardo Beccari nel Borneo, Giacomo Bove in Patagonia, Pietro Savorgnan di Brazzà in Congo, Guglielmo Massaja e Vittorio Bottego in Abissinia, Giovanni Miami sul Nilo, Giovan Battista Cerruti in Malesia. E ancora nel Novecento Alberto de Agostini in Patagonia, Raimondo Franchetti in Dancalia, Giuseppe Tucci in Asia e Ardito Desio nel Sahara. Fino a oggi, con Samantha Cristoforetti nello spazio, continuatrice della saga dei nostri «capitani coraggiosi».

GIOVEDI’ 21 NOVEMBRE: SERATA PER ENZO

VENERDI’ 22 NOVEMBRE: NICOLO’ DEL GRANDE RACCONTA SEBASTIANO VENIER, IL GRANDE VECCHIO DI LEPANTO.

Sebastiano Venier di Mosè. Avvocato, Governatore di Candia, capitano di Brescia, podestà di Verona, savio della Repubblica, procuratore di San Marco, provveditore di Corfù, Capitano General Da Mar, vincitore di Lepanto, Doge. Basterà una sera per raccontarne le gesta?

VENERDI’ 8 NOVEMBRE: FULVIO SCAGLIONE PRESENTA “ZELENS’KYJ, L’UOMO E LA MASCHERA”.

Prima di diventare uno dei personaggi più conosciuti sulla scena politica internazionale, Volodymyr Zelens’kyj, attore di tv e cinema, era già uno degli uomini più famosi in Russia, in Ucraina e nelle ex Repubbliche Sovietiche. Il 20 maggio 2019 è stato eletto alla presidenza dell’Ucraina e da quel momento la sua notorietà è cresciuta a dismisura in tutto il mondo. Ma davvero possiamo dire di conoscerlo? Nella sua breve e tumultuosa esperienza politica, Zelens’kyj è stato, o ha interpretato, un personaggio sempre diverso: l’attore che si è fatto politico con l’appoggio degli oligarchi; il presidente che ha ingaggiato una rovinosa battaglia per riformare l’Ucraina; il complottista guidato dall’opportunismo; il leader in tenuta militare protagonista della resistenza ucraina di fronte all’invasione russa; il democratico che sognava l’Europa, ma che si è appoggiato all’estrema destra; il rappresentante del popolo che ha accentrato tutti i poteri nelle proprie mani e in quelle di una ristretta cerchia di fedelissimi, talvolta dal passato di dubbia trasparenza. Con audacia e schiettezza, Fulvio Scaglione ci racconta la parabola – ancora poco limpida – di Volodymyr Zelens’kyj tra luci e ombre, consensi e contraddizioni, alla scoperta dell’uomo e del politico.

SABATO 2 NOVEMBRE: CIAO RAGAZZI! DIARIO DI UN PARACADUTISTA.

El Alamein, Egitto nord occidentale. Un inferno in terra ai margini della depressione di Qattara: silenzio, arsura, scorpioni, qualche serpente e sciami di mosche. Un paesaggio quasi lunare che soltanto la guerra è riuscita a popolare dando appuntamento tra le sabbie del deserto a centinaia di migliaia di uomini, diversi tra loro e distinti sul campo per bandiera, lingua, cultura e fede religiosa. Uno spazio entro cui si consumano nel breve volgere di qualche mese storie di soldati, episodi di valore e racconti di fratellanza. Prendendo spunto dal diario di uno dei superstiti protagonisti di quei giorni, un paracadutista della Folgore, “Ciao ragazzi!” racconta l’epopea di uno dei più tragici e affascinanti snodi della Seconda Guerra Mondiale, ripercorrendo come in un film le vicende di un giovane volontario e della sua avventura in terra d’Africa. Dove lieto fine non sarà dettato dall’eroe trionfante ma dall’essere umano che ha saputo preservare la propria umanità in nella tremenda tempesta della guerra.

ATTENZIONE: LO SPETTACOLO E’ IN CITTA’ ALTA! CONSIGLIAMO DI MUOVERSI PER TEMPO!

VENERDI’ 18 OTTOBRE: PRESENTAZIONE LIBRO “AVANTI VERONA”

Nell’inverno del 1942, lungo le anse del fiume Don, sotto il comando del leggendario colonello Paolo Signorini è schierato anche il 6° Reggimento Alpini con i battaglioni Vestone, Val Chiese e Verona. Inquadrato nei ranghi della divisone Tridentina esso affronterà tutte le vicissitudini di quei giorni terribili, aprendosi la strada verso occidente e guadagnandosi sul campo ben 7 medaglie d’oro alla memoria. Il saggio di Brussani prende in esame la storia operativa del BTG Verona, restituendo in maniera vivissima le tragiche imprese di un pungo di uomini nella tempesta.

SABATO 5 OTTOBRE: PROGETTO RAZZIA PRESENTA “ENCICLOPEDIA DELLA POLITICA UNDERGROUND”

Non una normale enciclopedia ma un viaggio nei meandri più reconditi e nascosti della politica underground. Da personaggi singolari a misteri mai risolti, da ordini sussurrati all’orecchio, fino a movimenti nati e morti nel riflesso di un respiro. Nell’epoca in cui tutto si riduce all’osso di un meme, Progetto Razzia decide di memizzare la politica, di destrutturarla per andare a indagare i più stravaganti, i più eccentrici, i più interessanti protagonisti della storia politica dell’ultimo secolo. Si parla di sognatori senza pretese, di complotti e di truffe su scala mondiale, di predicatori dimenticati. Mille spunti e punti di vista diversi, per far riflettere, scoprire e magari lottare.

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GIOVEDI’ 19 SETTEMBRE: ROBERTO MARCHESINI RACCONTA SABBATAI ZEVI

Il 17 settembre del 1676, nel giorno festivo dello Yom Kippur, a Dulcingno, piccolo porto albanese lungo la costa Adriatica all’estremità meridionale della Dalmazia, muore, in una anonima bicocca confinata ai margini dell’abitato, il messia Sabbatai Zevi. Appena un decennio prima, all’apice delle sue fortune, questo discusso e controverso personaggio nato nell’anniversario della distruzione del tempio, aveva interpretato le speranze di milioni di israeliti, suscitando nelle comunità della diaspora una febbre messianica di proporzioni mai viste e lacerando la tenuta del tessuto sociale come mai prima era accaduto. Dai magri villaggi parlanti yiddish piantati nelle pianure della cuiavia polacca ai capienti fondachi dei marrani livornesi, dalle agenzie di cambio di Amsterdam ai fatiscenti palazzoni affacciati sul corso del Rodano, il suo nome volava di bocca in bocca estendendo il contagio delle sue dottrine esoteriche ed accendendo sempre nuovi focolai di sovversione all’autorità rabbinica. Nell’imminenza del regno messianico gli ebrei avevano abbandonato ogni preoccupazione e ripudiato gli insegnamenti dei loro padri, facendosi arroganti e prepotenti. Gli uomini avevano chiuso le botteghe e le donne non impastavano più il pane. Avevano scacciato i loro capi religiosi e sedevano oziosi sulla soglia delle case, scrutando il cielo limpido, nell’attesa dell’imminente venuta di quel re senza corona che li avrebbe rapiti su di una nuvola d’oro e ricondotti come per incanto in quel di Gerusalemme. Perfino il sultano di Costantinopoli, preoccupato per il vociare che saliva al suo trono dalle vie del quartiere ebraico, aveva voluto conoscerlo ed egli, chiamato, era venuto sul Bosforo a cavallo, con ricca scorta ed abiti eleganti, per essere interrogato. Eppure, posto ai piedi della terribile maestà del trono, Sabbatai aveva esitato e si era spogliato della sua pretesa regalità, abiurando Israele, per abbracciare la fede islamica. Ma chi fu davvero Sabbatai/Saturno Zevi, il figlio di Mordecai? Quanto incisero sul suo pensiero i rapporti del padre, agente di una casa commerciale inglese, con il millenarismo calvinista? Cosa significò per il popolo ebraico la sua predicazione? Quale fu il suo impatto sul folklore ebraico ? Che fine fecero i suoi seguaci? E, più ancora, cosa resta di lui nel nostro mondo dopo tanto tempo? A queste, come ad altre domande, immergendosi in una surreale atmosfera da barocco ebraico, cercherà di rispondere per noi, giovedì 19 ottobre, l’amico Roberto Marchesini.

GIOVEDI’ 27 GIUGNO: MARCO CIMMINO RACCONTA LAWRENCE D’ARABIA

In un ideale trittico sulle figure eroiche della Grande Guerra la pallida immagine di Thomas Edward Lawrence, associata a quella del Barone Rosso e di D’Annunzio, occupa una posizione di assoluto rilievo. Il pluripremiato capolavoro di David Lean, a sua volta ispirato al fortunato racconto autobiografico del protagonista, ha fissato per sempre nell’immaginario collettivo l’icona romantica e sofferta del giovane ufficiale britannico che attraversa gli sterminati e inospitali spazi del deserto arabico a dorso di un cammello. Ma chi era veramente Lawrence d’Arabia? Quale era il compito assegnatogli dal comando alleato del Cairo? e quale fu il reale impatto delle sue imprese sullo svolgimento del conflitto? Per rispondere a queste domande dovremo incamminarci con Marco Cimmino sulle piste seguite delle bande beduine tra le grandi dune sabbiose del Nefūd, seguire i resti arrugginiti dei binari della ferrovia che da Damasco accompagnava i pellegrini mussulmani verso l’oasi della città santa di Medina e spingerci sulla costa del Mar Rosso fino alle rovine del forte di Aqaba, teatro della più celebrato trionfo del gentile eroe di Snowdon Lodge.

MERCOLEDI’ 15 MAGGIO: PRESENTAZIONE LIBRO “PAROLE DELLA GUERRA” DI MIRKO CAMPOCHIARI E PAOLO CAPITINI

“Le parole son trombe di guerra”, ammoniva Hobbes più di due secoli fa nel Leviatano. Consapevoli della potenza del linguaggio Paolo Capitini e Mirko Campochiari hanno voluto dedicare proprio alle parole della guerra il loro ultimo lavoro. Non si tratta né di un classico dizionario di termini militari e neppure di un testo per specialisti o appassionati, ma di uno strumento pensato per chi della guerra sa poco o nulla e malgrado questo se la vede servita nei telegiornali oppure ci si trova coinvolto nel raccontarla. Lo scopo è, infatti, di contribuire ad una prima scolarizzazione su un argomento che non deve essere oggetto solo di dispute a sfondo politico o morale, ma che va preliminarmente compreso nei suoi significati più concreti. L’obiettivo degli autori è quindi di contribuire alla formazione di una coscienza e di una consapevolezza diffusa specie su un tema così divisivo.

SABATO 11 MAGGIO: PRIMA CONFERENZA PRESSO I NUOVI LOCALI DELLA NOSTRA ASSOCIAZIONE

Il 29 dicembre 1386 a Parigi, in un gelido mattino di inizio inverno, una folla silenziosa ed intirizzita, di multiforme aspetto, si assiepa ai margini di un grande spiazzo erboso a due passi dal Priorato di Saint-Martin-des-Champs. Al cospetto del monarca, come della sua ricca corte, a migliaia sono accorsi da tutto il regno, scendendo dalle campagne del contado e dalle più vicine città, per ascoltare il pronunciamento dell’Onnipotente su di un presunto caso di violenza sessuale. La legge chiama Dio a testimoniare la verità dei contendenti che si sfideranno in un combattimento all’ultimo sangue secondo le antiche regole del duello. Un banditore riccamente vestito attraversa il prato a cavallo, avvertendo i convenuti che se qualcuno avesse interferito nel duello, indipendentemente dal nome o dai natali, avrebbe pagato quell’atto sacrilego con la propria vita. Questa cornice narrativa non potrà non risultare famigliare a chiunque abbia avuto il piacere di studiare il caso che oppose, quasi sette secoli fa, il cavaliere di Carrouges a Jaques Le Gris od abbia visto sul grande schermo la recente trasposizione cinematografica confezionata da un famoso regista come Ridley Scott. Questi gli usi incomprensibili di una antichissima e raffinata civiltà giuridica come quella medievale. Ma quando nasce l’ordalia come strumento legale di risoluzione di un conflitto privato? In quale contesto si sviluppa? E come viene normata nei codici legislativi questa particolarissima procedura? A queste come ad altre domande cercheranno di rispondere, questo sabato pomeriggio, gli autori di un minuzioso studio sul duello giuridico nel primo incontro in presenza nei nuovi locali dalla nostra associazione

GIOVEDI’ 14 DICEMBRE: MARCO CIMMINO RACCONTA LA BATTAGLIA DI GORIZIA

“Fu come l’ala che non lascia impronte, il primo grido avea già preso il monte”.

E’ la calda estate del 1916 e da più di un anno le fanterie italiane tentano, inutilmente, di cacciare gli avversari dal monte Sabotino che col tempo si è trasformato in un’autentica fortezza. Eppure nel mese di agosto, grazie a una accurata preparazione e ad una perfetta cooperazione tra tutte le armi, dall’artiglieria al genio, dall’aeronautica alla fanteria, il terribile baluardo austroungarico cade in brevissimo tempo al prezzo di perdite contenute. La battaglia del Sabotino e la caduta di Gorizia dimostrarono come una logistica accurata e un approccio scientifico all’obiettivo contassero più della pura quantità numerica, contrapponendosi, in un tragico contrasto, alle tattiche quasi suicide con cui le fanterie del regio esercito assaltarono le ben munite trincee nemiche nel corso delle prime cinque battaglie dell’Isonzo. Purtroppo, dopo la caduta della soglia di Gorizia, gli italiani tornando inspiegabilmente alle vecchie modalità di assalto, resero di fatto la sesta battaglia dell’Isonzo un vero unicum nella storia militare dell’esercito nella Grande Guerra.

VENERDI’ 27 OTTOBRE: ALBERTO LEONI RACCONTA IL MIRACOLO DI BELGRADO

“È un’aria da veglia funebre quella che si respira a Belgrado la notte del 21 luglio del 1456. Radi fuochi illuminano il profilo deturpato delle mura sbrecciate dal morso dei cannoni. Dai fossati, ingombri di carcasse e di cadaveri, esala un odore acre e dolciastro che sa di morte e di disfatta. Alle prime luci dell’alba Maometto il Conquistatore, il Gran Turco, tornerà a concludere la sua opera e la forte presa delle sue dita stringerà la gola della esausta città per l’ultima volta. I crociati, come sopravvissuti ad un naufragio che aggrappati ad uno scoglio attendono la morte con l’approssimarsi della marea, brancolano sfiniti nel buio della notte, strisciando i piedi verso i bastioni per ricevere i sacramenti impartiti dai frati cappuccini. Il loro destino appare segnato eppure c’è ancora qualcuno che sembra aver voglia di lottare. Sparuti gruppi, via via più numerosi, di fanti e di contadini abbandonano autonomamente le posizioni e scendono in direzione delle mura, capannelli di gente comune e di poveri cavalieri si accalcano bisbigliando sottovoce a ridosso della breccia. Tra loro spicca la figura di Giovanni da Capestrano, un frate abruzzese, ma gli ufficiali non sanno dire per quale motivo sia lì e sono certi che, data la situazione, non abbia comunque poi molta importanza. Eppure il mattino che ad oriente già si annuncia col canto squillante degli uccelli ha in serbo meraviglie che nessuno tra i due contendenti può ancora immaginare”

GIOVEDI’ 19 OTTOBRE: MARCO CIMMINO RACCONTA LA BATTAGLIA DELLA SOMME

Nei piani originari, redatti in occasione della Conferenza interalleata di Chantilly, il 1916 avrebbe dovuto vedere una serie di attacchi simultanei agli Imperi Centrali. Russi, Italiani e Anglo-Francesi si sarebbero impegnati in offensive coordinate per schiacciare le difese austrotedesche e risolvere definitivamente il conflitto a favore dell’Intesa. L’offensiva prevista per la primavera in Picardia, che aveva inizialmente come obiettivo strategico minimale la cacciata della Kaiserreichsheer dalle coste del Belgio, fu ripensata a seguito dell’attacco tedesco su Verdun tenendo conto della necessità di alleggerire l’enorme pressione tedesca sul fronte di Verdun. Douglas Haig, recentemente nominato alla guida del BEF in sostituzione di John French, presumeva, non senza una qualche ragione, che lo sforzo bellico più a sud, calamitando sempre maggiori quantità di uomini verso i campi devastati della Mosa, avrebbe lasciato ampi spazi di manovra al suo esercito. Eppure, quando dopo mesi di meticolosa preparazione, segretissimi preparativi e 5 giorni di ininterrotti bombardamenti, i fanti inglesi saltarono fuori dalle loro trincee per lanciarsi all’assalto delle posizioni tedesche, fu subito evidente che qualcosa non aveva funzionato. E che le armate di sua maestà era pronte ad andare incontro al giorno più buio della loro secolare storia.

VENERDI’ 13 OTTOBRE: GABRIELE TARANTO RACCONTA IL DISASTRO DEL K19

La notte a cavallo tra il 3 ed 4 di luglio del 1961, il sottomarino sovietico K19 sta navigando tranquillamente sotto la superficie dell’Atlantico Settentrionale, al largo della costa sud-orientale della Groenlandia. Il battello, comandato dal capitano di vascello Nikolaj Zateev, è la prima unità a propulsione nucleare immessa in servizio dalla marina di Mosca e serve nella Flotta Nord di stanza a Murmansk, porto presso il quale sta rientrando a conclusione di una esercitazione assegnatagli dall’Alto Comando. Improvvisamente, alle 04:15 locali, a causa di una perdita di refrigerante la pressione dell’acqua nel reattore nucleare di dritta precipita provocando un repentino surriscaldamento dell’impianto e mettendo in serio pericolo l’integrità delle barre di combustibile. il timore del corpo ufficiali è che ciò possa innescare una esplosione nucleare dalle conseguenze imprevedibili dato il contesto politico che vede rinnovate le frizioni tra i due principali attori del panorama internazionale. In sala macchine inizia quindi una disperata ed eroica corsa contro il tempo per frenare l’impennata della temperatura mentre il capitano, impossibilitato a contattare i suoi superiori per via di un precedente guasto all’impianto di radio, fa rotta verso oriente cercando di allontanarsi il più rapidamente possibile dalle coste americane. Il disastro del K19 è appena iniziato.

SABATO 9 SETTEMBRE: LA RIVOLTA DEI BOXER

Pechino – 20 giugno 1900. Nelle primissime ore del mattino l’incaricato d’affari tedesco presso la Corte Manciù, il barone Clemens Von Ketteler, assieme ad alcuni collaboratori e scortato soltanto da una piccola forza armata, si dirige alla volta dello Zongli Yamen (il Ministero degli Affari Esteri) per confrontarsi con i funzionari imperiali sul clima di estrema tensione che aleggia sulla Capitale. Nei giorni precedenti presso il quartiere delle legazioni una serie di incidenti ha funestato la già precaria quiete cittadina. Alcuni musulmani hanno fatto a pezzi il segretario dell’ambasciata giapponese, Sugiyama Akira, e Ketteler, in spregio a qualsiasi legge, ha giustiziato di sua mano un ragazzo sospettato di aver preso parte ai torbidi. Ormai in vista del palazzo, all’estremità occidentale di Xizongbu Hutong, il gruppo viene intercettato da un manipolo di lancieri imperiali cinesi. Un loro ufficiale, con la scusa di dover conferire con l’aristocratico germanico, si avvicina al palanchino di Ketteler e gli spara a bruciapelo uccidendolo sul colpo. Principia nel sangue, e non avrebbe potuto essere altrimenti, il più famoso e celebrato episodio della Rivolta dei Boxer. Quando due mesi dopo i fuochi della sommossa si spegneranno, l’autorità ed il prestigio della antico “Regno di Mezzo” saranno ridotti ad un cumulo di rovine fumanti.

SABATO 22 LUGLIO: ENRICO CHIESURA RACCONTA L’IMPERATORE CARLO

Alle 11e30 di un impietoso mattino d’inizio aprile si spegne in esilio a Madera, isola atlantica allora facente parte della Prima Repubblica Portoghese, l’ultimo imperatore regnante della Casa d’Asburgo. L’uomo che aveva raccolto in eredità una delle più antiche e prestigiose realtà statuali del mondo, guidandola per quasi due anni attraverso una delle tempeste più terribili della storia, muore esiliato ed in povertà, pressoché dimenticato dal mondo. Ma chi fu veramente e cosa rappresentò per i suoi contemporanei Carlo d’Austria? Quale impronta cercò di dare al suo regno? quanta parte ebbe nelle vicissitudini belliche di quel tragico conflitto che si chiuse il crollo irreparabile delle antiche fortune? A queste domande, e a molte altre, cercheremo di rispondere sabato 22 luglio, in questo che vuol essere solo il primo appuntamento di una lunga serie sui grandi protagonisti della prima guerra mondiale.

GIOVEDI’ 6 LUGLIO: MARCO CIMMINO RACCONTA L’OFFENSIVA BRUSILOV

In accordo con i termini della conferenza di Chantilly del dicembre 1915, in cui i membri dell’Intesa si impegnavano a attaccare simultaneamente gli Imperi Centrali per l’estate del 1916, e in appoggio alle pressanti richieste degli SMG francesi ed italiani, estremamente provati dalla pressione nemica a Verdun e sugli Altipiani, il mattino del 4 giugno 1916 le forze russe al comando del generale Brusilov aprono il fuoco sulle posizioni della IV° armata austriaca dell’Arciduca Francesco Ferdinando. Osteggiato dalla STAVKA che lo ha privato del necessario numero di bocce da fuoco preventivato per dare il la alle operazioni, l’eccentrico comandante russo (devoto cristiano ortodosso e contemporaneamente appassionato occultista) decide di lanciare all’assalto il suoi uomini impiegando una serie di innovazioni tattiche che presto diventeranno un tratto imprescindibile della moderna arte della guerra. La zampata dell’orso travolge le difese austroungariche, spostando la linea del fronte di centinaia di chilometri e riproponendo alla vista le scene dell’autunno del 1914. Nonostante lo strepitoso successo delle armate di Pietrogado, questa battaglia intaccherà profondamente le capacità operative di entrambi gli eserciti, rappresentando il canto del cigno per l’esercito degli zar

SABATO 3 GIUGNO: ROBERTO MARCHESINI PARLA DI CINEMA E CARATTERE NAZIONALE

Il Cinema, la settima arte secondo la definizione del critico Ricciotto Canudo, è probabilmente l’espressione caratteristica e di maggior rilievo della moderna contemporaneità. La dimensione più sfruttata per ritrarre e raccontare sé stessi e gli altri, per proiettare la propria immagine nello spazio e nel tempo. Come ogni opera dell’ingegno umano, ogni specifico filone cinematografico conosce un concepimento più o meno fortunato, necessita di un ambiente propizio in cui svilupparsi, si indirizza verso una finalità da soddisfare e finisce con l’impattare sulla realtà circostante, modificandola. Nel secondo dopoguerra, in Italia e nel mondo, ebbe particolare rilevanza uno specifico movimento culturale chiamato “Neorealismo”. Roberto Marchesini torna in Domus per raccontare il perché di un successo tanto inaspettato e capire quanto l’attuale percezione che gli italiani hanno del proprio paese, come della propria cultura, sia debitrice di quella breve e fortunata stagione della cinematografia nostrana.

VENERDI’ 19 MAGGIO: ALESSANDRO GIORGI RACCONTA LA BATTAGLIA DEL PASTIFICIO

Nel primo mattino del 2 luglio 1993 la città di Mogadiscio è già sveglia. Unità italiane, in forza alla missione UNOSOM II, alle prime luci dell’alba hanno dato il via ad un azione di rastrellamento in un area abitata compresa tra I checkpoint Ferro e Pasta. Il nervosismo è palpabile, l’ostilità evidente. Al termine dell’operazione, quando i militari ripiegano lungo la direttrice della vecchia strada Imperiale sino al dismesso stabilimento della Barilla, l’ostilità covata nel calore opprimente dell’estate somala esplode in fitte sassaiole e in sporadici colpi d’arma da fuoco. Le milizie Mooryaan del generale Aidid hanno deciso di entrare in azione. È l’inizio di un giorno di ordinaria follia. Il prologo di una storia che a distanza di 30 anni odora ancora di sangue, di sudore e di polvere da sparo. È il giorno tremendo della battaglia del Pastificio.

GIOVEDI’ 11 MAGGIO: MARCO CIMMINO RACCONTA LA STRAFEXPEDITION

Prosegue il nostro ciclo sulla prima guerra mondiale iniziato in occasione del centenario. Giovedì 11 lo storico Marco Cimmino ci parlerà della cosìdetta Strafexpedition o battaglia degli Altipiani, l’unica offensiva austriaca sul fronte italiano tra l’inizio della guerra e lo scacco di Caporetto.

«Non v’era un solo metro quadrato di terreno che non fosse battuto; sotto quella furia omicida la montagna stessa doveva essere spianata. Le rocce divelte si sfaldavano, precipitavano, mutavano aspetto; il monte era tutto un incandescente cratere in eruzione […] alla fine ci è come sembrato che quell’altura avesse come cambiato fisionomia e si fosse fatta irriconoscibile.»

(Alfredo Graziani, tenente della brigata Sassari)

MERCOLEDI’ 15 MARZO: MARCO CIMMINO RACCONTA LA BATTAGLIA DI VERDUN (SECONDA PARTE)

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Mentre nel corso della bella stagione i francesi si aggrappano ai resti del Forte di Vaux e all’acume strategico del generale Petain, con la fine dell’estate e l’esaurimento della spinta offensiva tedesca, l’esercito di Parigi può passare all’offensiva. Il generale de Castelnau assembla un trittico di alti ufficiali, diversissimi tra loro per carattere ed approccio metodologico alla battaglia, che collaborano alla riconquista di Fort Douaumont. Al già citato eroe della Voie Sacrée si affiancano due personaggi destinati ad una chiaroscurarle fama nel successivo svolgimento della guerra: l’orgoglioso Robert Nivelle e lo spietato Charles Mangin. E’ giunto il momento della controffensiva per Armée de Terre.

GIOVEDI’ 2 MARZO: MARCO CIMMINO RACCONTA LA BATTAGLIA DI VERDUN (PRIMA PARTE)

Alle prime luci del 21 febbraio 1916, in un bosco vicino a Loison, gli intirizziti serventi di un cannone da marina Krupp ricevono il tanto atteso ordine da parte del comando del principe Guglielmo. Un primo proiettile da 380 mm viene sparato in direzione della città di Verdun, demolendo l’ala del grande palazzo vescovile. A seguire una fitta pioggia di colpi incomincia a piovere, come grandine di fuoco e di acciaio, sul intero abitato, centrando la stazione ferroviaria, le case ed i ponti fuori città. L’operazione Gericht (Giudizio), preparata con una maniacale segretezza dal capo di stato maggiore tedesco Von Falkenhayn e dai suoi sottoposti, è ufficialmente cominciata e con essa la battaglia destinata a diventare l’emblema del conflitto. Marco Cimmino ci porterà a strisciare nella martoriata terra del “Grand Est”, accompagnandoci per i gironi danteschi di quel tremendo tritacarne che, una volta messo in moto, per quasi un anno nessuno più riuscirà fermare.

VENERDì 24 FEBBRAIO: PAOLO GULISANO RACCONTA LA PROFEZIA DI MALACHIA

 «Durante l’ultima persecuzione di Santa Romana Chiesa siederà Pietro Romano che pascerà il gregge in mezzo a molte tribolazioni ». Così si concludono le profezie sui papi da secoli attribuite a un monaco irlandese, Malachia. Paolo Gulisano ricostruisce passo passo le avventure del santo, splendida figura della Chiesa medievale, introducendoci in un coloratissimo affresco colmo di storia e misteri. 

VENERDI’ 27 GENNAIO: GIOVANNI CERINO BADONE RACCONTA “ITALIAN WAY OF WAR”

L’esercito italiano ha dovuto affrontare diversi importanti cimenti nel corso della sua breve vita. Nello spazio di un secolo i suoi reggimenti sono stati impegnati sugli aspri contrafforti alpini e nelle steppe innevate dell’oriente, tra le sabbie dei deserti libici e sulle scoscese pendici dell’acrocoro etiope, con risultati discrepanti. Con uno sguardo retrospettivo sulla storia militare dello stato unitario appare lecito domandarsi, al netto del valore dei singoli, se sia mai esistita una specifica dottrina d’impiego per le forze armate del Regio Esercito e, nel caso di una risposta affermativa, quale sia stata la sua gestazione o da quale particolare esperienza sia stata mutuata. A queste ed altre domande cercheranno di dare risposta il Capitano Giovanni Cerino Badone, Docente di Storia Militare presso il Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito Italiano e Andrea Zacchigno del canale ZAC ZAK.

GIOVEDI’ 12 GENNAIO: MARCO CIMMINO RACCONTA LA CADUTA DELLA SERBIA

La notte tra il 6 ed il 7 ottobre del 1915 il nodo serbo pare infine giungere al pettine. Le forze coalizzate degli Imperi Centrali, al comando del fresco trionfatore Von Mackensen, partono all’assalto di Belgrado coordinando i propri eserciti su differenti direttrici. Nell’arco di appena qualche settimana i resti dell’armata serba sono costretti a ripiegare in una terribile marcia in direzione dell’Adriatico, nella speranza di essere evacuate dalla regia marina, mentre inglesi e francesi organizzano una testa di ponte in Grecia in quello che è destinato ad essere ricordato come “il fronte di Salonicco”. Il nazionalismo serbo della famiglia reale dei Karađorđevic, principale detonatore della Grande Guerra, pare ormai definitivamente fuori gioco.

GIOVEDI’ 15 DICEMBRE: PRESENTAZIONE DEL LIBRO “NERONE” VERITA’ E VITA DELL’IMPERATORE PIU’ CALUNNIATO DELLA STORIA

Gravi ed infamanti sono le accuse da sempre volte a Nerone, nell’immaginario collettivo assurto all’archetipo del imperatore tiranno: sovrano corrotto, crudele omicida, politico ingrato. Con l’aiuto di Silvia Stucchi, docente in FIlologia e Letteratura presso l’Università Cattolica, cercheremo di restituire alla storia la discussa figura dell’ultimo imperatore della gloriosa dinastia Giulio-Claudia e di dissipare le nebbie sanguigne che avvolgono il mito. Per scopire quanto di vero resiste ancora nel racconto del principe più esecrato della storia romana.

NB – La presentazione del libro si terrà presso il Ristorante Pizzeria da Nerone (Via Pietro Ruggeri da Stabello 4) e non presso i locali della Domus Orobica.

OTTAVO COMPLEANNO DOMUS OROBICA: ECCO LE INIZIATIVE!

Giovedì 8 dicembre, festa dell’Immacolata, ricorre l’ottavo compleanno della nostra associazione.

Come da tradizione, cogliamo l’occasione per trovarci a festeggiare insieme, confrontarci e dibattere con alcune iniziative che speriamo vi siano gradite.

Alle ore 18.00 ci sarà la presentazione di Zenit, nuova rivista d’informazione, cultura e geopolitica. Sarà un’occasione per approfondire la situazione attuale per quanto riguarda la guerra in Ucraina.

Seguirà un apericena con buffet offerto dalla Domus Orobica.

Alle ore 21.00, seguirà la presentazione del romanzo storico “Eden in fiamme” di Gabriele Marconi, con la presenza dell’autore e dell’amico Marco Cimmino.

Trama:

“Eden in fiamme” vede protagonisti tre amici romani che si arruolano nella Repubblica sociale italiana dopo l’8 settembre. Un’esperienza che li porta dalla Scuola allievi ufficiali della Guardia Nazionale Repubblicana al Reggimento Folgore, fino all’epilogo sul confine orientale, in Venezia Giulia, dove devono fronteggiare il IX Korpus titino per salvare due ragazze italiane, e concludersi nella Venezia liberata dagli Alleati. La storia è del 1979, con il narratore che racconta le vicende di quegli anni a due giovani ragazzi, immersi a loro volta nella tempesta degli Anni di Piombo. Gabriele Marconi affronta la “scelta d’amore” di quei ragazzi che, cresciuti nel mito della Patria e del coraggio, videro nell’Armistizio con gli angloamericani un tradimento inconcepibile della parola data e precipitarono loro malgrado negli orrori fratricidi della Guerra Civile, finendo per «scannarsi con altri italiani» ma sognando fino all’ultimo di andare in prima linea; le stesse scelte che, loro malgrado, si troveranno ad affrontare i ragazzi degli anni Settanta.

Gabriele Marconi
(Roma, 1961) Giornalista professionista, è stato direttore responsabile del mensile «Areapolitica, comunità, economia» e oggi si occupa di comunicazione istituzionale e di editing letterario. Ha pubblicato i romanzi L’enigma di Giordano Bruno, Io non scordo, Il regno nascosto, Le stelle danzanti, Fino alla tua bellezza; il poema Ritorno alla terra desolata e NOI canzoni d’amore per la lotta e di lotta per l’amore che raccoglie in un cofanetto le sue canzoni e un libro di pensieri e flashback sugli Anni di Piombo. È autore di un monologo teatrale sulla strage di Bologna dal titolo 2 agosto 1980.

VENERDI’ 2 DICEMBRE: IL PROFESSOR GABRIELE TARANTO RACCONTA LA GUERRA DEI GAS

Il 22 aprile del 1915 la guerra chimica fa il suo ingresso sul palcoscenico della storia appestando i campi del saliente di Ypres. I reggimenti del genio, guidati dal comandante Otto Peterson, impiegano in quella occasione 150 di tonnellate di Cloro in forma gassosa sotto lo sguardo attento e vigile di un tranquillo professore universitario di Breslavia: Fritz Haber. Pochi giorni dopo sua moglie, Clara Immerwahr, si suicida con la pistola d’ordinanza del marito e il capitano Haber, senza nemmeno fermarsi per il funerale, si precipita sul fronte orientale. Il geniale padre della chimica tedesca, coadiuvato da una impressionante schiera di brillanti scienziati, da quel giorno ha legato in maniera indissolubile il proprio nome agli orrori della Grande Guerra e alle tragedie dell’intero secolo breve. Ma chi fu davvero questo luminare della scienza del secolo passato? Quanto pesarono sulla sua vita successiva le sue innovative scoperte? Cosa resta di lui a più di un secolo da quel drammatico pomeriggio di primavera quando, forse senza aver piena cognizione delle possibili conseguenze, scoperchiò il vaso di Pandora in fronte al mondo intero?

VENERDI’ 11 NOVEMBRE: IL PROFESSOR GABRIELE TARANTO RACCONTA LA GUERRA DEI GAS

Il 22 aprile del 1915 la guerra chimica fa il suo ingresso sul palcoscenico della storia appestando i campi del saliente di Ypres. I reggimenti del genio, guidati dal comandante Otto Peterson, impiegano in quella occasione 150 di tonnellate di Cloro in forma gassosa sotto lo sguardo attento e vigile di un tranquillo professore universitario di Breslavia: Fritz Haber. Pochi giorni dopo sua moglie, Clara Immerwahr, si suicida con la pistola d’ordinanza del marito e il capitano Haber, senza nemmeno fermarsi per il funerale, si precipita sul fronte orientale. Il geniale padre della chimica tedesca, coadiuvato da una impressionante schiera di brillanti scienziati, da quel giorno ha legato in maniera indissolubile il proprio nome agli orrori della Grande Guerra e alle tragedie dell’intero secolo breve. Ma chi fu davvero questo luminare della scienza del secolo passato? Quanto pesarono sulla sua vita successiva le sue innovative scoperte? Cosa resta di lui a più di un secolo da quel drammatico pomeriggio di primavera quando, forse senza aver piena cognizione delle possibili conseguenze, scoperchiò il vaso di Pandora in fronte al mondo intero?

SABATO 29 OTTOBRE: ENRICO CHIESURA RACCONTA LA RIVOLTA DI BUDAPEST

Nel primo autunno del 1956, sulla scia degli smottamenti prodotti nei mesi precedenti dalle dichiarazioni di Krusciov al XX° congresso del PCUS, Budapest è in pieno fermento. Da più di un decennio lo stato ungherese, ridotto ai minimi termini dopo le sconfitte subite nel corso delle due guerre mondiali, si trova infeudato nel sistema di potere sovietico. Il controllo della vita sociale ad opera della polizia politica del AVH e del Partito Ungherese dei Lavoratori (MDP) guidato da Matyas Rosenfeld, fattosi viepiù asfissiante nel corso degli anni, pare iniziare a scricchiolare sotto la pressione delle apparenti trasformazioni in corso con il processo di destalinizzazione. Così, mentre i vertici della nomenclatura sono scossi da una irrisolta ed estenuante faida interna, viene organizzata dagli studenti studenti universitari delle facoltà di Tecnologia ed Economia della capitale una manifestazione presso la statua del poeta Sándor Petőfi a Pest. Sono le ore 15 di un freddo pomeriggio d’ottobre del 1953 e si alza il sipario sul racconto delle tragiche giornate di Budapest.

GIOVEDI’ 27 OTTOBRE: MARCO CIMMINO RACCONTA L’OFFENSIVA GORLICE-TARNOW

“La storia del mondo non ha mai registrato nulla che possa essere anche lontanamente paragonato a questa spinta offensiva che è piombata sull’esercito russo, la gran parte del quale, inchiodata sul posto, è stata rapidamente annientata”. Nella primavera del 1915, per rispondere alla perdita austrongarica del complesso fortificato di Przemyśl ed alle puntate russe in Slesia, gli stati maggiori imperiali, guidati da Von Falkenhayn e dal suo omologo von Hötzendorf, valutarono diverse opzioni risolvendosi in ultimo di imbastire una grande offensiva in direzione della cittadina di Gorlice per scardinare il sistema difensivo nemico e puntare poi verso Cracovia. Alle prime luci di maggio le artiglierie del gruppo d’armate, condotto dal leggendario ussaro August Von Mackensen e coordinato dal colonnello von Seeckt, iniziano un pesante bombardamento delle linee zariste mentre anche le forze del serbo Boroević entrano in azione. E’ il preludio di un movimento devastante destinato a concludersi di lì a due mesi con la compelta conquista della Polonia da parte delle forze austro-tedesche e la grande ritirata degli eserciti dello zar oltre la Vistola.

SABATO 15 OTTOBRE: PRESENTAZIONE DEL LIBRO “LA VIA ROMANA AGLI DEI”

“Roma dominò il mondo grazie alla forza delle sue legioni”. Questa frase con valore di sentenza, appresa sin dai tempi della scuola, ha certamente un elemento di verità. Eppure se avessimo potuto chiedere ad un cittadino romano, ad un legionario, la causa prima del successo dell’Urbe probabilmente avremmo ricevuto una risposta differente, tanto più profonda quanto inaspettata. Leggendo le riflessioni scritte dai nostri antenati, indagando il racconto di miti ancestrali, degli oracoli e delle predizioni, esploreremo assieme ad Emanuele Viotti di @Ad Maiora Vertite le ragioni profonde che permisero, e addirittura spinsero, la Città Eterna ad elevarsi da piccolo villaggio ai margini delle paludi, a regina incontrastata dei destini del mondo.

GIOVEDI’ 15 SETTEMBRE: MARCO CIMMINO RACCONTA LA BATTAGLIA DI LOOS

Il 25 settembre del 1915, nel contesto di quella che i tedeschi chiamarono Battaglia d’autunno, le truppe britanniche del generale Haig si lanciarono all’assalto delle trincee nemiche dopo aver cercato di disarticolarne l’apparato difensivo con il massiccio impiego di gas al cloro. Nonostante l’accurata programmazione e l’impiego degli Scavatori del corpo degli Ingeneri Reali per il posizionamento di mine in gallerie in prossimità degli obbiettivi, ogni sforzo per aprirsi la strada ad oriente risultò vano. La superiorità tattica germanica, mostratasi notevolmente superiore alla dottrina offensiva degli alleati, unita alle avversità meteorologiche in cui finì per dibattersi il contingente d’oltremanica, trasformarono ben presto il terreno di scontro in un mattatoio conosciuto come “il Campo dei Morti di Loos”. Giovedì 15 settembre Marco Cimmino racconterà la devastazione e l’imperizia, il coraggio e l’abnegazione, di uno dei più tristi e bizzarri racconti della Grande Guerra

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SABATO 10 SETTEMBRE: MARCO BONIARDI RACCONTA LA BATTAGLIA DI LEPANTO

“molti si trovarono per combattere e molto aspramente e moltissimi valenti uomini e cavalieri morirono di qua e di là, perché ci si uccideva con spade e mazze, con catene ed azze, con archibugi da posta, con archibusetti, con frecce, con verrette e con ogni sorte d’arme da brandire o da lanciare e per disperazione s’impugnava qualsiasi arnese buono a far del male, che non c’era spazio alcuno per la fuga e bisognava di necessità morire o di fuoco o d’acqua”

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VENERDI’ 5 AGOSTO: SCACCO MATTO ALLA MORTE , INCONTRO CON L’AUTORE.

Un delitto, un enigma, una corsa contro il tempo sulle rive del fiume Arno. Sotto i colori dell’affresco celebrante il Trionfo della Morte si intrecciano le vicende di un giornalista, di una sua amica, di un vecchio professore, di un clochard e di un giovane docente dalla promettente carriera. Un’indagine in cui nulla è ciò che sembra davvero

VENERDI’ 24 GIUGNO: GIUSEPPE PARLATO RACCONTA LA MARCIA SU ROMA

Il 28 ottobre del 1922 si chiude il primo dopoguerra italiano. Migliaia di fascisti e di reduci provenienti da tutta Italia marciano sulla capitale per occupare i palazzi del potere senza incontrare alcuna reale resistenza da parte del governo e delle forze armate. È l’inizio del ventennio fascista, lo spartiacque nella storia nazionale. Ma cosa fu davvero la Marcia? Chi la ideò? Chi la organizzò e chi la diresse? Perché D’Annunzio non partecipò ad un’impresa che pareva cucita su misura per lui? Perché l’esecutivo si dimostrò tanto inadeguato da sollevare sospetti di connivenza? In occasione del approssimarsi del 100° anniversario di quell’evento li storico, Giuseppe Parlato entrerà nel dettaglio della cronaca per fornire un analisi lucida ed obbiettiva dei “tremendi eventi” di quei giorni.

SABATO 18 GIUGNO: ENZO BEARZOT RACCONTATO DA SUA FIGLIA

L’11 luglio 1982, nella spettacolare cornice del Santiago Bernabéu, la nazionale italiana di calcio batte nettamente la Germania Federale laureandosi per la 3ª volta campione del mondo. È il trionfo inaspettato di un indimenticabile gruppo di atleti , il riscatto di un sistema piegato dallo scandalo scommesse, l’apoteosi di un commissario tecnico destinato a diventare leggendario. Ma chi era davvero Enzo Bearzot? Come aveva vissuto i 28 giorni che avrebbero finito per consacrarlo come una delle figure più rappresentative dello sport italiano? Quali pensieri affollarono le sue notti mondiali mano mano che si avvicinava alla vetta più ambita? A queste e ad altre domande risponderà, nel quarantesimo anniversario di quell’evento sportivo, la figlia Cinzia, restituendo all’icona dello sportivo quella dimensione umana e personalissima di uomo e di padre

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GIOVEDI’ 16 GIUGNO: MARCO CIMMINO RACCONTA L’ENTRATA IN GUERRA DELL’ITALIA

ISONZO 1915 – Alle 4 del mattino di lunedì 25 maggio 1915 i cannoni di Forte Verena, sull’Altopiano di Asiago, aprono il fuoco contro le posizioni occupate dai soldati austrungarici. È l’inizio della partecipazione italiana al primo conflitto mondiale, il boato che annuncia l’entrata della nazione nella modernità. Dopo caotici mesi di frenetiche trattative e di giravolte diplomatiche, di manifestazioni e scontri di piazza, di tensioni e di speranze, il Regno d’Italia sotto il comando del nuovo capo di stato maggiore Luigi Cadorna scende in campo contro un Impero in grandissime difficoltà. Marco Cimmino ci racconterà come, nei primi 6 mesi del conflitto, il regio esercito, nel tentativo di aprirsi a “spallate” una via per Lubiana, lancerà 4 tenaci offensive sulla stessa direttrice strategica registrando decine di migliaia di perdite e raccogliendo risultati molto al di sotto delle aspettative originarie

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VENERDI’ 3 GIUGNO: LORENZA FORMICOLA PARLA DI ABORTO IN DOMUS OROBICA

La sera del 2 maggio dell’anno corrente sul sito della rivista americana “Politico” viene pubblicato un documento senza precedenti. Si tratta della bozza provvisoria di una sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti d’America redatta dal giudice Samuel Alito. Il caso – la cui decisione finale deve ancora essere resa pubblica – va sotto il nome di Dobbs vs Jackson Women’s Health Organization e concerne una legge dello Stato del Mississippi volta a restringere l’aborto entro le 15 settimane dal concepimento.
La legge oggetto della controversia risulta infatti incompatibile con Roe e con la sentenza che ne confermò la statuizione, Planned Parenthood vs Casey (1992). Come molti commentatori avevano anticipato, lo stato del Mississippi ha posto la Corte Suprema dinnanzi ad un bivio: stroncare la legge e confermare Roe e Casey, oppure dichiararla costituzionalmente legittima e, dunque, annullare le due sentenze e riconoscimento del diritto federale all’aborto.
Non sappiamo se la bozza fatta circolare sarà la sentenza definitiva. Le indiscrezioni rese alla stampa parrebbero deporre in questo senso.
Tuttavia, gli effetti di una decisione di tal fatta certo non si fermeranno sulla sponda occidentale dell’Atlantico. Ed è per questo motivo che dovremmo tutti, giuristi e non, guardare con interesse a cosa accadrà al Numero 1 di First Street, Washington, nelle prossime settimane.

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VENERDI’ 13 MAGGIO: MIRKO CAMPOCHIARI RACCONTA LA BATTAGLIA DI CHEREN

Lo scrittore scozzese Compton Mackenzie nel suo Eastern Epic (1951) ebbe modo di riassumere con queste parole il contributo italiano alla più importante battaglia combattuta nel Corno d’Africa. “Cheren è stata una delle più duri scontri di fanteria mai combattuti in questa guerra e ciò per l’ostinazione mostrata dai battaglioni Savoia, dagli Alpini, dai Bersaglieri e dai Granatieri, in una maniera composta e decisa, cosa mai mostrata dai tedeschi in nessuna battaglia recente. Nei primi cinque giorni di battaglia gli italiani hanno contato 5000 soldati colpiti (1135 di questi, mortalmente). Lorenzini questo giovane e coraggioso generale, è stato praticamente decapitato da una serie di colpi sparatigli dall’artiglieria britannica. Egli è stato un grande comandante delle truppe italiane in Eritrea.
L’infelice propaganda di guerra del tempo ha permesso alla stampa britannica di rappresentare gli italiani come soldatini di ventura; ma se escludiamo la divisione paracadutisti tedesca operante in Italia e i giapponesi attivi in Birmania, nessun esercito nemico col quale le truppe britanniche ed indiane hanno dovuto scontrarsi, ha saputo ingaggiare una battaglia più acre ed efficace di quella dei battaglioni Savoia a Cheren. Oltre ciò, le truppe coloniali italiane, fino al momento di capitolare sulle ultime postazioni, hanno combattuto con valore e coraggio e la loro lealtà in campo è stata testimone della eccellente amministrazione italiana e della valida preparazione militare operata in Eritrea”. La sera di venerdi 13 maggio Mirko Campochiari cercherà di approfondire un evento bellico colpevolmente dimenticato dell’ultima guerra, spiegando come e perché due imperi siano giusti a sfidarsi nelle aspre ed arse valli che si aprono in vista del Mar Rosso. 

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SABATO 30 APRILE: TOMMASO DE BRABANT PRESENTA IL SUO LIBRO “LA LUPA E IL SOL LEVANTE”

Il 7 dicembre 1941, formidabili squadre aeree giapponesi attaccarono una grande flotta di corazzate statunitensi ancorate a Pearl Harbor, nelle isole Hawaii: lo scontro trascinò nella Seconda Guerra Mondiale i due imperi più aggressivi dello scacchiere internazionale, mutando il corso della storia. Nell’ottantesimo anniversario di quell’evento, “La Lupa e il Sol Levante” esplora le relazioni tra il Giappone del Tenno e l’Italia del Duce: due Nazioni che, malgrado le iniziali distanze e la reciproca diffidenza, si trovarono alleate nella disavventura bellica. Un’epopea straordinaria e controversa, ancora sconosciuta – nei suoi dettagli e nei suoi retroscena – al grande pubblico.

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GIOVEDI’ 21 APRILE: MARCO CIMMINO RACCONTA LA BATTAGLIA DI GALLIPOLI

Nella tarda mattinata del 18 marzo 1915 una imponente squadra navale anglofrancese attacca i forti ottomani nello stretto dei Dardanelli con l’idea di aprirsi la strada in direzione di Costantinopoli. 17 corazzate supportate da svariati incrociatori, da 25 cacciatorpediniere e da 13 sottomarini battono per ore le posizioni fortificate lungo le pendici delle colline lungo la costa. Cionondimeno il fuoco di sbarramento diretto dagli ufficiali tedeschi agli ordini del comandante Cobnali e le mine depositate nelle fredde acque del canale aprono vuoti mostruosi nelle linee di combattimento alleate e, al tramonto, 8 unità della flotta attaccante sono affondate o messe fuori uso. Si tratta della peggiore performance del secolo per la Royal Navy, con perdite in proporzione di gran lunga superiori a quelle subite durante tutte le battaglie del secolo passato. È l’ouverture della grande Campagna dei Dardanelli che, pensata per costringere la Sublime Porta a ritirarsi dalla guerra dopo il disastro di Sarıkamış, rapidamente si trasformerà in un incubo senza via d’uscita per le potenze dell’Intesa. Per 9 mesi le truppe dell’impero britannico, ed i reparti ANZAC sopratutto, si dissangueranno sulle spiagge come sugli aridi pendii delle coste turche senza riuscire a sbloccare la situazione, lasciando nella memoria storica delle nazioni belligeranti un ricordo indelebile degli orrori della guerra.

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VENERDI’ 8 APRILE: GIOVANNI BADONE RACCONTA LA BATTAGLIA DELL’ASSIETTA

Nel pieno dell’estate del 1747 una poderosa armata d’oltralpe, guidata dal conte de Belle-Isle, risale le valli piemontesi in direzione del colle dell’Assietta, a cavallo tra la Val di Susa e la Val Chisone. Ad attenderli c’è una forza sabauda, riforzata da elementi austriaci, che conta appena un quinto degli effettivi francesi ed il cui compito è di mantenere la posizione per impedire l’aggiramento nemico del forte d’Exilles e la discesa verso la città di Torino. Lo scontro, protrattosi violentissimo per ore, vedrà la disfatta delle truppe di Lugi XV ed il più completo trionfo dei “bogia nen” della fanteria di linea piemontese. Giovanni Cerino Badone racconterà, in Domus Orobica, uno dei più gloriosi e dimenticati fatti d’arme della storia patria e di come questo successo influenzerà, nei secoli a seguire, il pensiero strategico della scuola di guerra piemontese prima e di quella italiana poi.

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VENERDI’ 25 MARZO: ALBERTO LEONI RACCONTA L’ASSEDIO DI MALTA

All’alba del 18 maggio 1565 un’imponente flotta da guerra posa l’ancora a largo della costa maltese. Solimano il Magnifico, il Gran Turco, il Sultano di Costantinopoli, ha spalancato i forzieri del suo tesoro per armare 250 navi e condurre i superbi eserciti della Sublime Porta alla conquista della piccola isola nel mezzo del Mediterraneo. Contro questa tempesta che monta dal levante del mondo, pronta a scagliarsi contro lo scoglio melitense, s’appronta un gruppo di uomini provenienti da mezza Europa sotto il comando del Gran Maestro degli Ospitalieri. Uno scontro epico e terribile deflagrerà per tutta l’estate, portando entrambi gli schieramenti ad un passo dal completo esaurimento. Un giorno dopo l’altro, un assalto dietro l’altro, le orde dei basci-buzuk ed i tenaci reggimenti di giannizzeri spargeranno sudore e sangue sulle mura dell’arcipelago, erodendo posizioni a cui i cavalieri corazzati si aggrappano con coraggio leonino nella disperata attesa una flotta di soccorso che sembra destinata a non giungere mai. Alberto Leoni racconterà per Domus Orobica di due mondi in lotta, di due implacabili nemici avvinghiati l’uno all’altro, in una scontro destinato ad entrare nella leggenda.

VENERDI’ 10 DICEMBRE: MARCO CIMMINO RACCONTA LA BATTAGLIA DI SARIKAMISH

1914 – Subito dopo l’entrata in guerra al fianco degli Imperi Centrali, allo scopo di alleggerire la pressione russa sul fronte galiziano e con l’intenzione di raccogliere un successo di prestigio sugli storici nemici, il ministro della guerra ottomano Enver Pasha inizia a studiare i piani di un offensiva sullo scacchiere caucasico. Nei progetti del suo ideatore, e dei consiglieri militari tedeschi che lo affiancavano, la terza armata turca avrebbe dovuto muoversi agilmente per raggiungere le posizioni nemiche e sorprenderle prima che i comandanti dello zar avessero modo di imbastire una difesa efficace. Per muoversi agilmente era necessario che le truppe fossero equipaggiate in maniera più leggera possibile operando in un teatro bellico pesantemente innevato e muovendosi tra cime prossime o superiori ai 2000 mt. Venerdì 10 dicembre Marco Cimmino racconterà, per Domus Orobica, la disperata corsa contro il tempo delle truppe ottomane per rompere lo schieramento avversario prima che le condizioni climatiche rendessero impossibile la loro stessa sopravvivenza. 

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VENERDI’ 12 NOVEMBRE: IL DISASTRO DEL GLENO

Il 1° dicembre 1923, alle 7e15 del mattino, crollò la diga del Gleno. 6 milioni di metri cubi d’acqua, detriti e fango si riversarono a valle travolgendo qualsiasi cosa si presentasse sul loro cammino, prima di gettarsi nel lago d’Iseo a meno di un ora dal collasso della struttura. Lungo il suo percorso, preceduta da un terrificante spostamento d’aria, la massa liquida spianò paesi, schiantò ponti, sradicò boschi, stritolando ogni cosa al suo passaggio. Centinaia di persone, trascinate dalla furia devastatrice dell’uragano, scomparvero nel giro di pochi minuti. L’avvocato Benedetto Maria Bonomo, già sindaco di Colere ed autore di un dettagliato saggio sulla catastrofe, racconterà per Domus Orobica la dinamica di quel tragico evento, cercando di fare luce sugli aspetti più oscuri della vicenda.

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VENERDI’ 8 OTTOBRE: GABRIELE TARANTO RACCONTA IL PROGETTO MANHATTAN

Il Mattino del 6 agosto 1945, un bombardiere B-29 Superfortress dell’aeronautica militare statunitense sganciava sulla città giapponese di Hiroshima un ordigno esplosivo con una carica di 64 kg di uranio arricchito. La bomba, esplodendo a 580 metri d’altezza, con una detonazione equivalente a sedici chilotoni, uccise sul colpo tra le 70 000 e le 80 000 persone. L’era atomica aveva avuto ufficialmente inizio.

Come era stato possibile sprigionare una simile potenza distruttrice? Qual era il segreto di morte racchiuso nella forma metallica della bomba? Quali uomini avevano lavorato segretamente ad un compito tanto ingrato? E perché? Gabriele Taranto ci guiderà nel racconto del progetto Manhattan dagli studi pionieristici di Marie Curie sino alle intuizioni di un team di geniali scienziati del Los Alamos National Laboratory, seguendo passo gli sviluppi che hanno permesso, secondo le parole del fisico Oppenheimer, di risvegliare “il distruttore dei mondi”

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VENERDI’ 24 SETTEMBRE: MIRKO CAMPOCHIARI (PARABELLUM) RACCONTA LA BATTAGLIA DI TUG ARGAN

Nell’agosto del 1940 le forze del regio esercito conquistano la Somalia britannica, occupando interamente il territorio del Corno d’Africa.
L’avventura coloniale italiana raggiunge il suo effimero apogeo, trovandosi ad amministrare nominalmente uno spazio geografico 6 volte più esteso della madrepatria. Concepito come parte di un trittico sulla fine dell’Africa orientale Italiana e come seguito ideale di una trilogia di lezioni sulla guerra d’Etiopia (1935-1936) già realizzata dallo stesso autore*, l’incontro approfondirà i presupposti strategici e lo svolgimento di una delle poche campagne vittoriose condotte interamente dalle nostre truppe durante il secondo conflitto mondiale.
A causa delle restrizioni dovute alle norme per il contenimento dell’epidemia di Covid19 è gradita la prenotazione per assistere dal vivo all’evento.

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MARTEDI’ 14 SETTEMBRE: MARCO CIMMINO RACCONTA L’ASSEDIO DI PRZEMYSL

1914 – Nel teatro del fronte orientale, dopo la pesante sconfitta subita ad opera dell’esercito zarista nei primi giorni di settembre, le forze asburgiche cercano di opporre resistenza concentrando oltre 100 mila uomini nella città precarpatica di Przemysl (attualmente nell’estremo sudest polacco). Oltre alle possenti mura della enorme città-fortezza, gli austrungarici possono contare su di un complesso sistema di difesa composto da 41 trincee, decine di forti perimetrali, postazioni fisse d’artiglieria pesante, chilometri di filo spinato, casematte, magazzini, caserme, depositi ed un piccolo aeroporto. Quando l’armata russa, comandata dal generale Selianov e dal bulgaro Dimitriev, entra in scena, accampandosi nei pressi della città, s’alza il sipario su quello che sarà ricordato come il più lungo assedio della Grande Guerra. Martedì 14 settembre lo storico Marco Cimmino racconterà, per Domus Orobica, uno tra i più interessanti e sottovalutati capitoli dell’intero conflitto mondiale.

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10 E 11 OTTOBRE: DUE GIORNI IN DOMUS TRA CULTURA E POLITICA!

Il 1 agosto 1944 Varsavia, soggetta all’esercito tedesco dall’inizio della guerra, insorge contro l’occupazione. L’idea è quella di profittare del momento di relativa debolezza della Wehrmacht, come del suo progressivo ed inarrestabile logoramento, per liberare la capitale della Polonia prima che lo facciano i sovietici del maresciallo Rokossovskij, acquartierati nei sobborghi orientali della città.
Contando sull’appoggio degli alleati e fidando nella prossimità dell’Armata Rossa, l’Armia Krajowa (l’esercito nazionale) impegnerà per due mesi le truppe del Reich in feroci e disperati combattimenti casa per casa, stanza per stanza, fino all’estrema ridotta del sistema fognario. Nessun soccorso significativo giungerà mai agli insorti mentre i sovietici rifiuteranno perfino di mettere a disposizione gli aereoporti in loro possesso per fornire la rivolta del necessario al suo sostentamento. La battaglia, uno degli episodi più gloriosi ed oscuri della guerra, si chiuderà sotto gli occhi del mondo con la deportazione dell’intera popolazione civile e la totale distruzione dell’abitato ordinata dal Führer, incrinando irrimediabilmente i rapporti tra la Polonia e i suoi alleati come riconosciuto dal governo polacco nei giorni immediatamente successivi la resa:
«Non abbiamo ricevuto alcun sostegno effettivo… Siamo stati trattati peggio degli alleati di Hitler in Romania, in Italia e in Finlandia. La nostra rivolta avviene in un momento in cui i nostri soldati all’estero stanno contribuendo alla liberazione di Francia, Belgio e Paesi Bassi. Ci riserviamo di non esprimere giudizi su questa tragedia, ma possa la giustizia di Dio pronunciare un verdetto sull’errore terribile col quale la nazione polacca si è scontrata e possa Egli punirne gli artefici»
Sabato 10 ottobre Marco Patricelli, storico di fama internazionale, racconterà per Domus Orobica i giorni della Rivolta, le luci e le ombre, gli eroismi e le miserie, la gloria e l’infamia, che accompagnarono il crepuscolo dello Stato Segreto Polacco.
L’appuntamento è per le ore 16.30

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Chi è Marco Patricelli?
MARCO PATRICELLI (Pescara, 1963) è uno storico italiano, esperto dell’Europa del Novecento e della Seconda guerra mondiale con al suo attivo decine di pubblicazioni. Ha insegnato storia dell’Europa contemporanea all’Università Gabriele d’Annunzio di Chieti-Pescara, collabora a giornali e riviste specializzate straniere, tiene lezioni, conferenze e seminari all’estero. Collaboratore per i maggiori network italiani, vincitore del Premio Acqui Storia nel 2010 e insignito dell’onorificenza di “Bene Merito” (Dobrej Zasługi lub Słusznej Nagrody) per l’alto profilo culturale dei suoi studi sulla storia polacca. I suoi articoli e le sue pubblicazioni hanno trovato eco sono stati tradotti su quotidiani internazionali come Washington Post, Chicago Tribune e Le Figaro, L’Opinion, Sunday Express, Le Soir ed El Pais. Compone musica sinfonica, pianistica e da camera. Tra le sue partiture, Pilecki’s Suite per orchestra dedicata agli episodi della vita del capitano di cavalleria Witold Pilecki.

Domenica 11 ottobre siete invitati ad un pomeriggio, organizzato insieme agli amici del “Il Talebano”, di dibattiti e approfondimenti su alcuni dei progetti messi in campo dal governo Conte dall’inizio della pandemia ad oggi.
L’appuntamento è per le ore 14.30!
Non mancate!

VENERDI’ 25 SETTEMBRE: MARCO CIMMINO RACCONTA LA BATTAGLIA DI GUADALAJARA

La battaglia di Guadalajara è certamente il capitolo più famoso e discusso nel racconto della partecipazione del Corpo Truppe Volontarie (C.T.V.) alla guerra civile spagnola. Con il passare del tempo lo scontro è esondato dall’alveo della storia per invadere il campo della leggenda. Quando l’eco della battaglia si alza nei cieli di Castiglia, tuttavia, l’impegno militare del regime al fianco dei nazionalisti è solo all’inizio e le operazioni belliche dureranno altri due anni prima di esaurirsi. Il sipario resterà alzato ancora a lungo su questo anticipo di guerra mondiale. Ma cosa fu davvero Guadalajara? Un disastro irreparabile o soltanto una battuta d’arresto? Come si comportarono i regolari italiani durante il corso del conflitto? E quali furono le caratteristiche peculiari del loro intervento? A queste e ad altre domande cerca di rispondere, per Domus Orobica, il professor Marco Cimmino.
Vi aspettiamo venerdì 25 settembre per le ore 20.45

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VENERDI’ 11 SETTEMBRE: MARCO SAITA RACCONTA “LA VOLANTE ROSSA”

La Volante Rossa fu una organizzazione antifascista a carattere paramilitare attiva, a Milano e dintorni, nell’immediato secondo dopoguerra, responsabile di diversi fatti di sangue tra la primavera del 1945 e l’inverno del 1949.
La fedina penale dei componenti della banda racconta una storia fatta d’omicidi, tentati omicidi, violenze private, invasioni di fabbriche, detenzione di armi e violazione di domicili. Ma chi erano gli autori di quella tragica stagione? Quale aria respirarono nei mesi e negli anni immediatamente successivi alla fine del conflitto? In che contesto si sviluppò questa amara storia? Quale ideologia armò la loro mano? E quali furono i rapporti che intercorsero tra i dirigenti del gruppo ed i responsabili del PCI? A queste e ad altre domande cercherà di rispondere, per Domus Orobica, il racconto dell’avvocato Marco Saita.
Vi aspettiamo venerdì 11 settembre alle ore 20.45.
L’evento è organizzato in collaborazione con gli amici di alle Radici della Comunità.

Domus Orobica
Spazio Sociale Identitario

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SABATO 11 LUGLIO: MARCO MESCHINI RACCONTA IL SACCO DI COSTANTINOPOLI!

Domus Orobica, in collaborazione con gli amici di Alle Radici della Comunità, è lieta d’invitarvi sabato 11 luglio ad una conferenza di puro carattere storico sul sacco di Costantinopoli.
Avremo il piacere di ritrovare il professor Marco Meschini, storico medievista.
La quarta crociata, i cavalieri dello Champagne e del Monferrato, la Guardia Variaga, la seta e l’argento, la Laguna ed il Corno d’Oro, Venezia e Costantinopoli, l’Adriatico e l’Egeo, le superbe navi dalle vele purpuree e le possenti mura della città sul Bosforo, il coraggio e la viltà, la fede e la cupidigia. Tutto questo, e molto altro ancora, nel racconto di Marco Meschini.
Vi aspettiamo per le 16.30.

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VENERDI’ 12 GIUGNO: PAOLO GULISANO RACCONTA LA CADUTA DEGLI HIGHLANDERS

Dopo la pausa Covid ci ritroviamo, in tutta sicurezza, venerdì 12 giugno in Domus Orobica per una conferenza sulla fine delle rivolte  anti inglesi in Scozia.
Il racconto delle sfortunate imprese di Bonnie Charlie e della rovinosa fine del sogno di una Scozia libera ed indipendente.
Paolo Gulisano ci accompagnerà dallo sbarco del re ad Eriskay ai fuochi della rivolta che divamparono tra gli highlanders, dalla trionfale marcia su Londra sino all’epilogo dell’ultima battaglia combattuta in Gran Bretagna.
La serata è organizzata in collaborazione con gli amici di Alle Radici della Comunità.
L’appuntamento è per le ore 20.45.

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MERCOLEDI’ 8 APRILE: CONFERENZA IN DIRETTA STREAMING CON MARCO MESCHINI

Mercoledì 8 aprile 2020 h.21.00

INCONTRO IN STREAMING

LA CROCIFISSIONE – CRONACA DI UN SUPPLIZIO
MARCO MESCHINI – Storico Medievista

In occasione della Settimana Santa Domus Orobica coglie l’occasione per invitarvi ad un incontro a tema tenuto del professor Marco Meschini. L’argomento della conferenza sarà il supplizio della croce come evento storico. Le forme reali in cui si esprimeva questa feroce condanna attraverso lo studio delle fonti coeve, delle indagini archeologiche e delle narrazioni relative alla più famosa e raccontata pena capitale del mondo antico.
L’evento sarà trasmesso in streaming sulla piattaforma ZOOM e sarà disponibile ai primi 300 contatti al seguente link.

https://zoom.us/j/529364048

Meeting ID: 529 364 048

Istruzioni:
Useremo un applicativo chiamato Zoom.

1-Dopo aver cliccato sul link in alto, il PC chiederà di installare l’app Zoom: non è necessario, si può procedere cliccando su: If you cannot download or run the application, join from your browser.
2-Si aprirà una finestra di dialogo in cui inserire il proprio nome, per poi entrare nell’aula virtuale.
3-Vi sarà richiesto di accettare (Agree e similari) i termini e le condizioni del servizio: è sufficiente dire sempre di sì.
4-Infine autorizzare l’uso del microfono e della telecamera.

Sperando di aver fatto cosa gradita Vi aspettiamo mercoledì sera.

PS – Nel caso si dovesse raggiungere il numero massimo di connessioni, e non fosse quindi possibile seguire in diretta la lezione, l’evento sarà comunque disponibile in differita sul canale nei giorni immediatamente seguenti.

SABATO 15 FEBBRAIO: MARCO VALLE IN DOMUS OROBICA

Siamo lieti d’invitarvi, sabato 15 febbraio, alla presentazione del libro del Dott. Marco Valle “Suez- il canale, l’Egitto e l’Italia”.
La conferenza è realizzata in collaborazione con gli amici di Alle Radici della Comunità. Presenta il Dott. Tommaso De Brabant, redattore di destra.it e Oltre la Linea.
L’appuntamento è in Domus Orobica per le ore 16.30.

Il canale di Suez ha appena festeggiato i suoi primi 150 anni. Un secolo e mezzo di studi, progetti, lavoro, traffici ma anche di intrighi, la complotti, speculazioni, guerre e rivoluzioni. La grande opera, passaggio strategico dell’economia mondiale e nodo geopolitico, fu al “tempo dell’imperialismo” sigillo e garanzia del potere anglo-francese sul Levante e sul Mediterraneo. Per l’Egitto, espropriato ed umiliato, il Canale divenne il simbolo del proprio riscatto, una lunga battaglia vinta da Nasser nel 1956 e consolidata dai suoi successori. Per l’Italia, “minore tra le potenze maggiori”, l’idrovia fu cruccio, ambizione, obiettivo e infine, grazie ad Enrico Mattei, occasione di incontro. Suez, quindi, come cartina tornasole per interpretare il “great game” mediterraneo, capire l’Egitto di ieri e di oggi, comprendere slanci, velleità e potenzialità del “sistema Italia”.

MARCO VALLE – Laureato in Storia, giornalista professionista è stato capo redattore di “Qui Touring”, direttore editoriale della casa editrice New Age e New Sounds, ha diretto riviste dedicate ai viaggi, alla moda e ai trasporti. Portavoce del ministro della Difesa dal 2009 al 2011, è consulente della Commissione Italiana di Storia Militare, collabora con “Storia in Rete” e “Il Giornale” e ha un suo blog su “ilgiornale.it”. Ha curato, tra l’altro, Il Novecento, un secolo di architettura europea (Abitare Segesta, 1999), Dove nacque l’Italia (De Agostini, 2005), 150 anni di Unità nazionale (Touring Club, 2011), Padova (Touring Club, 2016). È autore de Il Milanese e l’Unità italiana (Touring Club, 2012), Confini e Conflitti (Eclettica, 2014), Le Pen, la donna che spaventa l’Europa (Il Giornale, Fuori dal coro, 2017); “Suez. Il Canale, l’Egitto, l’Italia (historicaedizioni, 2019).

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VENERDI’ 24 GENNAIO: MARCO CIMMINO RACCONTA LA BATTAGLIA DI ADUA

Siamo lieti d’invitarvi, venerdì 24 gennaio, alla conferenza d’apertura di questo nuovo anno d’iniziative targate Domus Orobica.
Abbiamo voluto iniziare questo 2020 come l’abbiamo chiuso: con lo storico e saggista bergamasco Marco Cimmino.
Argomento della serata, organizzata in collaborazione con gli amici di Alle Radici della Comunità, sarà la disfatta di Adua: una delle pagine militari più nere della nostra Patria.
Marco Cimmino racconterà la battaglia che ha segnato la storia dell’italia Umbertina. Quando avventurismo, incompetenza e supponenza si scontrarono con l’impero d’Etiopia producendo la peggior sconfitta italiana del XIX secolo.
Vi aspettiamo in Domus Orobica per le 20.45.

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VENERDI’ 6 E SABATO 7: UNA DUE GIORNI DI EVENTI PER IL QUINTO COMPLEANNO DELLA DOMUS OROBICA

Abbiamo organizzato una due giorni di eventi in occasione del quinto compleanno della Domus Orobica.

Iniziamo venerdì 6 dicembre alle ore 21 con lo storico bergamasco Marco Cimmino che ci racconterà dell’impresa d’Alessandria d’Egitto della la notte tra il 18 e il 19 dicembre 1941, quando sei palombari della regia marina misero in atto la più famosa e spettacolare beffa della Xª Flottiglia MAS.

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Proseguiamo sabato 7 dicembre con la presentazione da parte di Paolo Gulisano del suo ultimo libro “Malachia”.
Papa Francesco è l’ultimo Papa? Le profezie di Malachia sono attendibili? Questa biografia ci rivela il vero Malachia, splendida figura della Chiesa medievale e, tra storia e misteri, ci proietta nel futuro prossimo venturo.

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Concludiamo con un apericena con piatti, vino e birra a km0

SABATO 23 NOVEMBRE: C’ERA UNA VOLTA IN AMERICA

Domus Orobica, in collaborazione con gli amici di Alle Radici della Comunità, è lieta d’invitarvi, il prossimo 23 novembre, ad una conferenza sugli Stati Uniti d’America.
Dall’Alt-Right agli scontri con l’estrema sinistra, dalla crisi economica alle nuove tensioni interrazziali, fino alle ultime follie iconoclaste in nome del “politicamente corretto”. L’America è anche questo. Un viaggio alla scoperta degli Stati Uniti attraverso il racconto di un giovane reporter che ha potuto toccare con mano la realtà statunitense e incontrare politici “populisti”, blogger, lavoratori, studenti e veterani. La “destra alternativa” di Steve Bannon, ma anche la galassia “progressista” finanziata dal miliardario George Soros, e la comunità italo-americana che per mesi ha difeso la statue di Italo Balbo e Cristoforo Colombo da chi avrebbe voluto abbatterle. Il tutto in un contesto sempre più caratterizzato da degrado e forti tensioni sociali. Il ritratto di una superpotenza a “stelle e strisce” mai stata così fragile e divisa. E in cui non è chiaro se Donald Trump rappresenti un segnale di ripresa, o soltanto l’ennesimo passo in direzione del baratro.

Edoardo Cigolini, classe 1993, è un giornalista e reporter. Ha collaborato con siti come Barbadillo.it e NazioneFutura. Dal gennaio 2016 scrive nelle pagine piemontesi de Il Giornale e per il mensile Espansione. Nel 2017, dopo essere stato uno dei vincitori del Reporter Day, ha realizzato per “Il Giornale – Gli occhi della guerra” un reportage negli Stati Uniti sulla “destra alternativa” americana. E’ autore del libro “America Profonda”, edito da Eclettica Edizioni. Dall’ottobre del 2019 è responsabile di CulturaIdentità per Torino e provincia.

L’appuntamento è per le 16.30.

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SABATO 26 OTTOBRE: ROBERTO MARCHESINI CI PARLA DI POLONIA

 

La Polonia è, senza dubbio, una di quelle nazioni che danno ancora un briciolo di speranza per una rinascita europea a chi, come noi, fa proprio i valori di Dio, Patria e Famiglia.
Un forte sentimento d’appartenenza nazionale, la Fede Cattolica e la consapevolezza della propria storia tanto gloriosa e tanto piena di tragedie sono le fondamenta su cui si formano le nuove generazioni di bambini polacchi.
La Polonia si presenta al ventunesimo secolo come una Nazione moderna, piena di risorse e progetti, che sta riuscendo a confrontarsi con le sfide del tempo d’oggi senza rinunciare alla propria identità.
A due settimane dal voto che ha visto la destra di Jaroslaw Kaczynski ottenere la maggioranza assoluta dei seggi, abbiamo voluto organizzare una conferenza per parlare del futuro della nazione polacca e del suo ruolo all’interno di un’Europa sempre più vecchia e secolarizzata.
Siete tutti, dunque, invitati Sabato 26 Ottobre in Domus Orobica per le 16.30. A parlarci di Polonia sarà l’amico Dott. Roberto Marchesini, a introdurre sarà Gabriele Cattaneo degli amici di Alle Radici Della Comunità.

Domus Orobica
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SABATO 13 LUGLIO: SCANDALO ABUSI IN VATICANO

Domus Orobica, in collaborazione con gli amici di Alle Radici Della Comunità, ha voluto organizzare, sabato 13 luglio, una conferenza dal tema molto spinoso.
Con il vaticanista Marco Tosatti affronteremo lo scandalo degli abusi all’interno della Chiesa esploso con il dossier Viganò.
Siete tutti invitati per le ore 16.30.

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Biografia (tratta da http://www.marcotosatti.com)
MARCO TOSATTI
Sono nato a Genova; ho vissuto a Torino, Genova e – ormai da molti anni – a Roma. Ho sempre voluto fare il giornalista, mi hanno convinto sin da piccolo che si trattasse di una professione nobile e importante. Ho “coperto” molti campi: cronaca, sindacale, parlamentare, educazione e scuola, diplomazia. Dal 1981 mi occupo in maniera continuativa di religione, e vivendo a Roma, in Italia, e in Occidente soprattutto di Vaticano.

VENERDI’ 12 LUGLIO: PAOLO PISANO’ IN DOMUS OROBICA

Domus Orobica, in collaborazione con gli amici di Alle Radici della Comunità, è lieta d’invitarvi alla presentazione del libro “Lettere a Cazzullo” di Paolo Pisanò.
L’autore ci guiderà nella ricerca della verità su alcuni quesiti riguardanti l’Italia fascista e su alcuni dei gialli più interessanti della Seconda Guerra Mondiale.
Vi aspettiamo venerdì 12 luglio alle ore 21 in Domus Orobica.
Presenta l’amico Italo Pilenga.

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Trama del libro:
Quale fu la vera essenza del fascismo? Perché gli italiani diedero a Mussolini un consenso di massa? Chi ha massacrato l’Italia con i bombardamenti terroristici a tappeto, gli stupri e le sevizie sulle popolazioni italiane? Chi ha consegnato la Comunità Israelitica italiana alla Gestapo nazista (fino ad allora impedita a toccare un solo ebreo sotto il Tricolore nonostante le nostre leggi razziali) scappando a rifugiarsi sotto la protezione dei conquistatori?

SABATO 22 GIUGNO: L’ENI DI ENRICO MATTEI

Il 27 ottobre 1962 Enrico  Mattei moriva a seguito di un attentato, per anni fatto passare come incidente aereo.
Abbiamo voluto organizzare, in collaborazione con gli amici di Alle Radici della Comunità e di Oltre la Linea, una conferenza per cercare di fare chiarezza sui motivi che hanno portato alla morte di Mattei; motivi che, evidentemente, vanno ricercati nella gestione dell’ENI da parte dell’ ex partigiano bianco.
Vogliamo, anche, tentare di attualizzare la questione parlando dell’attuale ruolo dell’ENI nelle questioni energetiche, soprattutto per quanto riguarda i rapporti con il mondo arabo.
Presenterà l’evento Fabio Sapettini, di Oltre la Linea e ci accompagnerà in questo viaggio Marco Valerio Solia, saggista e autore del libro “Mattei, obiettivo Egitto. L ENI, Il Cairo, Le Sette Sorelle”
Vi aspettiamo, quindi, sabato 22 giugno, alle 16.30, in Domus Orobica.

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GIOVANNI BRIZZI PRESENTA LE GUERRE CIMBRICHE

Domus Orobica, in collaborazione con Alle Radici della Comunità e Renovatio Imperii, è lieta di invitarvi, sabato 18 maggio, ad una conferenza di puro carattere storico.
Parleremo delle guerre cimbriche: il conflitto che ha portato Roma, tra il 113 a.c. e il 103 a.c., a trionfare sulle popolazioni germaniche dei Cimbri, Teutoni ed Ambroni.
Siamo orgogliosi di annunciarvi che a condurre la conferenza sarà il Prof. Giovanni Brizzi, professore ordinario di Storia romana presso l’Università di Bologna dal 1986; uno dei massimi esperti italiani di Roma antica.
A presentare sarà Davide Montingelli di Renovatio Imperii.
Vi aspettiamo presso i nostri locali in via Mascagni 85 per le 16.30.

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Chi è Giovanni Brizzi? (tratto da http://www.unibo.it)

Giovanni Brizzi è stato professore ordinario di Storia romana all’Università di Bologna. Ha insegnato anche presso gli Atenei di Sassari e Udine. Nell’a.a.1993/94 è stato professeur associé d’Histoire romaine presso l’Université de Paris IV-Sorbonne (Sorbona) per la durata di un anno. Alla stessa funzione è stato chiamato nuovamente per il semestre ottobre 2005-febbraio 2006.

Ha soggiornato e tenuto ripetutamente seminari e cicli di lezioni presso numerose Università e istituzioni culturali straniere (Fondation Hardt pour l’Etude de l’Antiquité Classique; Institut National d’Archéologie et d’Art della Repubblica di Tunisia a partecipare ai cicli di lezioni dell’Ecole Pratique en Sciences et Techniques du Patrimoine; Université Paul Valéry – Montpellier III; Université de Caen; Université Paris IV-Sorbonne; Ecole Normale Supérieure; Ecole Supérieure Militaire Saint-Cyr; Centre Gustave Glotz; Maison Suger de Sciences de l’Homme; l’Ecole des Hautes Etudes – Comité des Travaux Historiques et Scientifiques; l’Université Bordeaux III-Michel de Montaigne. Infine, negli a.a. 2012/13, 2013/2014; 2015/2016 ha tenuto corsi seminariali presso l’Università di Paris XIII-Villetaneuse.

Ha partecipato a commissioni di concorso, dottorato, ricercatorato e cattedra in Italia (più volte) e in Francia (Paris IV-Sorbonne). Ha fatto parte di numerose équipes di ricerca internazionali (Université de Caen; Centre de Recherches et Histoire Quantitative du C.N.R.S.; Séminaire d’Histoire Grecque dell’Université de Liège).

È stato cooptato spesso da organismi nazionali e internazionali per la valutazione di Centri e programmi di ricerca (Centre Glotz Sorbona, programma scientifico dell’Année Epigraphique, Agence Nationale de la Recherche, programma CNRS sulla guerra, Scuola Normale Superiore Pisa, Centro SAET, prof. Giardina etc.). Ha fatto parte della Giuria del “Prix International Thapsus”, assegnato dallo Stato tunisino ad un’opera letteraria, critica o storica riguardate quella Repubblica. E’ stato, insieme con una studiosa olandese, l’unico studioso europeo a contribuire alla giornata celebrativa per i 60 anni della SO.P.H.A.U (Société des Professeurs Français d’Histoire Ancienne à l’Université).

È socio ordinario dell’Accademia delle Scienze dell’Istituto di Bologna. È socio ordinario della Deputazione di storia patria delle provincie di Romagna. È segretario della “SISM. Società Italiana di Studi Militari”. È presidente onorario della “Phoenician’s Route (Route des Phéniciens), “Cultural Route of the Council of Europe” (“Itinéraire culturel du Conseil de l’Europe”). Con decreto in data 27 luglio 1995 è stato nominato Chevalier dans l’Ordre des Palmes Académiquesdella Repubblica Francese; poi (2007) promosso al rango di Officier nello stesso ordine. Nel 1999 ha ricevuto dall’Accademia Nazionale dei Lincei il Premio “Mario di Nola” per l’opera storica, conferito al volume Annibale. Come un’autobiografia.

I suoi interessi sono molteplici. Si è occupato, tra l’altro, dell’Italia nell’età medio-repubblicana, prestando particolare attenzione all’espansione dall’area tirrenica al medio e alto Adriatico, alle vicende del secondo conflitto con Cartagine e alla figura di Annibale, all’età delle conquiste oltremare. Ha indagato temi di antichità e storia militare antica. È stato cooptato come sub-editor, responsabile della sezione su The Roman Republic per “The Blackwell Encyclopedia of the Roman Army”, di recente pubblicazione (al cui interno ha redatto più voci). Ha scritto un volume generale di storia romana repubblicana; quattro capitoli (due insieme a Dominique Briquel) di un’ulteriore, grossa sintesi in lingua francese; e, in tempi recenti (2012), un altro, più generale trattato di Storia romana che segue linee ricostruttive originali dalla genesi di Roma alla nascita dell’impero cristiano. È autore di oltre 300 lavori a stampa, tra cui più di venti monografie o contributi di dimensioni monografiche; parecchie sue opere sono state tradotte in francese, spagnolo, portoghese. Ha pubblicato anche in inglese e in tedesco. È specialista riconosciuto di Storia annibalica e di storia militare antica.

Ha partecipato all’allestimento di numerose Mostre (tra cui quella su “I Fenici”, tenutasi nel 1988 a Venezia, nella sede di Palazzo Grassi, organizzata da Sabatino Moscati). Collabora tuttora in qualità di organizzatore, al grande Convegno internazionale di studio su “L’Africa romana” dell’Università degli Studi di Sassari. In questa sede Giovanni Brizzi ha contribuito a fondare ed ha poi diretto il Centro Interdisciplinare di Studi sulle Provincie Romane.

Ha partecipato a produzioni radiofoniche (“Alle 8 della sera”, “Il terzo anello”) o televisive (“La straordinaria storia d’Italia”, “Annibale”; “Spartraco” di Alberto Angela). Ha fatto parte (con Andrea Giardina, Angela Donati, Geza Alföldy e Robert Etienne) del gruppo di consulenza internazionale per il programma di fiction storica dal titolo Imperium(Luxvide) e di un analogo programma su Filippi e Azio per la TV francese. Ha collaborato e collabora, con quotidiani e periodici (tra cui, sistematicamente ormai, con “Il Corriere della Sera”).

SABATO 13 APRILE: MAFIA RUSSA, DAL GULAG ALLA CITY

Domus Orobica, in collaborazione con Alle Radici della Comunità, è lieta d’invitarvi ad una conferenza sulla mafia russa.
Partendo dalle testimonianze di un gigante come Aleksandr Isaevič Solženicyn analizzeremo l’evoluzione della mafia russa, con tutte le sue particolarità,  dai gulag alla city.
L’appuntamento è per sabato 13 aprile per le ore 16.30.
Presenta Dario Macconi, interviene Lorenzo Benassi.

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UNIONE SOVIETICA, LA CADUTA DI UN IMPERO

 

 

Il 2019 vedrà cadere il trentesimo anniversario della caduta del muro di Berlino.
Cogliamo l’occasione, in collaborazione con gli amici di Alle Radici della Comunità, per parlare più in generale del crollo del crollo dell’URSS.
Vi invitiamo, quindi, sabato 16 marzo presso i nostri locali, in via Mascagni 85, per una conferenza che cercherà di spiegare le ragioni della dissoluzione dell’URSS e le conseguenze che questa ha portato.
Relatore sarà Stelio Fergola, giornalista e scrittore napoletano classe 1981 e già ospite in Domus Orobica.
Presenta l’amico Arrigo Tremaglia.

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SABATO 16 FEBBRAIO: HEZBOLLAH, IL PARTITO DI DIO

Durante un recente viaggio in Israele, il Ministro dell’Interno Matteo Salvini ha definito terroristica l’organizzazione politica libanese Hezbollah.
Hezbollah, che significa partito di Dio,  si è distinto nella cooperazione con tutte le realtà religiose ed etniche di Libano e Siria, è una delle principali forze militari in campo contro l’estremismo islamico in Medio Oriente e promotore di numerose opere umanitarie volte allo sviluppo del del Libano.
Insomma cosa è realmente Hezbollah?
Vogliamo parlarne con Massimo Villani, del circolo culturale Beato Carlo d’Asburgo,  che dai tempi della guerra civile libanese si occupa delle comunità cristiane mediorientali e con Luca Steinmann, giornalista, reporter di guerra e docente universitario.
La conferenza è organizzata in collaborazione con gli amici di Alle Radici della Comunità.

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VENERDI’ 18 GENNAIO: MARCO CIMMINO PRESENTA “LA GUERRA DEI GHIACCIAI”

Comincia un nuovo anno e noi della Domus vogliamo farlo partire alla grande; siamo, infatti, lieti d’invitarvi alla prima delle iniziative culturali che abbiamo in serbo per voi per questo 2019.
Venerdì 18 gennaio sarà nostro ospite l’amico Marco Cimmino, storico militare e saggista bergamasco, che presenterà il suo libro “La battaglia dei ghiacciai, la grande guerra tra le nevi perenni”.
A centenario appena chiuso, abbiamo voluto appositamente aprire il nuovo anno con una conferenza sulla Prima Guerra Mondiale per rilanciare il messaggio che il sacrificio di sangue dei nostri “nonni” non è solo un ricordo da sbandierare in occasione di una ricorrenza ma è un esempio che vive quotidianamente dentro di noi.
L’evento è organizzato in collaborazione con gli amici di Alle Radici della Comunità.
Vi aspettiamo per le 20.45.

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LUNEDI’ 10 DICEMBRE: IL BELLO, IL BUONO, IL VERO DEGLI ANGELI

Segnaliamo a tutti gli interessati che Lunedì 10 Dicembre ospiteremo presso i nostri locali questa iniziativa.

SABATO 17 NOVEMBRE: DOTT. MARCO MESCHINI RACCONTA LA BATTAGLIA DI ARSUF

Sabato 17 novembre avremo il piacere di ospitare in Domus Orobica il Dott. Marco Meschini,  storico medievista, scrittore, docente universitario e ricercatore.
L’obbiettivo della conferenza sarà quello di analizzare cause, svolgimento e sviluppi della terza crociata; punto di partenza della narrazione del Dott. Meschini sarà la battaglia di Arsuf (7 settembre 1191), lo storico scontro che vide le truppe crociate, comandate dal leggendario Riccardo Cuor di Leone, sconfiggere  l’armata di Saladino.
L’iniziativa è organizzata in collaborazione con gli amici di “Alle Radici della Comunità”, vi aspettiamo per le ore 16.30.

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Biografia del Dott. Marco Meschini (tratta da https://search.usi.ch/it/persone/bcee2e142b10c855795f340f1f79d9f5/Meschini-Marco)

Biografia

Ho studiato Storia medievale presso l’Università Cattolica di Milano, perfezionandomi in seguito in diverse realtà europee, tra cui Roma (École Française), Monaco di Baviera (MGH) e Parigi.
Ho sviluppato consistenti esperienze professionali nei campi dell’editoria (Mursia Editore), del giornalismo («Il Giornale») e della comunicazione, in particolare in public speaking, consulenza aziendale e radiofonia (RAI, RSI).


Ricerca e insegnamento

Mi occupo della relazione politica e ideologica tra mondi culturali, così come tra il sacro e la violenza, in particolare in ambito crociatistico (seconda e quarta crociatacrociata albigese).
Mi interrogo sui pilastri culturali della civiltà occidentale medievale, integrando nelle tematiche affrontate (le crociate, il papato, l’eresia, le cattedrali) la dimensione del diritto; mi interesso inoltre del pensiero strategico medievale.
Ho compiuto alcune incursioni nel primo Cinquecento, investigando le novità nell’ambito dell’arte della guerra come riflesso di mutamenti culturali più profondi.
Mi sono dedicato all’analisi dei media tradizionali (in primis il libro), dei nuovi media e di internet, chiedendomi se e come cambia la conoscenza umana nella relazione tra gli spazi classici (materia, psiche, società) e il ciberspazio.
Già docente a contratto presso l’Università Cattolica di Milano, sono docente di Storia medievale (parte istituzionale) presso l’ISI e docente di Storia in un liceo luganese (Everest Academy).
Nei miei corsi ricerco la sintesi tra dimensione testuale e iconica della conoscenza, integrando antiche e nuove tecnologie, sia per la scoperta dei contenuti e dei metodi, sia per lo studio e la verifica di apprendimento e di maturazione critica. Concepisco la lezione come uno spazio teatrale in cui si delinea un (im)previsto percorso orale e visivo, scritto e materiale, laboratoriale, esperienziale e testimoniale.
Sono formatore di public speaking per la SUPSI e il Canton Ticino.

Pubblicazioni

Ho pubblicato una ventina di monografie a stampa e una decina digitali, tra opere accademiche e divulgative.

La mia tesi di dottorato è pubblicata presso l’Accademia Nazionale dei Lincei; gli altri volumi sono editi da Laterza, Pearson, Sellerio e altre case editrici.
Le mie pubblicazioni più mature si fondano sull’assunzione della dimensione narrativa nel processo di comprensione e comunicazione della Storia. Gli esempi più riusciti in tal senso sono L’eretica e i manuali firmati per i licei italiani.
Nel 2014 ho pubblicato un manuale di Storia medievale per gli studi universitari (Medioevo. Storia del millennio creatore dell’Europa).
L’articolo più recente è dedicato al De re militari di Radulfus Niger e al pensiero strategico del Pieno Medioevo («RSLR», L [2014/2], pp. 259-284).
Il mio ultimo ebook (2014) è dedicato al mondo digitale.
Per l’elenco completo rinvio al cv allegato e al mio blog personale: www.marcomeschini.me

Principali interventi pubblici

Per Rete Uno (RSI) ho firmato le serie radiofoniche Digito ergo sum (2013), Il mondo tra le mani (2013) e Il succo della Storia (2014).
Per Rai Radio2 ho condotto due cicli di 20 puntate: Le crociate (2006) e Le pietre e la luce: la cattedrale del Medioevo (2008).
Nel 2005-2006 ho ideato e realizzato per il quotidiano «Il Giornale» (Milano) una collana di libri dedicata al Medioevo, con 50 titoli e circa 2,5 milioni di copie diffuse.

SABATO 20 OTTOBRE: IL DOTT. ROBERTO MARCHESINI PARLA DI PSICOPATOLOGIE DA TRINCEA

In occasione del centenario della Prima Guerra Mondiale, siamo lieti di invitarvi, sabato 20 ottobre, ad una conferenza che affronterà una delle pagine più sconosciute del primo conflitto mondiale: le psicopatologie da trincea.
Vi è la tendenza a focalizzarsi quasi esclusivamente sui danni fisici che la guerra porta ai soldati che la combattono; lo scopo della nostra iniziativa è, invece, quello di aprirci alle ampie pagine che riguardano le malattie mentali che hanno colpito i nostri ragazzi sul fronte.
Relatore della conferenza sarà il Dott. Roberto Marchesini, psciologo e psicoterapeuta, già autore di “Il paese più straziato”, saggio che affronta appunto i drammi psichici legati alla guerra.
Presenterà Dario Macconi di Alle Radici Della Comunità.
L’appuntamento è per le 16.30 in Domus Orobica.

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SABATO 17 MARZO: CONFERENZA SU GIOVANNINO GUARESCHI

Siamo lieti di invitarvi, sabato 17 marzo, in Domus Orobica per una conferenza sulla figura di Giovannino Guareschi, scrittore e giornalista, d’ispirazione monarchica e cattolica, tra i più grandi e seguiti nell’Italia del dopoguerra.
Padre di “Don Camillo”, tra i primi a denunciare gli omicidi nel triangolo della morte, animatore del “Candido”, regista insieme a Pasolini del film “La Rabbia”, Giovannino Guareschi è stato questo e tanto altro.
Parliamo dell’argomento con Alessandro Gnocchi, scrittore e giornalista dell’area cattolica.
L’evento è organizzato in collaborazione con gli amici di “Alle Radici della Comunità”. Presenta Luca Alebardi.
Vi aspettiamo per le 16.30.

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1918, L’ANNO DELLA VITTORIA! CONFERENZA CON IL DOTT. MARCO CIMMINO!

 

Continua a leggere 1918, L’ANNO DELLA VITTORIA! CONFERENZA CON IL DOTT. MARCO CIMMINO!

SABATO 25 NOVEMBRE: CONFERENZA “LA RIVOLUZIONE NELL’ARTE”, CON IL DOTT. MARCHESINI

Com’è stato possibile passare dalla Cappella Sistina all’arte contemporanea?
L’imbruttimento dell’arte va di pari passo a quello dell’uomo?
Cos’è l’arte? Ha ancora senso parlare di arte ai nostri giorni?
affrontiamo l’argomento, in Domus Orobica, sabato 25 novembre con il Dott. Roberto Marchesini.
Vi apettiamo numerosi!

Chi è Roberto Marchesini?

Roberto Marchesini, psicologo e psicoterapeuta, lavora come consulente, formatore e terapeuta. È collaboratore de Il Timone, per il quale ha tenuto un corso sull’Identità di genere nell’ambito della Scuola di Apologetica. Ha collaborato al fascicolo “ABC per capire l’omosessualità” (San Paolo 2005), curato il testo “psicologia e cattolicesimo” (D’Ettoris 2009) e pubblicato i volumi “Come scegliere il proprio orientamento sessuale (o vivere felici)” (Fede & Cultura 2007) e “L’identità di genere” (I quaderni del Timone 2007). Ha pubblicato articoli su Cristianità, Il Domenicale, Il Settimanale di Padre Pio, Studi Cattolici, Famiglia Oggi

Tratto da: iltimone.org

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SABATO 14 OTTOBRE CONFERENZA 100 ANNI RIVOLUZIONE D’OTTOBRE

In occasione dei 100 anni della cosìdetta “rivoluzione d’ottobre” abbiamo organizzato una conferenza per conoscerne la storia, le ragioni e tutto il quadro completo che ha portato la Russia a diventare il primo paese comunista della storia.
Siamo quindi lieti di invitarvi sabato 14 ottobre per le ore 16.30, ovviamente in Domus Orobica. per ascltare l’intervento del Prof. Massimo Viglione (docente universitario, filosofo e saggista).
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VENERDì 9 GIUGNO: PRESENTAZIONE DEL LIBRO “RADIO ALTERNATIVE”

Siamo lieti di invitarvi, venerdì 9 giugno alle ore 20.45, in Domus Orobica per la presentazione del libro “Radio Alternative, quando la destra comunicava via etere”.
Sarà, ovviamente, presente l’autore del saggio Alessandro Alberti che ci farà un panorama sulle varie realtà di radio libere sorte in quella che la vulgata chiama superficialmente “destra”.
L’evento è in collaborazione con gli amici di “Alle Radici della Comunità”.

5 MAGGIO, CONFERENZA CON IL DOTT. FULVIO SCAGLIONE

Lo spazio Sociale Identitario Domus Orobica è lieta di invitarvi venerdì 5 maggio, presso i nostri locali, alla presentazione del libro “Il patto con il diavolo” del Dott. Fulvio Scaglione.
L’evento è stato organizzato in collaborazione con gli amici di “Riconquista Europea” e “Alle Radici della Comunità”.
Vi aspettiamo!

Il libro.

(tratto da http://www.ibs.it)

Chi è Fulvio Scaglione?
(tratto da http://www.fulvioscaglione.com)

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale “Famiglia Cristiana”, di cui nel 2010 ho varato l’edizione on-line del giornale.

Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l’Afghanistan, l’Iraq e i temi del Medio Oriente.
Ho pubblicato i seguenti libri: “Bye Bye Baghdad” (Fratelli Frilli Editori, 2003) e “La Russia è tornata” (Boroli Editore, 2005), “I cristiani e il Medio Oriente” (Edizioni San Paolo, 2008), “Il patto con il diavolo” (Rizzoli, 2016).
Continuo a collaborare con Famiglia Cristiana ma anche con Avvenire, Eco di Bergamo, Limes, EastWest, e online con Occhi della guerra, L’Inkiesta, Micromega, Eastonline e Terrasanta.Net.
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Marco Cimmino racconta la battaglia di Dien Bien Phu

dienbienphu

Giovedì 15 Dicembre terremo in Domus l’ultimo evento culturale dell’anno 2016. Sarà nostro ospite il Dott. Marco Cimmino, storico, giornalista e saggista, che ci parlerà della battaglia di Dien Bien Phu.
La battaglia di Ðien Bien Phu fu combattuta fra il 13 marzo 1954 e il 7 maggio 1954 dalle truppe dell’esercito francese, tra cui la leggendaria Legione Straniera, e le truppe nazionaliste vietnamite del Viet Minh nei pressi del villaggio di Ðien Bien Phu.
La battaglia fu un mescolarsi di tragedie, romanticismo, cameratismo, drammi, atti di eroismo, insensate scelte strategiche e di vicende umane estreme.
L’evento è organizzato in collaborazione con gli amici di Alle Radici della Comunità.
Vi aspettiamo numerosi!

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IMMIGRAZIONE A 360°, CONFERENZA CON GIANANDREA GAIANI

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Può piacere o meno, ma i numeri della presenza di stranieri nello “stivale”, clandestini o meno, rapportati ai dati relativi al picco demografico e alla fuga all’estero della popolazione autoctona parlano chiaro: è in atto un vero e proprio mutamento della popolazione in tutta Italia.
Possiamo girarci dall’altra parte e far finta che questa situazione non rappresenti un problema, oppure possiamo fermarci a riflettere e discutere seriamente delle cause, degli effetti sul tessuto sociale e delle possibili soluzioni da intraprendere.
L’enorme massa di manodopera a costo zero, rappresentata dai migranti, ha portato ad un mercato del lavoro praticamente neoschiavista; la questione Islam; la destabilizzazione, da parte della Nato, di Siria e Libia; la tanto tormentata questione profughi; la distribuzione sul territorio; la perdita di radici e tradizioni, ecc…
Le domande e gli spunti di discussione sono davvero tantissimi, proveremo ad affrontarne alcuni venerdì 28 ottobre alle ore 20.45, in Domus Orobica,  con Gianandrea Gaiani (direttore di analisi e difesa) e con l’On. Cristian Invernizzi (deputato al Parlamento Italiano).
Gaiani affronterà a 360° tutte le tematiche legate all’immigrazione,  mentre l’On. Invernizzi tratterà l’argomento dal punto di vista della gestione sul territorio del fenomeno.

Vi aspettiamo!

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INVERNO DEMOGRAFICO, CONFERENZA SABATO 28 MAGGIO

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Nel 2015 l’Italia è riuscita a scendere sotto il mezzo milione di nati; l’ennesimo traguardo raggiunto che va collocato all’interno di un perscorso di denatalità che da anni sta portando sempre più verso il baratro la nostra Patria.
Il problema delle pensioni, della forza lavoro, della cura agli anziani sono solo alcune delle problematiche che saranno destinate ad esplodere nei prossimi anni e che, di fatto, già in parte ci toccano.
Stiamo sempre più diventando un paese vecchio, stanco e socialmente disgregato, considerando che all’interno di questo mezzo milinione scarso di nati sono considerati anche i bambini figli d’immigrati e, dunque, culturalmente molto distanti da quell’identità comune che da migliaia di anni ha accomunato i popoli d’Italia.
Esiste un progetto dietro all’ “inverno demografico”? Quele speranze ha la nostra Patria? E’ un dramma solo italiano o che colpisce tutta l’Europa? Esistono precedenti storici ad una così grave crisi di nascite?
Ne discutiamo sabato 28 maggio, alle 16.30,  in Domus Orobica con il Dott. Giulio Raponi e il Dott. Enrico Chiesura.
L’iniziativa è organizzata in collaborazione con Alle Radici della Comunità.

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16 APRILE, CONFERENZA SULLA RIVOLTA DI PASQUA

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In occasione del centenario della “Rivolta di Pasqua”, avvenuta in Irlanda nel 1916, lo Spazio Sociale Domus Orobica ha organizzato, in collaborazione con Alle Radici Della Comunità, presso i propri locali (in via Mascagni 85) una conferenza con il Dott. Paolo Gulisano, autore di “Per l’Onore di Irlanda”, libro che narra, appunto, della grande insurrezione irlandese.
Vi aspettiamo tutti sabato 16 aprile alle 16.30!

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22 MARZO PRESENTAZIONE LIBRO “L’ALTRA CAMPANA” DI LUIGI CORTESI

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Luigi Cortesi, coniugato e padre di cinque figli, è comasco di nascita ma bergamasco di origine.
Autodidatta, culturalmente attento agli eventi politici e sociali del suo tempo così come a quelli storici, avido lettore e quindi ben documentato e preparato, dotato di naturale vis polemica quanto di capacità di analisi critica nella interpretazione degli eventi e degli avvenimenti, qui presenta la raccolta, quasi un’antologia dei suoi scritti, e perché no?, delle sue polemiche e dibattiti apparsi, nel tempo, sotto forma di “Lettere al giornale” sulle pagine dell’Eco di Bergamo.

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Venerdì 4 Marzo. La Guerra Psicologica: come la propaganda plasma l’opinione pubblica

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Domus Orobica, in collaborazione con Alle Radici della Comunità, è lieta di invitarvi all’incontro:
LA GUERRA PSICOLOGICA
Come la propaganda plasma l’opinione pubblica
Interverrà il prof. Julio Loredo
presenterà Pietro Macconi
4 marzo 2016, ore 20.45 presso Domus Orobica, via Mascagni, 85 Bergamo

Strategie di propaganda e delle tattiche di marketing elaborate per riuscire a imporre il volere e la sensibilità di una minoranza agguerrita alle “maggioranze silenziose”, e in questo modo muovere passi da giganti, in tempi tutto sommato brevi e con mezzi spesso limitati, sulla strada della conquista del potere.

Mai come oggi se ne vedono l’efficacia pratica e le conseguenze disastrose nell’anestetizzazione delle coscienze, nella relativizzazione dei princìpi primi, nella trasmutazione di tutti i valori.

Oggi, sul piano appunto della tecnica, per il pensiero relativista che si rivela nelle opzioni ecologista, animalista e soprattutto omosessualista fra “teorie del gender” e rifiuto radicale della natura umana data e normativa.
Imparare a riconoscere e a conoscere queste tecniche di sovversione, particolarmente adatte e quindi efficaci nelle società occidentali, serve però a contrastarle meglio.

 

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16 FEBBRAIO. INCONTRO CON LUCA ANDREINI, REGISTA DI “RUMOROSO SILENZIO”

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Siamo lieti di invitarvi martedì 16 febbraio presso la “Domus Orobica” per una serata incontro con Luca Andreini, regista di “Rumoroso Silenzio”.
A condurre la serata sarà Luca Urbani, presidente di “Alle Radici della Comunità”, che intervisterà il regista.
“Rumoroso Silenzio” è uno spettacolo teatrale che ha come tema la tragedia delle foibe.

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Guerra Civile in Siria: incontro e testimonianza di un Cristiano Siriano

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Alle Radici della Comunità, in collaborazione con Domus Orobica ed Alleanza Cattolica organizza, presso la Casa del Giovane – Sala Nembrini, un incontro con il prof. Claude Zerez, padre di Pascale Zerez, una ragazza cristiana di 20 anni, sposata da soli 3 mesi e uccisa sul bus che la trasportava da Lattakia ad Aleppo nell’ attacco delle bande dell’Armata Siriana “Libera”.
Claude Zerez, oggi vive da rifugiato in Francia senza dimenticare la sofferenza del suo popolo.
Interverrà Avv. Mario Villani, membro dell’Osservatorio sulle Comunità Cristiane in Medio Oriente.
Presentera Pietro Macconi di Alle Radici della Comunità

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EL ALAMEIN. CONFERENZA CON MARCO CIMMINO

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Venerdì 4 Dicembre siamo lieti di invitarvi alla conferenza, realizzata in collaborazione con Alle Radici della Comunità e Generazione Identitaria, sulla battaglia di El Alamein.
Ospite forte della serata sarà lo storico bergamasco Marco Cimmino che analizzerà la battaglia dal punto di vista storico-militare e di come la storia si sia tramutata, in questo caso, in leggenda.
Vi aspettiamo numerosi!

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CONFERENZA SULLA RUSSIA CON MAURIZIO BLONDET, 31 OTTOBRE.

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Sabato 31 ottobre , in Domus, avremo il piacere di ospitare il Dott. Maurzio Blondet che farà una panoramica sugli aspetti di geopolitica e politica interna riguardanti la Russia di Vladimir Putin.
La situazione sul Donbass, le attualissime manovre militari in Siria e le riforme interne in merito ad economia, famiglia e crescita demogrfica sono solo alcuni degli argomenti che verranno toccati durante la conferenza.
Siete tutti invitati!

Chi è Maurizio Blondet

Nasce a Milano il 22 febbraio del 1944. Giornalista dal 1970 per 37 anni, ora in pensione.
La sua vita professionale è legata a testate come Gente ed altri periodici  di Rusconi editore, il Giornale, l’Avvenire e La Padania, sia come autore ma anche come inviato. Ha collaborato a Italia Settimanale, diretto da Marcello Veneziani (una testata ora defunta)
E’ stato inviato speciale de Il Giornale (di Montanelli) , in seguito di Avvenire – dove è stato inviato a coprire le guerre balcaniche ed altri teatri di conflitto.
Fin dagli anni ’90 ha cominciato ad indagare sui poteri oligarchici, finanziari e sovrannazionali, che agendo dietro le quinte della democrazia guidano la storia – e la politica presente, sia sul piano internazionale che interno. Per esempio, per la editrice ARES (collegata all’Opus Dei) ha contribuito al volume “Gli antenati insospettati della rivoluzione”, sulla “fabbricazione” artificiale del movimento della rivoluzione culturale (che ha mirato non tanto alla presa del potere, quanto alla sovversione dei costumi e della morale), e su come questa “fabbrica” (che ebbe sede nella facoltà di Sociologia dell’Università di Trento) ha dato nascita all’ideologia delle Brigate Rosse. Forse come effetto collaterale, forse no.
Altre indagini sulle trame dei poteri forti internazionali, allora intenti a sviluppare gli organi di un “governo mondiale” prossimo venturo (dal Fondo Monetario all’Organizzazione Mondiale del Commercio, alla stessa Unione Europea) le ha raccolte nei tre volumetti dal titolo “Complotti”.
L’11 settembre 2001, inviato da Avvenire a Manhattan a coprire il mega-attentato delle Twin Towers, non ha tardato a scoprire e denunciare gli indizi che smentivano la “versione ufficiale”. In Italia, è stato il primo ad uscire con un volumetto che smentiva tale versione: “11 Settembre, colpo di stato in Usa”. Dove appunto ha sostenuto, portando gli indizi raccolti a New York, che non si trattava di un attentato “islamico” (del resto Bin Laden era un agente americano contro i sovietici in Afghanistan), ma di un di colpo di stato di tipo nuovo, una presa del potere dellle istituzioni del governo americano: dove un nuovo centro di potere (i neoconservatori, estremisti filo-israeliani della lobby ebraica in Usa) avevano detronizzato l’oligarchia storica “ (il Council on Foreign Relations, Rockefeller eccetera) per lanciare la super-potenza americana nelle guerre e destabilizzazioni dei paesi del Medio Oriente troppo potenti per Israele. A cominciare dall’Irak, paese modernizzato e media potenza regionale, per poi proseguire con la destabilizzazione-frammentazione di Libia, Siria, Libano, Iran…
Il volume “Chi comanda in America” (Effedieffe) stila appunto la mappa di questo nuovo establishment, di cui lumeggia il carattere messianico, fanatico e irrazionalista. Un altro testo essenziale che illumina l’azione di questi poteri in Europa, fin dal ‘700, è “Cronache dell’Anticristo”.
Con l’11 Settembre il potere americano ha inaugurato un nuovo metodo di conquista mondiale: non più il Nuovo Ordine Mondiale ottenuto con l’interdipendenza economica e sostanzialmente quasi pacifico e consensuale, ma un “Impero del Caos” scatenato. Mentre lo scopo finale del primo progetto globalista era espandere “la democrazia di mercato”, questo nuovo potere ha la destabilizzazione come fine ultimo e sufficiente.
Quando ha spaccato un paese (come ad esempio la Libia) e l’ha ridotto a gruppi armati che si combattono l’un l’altro in nome di qualche Islamismo, ha raggiunto il suo scopo – come del resto ha affermato a chiare lettere George Friedman, il gestore del sito Stratfor. L’America non mira più a pacificare questi paesi per farne i suoi vassalli e suoi mercati, come ha fatto agli europei nel dopoguerra. Il fine nuovo, di stampo ebraico, è quello descritto nella Bibbi quando sarà instaurato il Regno d’Israele: “spargerò il terrore di te” sulle nazioni, abiterai “case che non tu hai costruito”, raccoglierai da “campi che non ha coltivato tu”. La sola concezione possibile di impero, per Israele, è il saccheggio e il terrore.
L’altra essenziale novità è ch la guerra dell’Impero del Caos è “totale” ed orwelliana (con riferimento al romanzo 1984 di Orwell): in pratica,la superpotenza usa come mezzo di guerra tutti i mezzi di illusione di cui dispone – i media, le tv, Hollywood, i video dello Stato Islamico eccetera – allo scopo di trascinare le opinioni pubbliche europee nelle sue guerre, terrorizzando le masse con “immagini”, diffondendo stati d’animo voluti e progettati a tavolino. L’illusionismo ipnotico si è intravisto l’11 Settembre, ma anche nell’eccidio di Charlie Hebdo….Bisogna essere consapevoli che questa parte della guerra totale è diretta contro di noi. Siamo noi il nemico da soggiogare e terrorizzare con minacce immaginarie, o immaginariamente ingigantite, lo spettro colossale di un “nemico” misterioso, inafferrabile e imprecisabile, sterminatore, enigmatico.
Attualmente Maurizio Blondet svolge prevalentemente l’attività di conferenziere. Dal 2015 ha dato vita al presente blog personale.

Biografia tratta da: http://www.maurizioblondet.it

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UNA BIRRA CON ITALO PILENGA. VENERDI’ 16 OTTOBRE

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2 ottobre 2015. I Miti della Guerra Civile Spagnola, incontro con Pio Moa

Vi invitiamo al prossimo evento organizzato dagli amici di “Alle Radici Della Comunità”.

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Venerdì 2 ottobre 2015 alle ore 20,45 presso la sede dell’Associazione “Torquato Tasso” (via Tasso 7 Bergamo) le associazioni “Alle Radici della Comunità” e “Torquato Tasso” organizzano un incontro con lo storico galiziano Pio Moa sui Miti della Guerra Civile Spagnola.
Correlatore Marco Cimmino
Presenterà Angelo Manazza de “Torquato Tasso”

Pio Moa, nato in Galizia nel 1948, è oggi il più letto, brillante e controverso storico della Guerra civile spagnola.
A metà degli anni ’70 ha fondato un gruppo di “resistenza antifascista”, la squadriglia terrorista dei maoisti del Grapo. Moa ha in seguito abiurato la fede comunista all’inizio negli anni Ottanta.
Avvicinatosi agli studi storici tra il 2003 e il 2004 dà alle stampe una serie di libri sulla Guerra civile spagnola, prima Los orígenes de la Guerra Civil Española poi Los mitos de la Guerra Civil. Il successo di vendite di questi suoi volumi fa subito esplodere un caso politico, facendolo diventare la bestia nera della storiografia ufficiale.
Le tesi di Moa, basate su ampie e accurate documentazioni d’archivio, ribaltano le interpretazioni tradizionali sulla genesi della guerra civile del ’36-’39.

Per maggiori informazioni s’invita a consultare
http://www.facebook.com/events/690985167705412

SABATO 26 SETTEMBRE, SENTINELLE IN PIEDI!

SEGNALIAMO L’INIZIATIVA DI SABATO 26 SETTEMBRE DEGLI AMICI DELLE SENTINELLE IN PIEDI

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“L’ideologia del godimento” PRESENTAZIONE LIBRO

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Lo Spazio Sociale Identitario “DOMUS OROBICA” è orgoglioso di invitarvi alla presentazione dell’ultimo libro del sociologo Fabrizio Fratus e dello psichiatra Paolo Cioni: “L’ideologia del Godimento, sesso e potere nella società delle immagini”.

“Sex” è la parola più digitata nei motori di ricerca virtuali. L’industria pornografica incassa 57 miliardi di dollari l’anno. I contenuti porno sul web sono più di 372 milioni per oltre 4,2 milioni di siti hard consultabili. La pubblicità, la letteratura, l’intrattenimento televisivo sono saturi di immagini, video, foto e materiale a sfondo sessuale. Un mondo simulato, ideale, carnale ma spassionato, che si frantuma con la realtà del quotidiano, che esorta gli individui a rinchiudersi nell’intimità della pornografia, alla ricerca del godimento. “Godi!” è l’imperativo, la norma imposta ai cittadini del “porno-brodo globale”, la nuova ideologia gestita e coordinata da un’industria specializzata e capillare, che estende il suo dominio indiscriminatamente su giovani e adulti di entrambi i sessi. Eppure, mentre l’atto sessuale diventa una merce accessibile ovunque, il mondo perde la sua potenza erotica, il desiderio di vita, il fine riproduttivo. Quali sono le conseguenze? Quali sono i danni di questa nuova ideologia del godimento?

L’evento è stato organizzato in collaborazione con l’associazione culturale “Alle Radici della Comunità”, con il circolo culturale “Il Talebano”, con il movimento “Generazione Identitaria” e con Il Circolo culturale “Proundon”.
Vi aspettiamo SABATO 19 SETTEMBRE alle 16.30 in VIA MASCAGNI 85 (Bergamo)

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Ciao Enzo

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Ieri sera l’amico, fratello Enzo è tornato a Dio.

Vogliamo ricordarlo con le parole di Marco Cimmino.Addio a Enzo De Canio:

di Marco Cimmino

Epicuro diceva che la morte non è un problema: o c’è lei o ci siamo noi.
Per qualcuno la cosa appare del tutto falsa: ci sono persone che muoiono un po’ ogni giorno, nel terrore della morte. Altre persone sono morte anche se non lo sanno: vivono una vita fatta di ombre, di apparenze, di desideri appagati o di invidie inestinguibili.
Enzo De Canio non temeva la morte: sapeva di avere un male che difficilmente ci concede paci o tregue, e lo accettava, come accettava la vita, con un’aria tra lo scanzonato e il trasognato. Con quel suo passo lento ed uguale e la sua voce bassa e tranquilla.
Temeva, questo sì, di essere vissuto invano: di avere dedicato tutta la sua vita a scrivere il proprio nome sull’acqua. Fin da giovanissimo, il suo scopo era stato percorrere la strada della politica e della cultura: di una politica culturale, se preferite. E, infine aveva dato corpo alla sua battaglia, tra mille insulti degli avversari e mille alzate di spalle dei sodali, generando una creatura formidabile e fragilissima: l’associazione “Alle radici della Comunità”.
Di questa, fino alla fine, ha temuto la morte: Enzo non aveva figli, ma nutriva, nei confronti di questa sua prole intellettuale, lo stesso amore pieno di ansie di un genitore vero. Tanto che, ieri, qualche ora prima di andarsene, ancora mi ripeteva che ci saremmo dovuti trovare, tutti assieme, per decidere la rotta della sua associazione, dato che la sua salute non gli avrebbe più permesso di esserne il factotum.
Un progetto che è diventato il suo testamento: questo non è un coccodrillo, una mestina, un necrologio. E’, invece, un richiamo al dovere e al sentimento di chi abbia conosciuto, stimato, voluto bene a Enzo De Canio: il miglior ricordo, per uno come Enzo, non è celebrarlo con qualche parola di circostanza. Quello lo può fare chiunque: perfino quelli per cui, specialmente negli ultimi anni, egli ebbe solo accenti di disprezzo e di delusione.
Ricordare Enzo De Canio significa proseguire nella sua scia, perchè possa continuare a camminare al nostro fianco. Il mio, perciò, più che un ricordo di Enzo è un appello affinchè la sua associazione continui a vivere: affinchè, seguendo l’esempio del più straordinario organizzatore di eventi culturali che Bergamo abbia visto da decenni a questa parte, ciò che lui ha seminato non vada perduto: politici, associazioni, fondazioni, semplici cittadini, hanno ricevuto da Enzo De Canio un’enorme eredità, che non deve andare perduta, per interessi di scuderia, disinteresse, semplice disattenzione.
Certo, sarà strano non vederlo più chiacchierare, in via XX settembre o ai tavolini del Balzer: ma sarebbe più strano ed infinitamente più doloroso saperlo dimenticato, come una parentesi, un personaggio bizzarro, un illuso.
Questa città, quasi certamente, nonostante una lunga militanza nel Consiglio Comunale, non gli dedicherà strade od epigrafi, che non si negano a nessuno, tranne a quelli come Enzo: per questo, è ancora più importante che i suoi amici, i suoi simpatizzanti, i suoi epigoni, si raccolgano intorno a questo suo progetto culturale.
Solo così Enzo vincerà la sua battaglia di civiltà e di sapere.
Solo così, sulla sua lapide immaginaria, scriveremo le parole immortali di quell’Orazio che gli era tanto caro, e che sembrano scritte per lui: exegi monumentum aere perennius.

L’ARTE DELLA GUERRA. Da Sun Tzu al Califfato

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29 maggio 2015. Incontro con la scrittrice Antonia Arslan

Riportiamo l’iniziativa degli amici di “Alle Radici della Comunità”:

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Venerdì 29 maggio 2015 alle ore 20,45 presso l’aula magna dell’isitituto tecnico commerciale Vittorio Emanuele II in via Lussana 2 – Bergamo (vicino alla stazione autolinee) le associazioni“Alle Radici della Comunità”, “Torquato Tasso” e “L’Officina dell Idee” organizzano un incontro con la scrittrice Antonia Arslan che presenterà il suo ultimo romanzo “Il rumore delle perle di legno”. Correlatore Carlo Saffioti de L’Officina delle Idee Presenterà Luca Urbani de “Alle Radici della Comunità”. Vi sarà un indirizzo di saluto di Angelo Manazza de “Torquato Tasso”.

Scrittrice e saggista italiana di origine armena. Laureata in archeologia, è stata professore di Letteratura italiana moderna e contemporanea all’Università di Padova. Ha curato un libretto divulgativo sul genocidio armeno (Metz Yeghèrn, Il genocidio degli Armeni di Claude Mutafian) e una raccolta di testimonianze di sopravvissuti rifugiatisi in Italia (Hushèr. La memoria. Voci italiane di sopravvissuti armeni). Nel 2004 ha scritto il suo primo romanzo, La masseria delle allodole (Rizzoli), che ha vinto il Premio Stresa di narrativa e il Premio Campiello e il 23 marzo 2007 è uscito nelle sale il film tratto dall’omonimo romanzo e diretto dai fratelli Taviani. La strada di Smirne (Rizzoli) è del 2009. Nel 2010, dopo una drammatica esperienza di malattia e coma, scrive Ishtar 2. Cronache dal mio risveglio (Rizzoli). Nel 2010 esce per Piemme Il cortile dei girasoli parlanti. Il libro di Mush, sulla strage degli armeni di quella valle avvenuta nel 1915, è pubblicato da Skira nel 2012.

Siria, echi di Guerra dal Medio Oriente. Conferenza 18 Aprile.

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Siria, echi di Guerra dal Medio Oriente.

Giornali e tv continuano, ogni giorni, a bombardare l’Italia di notizie e informazioni, per altro molto discutibili, sul conflitto in Siria e Medio Oriente.
Sabato 18 Aprile cercheremo di analizzare gli scenari di guerra che interessano l’altra sponda del Mediterraneo con il supporto dell’Avv. Mario Villani e del Dott. Massimo Granata, membri dell’Osservatorio sulle Comunità Cristiane in Medio Oriente.
Un viaggio tra geopolitica e i drammi delle singole comunità locali, tra realtà e mistificazione mediatica che ci aiuterà a comprendere al meglio le dinamiche e i fili che muovono il conflitto in Siria.
La conferenza è aperta a tutti.

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OSSERVATORIO COMUNITA’ CRISTIANE IN MEDIO ORIENTE

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20 febbraio 2015. Incontro con il giornalista Pietrangelo Buttafuoco

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Venerdì 20 febbraio 2015 alle ore 20,45 presso la sede dell’associazione “Torquato Tasso” in via Tasso 7 a Bergamo si terrà un incontro con il giornalista e scrittore Pietrangelo Buttafuoco intervistato da Marco Cimmino.