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DOMENICA 21 DICEMBRE: MARCO RIZZO PRESENTA “UNA BIOGRAFIA DI PERIFERIA”

“Un tempo le periferie erano fabbriche, piazze, bar, sudore, calcio e lotta politica. Oggi sono passerelle televisive per chi ci è nato, ci è cresciuto e non le riconosce più. Perché la periferia, nel mondo di oggi, deve essere raccontata con parole politicamente corrette, possibilmente in inglese. Deve diventare una categoria socioculturale, non più una condizione reale. Un set per videoclip, non un racconto di verità. In queste pagine non troverete il tono rassicurante delle autobiografie scritte su misura per piacere. Troverete invece la voce ruvida, precisa, dolorosamente vera di chi non si è mai adeguato. Un ragazzo cresciuto nel cemento, tra le cerbottane e le legnate, tra la curva e la classe operaia, tra un padre spezzato dal lavoro e una madre con il battipanni pronto. Un uomo che ha scelto di restare scomodo, mentre gli altri facevano a gara per sedersi ai tavoli giusti. Qui non si parla di diritti civili con il tono politicamente corretto di chi ha sempre avuto tutto. Qui si parla di diritti sociali, quelli veri. Quelli che ti strappavi con le unghie sotto i cancelli della Fiat. Quelli che oggi non fanno più notizia. Quelli che non interessano a nessuno perché non generano like. E allora eccolo, questo libro: un atto d’accusa, una mappa del disincanto, un grido politico senza retorica. Ogni riga è uno schiaffo a chi ha voltato le spalle alla propria storia, a chi ha barattato la militanza con il marketing, la coerenza con il potere, la lotta con la carriera. Una biografia di periferia è il diario crudo e necessario di un’Italia che non si racconta più, perché dà fastidio. Perché ricorda che un tempo si moriva per un’idea. E che oggi, per un’idea, non si rinuncia nemmeno a un aperitivo”

VENERDI’ 12 DICEMBRE: ANTONIO BESANA PRESENTA LA “TREGUA DI NATALE”

Sul finire del dicembre 1914, lungo la linea dei trinceramenti che punteggia l’intero fronte occidentale, ha luogo un episodio insolito per il XX° secolo: Una tregua di Natale. Nel saliente di Ypres, sui parapetti tedeschi, compaiono candele e piccoli alberi, mentre si alzano nella gelida aria di inizio inverno le note di Stille Nacht. Note a cui i britannici britannici rispondono con proprie melodie. Dai due lati del campo di battaglia, dopo un iniziale titubanza, si scambiano saluti improvvisati, prima urlati, poi più vicini, finché alcuni soldati escono dalle trincee e si incontrano a metà strada nella terra di nessuno. La “Tregua Dei” non viene formalizzata e non si estende a tutto il fronte ma, laddove prende forma, assume sempre i medesimi caratteri: I soldati condividono tabacco, cioccolato, alcool, cercano di dialogare, scattano foto ricordo, arrivando persino a improvvisare partitelle di calcio sul terreno indurito dai rigori invernali. L’armistizio permette inoltre di recuperare i caduti lasciati a bocconi sul campo tra il filo spinato; pattuglie miste li trasportano nelle immediate retrovie e li seppelliscono con brevi riti. L’iniziativa, nata senza l’avvallo dei comandi, indispone gli ufficiali superiori che la osservano con diffidenza e si affrettano a scoraggiarne la ripresa. In analoghe occasioni, nei mesi e negli anni successivi, tentativi simili vengono repressi e la guerra di posizione torna a abbruttire il saliente di con bombardamenti, assalti e perdite elevate. La tregua di Natale resta pertanto un episodio circoscritto, caratterizzato da un’interruzione temporanea del combattimento e da un contatto diretto tra soldati avversari, registrato nella memoria dei reparti e nelle testimonianze inviate in patria come un fatto quasi miracoloso nella sua ovvietà, ma isolato e irripetibile.

VENERDI’ 28 NOVEMBRE: AMEDEO MADDALUNO PARLA DI CRISTRIANESIMO SIONISTA, EVANGELICI PER ISRAELE

Il cristianesimo sionista è un fenomeno teologico e politico che negli ultimi decenni ha assunto un peso crescente nel dibattito internazionale. Alla sua base vi è l’idea che il ritorno del popolo ebraico nella terra d’Israele non sia soltanto un fatto storico o politico, ma l’adempimento di precise profezie bibliche. Questa visione, molto diffusa soprattutto in ambienti evangelici statunitensi e sudamericani, lega storia contemporanea a una interpretazione letterale della Scrittura, comprendendo gli eventi in Medio Oriente come tappe necessarie verso il compimento dei tempi finali. Il quadro dottrinale in cui si inserisce questa prospettiva è il dispensazionalismo, una corrente teologica nata in opposizione alle interpretazioni classiche della cristianesimo apostolico, nell’ambito del protestantesimo anglosassone ottocentesco con autori come John Nelson Darby. Secondo questa visione, la storia della salvezza è suddivisa in diverse “dispensazioni”, periodi in cui Dio si rapporta all’umanità secondo modalità specifiche. Una delle conseguenze di questa impostazione, oltre alla mancanza di una legge morale universale, è la separazione netta tra il ruolo della Chiesa e quello di Israele: quest’ultimo mantiene una missione profetica distinta, che va realizzandosi anche attraverso eventi geopolitici attuali. Introdurre il tema del cristianesimo sionista e dell’accelerazionismo biblico significa quindi interrogarsi non solo sulle sue implicazioni religiose, ma anche sull’impatto che queste idee esercitano sulla politica internazionale, sul dialogo interreligioso e sul modo stesso in cui credenti e non credenti leggono la storia.

VENERDI’ 21 NOVEMBRE: LIVIO GAMBARINI PRESENTA “LA PAPESSA DI MILANO”

Milano, 22 gennaio 1277. Dopo quindici anni di guerra civile, Matteo Visconti entra trionfalmente in piazza Sant’Ambrogio. La sua ambizione è chiara: diventare il signore di Milano. A sostenerlo c’è Maifreda Pirovano, sua cugina e amore giovanile, una donna che ha sacrificato i privilegi aristocratici per dedicarsi a Cristo e agli oppressi. Ma le braci della guerra contro i Torriani non sono spente. L’esiliato Guido della Torre e l’astuto Cassono tramano per riconquistare il potere perduto e il loro piano si intreccia con la predicazione di un nuovo e sovversivo movimento, che raccoglie adesioni anche tra le famiglie più influenti. Gli adepti parlano di parità tra uomo e donna, di riforma della Chiesa, addirittura di una papessa. Tra intrighi politici e ideali religiosi, il romanzo ripercorre il più drammatico processo inquisitorio del medioevo milanese

GIOVEDI’ 13 NOVEMBE: KAOS GLOBALE, FULVIO SCAGLIONE E MARCELLO BERERA FANNO IL PUNTO SULLA GEOPOLITICA

Il mondo è sempre più diviso tra USA e il blocco Cina-Russia. Washington difende la propria egemonia mentre Pechino punta al primato tecnologico e Mosca sfida l’Occidente sul piano militare ed energetico. Dalla Terra Santa ai Caraibi, dal Africa equatoriale al Sud Est asiatico, tra sanzioni, guerre e diplomazia, si ridefinisce il nuovo equilibrio globale: multipolare, incerto e pieno di tensioni.

VENERDI’ 7 NOVEMBRE: GIOVANNI CERINO BADONE RACCONTA “AIN EL-GAZALA, IL TRIONFO DI ROMMEL”

Nel primo pomeriggio del 26 maggio 1942 le forze corazzate italo-tedesche al comando del generale Crüwell danno il via all’offensiva dell’Asse con la “Variante Venezia” (Unternehmen Venezia), un attacco diversivo lungo il settore settentrionale di Ain El-Gazala. La Divisione Trento impegna le linee britanniche allo scopo di coprire la grande manovra aggirante dell’Afrika Korps che, coperta da una provvidenziale tempesta di sabbia, muove più a sud poco dopo. Il silenzio immacolato del deserto libico è squarciato dal fragore delle artiglierie e dal rombo degli aerei: inizia così la battaglia di Ain El-Gazala. Per settimane le truppe italo-tedesche (in evidente e costante inferiorità numerica) si oppongono a quelle britanniche del generale Ritchie, affrontandole in un duello all’ultimo sangue, tra le dune e i reticoli dei campi minati, sotto il cielo azzurrissimo della primavera africana. Le divisioni corazzate si rincorrono in un labirinto di polvere e fuoco dove, una volta di più, l’acume tattico e l’audacia operativa del comandante in capo brilleranno sui numeri e sui mezzi dell’avversario. La via per Tobruk e per le piramidi è ormai aperta.

VENERDI’ 24 OTTOBRE: IL PROF. BOINARDI PARLA DI SVILUPPO E INNOVAZIONE LEGATO ALLA GRANDE GUERRA

La Grande Guerra rappresenta una svolta epocale sul piano tecnologico e militare e non solo su quello politico e sociale. Per la prima volta nella storia, l’intero apparato industriale delle nazioni in guerra si organizza al servizio del conflitto, trasformando retrovie e prime linee in autentici laboratori di innovazione. Mitragliatrici, gas asfissianti, carri armati, aerei, sommergibili, comunicazioni, esplosivi, tecniche di conservazione alimentare, medicina d’urgenza, la tecnologia diventa un fattore decisivo in ogni ambito, modificando radicalmente le abitudini tattiche e le strategie militari. Lo stallo della guerra di trincea spinge gli eserciti a cercare sempre nuove soluzioni per superare le difese nemiche e rompere l’equilibrio del fronte, aprendo la strada a un’evoluzione continua dei mezzi e delle dottrine di combattimento. Una gara contro il tempo per adattarsi, sopravvivere e prevalere in un scontro mai visto prima per ampiezza ed intensità. Comprendere questo intreccio tra tecnologia e tattica significa, dunque, comprendere una le trasformazioni più profonde della guerra moderna e dei processi produttivi in generale.

GIOVEDI’ 9 OTTOBRE: MARCO CIMMINO RACCONTA LA BATTAGLIA DEL MONTE ORTIGARA.

Alle 5:15 del 10 giugno 1917, precedute dallo scoppio accidentale della mina alla Lunetta del monte Zebio, le artiglierie della 6° armata del Generale Ettore Mambretti aprono il fuoco sulle linee difensive austroungariche lungo il fronte dell’altopiano dei 7 comuni. È incipit della battaglia dell’Ortigara. Per tre settimane l’esercito italiano si sacrificherà, inutilmente, sulle aspre pendici montane nel tentativo di sloggiare le forze nemiche dalle posizioni raggiunte la primavera dell’anno precedente. Bersagliati dall’efficace tiro austroungarico, compagnie, battaglioni e interi reggimenti si dissangueranno rapidamente, incespicando lungo la via Crucis che si inerpica fino alla pelata sommità di quel Golgota vicentino.

SABATO 20 SETTEMBRE: ANESTI NACI PRESENTA I “TAMBURI DELLA PIOGGIA”

Nel corso del XV° secolo l’Impero Ottomano combatte in Albania una lunga e sanguinosa serie di guerre. Guidato da un condottiero leggendario, il principe Scanderbeg (al secolo Gjergj Kastrioti) il popolo delle aquile difende strenuamente, per oltre trent’anni, l’intera cristianità dalle cicliche invasioni di un nemico tanto potente quanto risoluto. La chiave di volta del paese, la cittadella di Kruja, sottoposta a una sequela interminabile di estenuanti assedi, diventa allora il simbolo della resistenza albanese: sotto le sue mura le armate turche si affannano in logoranti campagne estive, stremate dai combattimenti, fiaccate dal caldo torrido, in una spietata gara contro il tempo prima che il ritorno dell’autunno porti con sé il monotono rullio dei “tamburi della pioggia”, il suono che segna l’inevitabile chiusura della campagna e la fine di ogni speranza di vittoria.

SABATO 6 SETTEMBRE: NICCOLO’ FERRARI RACCONTA SHILOH 1862

Il 1861 se ne era andato lasciandosi alle spalle una Confederazione inorgoglita dal trionfo di Manassas e un cupo sbigottimento nelle alte sfere militari dell’Unione. Laddove le prime vittorie del sud avevano riacceso l’illusione di una rapida indipendenza, gli unionisti si interrogavano sul da farsi e con l’inizio del nuovo anno, mentre l’esercito dell’Unione si leccava le ferite attorno a Washington DC, un fronte apparentemente periferico stava per assurgere a inaspettata fama. Nelle pianure tra fiumi dell’Ovest, uno sconosciuto ufficiale federale, Ulysses S. Grant, stava ascendendo a nuova fama. Grant, fino ad allora, non aveva mai brillato nella vita e dopo un servizio ordinario durante la guerra contro il Messico, era rapidamente precipitato in un vortice di insuccessi personali e professionali. Imprenditore fallito e col vizio del bere, fu preso a lavorare nella conceria del padre in Ohio. Volontario arruolato col grado di capitano, allo scoppio della guerra civile nessuno che lo avesse conosciuto avrebbe puntato un centesimo sul suo futuro. Ma, contro ogni pronostico, fu lungo i fiumi del Tennessee che la sua stella cominciò a brillare. Il paesaggio di quella regione, segnato da colline boscose, vallate ampie e fangose pianure solcate da corsi d’acqua, si rivelò al tempo stesso un ostacolo e un vantaggio. I fiumi Tennessee e Cumberland, lenti e sinuosi, erano le vere strade dell’Ovest: controllarli significava dominare rifornimenti, comunicazioni e spostamenti delle truppe. Compresa l’importanza di questo scenario naturale, Grant puntò con audacia ai fortini che li presidiavano e, con caduta di Fort Henry prima e Fort Donelson, si aprì una strada per il Tennessee, minacciando Nashville e l’intero controllo sudista sulla valle del Mississippi. Per la Confederazione, che solo pochi mesi prima s’era cullata nell’illusione di una rapida vittoria, fu un brusco risveglio: aldilà dell’aristocratica Virginia c’era Un punto scoperto nel cuore fertile del Sud fluviale. Iniziava una nuova battaglia

VENERDI’ 25 GIUGNO: AMEDEO MADDALUNO RACCONTA “ISRAELE NASCOSTO”

Israele è grande più o meno quanto la Toscana. Eppure, in quello spazio – poco più di 22.000 km² – convivono oltre 9 milioni di persone, con lingue, religioni, identità e memorie spesso in conflitto tra loro. Una società giovane e fratturata, che pare prosperare negli squilibri e in un clima di costante tensione: il suo PIL, spinto da alta tecnologia e difesa, ha superato i 500 miliardi di dollari, e la quota destinata alle spese militari è ormai prossima al 10%. Israele è molto più di ciò che appare nelle banalità dei notiziari. È un Paese che, in uno spazio minuscolo, concentra pulsioni e contraddizioni difficili da immaginare altrove. Dal deserto del Negev, dove l’ombra dei droni si posa su campi di pomodori irrigati con acqua salmastra riciclata, agli altopiani della Galilea, dove gli ulivi secolari convivono con le tensioni tra villaggi palestinesi e comunità ebraiche ortodosse. Dal polo tecnologico di Herzliya, cuore pulsante della start-up nation, ai quartieri della periferia sud di Tel Aviv, dove l’estremismo degli ebrei mizrahi di terza generazione si intreccia con le fatiche degli immigrati africani. Aranceti, kibbutz, locali gay, scuole rabbiniche e avamposti fortificati nei territori occupati.

GIOVEDI’ 3 LUGLIO: MARCO CIMMINO RACCONTA L’OFFENSIVA NIVELLE – MASSACRO SULLO CHEMIN DES DAMES

Mentre l’inverno del 1917 si ritira, lasciando spazio a un’umida e ingannevole primavera, sui campi devastati dello Champagne si addensano nubi cariche di tensione e di oscuri presagi. La Francia, stremata ma ancora caparbiamente legata ad un idea risolutrice dello sforzo offensivo, si affida nelle mani di Robert Nivelle, elegante e determinato generale d’artiglieria, astro nascente delle forze armate, distintosi sui campi insanguinati di Verdun solo l’anno precedente. Massone, protestante, anglofilo, egli si ripromette di porre fine alla guerra con un solo colpo, netto e risolutivo, e sui indirizza tutti gli sforzi della nazione in previsione del ambizioso piano. Lungo l’altopiano dello Chemin des Dames, tra i calanchi brulli e le creste insanguinate, si ammassano nuovi reggimenti e forze fresche, si dispongono le artiglierie, camion e muli da soma, atterrano stormi di aerei da caccia e i più recenti modelli di ricognitori. I giornali entusiasti proclamano ai quattro venti la prossima offensiva, I telegrammi viaggiano febbrili tra le capitali alleate, gli ordini rimbalzano tra il quartier generale e le prime linee, mentre ai soldati viene promesso che questa sarà l’ultima carneficina, il fendente decisivo, la svolta che porterà ad ognuno gloria e vittoria. Nel frattempo gli ufficiali tracciano mappe, calcolano tempi, predispongono sbarramenti mobili di bocche da fuoco che dovrebbero schiacciare il nemico sulle sue posizioni e travolgerlo sotto una pioggia d’acciaio e fuoco. Eppure non tutto è come sembra e, quando il sipario si alzerà sui progetti di Nivelle, i protagonisti del nostro racconto si troveranno a una volta di più ad interpretare un testo per cui non erano assolutamente preparati.

VENERDI’ 13 GIUGNO: ANTONIO BESANA RACCONTA” GLI ULTIMI SOLDATI DELL’IMPERATORE, I GIAPPONESI CHE NON SI ARRESERO DOPO IL 1945″

Agosto 1945. La guerra nel Pacifico sta per concludersi. Dopo gli sbarchi americani a Iwo Jima e Okinawa e lo sganciamento delle bombe su Nagasaki e Hiroshima, la resa del Giappone viene comunicata via radio con un messaggio registrato dall’imperatore Hiroito. Il messaggio, tuttavia, viene ricevuto solo dai reparti che ancora dispongono di collegamenti radio. In molte isole piccoli gruppi di resistenti, fedeli al codice dei samurai che non prevede la resa, continuano a combattere. Alcuni di loro, nelle regioni più isolate, proseguiranno ancora la resistenza per anni. Gli ultimi due si arrenderanno solo nel 1989.

GIOVEDI’ 8 MAGGIO: GIANLUCA KAMAL PRESENTA IL SUO LIBRO “VENTI RADIOSI GIORNI”


Siamo nei giorni tra il 5 e il 24 maggio del 1915, l’anno fatidico che segna l’ingresso dell’Italia nella fornace della Grande Guerra. Un uomo, in particolare, li vive con sentimenti forti, angosce e tumulti che agitano il suo spirito inquieto: è Gabriele d’Annunzio, il poeta che da dandy imbellettato si appresta a divenire artista armato, questa volta non soltanto di pomposi arabeschi letterari. Lo seguiamo dallo sbarco a quarto, dove pronunciamo un infuocato discorso per l’inaugurazione del monumento ai mille, fino alla “Conquista di Roma”, in un crescendo oratorio di sensazioni sempre più violente, capace però di interpretare ed esprimere al meglio le pulsioni, spesso irrazionali, di una larga fetta di italiani. Questo libro è il racconto di quel maggio radioso attraverso la psicologia e la volontà del suo principale propiziatore, i cui giorni si dipanano tra amori cruenti, malinconie improvvise e ondate di vitalismo eroico. È il romanzo di una stagione solcando la quale si incontrano ragazzi imbevuti di spirito nazionalistico e sognanti la gloria per sé e per la propria patria: sono proprio loro, accesi dalla scintilla generata da d’Annunzio, l’avanguardia – minoritaria ma in grado di trascinare le folle – di quello che qualcuno, a torto o a ragione, ha definito un “colpo di stato”: l’intervento italiano nella prima guerra mondiale.

GIOVEDI’ 24 APRILE: GABRIELE TARANTO RACCONTA “LA GUERRA DELLA CORRENTE”

Negli ultimi anni dell’Ottocento, in un’America sospesa tra lampade a gas e turbine a vapore, si consuma una battaglia invisibile ma decisiva: la guerra dell’elettricità. Due visioni opposte del futuro si sfidano con ogni mezzo, tra esperimenti spettacolari, propaganda feroce e manovre industriali. Da un lato Thomas Edison, inventore geniale e padre della corrente continua, convinto che la sicurezza stia nella bassa tensione e nel controllo capillare. Dall’altro George Westinghouse, che con il genio visionario di Nikola Tesla porta avanti la rivoluzione della corrente alternata, capace di percorrere immense distanze con efficienza mai vista. Le città si trasformano in campi di battaglia illuminati, i giornali alimentano il duello, la tecnologia diventa spettacolo e paura. In gioco non c’è solo una scelta tecnica, ma il volto stesso del mondo moderno. Si apre così una delle più straordinarie contese della storia dell’innovazione, da cui uscirà il sistema che ancora oggi dà luce alle nostre case.

SABATO 29 MARZO: MARCO UNCINI RACCONTA “UNA CROCIATA PER L’EUROPA”

Tra il 1671 e il 1672, il matematico, storico e filosofo Gottfried Wilhelm Leibniz propone a Luigi XIV, tramite un trattato noto sotto il nome di “Consilium Aegyptiacum”, un ambizioso progetto di crociata in Egitto. Dietro questa iniziativa non si cela solo un’idea religiosa, ma anche una strategia politica e geopolitica: sottrarre il controllo dell’Egitto all’Impero Ottomano per rafforzare la posizione della Francia nel Mediterraneo e in Oriente. Ma il focus di Leibniz è anche, e forse soprattutto, sulla (ri)costituzione di un’unione cristiana del continente per sconfiggere definitivamente il nemico turco e diffondere la fede in tutto il mondo conosciuto

VENERDI’ 21 MARZO: STELIO FERGOLA PRESENTA IL LIBRO “IL FEUDO, LA MINORANZA CHE DECIDE MIRACOLI, VITA E -SOPRATTUTTO- LA MORTE DELLA NAZIONE ITALIANA”

Il Feudo è una metafora, è un simbolismo, da sempre efficace per descrivere i fenomeni sociali. Ma è anche studio di una realtà presente da ottant’anni circa. Dalla fine della seconda guerra mondiale in poi, questa strana ma decisiva minoranza elitaria ha preso in mano le redini della Nazione Italia. Praticamente da ogni punto di vista: politico, culturale, etico, identitario. Decide cosa sia giusto e cosa sia sbagliato a prescindere dalle elezioni. E la strada a cui sta conducendo, attraverso le sue mille sfaccettature, è la morte. Considerata la miriade di aspetti che lo contraddistinguono, definire compiutamente ed esaustivamente il Feudo è pressoché impossibile. In questa analisi ci siamo concentrati sugli aspetti principali, augurandoci che lo spunto sia di stimolo per approfondimenti futuri. L’Italia è controllata e diretta a dovere verso la tomba, ma chi decide a riguardo non rappresenta assolutamente la sua essenza.

SABATO 15 MARZO: NICCOLO’ FERRARI RACCONTA LA GUERRA CIVILE AMERICANA

Mentre nei primi mesi dell’anno l’intricato quadro politico pare definirsi con maggiore chiarezza, e l’Unione sopravvive alla fuoriuscita degli Stati del Sud, la terra inizia tremare e fervono i preparativi bellici tra i contendenti. Lungo una linea del fronte di migliaia di chilometri che, partendo dalle coste atlantiche e guadando il corso del Mississippi, si spinge fino alle aspre pendici delle Montagne Rocciose, va ingrossandosi una terribile tempesta che coinvolgerà, volente o nolente, chiunque incontrerà sul suo cammino. Nel frattempo gli incidenti e le scaramucce si fanno sempre più frequenti, rullano tamburi e si arruolano uomini, si fondono cannoni e si ingrassano cartucce, si mobilitano armate e si armano flotte, si nominano generali e si approntano piani di battaglia. Così, quando nella baia di Charleston gli artiglieri del creolo Beauregard puntano le loro bocche da fuoco contro il profilo di Fort Sumter, tutto precipita.

VENERDI’ 7 MARZO: GIOVANNI CERINO BADONE PRESENTA IL LIBRO “LA DIFESA DEL GUADO DEL PIVELLO”

Nel corso della Guerra Anglo-Boera (1899-1902) il tenente britannico Guardaindietro Pensavanti, con il suo distaccamento di cinquanta uomini, riceve l’ordine di difendere il Guado del Pivello. Questa è la sua occasione per fama e gloria. Ha superato brillantemente i corsi per ufficiale e ottenuto qualifiche speciali. “Ora, se mi avessero dato un compito”, dice Pensavanti, “come combattere la Battaglia di Waterloo, avrei saputo tutto, poiché l’avevo studiata a fondo…”. Ma la realtà riserva non poche sorprese. Sebbene il compito sembri abbastanza semplice, le forze nemiche, 500 soldati boeri con artiglieria al seguito, gli causeranno un’infinità di problemi.

SABATO 15 FEBBRAIO: FABRIZIO FRATUS PRESENTA IL LIBRO “PATRIA, DI PADRE IN FIGLIO PER IL COMUNITARISMO”

Questo breve saggio, che già nel titolo richiama il concetto di “Patria”, vuole riscoprire il principio dell’appartenenza, oltrepassando la mera questione “nazionale”: dall’analisi della Comunità alla critica di una certo parlamentarismo liberale, passando per il senso delle radici, per la tensione verso il sacro, per la centralità della famiglia, per il legame con la terra e per una precisa idea di popolo. Storia, economia, sociologia e filosofia, dunque, compongono la narrazione di un excursus attuale e controcorrente, proiettato oltre i dogmi del “politicamente corretto” e teso alla riaffermazione di un’etica estranea al dominio del profitto.

GIOVEDI’ 30 GENNAIO: MARCO CIMMINO RACCONTA IL VOLO SU VIENNA, LA FOLLE IMPRESA

Il 9 agosto 1918, nell’incerta luce che annuncia l’aurora, 11 biplani ANSALDO SVA della squadriglia “Serenissima” decollano dal Campo di Aviazione di San Pelagio, in provincia di Padova, alla volta di Vienna. Incaricati dal comandante della Sezione Propaganda del Comando Supremo, la loro missione consiste nell’eludere la sorveglianza austroungarica e raggiungere la capitale imperiale per bombardarla con centinaia di migliaia di volantini tricolori. Un’ impresa estremamente rischiosa, dall’altissimo valore simbolico. Tra i piloti, accuratamente scelti in ragione delle loro abilità e del loro coraggio, trova posto come passeggero d’eccezione il maggiore Gabriele D’Annunzio. Si apre così una delle pagine più entusiasmanti e celebri della Grande Guerra sul Fronte Italiano.

GIOVEDì 23 GENNAIO: ROBERTO MARCHESINI RACCONTA JACOB FRANK

C’è aria di festa a Varsavia, sul finire dell’estate del 1759. Un salva di cannone è stata sparata dal castello nell’aria frizzante del mattino, annunciando al popolo l’imminente arrivo nella capitale di un elegante cavaliere. Più tardi, nella superba cornice barocca della collegiata di San Giovanni Battista, egli, il tanto atteso ospite, il giudeo Jakub Lejbowicz, procedendo solennemente sotto la navata centrale della chiesa, stipata di uomini illustri e di grandi nomi, si accosterà alla fonte battesimale per essere accolto a pieno titolo nella comunità cristiana. Il suo padrino, rappresentato dallo starosta di Bratkowski, è nientedimeno che lo stesso re di Polonia, Augusto III. Agli occhi del popolo questo è l’atto finale, la nota più alta, di un sofferto cammino di redenzione che ha portato buona parte della comunità ebraica polacca ad abbracciare la croce e a rinnegare le tradizioni rabbiniche. Tuttavia, neanche 6 mesi dopo il suo ingresso trionfale in città, questo mercante di tessuti sarà arrestato, giudicato dal tribunale dell’Inquisizione, condannato per eresia e imprigionato nel monastero di Czestochowa, gettando la Polonia intera nella costernazione. Eppure la storia di Jacob Frank è ben lungi dal potersi dire conclusa.

DOMENICA 8 DICEMBRE: SPETTACOLO TEATRALE IN MEMORIA DI SERGIO BRESCIANI

Sergio Bresciani aveva solo 15 anni quando nel dicembre del 1940 scappò di casa per arruolarsi nell’esercito ma fu fermato dai carabinieri alla stazione dei treni di Milano e riportato a Salò dalla famiglia. Non passò neanche un mese e ritentò la fuga riuscendo a spingersi fino a Genova prima di essere acciuffato e ricondotto dai suoi genitori. In primavera pero riuscì finalmente nell’impresa. Partito da Vobarno in sella alla bicicletta del fratello raggiunse Salò e si imbarco sul traghetto che lo condusse a Desenzano dove prese il treno alla volta della città meneghina. Venduta la bicicletta per pagarsi il biglietto ferroviario raggiunse Napoli dove fu fermato dalle forze di pubblica sicurezza che, dopo avergli dato il foglio di via, lo mise su un convoglio diretto al Nord. Giunto a Roma tuttavia egli riuscì ad eludere i controlli e a tornare nel capoluogo campano dove si imbarcò su un piroscafo diretto a Tripoli. Inizia così l’incredibile e tragica avventura dell’eroe ragazzino, della medaglia d’oro che, prima di cadere ad El Alamein l’anno successivo, riuscì ad ottenere la croce di ferro direttamente da Rommel per il suo eroico comportamento durante l’operazione Battleaxe (e a farsi proporre per la medaglia d’argento). Domenica pomeriggio raccontiamo la sua storia, non mancate!

SABATO 30 NOVEMBRE: MARCO VALLE PRESENTA IL LIBRO “VIAGGIATORI STRAORDINARI”

L’esploratore conobbe nell’Ottocento la sua consacrazione definitiva. L’iconografia popolare racconta le gesta di uomini alla conquista di immensità sconosciute, con in testa il casco coloniale e nelle mani una mappa, un sestante o un fucile: un ritratto eccezionale, ma ingenuo. Nella realtà, gli esploratori furono espressione di un’epoca, con una precisa funzione sociale e politica: informare i contemporanei sullo stato del mondo, cercare risorse, fondare colonie. Al tempo stesso, però, dai loro diari traspaiono uomini inquieti, a disagio se non in totale rottura con le società da cui provengono. Nelle «terre incognite» gli esploratori cercavano non solo fama e ricchezze, ma la possibilità di dare un senso alla propria esistenza. Di quell’epopea il cinema e l’editoria hanno consegnato una lettura quasi esclusivamente anglosassone, imperniata sui nomi di Livingstone, Stanley, Burton, Speke. In Italia, per una strana ritrosia, sulla grande stagione dell’esplorazione per decenni si è preferito sorvolare. Marco Valle si è messo sulle tracce di quella «comunità avventurosa» italica che percorse le zone più selvagge e inesplorate dei cinque continenti: da Ippolito Desideri in Tibet a Giacomo Beltrami alle sorgenti del Mississippi; da Orazio Antinori a Giacomo Doria a Luigi Amedeo di Savoia fino a Odoardo Beccari nel Borneo, Giacomo Bove in Patagonia, Pietro Savorgnan di Brazzà in Congo, Guglielmo Massaja e Vittorio Bottego in Abissinia, Giovanni Miami sul Nilo, Giovan Battista Cerruti in Malesia. E ancora nel Novecento Alberto de Agostini in Patagonia, Raimondo Franchetti in Dancalia, Giuseppe Tucci in Asia e Ardito Desio nel Sahara. Fino a oggi, con Samantha Cristoforetti nello spazio, continuatrice della saga dei nostri «capitani coraggiosi».

VENERDI’ 29 NOVEMBRE: LA NOSTRA EUROPA, SFIDE E PROSPETTIVE.

Il nostro continente, che appare vecchio e stanco, si trova suo malgrado nel mezzo di tensioni geopolitiche, cambiamenti epocali nell’economia e variazioni degli equilibri internazionali. Quali sono le sfide che ci attendono? Saprà l’Europa farsi trovare pronta e sfruttare queste tensioni per tornare ad essere influente giocatore sullo scacchiere internazionale?

Di questo e tanto altro parleremo venerdì 29 novembre presso i nostri locali con Carlomanno Adinolfi (Primato Nazionale) e Marcello Beretta (Redazione Zenit).

GIOVEDI’ 21 NOVEMBRE: SERATA PER ENZO

VENERDI’ 22 NOVEMBRE: NICOLO’ DEL GRANDE RACCONTA SEBASTIANO VENIER, IL GRANDE VECCHIO DI LEPANTO.

Sebastiano Venier di Mosè. Avvocato, Governatore di Candia, capitano di Brescia, podestà di Verona, savio della Repubblica, procuratore di San Marco, provveditore di Corfù, Capitano General Da Mar, vincitore di Lepanto, Doge. Basterà una sera per raccontarne le gesta?

VENERDI’ 8 NOVEMBRE: FULVIO SCAGLIONE PRESENTA “ZELENS’KYJ, L’UOMO E LA MASCHERA”.

Prima di diventare uno dei personaggi più conosciuti sulla scena politica internazionale, Volodymyr Zelens’kyj, attore di tv e cinema, era già uno degli uomini più famosi in Russia, in Ucraina e nelle ex Repubbliche Sovietiche. Il 20 maggio 2019 è stato eletto alla presidenza dell’Ucraina e da quel momento la sua notorietà è cresciuta a dismisura in tutto il mondo. Ma davvero possiamo dire di conoscerlo? Nella sua breve e tumultuosa esperienza politica, Zelens’kyj è stato, o ha interpretato, un personaggio sempre diverso: l’attore che si è fatto politico con l’appoggio degli oligarchi; il presidente che ha ingaggiato una rovinosa battaglia per riformare l’Ucraina; il complottista guidato dall’opportunismo; il leader in tenuta militare protagonista della resistenza ucraina di fronte all’invasione russa; il democratico che sognava l’Europa, ma che si è appoggiato all’estrema destra; il rappresentante del popolo che ha accentrato tutti i poteri nelle proprie mani e in quelle di una ristretta cerchia di fedelissimi, talvolta dal passato di dubbia trasparenza. Con audacia e schiettezza, Fulvio Scaglione ci racconta la parabola – ancora poco limpida – di Volodymyr Zelens’kyj tra luci e ombre, consensi e contraddizioni, alla scoperta dell’uomo e del politico.

SABATO 2 NOVEMBRE: CIAO RAGAZZI! DIARIO DI UN PARACADUTISTA.

El Alamein, Egitto nord occidentale. Un inferno in terra ai margini della depressione di Qattara: silenzio, arsura, scorpioni, qualche serpente e sciami di mosche. Un paesaggio quasi lunare che soltanto la guerra è riuscita a popolare dando appuntamento tra le sabbie del deserto a centinaia di migliaia di uomini, diversi tra loro e distinti sul campo per bandiera, lingua, cultura e fede religiosa. Uno spazio entro cui si consumano nel breve volgere di qualche mese storie di soldati, episodi di valore e racconti di fratellanza. Prendendo spunto dal diario di uno dei superstiti protagonisti di quei giorni, un paracadutista della Folgore, “Ciao ragazzi!” racconta l’epopea di uno dei più tragici e affascinanti snodi della Seconda Guerra Mondiale, ripercorrendo come in un film le vicende di un giovane volontario e della sua avventura in terra d’Africa. Dove lieto fine non sarà dettato dall’eroe trionfante ma dall’essere umano che ha saputo preservare la propria umanità in nella tremenda tempesta della guerra.

ATTENZIONE: LO SPETTACOLO E’ IN CITTA’ ALTA! CONSIGLIAMO DI MUOVERSI PER TEMPO!

VENERDI’ 18 OTTOBRE: PRESENTAZIONE LIBRO “AVANTI VERONA”

Nell’inverno del 1942, lungo le anse del fiume Don, sotto il comando del leggendario colonello Paolo Signorini è schierato anche il 6° Reggimento Alpini con i battaglioni Vestone, Val Chiese e Verona. Inquadrato nei ranghi della divisone Tridentina esso affronterà tutte le vicissitudini di quei giorni terribili, aprendosi la strada verso occidente e guadagnandosi sul campo ben 7 medaglie d’oro alla memoria. Il saggio di Brussani prende in esame la storia operativa del BTG Verona, restituendo in maniera vivissima le tragiche imprese di un pungo di uomini nella tempesta.

SABATO 5 OTTOBRE: PROGETTO RAZZIA PRESENTA “ENCICLOPEDIA DELLA POLITICA UNDERGROUND”

Non una normale enciclopedia ma un viaggio nei meandri più reconditi e nascosti della politica underground. Da personaggi singolari a misteri mai risolti, da ordini sussurrati all’orecchio, fino a movimenti nati e morti nel riflesso di un respiro. Nell’epoca in cui tutto si riduce all’osso di un meme, Progetto Razzia decide di memizzare la politica, di destrutturarla per andare a indagare i più stravaganti, i più eccentrici, i più interessanti protagonisti della storia politica dell’ultimo secolo. Si parla di sognatori senza pretese, di complotti e di truffe su scala mondiale, di predicatori dimenticati. Mille spunti e punti di vista diversi, per far riflettere, scoprire e magari lottare.

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VENERDI’ 4 OTTOBRE: FRANCESCO BORGONOVO PRESENTA IL SUO LIBRO “MALEFICI”

Mentre i confini tra destra e sinistra vanno sfumando, un numero crescente di persone non trova più punti di riferimento politici. Ma sono in tanti a percepire insofferenza per un sistema che si fa via via più intollerante e oppressivo. Dobbiamo allora capire quale sia la battaglia da combattere: è in corso una guerra che ha radici antiche e che ha caratteristiche spirituali. C’è una minaccia che viene da lontano: piccoli gruppi di potere si sentono depositari di una conoscenza superiore, si ritengono illuminati da Dio e pensano di poter imporre un nuovo modo di vivere, una “nuova normalità”. È contro questi illuminati che occorre battersi per riscoprire il senso vero della parola “libertà”.

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GIOVEDI’ 19 SETTEMBRE: ROBERTO MARCHESINI RACCONTA SABBATAI ZEVI

Il 17 settembre del 1676, nel giorno festivo dello Yom Kippur, a Dulcingno, piccolo porto albanese lungo la costa Adriatica all’estremità meridionale della Dalmazia, muore, in una anonima bicocca confinata ai margini dell’abitato, il messia Sabbatai Zevi. Appena un decennio prima, all’apice delle sue fortune, questo discusso e controverso personaggio nato nell’anniversario della distruzione del tempio, aveva interpretato le speranze di milioni di israeliti, suscitando nelle comunità della diaspora una febbre messianica di proporzioni mai viste e lacerando la tenuta del tessuto sociale come mai prima era accaduto. Dai magri villaggi parlanti yiddish piantati nelle pianure della cuiavia polacca ai capienti fondachi dei marrani livornesi, dalle agenzie di cambio di Amsterdam ai fatiscenti palazzoni affacciati sul corso del Rodano, il suo nome volava di bocca in bocca estendendo il contagio delle sue dottrine esoteriche ed accendendo sempre nuovi focolai di sovversione all’autorità rabbinica. Nell’imminenza del regno messianico gli ebrei avevano abbandonato ogni preoccupazione e ripudiato gli insegnamenti dei loro padri, facendosi arroganti e prepotenti. Gli uomini avevano chiuso le botteghe e le donne non impastavano più il pane. Avevano scacciato i loro capi religiosi e sedevano oziosi sulla soglia delle case, scrutando il cielo limpido, nell’attesa dell’imminente venuta di quel re senza corona che li avrebbe rapiti su di una nuvola d’oro e ricondotti come per incanto in quel di Gerusalemme. Perfino il sultano di Costantinopoli, preoccupato per il vociare che saliva al suo trono dalle vie del quartiere ebraico, aveva voluto conoscerlo ed egli, chiamato, era venuto sul Bosforo a cavallo, con ricca scorta ed abiti eleganti, per essere interrogato. Eppure, posto ai piedi della terribile maestà del trono, Sabbatai aveva esitato e si era spogliato della sua pretesa regalità, abiurando Israele, per abbracciare la fede islamica. Ma chi fu davvero Sabbatai/Saturno Zevi, il figlio di Mordecai? Quanto incisero sul suo pensiero i rapporti del padre, agente di una casa commerciale inglese, con il millenarismo calvinista? Cosa significò per il popolo ebraico la sua predicazione? Quale fu il suo impatto sul folklore ebraico ? Che fine fecero i suoi seguaci? E, più ancora, cosa resta di lui nel nostro mondo dopo tanto tempo? A queste, come ad altre domande, immergendosi in una surreale atmosfera da barocco ebraico, cercherà di rispondere per noi, giovedì 19 ottobre, l’amico Roberto Marchesini.

GIOVEDI’ 27 GIUGNO: MARCO CIMMINO RACCONTA LAWRENCE D’ARABIA

In un ideale trittico sulle figure eroiche della Grande Guerra la pallida immagine di Thomas Edward Lawrence, associata a quella del Barone Rosso e di D’Annunzio, occupa una posizione di assoluto rilievo. Il pluripremiato capolavoro di David Lean, a sua volta ispirato al fortunato racconto autobiografico del protagonista, ha fissato per sempre nell’immaginario collettivo l’icona romantica e sofferta del giovane ufficiale britannico che attraversa gli sterminati e inospitali spazi del deserto arabico a dorso di un cammello. Ma chi era veramente Lawrence d’Arabia? Quale era il compito assegnatogli dal comando alleato del Cairo? e quale fu il reale impatto delle sue imprese sullo svolgimento del conflitto? Per rispondere a queste domande dovremo incamminarci con Marco Cimmino sulle piste seguite delle bande beduine tra le grandi dune sabbiose del Nefūd, seguire i resti arrugginiti dei binari della ferrovia che da Damasco accompagnava i pellegrini mussulmani verso l’oasi della città santa di Medina e spingerci sulla costa del Mar Rosso fino alle rovine del forte di Aqaba, teatro della più celebrato trionfo del gentile eroe di Snowdon Lodge.

MERCOLEDI’ 15 MAGGIO: PRESENTAZIONE LIBRO “PAROLE DELLA GUERRA” DI MIRKO CAMPOCHIARI E PAOLO CAPITINI

“Le parole son trombe di guerra”, ammoniva Hobbes più di due secoli fa nel Leviatano. Consapevoli della potenza del linguaggio Paolo Capitini e Mirko Campochiari hanno voluto dedicare proprio alle parole della guerra il loro ultimo lavoro. Non si tratta né di un classico dizionario di termini militari e neppure di un testo per specialisti o appassionati, ma di uno strumento pensato per chi della guerra sa poco o nulla e malgrado questo se la vede servita nei telegiornali oppure ci si trova coinvolto nel raccontarla. Lo scopo è, infatti, di contribuire ad una prima scolarizzazione su un argomento che non deve essere oggetto solo di dispute a sfondo politico o morale, ma che va preliminarmente compreso nei suoi significati più concreti. L’obiettivo degli autori è quindi di contribuire alla formazione di una coscienza e di una consapevolezza diffusa specie su un tema così divisivo.

SABATO 11 MAGGIO: PRIMA CONFERENZA PRESSO I NUOVI LOCALI DELLA NOSTRA ASSOCIAZIONE

Il 29 dicembre 1386 a Parigi, in un gelido mattino di inizio inverno, una folla silenziosa ed intirizzita, di multiforme aspetto, si assiepa ai margini di un grande spiazzo erboso a due passi dal Priorato di Saint-Martin-des-Champs. Al cospetto del monarca, come della sua ricca corte, a migliaia sono accorsi da tutto il regno, scendendo dalle campagne del contado e dalle più vicine città, per ascoltare il pronunciamento dell’Onnipotente su di un presunto caso di violenza sessuale. La legge chiama Dio a testimoniare la verità dei contendenti che si sfideranno in un combattimento all’ultimo sangue secondo le antiche regole del duello. Un banditore riccamente vestito attraversa il prato a cavallo, avvertendo i convenuti che se qualcuno avesse interferito nel duello, indipendentemente dal nome o dai natali, avrebbe pagato quell’atto sacrilego con la propria vita. Questa cornice narrativa non potrà non risultare famigliare a chiunque abbia avuto il piacere di studiare il caso che oppose, quasi sette secoli fa, il cavaliere di Carrouges a Jaques Le Gris od abbia visto sul grande schermo la recente trasposizione cinematografica confezionata da un famoso regista come Ridley Scott. Questi gli usi incomprensibili di una antichissima e raffinata civiltà giuridica come quella medievale. Ma quando nasce l’ordalia come strumento legale di risoluzione di un conflitto privato? In quale contesto si sviluppa? E come viene normata nei codici legislativi questa particolarissima procedura? A queste come ad altre domande cercheranno di rispondere, questo sabato pomeriggio, gli autori di un minuzioso studio sul duello giuridico nel primo incontro in presenza nei nuovi locali dalla nostra associazione

GIOVEDI’ 29 FEBBRAIO: LIVE SUL CANALE YOUTUBE MARCO CIMMINO RACCONTA IL FRONTE GRECO, LO SCISMA NAZIONALE GRECO.

ATTENZIONE L’EVENTO SARA’ SOLO LIVE SUL CANALE YOU TUBE, NON CI SI TROVA FISICAMENTE!

Il ripiegamento delle esauste truppe serbe verso il mare impatta in maniera devastante sulla stabilità, già precaria, del regno di Grecia. Mentre la nazione ellenica si fraziona tra neutralisti ed interventisti e lo stato si divide in obbedienza a due distinti governi in lotta tra loro, le truppe dell’Intesa occupano “manu” militari la provincia di Salonicco riaprendo il fronte balcanico. Spesso trascurato da un punto di vista prettamente militare, tuttavia è attorno a questa realtà che si dipanano una lunga serie di problemi politici di grande portata per il dopoguerra. Qui il regno di Serbia farà conti con il proprio passato e, in previsione di una pace separata con l’impero austroungarico, giustizierà nei vertici dei propri servizi segreti i mandanti dell’attentato di Sarajevo, mentre il conflitto interno al mondo greco precipiterà verso la catastrofe di una guerra civile ad intermittenza destinata a durare più di 50 anni.

GIOVEDI’ 14 DICEMBRE: MARCO CIMMINO RACCONTA LA BATTAGLIA DI GORIZIA

“Fu come l’ala che non lascia impronte, il primo grido avea già preso il monte”.

E’ la calda estate del 1916 e da più di un anno le fanterie italiane tentano, inutilmente, di cacciare gli avversari dal monte Sabotino che col tempo si è trasformato in un’autentica fortezza. Eppure nel mese di agosto, grazie a una accurata preparazione e ad una perfetta cooperazione tra tutte le armi, dall’artiglieria al genio, dall’aeronautica alla fanteria, il terribile baluardo austroungarico cade in brevissimo tempo al prezzo di perdite contenute. La battaglia del Sabotino e la caduta di Gorizia dimostrarono come una logistica accurata e un approccio scientifico all’obiettivo contassero più della pura quantità numerica, contrapponendosi, in un tragico contrasto, alle tattiche quasi suicide con cui le fanterie del regio esercito assaltarono le ben munite trincee nemiche nel corso delle prime cinque battaglie dell’Isonzo. Purtroppo, dopo la caduta della soglia di Gorizia, gli italiani tornando inspiegabilmente alle vecchie modalità di assalto, resero di fatto la sesta battaglia dell’Isonzo un vero unicum nella storia militare dell’esercito nella Grande Guerra.

VENERDI’ 27 OTTOBRE: ALBERTO LEONI RACCONTA IL MIRACOLO DI BELGRADO

“È un’aria da veglia funebre quella che si respira a Belgrado la notte del 21 luglio del 1456. Radi fuochi illuminano il profilo deturpato delle mura sbrecciate dal morso dei cannoni. Dai fossati, ingombri di carcasse e di cadaveri, esala un odore acre e dolciastro che sa di morte e di disfatta. Alle prime luci dell’alba Maometto il Conquistatore, il Gran Turco, tornerà a concludere la sua opera e la forte presa delle sue dita stringerà la gola della esausta città per l’ultima volta. I crociati, come sopravvissuti ad un naufragio che aggrappati ad uno scoglio attendono la morte con l’approssimarsi della marea, brancolano sfiniti nel buio della notte, strisciando i piedi verso i bastioni per ricevere i sacramenti impartiti dai frati cappuccini. Il loro destino appare segnato eppure c’è ancora qualcuno che sembra aver voglia di lottare. Sparuti gruppi, via via più numerosi, di fanti e di contadini abbandonano autonomamente le posizioni e scendono in direzione delle mura, capannelli di gente comune e di poveri cavalieri si accalcano bisbigliando sottovoce a ridosso della breccia. Tra loro spicca la figura di Giovanni da Capestrano, un frate abruzzese, ma gli ufficiali non sanno dire per quale motivo sia lì e sono certi che, data la situazione, non abbia comunque poi molta importanza. Eppure il mattino che ad oriente già si annuncia col canto squillante degli uccelli ha in serbo meraviglie che nessuno tra i due contendenti può ancora immaginare”

GIOVEDI’ 19 OTTOBRE: MARCO CIMMINO RACCONTA LA BATTAGLIA DELLA SOMME

Nei piani originari, redatti in occasione della Conferenza interalleata di Chantilly, il 1916 avrebbe dovuto vedere una serie di attacchi simultanei agli Imperi Centrali. Russi, Italiani e Anglo-Francesi si sarebbero impegnati in offensive coordinate per schiacciare le difese austrotedesche e risolvere definitivamente il conflitto a favore dell’Intesa. L’offensiva prevista per la primavera in Picardia, che aveva inizialmente come obiettivo strategico minimale la cacciata della Kaiserreichsheer dalle coste del Belgio, fu ripensata a seguito dell’attacco tedesco su Verdun tenendo conto della necessità di alleggerire l’enorme pressione tedesca sul fronte di Verdun. Douglas Haig, recentemente nominato alla guida del BEF in sostituzione di John French, presumeva, non senza una qualche ragione, che lo sforzo bellico più a sud, calamitando sempre maggiori quantità di uomini verso i campi devastati della Mosa, avrebbe lasciato ampi spazi di manovra al suo esercito. Eppure, quando dopo mesi di meticolosa preparazione, segretissimi preparativi e 5 giorni di ininterrotti bombardamenti, i fanti inglesi saltarono fuori dalle loro trincee per lanciarsi all’assalto delle posizioni tedesche, fu subito evidente che qualcosa non aveva funzionato. E che le armate di sua maestà era pronte ad andare incontro al giorno più buio della loro secolare storia.

VENERDI’ 13 OTTOBRE: GABRIELE TARANTO RACCONTA IL DISASTRO DEL K19

La notte a cavallo tra il 3 ed 4 di luglio del 1961, il sottomarino sovietico K19 sta navigando tranquillamente sotto la superficie dell’Atlantico Settentrionale, al largo della costa sud-orientale della Groenlandia. Il battello, comandato dal capitano di vascello Nikolaj Zateev, è la prima unità a propulsione nucleare immessa in servizio dalla marina di Mosca e serve nella Flotta Nord di stanza a Murmansk, porto presso il quale sta rientrando a conclusione di una esercitazione assegnatagli dall’Alto Comando. Improvvisamente, alle 04:15 locali, a causa di una perdita di refrigerante la pressione dell’acqua nel reattore nucleare di dritta precipita provocando un repentino surriscaldamento dell’impianto e mettendo in serio pericolo l’integrità delle barre di combustibile. il timore del corpo ufficiali è che ciò possa innescare una esplosione nucleare dalle conseguenze imprevedibili dato il contesto politico che vede rinnovate le frizioni tra i due principali attori del panorama internazionale. In sala macchine inizia quindi una disperata ed eroica corsa contro il tempo per frenare l’impennata della temperatura mentre il capitano, impossibilitato a contattare i suoi superiori per via di un precedente guasto all’impianto di radio, fa rotta verso oriente cercando di allontanarsi il più rapidamente possibile dalle coste americane. Il disastro del K19 è appena iniziato.

SABATO 9 SETTEMBRE: LA RIVOLTA DEI BOXER

Pechino – 20 giugno 1900. Nelle primissime ore del mattino l’incaricato d’affari tedesco presso la Corte Manciù, il barone Clemens Von Ketteler, assieme ad alcuni collaboratori e scortato soltanto da una piccola forza armata, si dirige alla volta dello Zongli Yamen (il Ministero degli Affari Esteri) per confrontarsi con i funzionari imperiali sul clima di estrema tensione che aleggia sulla Capitale. Nei giorni precedenti presso il quartiere delle legazioni una serie di incidenti ha funestato la già precaria quiete cittadina. Alcuni musulmani hanno fatto a pezzi il segretario dell’ambasciata giapponese, Sugiyama Akira, e Ketteler, in spregio a qualsiasi legge, ha giustiziato di sua mano un ragazzo sospettato di aver preso parte ai torbidi. Ormai in vista del palazzo, all’estremità occidentale di Xizongbu Hutong, il gruppo viene intercettato da un manipolo di lancieri imperiali cinesi. Un loro ufficiale, con la scusa di dover conferire con l’aristocratico germanico, si avvicina al palanchino di Ketteler e gli spara a bruciapelo uccidendolo sul colpo. Principia nel sangue, e non avrebbe potuto essere altrimenti, il più famoso e celebrato episodio della Rivolta dei Boxer. Quando due mesi dopo i fuochi della sommossa si spegneranno, l’autorità ed il prestigio della antico “Regno di Mezzo” saranno ridotti ad un cumulo di rovine fumanti.

SABATO 22 LUGLIO: ENRICO CHIESURA RACCONTA L’IMPERATORE CARLO

Alle 11e30 di un impietoso mattino d’inizio aprile si spegne in esilio a Madera, isola atlantica allora facente parte della Prima Repubblica Portoghese, l’ultimo imperatore regnante della Casa d’Asburgo. L’uomo che aveva raccolto in eredità una delle più antiche e prestigiose realtà statuali del mondo, guidandola per quasi due anni attraverso una delle tempeste più terribili della storia, muore esiliato ed in povertà, pressoché dimenticato dal mondo. Ma chi fu veramente e cosa rappresentò per i suoi contemporanei Carlo d’Austria? Quale impronta cercò di dare al suo regno? quanta parte ebbe nelle vicissitudini belliche di quel tragico conflitto che si chiuse il crollo irreparabile delle antiche fortune? A queste domande, e a molte altre, cercheremo di rispondere sabato 22 luglio, in questo che vuol essere solo il primo appuntamento di una lunga serie sui grandi protagonisti della prima guerra mondiale.

GIOVEDI’ 6 LUGLIO: MARCO CIMMINO RACCONTA L’OFFENSIVA BRUSILOV

In accordo con i termini della conferenza di Chantilly del dicembre 1915, in cui i membri dell’Intesa si impegnavano a attaccare simultaneamente gli Imperi Centrali per l’estate del 1916, e in appoggio alle pressanti richieste degli SMG francesi ed italiani, estremamente provati dalla pressione nemica a Verdun e sugli Altipiani, il mattino del 4 giugno 1916 le forze russe al comando del generale Brusilov aprono il fuoco sulle posizioni della IV° armata austriaca dell’Arciduca Francesco Ferdinando. Osteggiato dalla STAVKA che lo ha privato del necessario numero di bocce da fuoco preventivato per dare il la alle operazioni, l’eccentrico comandante russo (devoto cristiano ortodosso e contemporaneamente appassionato occultista) decide di lanciare all’assalto il suoi uomini impiegando una serie di innovazioni tattiche che presto diventeranno un tratto imprescindibile della moderna arte della guerra. La zampata dell’orso travolge le difese austroungariche, spostando la linea del fronte di centinaia di chilometri e riproponendo alla vista le scene dell’autunno del 1914. Nonostante lo strepitoso successo delle armate di Pietrogado, questa battaglia intaccherà profondamente le capacità operative di entrambi gli eserciti, rappresentando il canto del cigno per l’esercito degli zar

SABATO 3 GIUGNO: ROBERTO MARCHESINI PARLA DI CINEMA E CARATTERE NAZIONALE

Il Cinema, la settima arte secondo la definizione del critico Ricciotto Canudo, è probabilmente l’espressione caratteristica e di maggior rilievo della moderna contemporaneità. La dimensione più sfruttata per ritrarre e raccontare sé stessi e gli altri, per proiettare la propria immagine nello spazio e nel tempo. Come ogni opera dell’ingegno umano, ogni specifico filone cinematografico conosce un concepimento più o meno fortunato, necessita di un ambiente propizio in cui svilupparsi, si indirizza verso una finalità da soddisfare e finisce con l’impattare sulla realtà circostante, modificandola. Nel secondo dopoguerra, in Italia e nel mondo, ebbe particolare rilevanza uno specifico movimento culturale chiamato “Neorealismo”. Roberto Marchesini torna in Domus per raccontare il perché di un successo tanto inaspettato e capire quanto l’attuale percezione che gli italiani hanno del proprio paese, come della propria cultura, sia debitrice di quella breve e fortunata stagione della cinematografia nostrana.

VENERDI’ 19 MAGGIO: ALESSANDRO GIORGI RACCONTA LA BATTAGLIA DEL PASTIFICIO

Nel primo mattino del 2 luglio 1993 la città di Mogadiscio è già sveglia. Unità italiane, in forza alla missione UNOSOM II, alle prime luci dell’alba hanno dato il via ad un azione di rastrellamento in un area abitata compresa tra I checkpoint Ferro e Pasta. Il nervosismo è palpabile, l’ostilità evidente. Al termine dell’operazione, quando i militari ripiegano lungo la direttrice della vecchia strada Imperiale sino al dismesso stabilimento della Barilla, l’ostilità covata nel calore opprimente dell’estate somala esplode in fitte sassaiole e in sporadici colpi d’arma da fuoco. Le milizie Mooryaan del generale Aidid hanno deciso di entrare in azione. È l’inizio di un giorno di ordinaria follia. Il prologo di una storia che a distanza di 30 anni odora ancora di sangue, di sudore e di polvere da sparo. È il giorno tremendo della battaglia del Pastificio.

GIOVEDI’ 11 MAGGIO: MARCO CIMMINO RACCONTA LA STRAFEXPEDITION

Prosegue il nostro ciclo sulla prima guerra mondiale iniziato in occasione del centenario. Giovedì 11 lo storico Marco Cimmino ci parlerà della cosìdetta Strafexpedition o battaglia degli Altipiani, l’unica offensiva austriaca sul fronte italiano tra l’inizio della guerra e lo scacco di Caporetto.

«Non v’era un solo metro quadrato di terreno che non fosse battuto; sotto quella furia omicida la montagna stessa doveva essere spianata. Le rocce divelte si sfaldavano, precipitavano, mutavano aspetto; il monte era tutto un incandescente cratere in eruzione […] alla fine ci è come sembrato che quell’altura avesse come cambiato fisionomia e si fosse fatta irriconoscibile.»

(Alfredo Graziani, tenente della brigata Sassari)

SABATO 6 MAGGIO: ALDO FERRARI RACCONTA NAGORNO KARABAKH

L’Artsakh (o Nagorno Karabakh), nella regione dell’Altopiano Armeno, è una realtà geografica che si sviluppa all’estremità sud orientale della catena montuosa del Caucaso Minore. È un territorio prevalentemente montuoso, ricco di foreste e corsi d’acqua, il cui bordo settentrionale è cinto dalla catena dei Monti Mrav. Storicamente abitato da popolazioni di lingua e cultura armena e da minoranze azere, nel corso dei secoli ha seguito le vicissitudini di svariati dominatori mantenendo sostanzialmente intatto il suo patrimonio culturale. Con la conquista bolscevica del 1923 il territorio, per volere di Stalin, venne integrato amministrativamente nella Repubblica Sovietica dell’Azerbaigian come Oblast autonomo e seguì le vicissitudini del Caucaso sino alla dissoluzione dell’impero comunista. Da allora è iniziato un sanguinoso scontro, costante ma ad intensità variabile, tra le principali componenti etnico-religiose della zona. Questo violento confronto che, a distanza di più di 30 anni, non accenna a smorzarsi e che, al contrario, pare trovare nuova linfa nelle recenti frizioni dell’area, è divenuto un pericolo esiziale per l’antica comunità armena lì residente e la principale sfida che la diplomazia deve affrontare per sperare di poter giungere ad una stabile pacificazione della regione.

SABATO 15 APRILE: DIXIELAND, L’ALTRA AMERICA

Al di sotto della linea Mason-Dixon, che traccia un confine tra gli stati di Pennsylvania, del Maryland, del Delaware e della Virginia, si apre Dixieland. Il grande Sud. In uno spazio geograficamente immenso, ricco di campi coltivati a cotone e tabacco, di paludi e fiumi, di pinete abbarbicate sui pendii montani e di arse savane, di fitte giungle e di foreste di noci bianche che si spingono sino al limitare del Golfo del Messico, abitavano alla metà del secolo XIX° meno di dieci milioni di persone. In seno a questa popolazione, in gran parte composta di liberi cittadini di origine anglo-irlandese e da schiavi di origine africana ma arricchita da numerosi elementi creoli di lingua francese e dalla presenza di popolazioni indigene, si sviluppò nel corso di qualche secolo una cultura peculiare distinta dal mondo del nord industrializzato. Questa inconciliabilità tra modelli di sviluppo sociale differenti, che andrà sempre più allargandosi nel corso di tutto il primo ottocento e raggiungerà il suo apice dopo la guerra di secessione, è probabilmente la causa prima, eppure la più misconosciuta, del terribile conflitto che portò le batterie del generale de Beauregard ad aprire il fuoco su Fort Sumter e a dare il via alla più sanguinosa contesa mai combattuta in territorio americano. Lo scrittore Niccolò Ferrari affronterà le specificità di questa civiltà perduta, con le sue luci e le sue ombre, nel primo di una serie d incontri dedicati alla Guerra Civile Americana.

DOMENICA 2 APRILE: INCONTRO CON DANILO PAGLIARO, UN ITALIANO NELLA LEGIONE STRANIERA

Una scelta di vita non ordinaria raccontata in presa diretta: è la decisione di abbracciare la causa della Legione straniera quella che viene raccontata in questo romanzo autobiografico sui generis, attraverso il percorso di un uomo, un italiano, nella forza militare francese. È qui che si svolge la vicenda del legionario Perrini, alias Danilo Pagliaro, da un lato facendo fronte alle fatiche e ai rischi cui si sottopongono gli “uomini senza passato”, dall’altro cercando di conservare quanto di più caro esisteva al di fuori della vita militare. Non una semplice autobiografia, e nemmeno una memorialistica bellica: “Vita da legionario” è il racconto del primo incontro con l’amore, la morte, l’abbandono, la solidarietà, la fratellanza. Un’intera esistenza votata alla leggendaria divisa della Legione straniera.

MERCOLEDI’ 15 MARZO: MARCO CIMMINO RACCONTA LA BATTAGLIA DI VERDUN (SECONDA PARTE)

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Mentre nel corso della bella stagione i francesi si aggrappano ai resti del Forte di Vaux e all’acume strategico del generale Petain, con la fine dell’estate e l’esaurimento della spinta offensiva tedesca, l’esercito di Parigi può passare all’offensiva. Il generale de Castelnau assembla un trittico di alti ufficiali, diversissimi tra loro per carattere ed approccio metodologico alla battaglia, che collaborano alla riconquista di Fort Douaumont. Al già citato eroe della Voie Sacrée si affiancano due personaggi destinati ad una chiaroscurarle fama nel successivo svolgimento della guerra: l’orgoglioso Robert Nivelle e lo spietato Charles Mangin. E’ giunto il momento della controffensiva per Armée de Terre.

GIOVEDI’ 2 MARZO: MARCO CIMMINO RACCONTA LA BATTAGLIA DI VERDUN (PRIMA PARTE)

Alle prime luci del 21 febbraio 1916, in un bosco vicino a Loison, gli intirizziti serventi di un cannone da marina Krupp ricevono il tanto atteso ordine da parte del comando del principe Guglielmo. Un primo proiettile da 380 mm viene sparato in direzione della città di Verdun, demolendo l’ala del grande palazzo vescovile. A seguire una fitta pioggia di colpi incomincia a piovere, come grandine di fuoco e di acciaio, sul intero abitato, centrando la stazione ferroviaria, le case ed i ponti fuori città. L’operazione Gericht (Giudizio), preparata con una maniacale segretezza dal capo di stato maggiore tedesco Von Falkenhayn e dai suoi sottoposti, è ufficialmente cominciata e con essa la battaglia destinata a diventare l’emblema del conflitto. Marco Cimmino ci porterà a strisciare nella martoriata terra del “Grand Est”, accompagnandoci per i gironi danteschi di quel tremendo tritacarne che, una volta messo in moto, per quasi un anno nessuno più riuscirà fermare.

VENERDì 24 FEBBRAIO: PAOLO GULISANO RACCONTA LA PROFEZIA DI MALACHIA

 «Durante l’ultima persecuzione di Santa Romana Chiesa siederà Pietro Romano che pascerà il gregge in mezzo a molte tribolazioni ». Così si concludono le profezie sui papi da secoli attribuite a un monaco irlandese, Malachia. Paolo Gulisano ricostruisce passo passo le avventure del santo, splendida figura della Chiesa medievale, introducendoci in un coloratissimo affresco colmo di storia e misteri. 

GIOVED’ 2 FEBBRAIO: TAVOLA ROTONDA ELEZIONI REGIONALI

VENERDI’ 27 GENNAIO: GIOVANNI CERINO BADONE RACCONTA “ITALIAN WAY OF WAR”

L’esercito italiano ha dovuto affrontare diversi importanti cimenti nel corso della sua breve vita. Nello spazio di un secolo i suoi reggimenti sono stati impegnati sugli aspri contrafforti alpini e nelle steppe innevate dell’oriente, tra le sabbie dei deserti libici e sulle scoscese pendici dell’acrocoro etiope, con risultati discrepanti. Con uno sguardo retrospettivo sulla storia militare dello stato unitario appare lecito domandarsi, al netto del valore dei singoli, se sia mai esistita una specifica dottrina d’impiego per le forze armate del Regio Esercito e, nel caso di una risposta affermativa, quale sia stata la sua gestazione o da quale particolare esperienza sia stata mutuata. A queste ed altre domande cercheranno di dare risposta il Capitano Giovanni Cerino Badone, Docente di Storia Militare presso il Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito Italiano e Andrea Zacchigno del canale ZAC ZAK.

GIOVEDI’ 12 GENNAIO: MARCO CIMMINO RACCONTA LA CADUTA DELLA SERBIA

La notte tra il 6 ed il 7 ottobre del 1915 il nodo serbo pare infine giungere al pettine. Le forze coalizzate degli Imperi Centrali, al comando del fresco trionfatore Von Mackensen, partono all’assalto di Belgrado coordinando i propri eserciti su differenti direttrici. Nell’arco di appena qualche settimana i resti dell’armata serba sono costretti a ripiegare in una terribile marcia in direzione dell’Adriatico, nella speranza di essere evacuate dalla regia marina, mentre inglesi e francesi organizzano una testa di ponte in Grecia in quello che è destinato ad essere ricordato come “il fronte di Salonicco”. Il nazionalismo serbo della famiglia reale dei Karađorđevic, principale detonatore della Grande Guerra, pare ormai definitivamente fuori gioco.

GIOVEDI’ 15 DICEMBRE: PRESENTAZIONE DEL LIBRO “NERONE” VERITA’ E VITA DELL’IMPERATORE PIU’ CALUNNIATO DELLA STORIA

Gravi ed infamanti sono le accuse da sempre volte a Nerone, nell’immaginario collettivo assurto all’archetipo del imperatore tiranno: sovrano corrotto, crudele omicida, politico ingrato. Con l’aiuto di Silvia Stucchi, docente in FIlologia e Letteratura presso l’Università Cattolica, cercheremo di restituire alla storia la discussa figura dell’ultimo imperatore della gloriosa dinastia Giulio-Claudia e di dissipare le nebbie sanguigne che avvolgono il mito. Per scopire quanto di vero resiste ancora nel racconto del principe più esecrato della storia romana.

NB – La presentazione del libro si terrà presso il Ristorante Pizzeria da Nerone (Via Pietro Ruggeri da Stabello 4) e non presso i locali della Domus Orobica.

OTTAVO COMPLEANNO DOMUS OROBICA: ECCO LE INIZIATIVE!

Giovedì 8 dicembre, festa dell’Immacolata, ricorre l’ottavo compleanno della nostra associazione.

Come da tradizione, cogliamo l’occasione per trovarci a festeggiare insieme, confrontarci e dibattere con alcune iniziative che speriamo vi siano gradite.

Alle ore 18.00 ci sarà la presentazione di Zenit, nuova rivista d’informazione, cultura e geopolitica. Sarà un’occasione per approfondire la situazione attuale per quanto riguarda la guerra in Ucraina.

Seguirà un apericena con buffet offerto dalla Domus Orobica.

Alle ore 21.00, seguirà la presentazione del romanzo storico “Eden in fiamme” di Gabriele Marconi, con la presenza dell’autore e dell’amico Marco Cimmino.

Trama:

“Eden in fiamme” vede protagonisti tre amici romani che si arruolano nella Repubblica sociale italiana dopo l’8 settembre. Un’esperienza che li porta dalla Scuola allievi ufficiali della Guardia Nazionale Repubblicana al Reggimento Folgore, fino all’epilogo sul confine orientale, in Venezia Giulia, dove devono fronteggiare il IX Korpus titino per salvare due ragazze italiane, e concludersi nella Venezia liberata dagli Alleati. La storia è del 1979, con il narratore che racconta le vicende di quegli anni a due giovani ragazzi, immersi a loro volta nella tempesta degli Anni di Piombo. Gabriele Marconi affronta la “scelta d’amore” di quei ragazzi che, cresciuti nel mito della Patria e del coraggio, videro nell’Armistizio con gli angloamericani un tradimento inconcepibile della parola data e precipitarono loro malgrado negli orrori fratricidi della Guerra Civile, finendo per «scannarsi con altri italiani» ma sognando fino all’ultimo di andare in prima linea; le stesse scelte che, loro malgrado, si troveranno ad affrontare i ragazzi degli anni Settanta.

Gabriele Marconi
(Roma, 1961) Giornalista professionista, è stato direttore responsabile del mensile «Areapolitica, comunità, economia» e oggi si occupa di comunicazione istituzionale e di editing letterario. Ha pubblicato i romanzi L’enigma di Giordano Bruno, Io non scordo, Il regno nascosto, Le stelle danzanti, Fino alla tua bellezza; il poema Ritorno alla terra desolata e NOI canzoni d’amore per la lotta e di lotta per l’amore che raccoglie in un cofanetto le sue canzoni e un libro di pensieri e flashback sugli Anni di Piombo. È autore di un monologo teatrale sulla strage di Bologna dal titolo 2 agosto 1980.

VENERDI’ 2 DICEMBRE: IL PROFESSOR GABRIELE TARANTO RACCONTA LA GUERRA DEI GAS

Il 22 aprile del 1915 la guerra chimica fa il suo ingresso sul palcoscenico della storia appestando i campi del saliente di Ypres. I reggimenti del genio, guidati dal comandante Otto Peterson, impiegano in quella occasione 150 di tonnellate di Cloro in forma gassosa sotto lo sguardo attento e vigile di un tranquillo professore universitario di Breslavia: Fritz Haber. Pochi giorni dopo sua moglie, Clara Immerwahr, si suicida con la pistola d’ordinanza del marito e il capitano Haber, senza nemmeno fermarsi per il funerale, si precipita sul fronte orientale. Il geniale padre della chimica tedesca, coadiuvato da una impressionante schiera di brillanti scienziati, da quel giorno ha legato in maniera indissolubile il proprio nome agli orrori della Grande Guerra e alle tragedie dell’intero secolo breve. Ma chi fu davvero questo luminare della scienza del secolo passato? Quanto pesarono sulla sua vita successiva le sue innovative scoperte? Cosa resta di lui a più di un secolo da quel drammatico pomeriggio di primavera quando, forse senza aver piena cognizione delle possibili conseguenze, scoperchiò il vaso di Pandora in fronte al mondo intero?

VENERDI’ 11 NOVEMBRE: IL PROFESSOR GABRIELE TARANTO RACCONTA LA GUERRA DEI GAS

Il 22 aprile del 1915 la guerra chimica fa il suo ingresso sul palcoscenico della storia appestando i campi del saliente di Ypres. I reggimenti del genio, guidati dal comandante Otto Peterson, impiegano in quella occasione 150 di tonnellate di Cloro in forma gassosa sotto lo sguardo attento e vigile di un tranquillo professore universitario di Breslavia: Fritz Haber. Pochi giorni dopo sua moglie, Clara Immerwahr, si suicida con la pistola d’ordinanza del marito e il capitano Haber, senza nemmeno fermarsi per il funerale, si precipita sul fronte orientale. Il geniale padre della chimica tedesca, coadiuvato da una impressionante schiera di brillanti scienziati, da quel giorno ha legato in maniera indissolubile il proprio nome agli orrori della Grande Guerra e alle tragedie dell’intero secolo breve. Ma chi fu davvero questo luminare della scienza del secolo passato? Quanto pesarono sulla sua vita successiva le sue innovative scoperte? Cosa resta di lui a più di un secolo da quel drammatico pomeriggio di primavera quando, forse senza aver piena cognizione delle possibili conseguenze, scoperchiò il vaso di Pandora in fronte al mondo intero?

SABATO 5 NOVEMBRE: LA DESTRA DI GOVERNO TRA LIBERISMO E COMUNITARISMO, DIBATTITO CON ON. ANDREA TREMAGLIA ED IL SOCIOLOGO FABRIZIO FRATUS

SABATO 29 OTTOBRE: ENRICO CHIESURA RACCONTA LA RIVOLTA DI BUDAPEST

Nel primo autunno del 1956, sulla scia degli smottamenti prodotti nei mesi precedenti dalle dichiarazioni di Krusciov al XX° congresso del PCUS, Budapest è in pieno fermento. Da più di un decennio lo stato ungherese, ridotto ai minimi termini dopo le sconfitte subite nel corso delle due guerre mondiali, si trova infeudato nel sistema di potere sovietico. Il controllo della vita sociale ad opera della polizia politica del AVH e del Partito Ungherese dei Lavoratori (MDP) guidato da Matyas Rosenfeld, fattosi viepiù asfissiante nel corso degli anni, pare iniziare a scricchiolare sotto la pressione delle apparenti trasformazioni in corso con il processo di destalinizzazione. Così, mentre i vertici della nomenclatura sono scossi da una irrisolta ed estenuante faida interna, viene organizzata dagli studenti studenti universitari delle facoltà di Tecnologia ed Economia della capitale una manifestazione presso la statua del poeta Sándor Petőfi a Pest. Sono le ore 15 di un freddo pomeriggio d’ottobre del 1953 e si alza il sipario sul racconto delle tragiche giornate di Budapest.

GIOVEDI’ 27 OTTOBRE: MARCO CIMMINO RACCONTA L’OFFENSIVA GORLICE-TARNOW

“La storia del mondo non ha mai registrato nulla che possa essere anche lontanamente paragonato a questa spinta offensiva che è piombata sull’esercito russo, la gran parte del quale, inchiodata sul posto, è stata rapidamente annientata”. Nella primavera del 1915, per rispondere alla perdita austrongarica del complesso fortificato di Przemyśl ed alle puntate russe in Slesia, gli stati maggiori imperiali, guidati da Von Falkenhayn e dal suo omologo von Hötzendorf, valutarono diverse opzioni risolvendosi in ultimo di imbastire una grande offensiva in direzione della cittadina di Gorlice per scardinare il sistema difensivo nemico e puntare poi verso Cracovia. Alle prime luci di maggio le artiglierie del gruppo d’armate, condotto dal leggendario ussaro August Von Mackensen e coordinato dal colonnello von Seeckt, iniziano un pesante bombardamento delle linee zariste mentre anche le forze del serbo Boroević entrano in azione. E’ il preludio di un movimento devastante destinato a concludersi di lì a due mesi con la compelta conquista della Polonia da parte delle forze austro-tedesche e la grande ritirata degli eserciti dello zar oltre la Vistola.

SABATO 15 OTTOBRE: PRESENTAZIONE DEL LIBRO “LA VIA ROMANA AGLI DEI”

“Roma dominò il mondo grazie alla forza delle sue legioni”. Questa frase con valore di sentenza, appresa sin dai tempi della scuola, ha certamente un elemento di verità. Eppure se avessimo potuto chiedere ad un cittadino romano, ad un legionario, la causa prima del successo dell’Urbe probabilmente avremmo ricevuto una risposta differente, tanto più profonda quanto inaspettata. Leggendo le riflessioni scritte dai nostri antenati, indagando il racconto di miti ancestrali, degli oracoli e delle predizioni, esploreremo assieme ad Emanuele Viotti di @Ad Maiora Vertite le ragioni profonde che permisero, e addirittura spinsero, la Città Eterna ad elevarsi da piccolo villaggio ai margini delle paludi, a regina incontrastata dei destini del mondo.

GIOVEDI’ 15 SETTEMBRE: MARCO CIMMINO RACCONTA LA BATTAGLIA DI LOOS

Il 25 settembre del 1915, nel contesto di quella che i tedeschi chiamarono Battaglia d’autunno, le truppe britanniche del generale Haig si lanciarono all’assalto delle trincee nemiche dopo aver cercato di disarticolarne l’apparato difensivo con il massiccio impiego di gas al cloro. Nonostante l’accurata programmazione e l’impiego degli Scavatori del corpo degli Ingeneri Reali per il posizionamento di mine in gallerie in prossimità degli obbiettivi, ogni sforzo per aprirsi la strada ad oriente risultò vano. La superiorità tattica germanica, mostratasi notevolmente superiore alla dottrina offensiva degli alleati, unita alle avversità meteorologiche in cui finì per dibattersi il contingente d’oltremanica, trasformarono ben presto il terreno di scontro in un mattatoio conosciuto come “il Campo dei Morti di Loos”. Giovedì 15 settembre Marco Cimmino racconterà la devastazione e l’imperizia, il coraggio e l’abnegazione, di uno dei più tristi e bizzarri racconti della Grande Guerra

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SABATO 10 SETTEMBRE: MARCO BONIARDI RACCONTA LA BATTAGLIA DI LEPANTO

“molti si trovarono per combattere e molto aspramente e moltissimi valenti uomini e cavalieri morirono di qua e di là, perché ci si uccideva con spade e mazze, con catene ed azze, con archibugi da posta, con archibusetti, con frecce, con verrette e con ogni sorte d’arme da brandire o da lanciare e per disperazione s’impugnava qualsiasi arnese buono a far del male, che non c’era spazio alcuno per la fuga e bisognava di necessità morire o di fuoco o d’acqua”

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VENERDI’ 5 AGOSTO: SCACCO MATTO ALLA MORTE , INCONTRO CON L’AUTORE.

Un delitto, un enigma, una corsa contro il tempo sulle rive del fiume Arno. Sotto i colori dell’affresco celebrante il Trionfo della Morte si intrecciano le vicende di un giornalista, di una sua amica, di un vecchio professore, di un clochard e di un giovane docente dalla promettente carriera. Un’indagine in cui nulla è ciò che sembra davvero

VENERDì 8 LUGLIO: ALBERTO LEONI RACCONTA L’ASSEDIO DI FAMAGOSTA

Nel pieno dell’estate del 1571, dalle fortificazioni ormai ridotte a brandelli dal fuoco dei cannoni ottomani, qualcuno sventola una bandiera bianca in direzione del campo nemico. Per ordine dei capitani della Serenissima si decide di chiedere una tregua per discutere le condizioni di resa. Marcantonio Bragadin, rettore di Famagosta, ha deciso di cedere alle sollecitazioni del suo consiglio di guerra. La sperata flotta di soccorso non ha mai raggiunto le acque cipriote, le fantesche degli italiani mancano del necessario per continuare il combattimento e quel che resta della popolazione civile è ormai ridotta allo stremo dagli orrori della guerra. È stato uno scontro spietato, protratto oltre il limite dell’umana sopportazione, un duello estenuante che ha reso monche entrambe le armate; lo stesso Lala Pascià ha dovuto seppellire il proprio figlio in vista dei bastioni. In breve tempo vengono firmati gli accordi, giurati sui rispettivi testi sacri, e si procede all’evacuazione degli armati. Il dettaglio della resa, dopo elaborate trattative, concede ai difensori di essere imbarcati su galee turche e fare vela verso Creta mentre la popolazione civile sarà rispettata e non si procederà all’usuale saccheggio dell’abitato. Ma qualcosa va storto. Bragadin e il comandante sultanale paiono intendersi poco e piacersi pure di meno. Alla cerimonia di consegna delle chiavi cittadine è registrato un aspro diverbio tra i due e il provveditore è messo in catene mentre il suo seguito viene decapitato. È solo l’inizio di un calvario di crudeltà senza nome, di un supplizio mostruoso destinato a protrarsi per altri 10 giorni, di un orrore che getterà nel fango l’onore della Sublime Porta e nello sgomento i popoli cristiani.

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VENERDI’ 24 GIUGNO: GIUSEPPE PARLATO RACCONTA LA MARCIA SU ROMA

Il 28 ottobre del 1922 si chiude il primo dopoguerra italiano. Migliaia di fascisti e di reduci provenienti da tutta Italia marciano sulla capitale per occupare i palazzi del potere senza incontrare alcuna reale resistenza da parte del governo e delle forze armate. È l’inizio del ventennio fascista, lo spartiacque nella storia nazionale. Ma cosa fu davvero la Marcia? Chi la ideò? Chi la organizzò e chi la diresse? Perché D’Annunzio non partecipò ad un’impresa che pareva cucita su misura per lui? Perché l’esecutivo si dimostrò tanto inadeguato da sollevare sospetti di connivenza? In occasione del approssimarsi del 100° anniversario di quell’evento li storico, Giuseppe Parlato entrerà nel dettaglio della cronaca per fornire un analisi lucida ed obbiettiva dei “tremendi eventi” di quei giorni.

SABATO 18 GIUGNO: ENZO BEARZOT RACCONTATO DA SUA FIGLIA

L’11 luglio 1982, nella spettacolare cornice del Santiago Bernabéu, la nazionale italiana di calcio batte nettamente la Germania Federale laureandosi per la 3ª volta campione del mondo. È il trionfo inaspettato di un indimenticabile gruppo di atleti , il riscatto di un sistema piegato dallo scandalo scommesse, l’apoteosi di un commissario tecnico destinato a diventare leggendario. Ma chi era davvero Enzo Bearzot? Come aveva vissuto i 28 giorni che avrebbero finito per consacrarlo come una delle figure più rappresentative dello sport italiano? Quali pensieri affollarono le sue notti mondiali mano mano che si avvicinava alla vetta più ambita? A queste e ad altre domande risponderà, nel quarantesimo anniversario di quell’evento sportivo, la figlia Cinzia, restituendo all’icona dello sportivo quella dimensione umana e personalissima di uomo e di padre

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GIOVEDI’ 16 GIUGNO: MARCO CIMMINO RACCONTA L’ENTRATA IN GUERRA DELL’ITALIA

ISONZO 1915 – Alle 4 del mattino di lunedì 25 maggio 1915 i cannoni di Forte Verena, sull’Altopiano di Asiago, aprono il fuoco contro le posizioni occupate dai soldati austrungarici. È l’inizio della partecipazione italiana al primo conflitto mondiale, il boato che annuncia l’entrata della nazione nella modernità. Dopo caotici mesi di frenetiche trattative e di giravolte diplomatiche, di manifestazioni e scontri di piazza, di tensioni e di speranze, il Regno d’Italia sotto il comando del nuovo capo di stato maggiore Luigi Cadorna scende in campo contro un Impero in grandissime difficoltà. Marco Cimmino ci racconterà come, nei primi 6 mesi del conflitto, il regio esercito, nel tentativo di aprirsi a “spallate” una via per Lubiana, lancerà 4 tenaci offensive sulla stessa direttrice strategica registrando decine di migliaia di perdite e raccogliendo risultati molto al di sotto delle aspettative originarie

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VENERDI’ 3 GIUGNO: LORENZA FORMICOLA PARLA DI ABORTO IN DOMUS OROBICA

La sera del 2 maggio dell’anno corrente sul sito della rivista americana “Politico” viene pubblicato un documento senza precedenti. Si tratta della bozza provvisoria di una sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti d’America redatta dal giudice Samuel Alito. Il caso – la cui decisione finale deve ancora essere resa pubblica – va sotto il nome di Dobbs vs Jackson Women’s Health Organization e concerne una legge dello Stato del Mississippi volta a restringere l’aborto entro le 15 settimane dal concepimento.
La legge oggetto della controversia risulta infatti incompatibile con Roe e con la sentenza che ne confermò la statuizione, Planned Parenthood vs Casey (1992). Come molti commentatori avevano anticipato, lo stato del Mississippi ha posto la Corte Suprema dinnanzi ad un bivio: stroncare la legge e confermare Roe e Casey, oppure dichiararla costituzionalmente legittima e, dunque, annullare le due sentenze e riconoscimento del diritto federale all’aborto.
Non sappiamo se la bozza fatta circolare sarà la sentenza definitiva. Le indiscrezioni rese alla stampa parrebbero deporre in questo senso.
Tuttavia, gli effetti di una decisione di tal fatta certo non si fermeranno sulla sponda occidentale dell’Atlantico. Ed è per questo motivo che dovremmo tutti, giuristi e non, guardare con interesse a cosa accadrà al Numero 1 di First Street, Washington, nelle prossime settimane.

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VENERDI’ 13 MAGGIO: MIRKO CAMPOCHIARI RACCONTA LA BATTAGLIA DI CHEREN

Lo scrittore scozzese Compton Mackenzie nel suo Eastern Epic (1951) ebbe modo di riassumere con queste parole il contributo italiano alla più importante battaglia combattuta nel Corno d’Africa. “Cheren è stata una delle più duri scontri di fanteria mai combattuti in questa guerra e ciò per l’ostinazione mostrata dai battaglioni Savoia, dagli Alpini, dai Bersaglieri e dai Granatieri, in una maniera composta e decisa, cosa mai mostrata dai tedeschi in nessuna battaglia recente. Nei primi cinque giorni di battaglia gli italiani hanno contato 5000 soldati colpiti (1135 di questi, mortalmente). Lorenzini questo giovane e coraggioso generale, è stato praticamente decapitato da una serie di colpi sparatigli dall’artiglieria britannica. Egli è stato un grande comandante delle truppe italiane in Eritrea.
L’infelice propaganda di guerra del tempo ha permesso alla stampa britannica di rappresentare gli italiani come soldatini di ventura; ma se escludiamo la divisione paracadutisti tedesca operante in Italia e i giapponesi attivi in Birmania, nessun esercito nemico col quale le truppe britanniche ed indiane hanno dovuto scontrarsi, ha saputo ingaggiare una battaglia più acre ed efficace di quella dei battaglioni Savoia a Cheren. Oltre ciò, le truppe coloniali italiane, fino al momento di capitolare sulle ultime postazioni, hanno combattuto con valore e coraggio e la loro lealtà in campo è stata testimone della eccellente amministrazione italiana e della valida preparazione militare operata in Eritrea”. La sera di venerdi 13 maggio Mirko Campochiari cercherà di approfondire un evento bellico colpevolmente dimenticato dell’ultima guerra, spiegando come e perché due imperi siano giusti a sfidarsi nelle aspre ed arse valli che si aprono in vista del Mar Rosso. 

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SABATO 30 APRILE: TOMMASO DE BRABANT PRESENTA IL SUO LIBRO “LA LUPA E IL SOL LEVANTE”

Il 7 dicembre 1941, formidabili squadre aeree giapponesi attaccarono una grande flotta di corazzate statunitensi ancorate a Pearl Harbor, nelle isole Hawaii: lo scontro trascinò nella Seconda Guerra Mondiale i due imperi più aggressivi dello scacchiere internazionale, mutando il corso della storia. Nell’ottantesimo anniversario di quell’evento, “La Lupa e il Sol Levante” esplora le relazioni tra il Giappone del Tenno e l’Italia del Duce: due Nazioni che, malgrado le iniziali distanze e la reciproca diffidenza, si trovarono alleate nella disavventura bellica. Un’epopea straordinaria e controversa, ancora sconosciuta – nei suoi dettagli e nei suoi retroscena – al grande pubblico.

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GIOVEDI’ 21 APRILE: MARCO CIMMINO RACCONTA LA BATTAGLIA DI GALLIPOLI

Nella tarda mattinata del 18 marzo 1915 una imponente squadra navale anglofrancese attacca i forti ottomani nello stretto dei Dardanelli con l’idea di aprirsi la strada in direzione di Costantinopoli. 17 corazzate supportate da svariati incrociatori, da 25 cacciatorpediniere e da 13 sottomarini battono per ore le posizioni fortificate lungo le pendici delle colline lungo la costa. Cionondimeno il fuoco di sbarramento diretto dagli ufficiali tedeschi agli ordini del comandante Cobnali e le mine depositate nelle fredde acque del canale aprono vuoti mostruosi nelle linee di combattimento alleate e, al tramonto, 8 unità della flotta attaccante sono affondate o messe fuori uso. Si tratta della peggiore performance del secolo per la Royal Navy, con perdite in proporzione di gran lunga superiori a quelle subite durante tutte le battaglie del secolo passato. È l’ouverture della grande Campagna dei Dardanelli che, pensata per costringere la Sublime Porta a ritirarsi dalla guerra dopo il disastro di Sarıkamış, rapidamente si trasformerà in un incubo senza via d’uscita per le potenze dell’Intesa. Per 9 mesi le truppe dell’impero britannico, ed i reparti ANZAC sopratutto, si dissangueranno sulle spiagge come sugli aridi pendii delle coste turche senza riuscire a sbloccare la situazione, lasciando nella memoria storica delle nazioni belligeranti un ricordo indelebile degli orrori della guerra.

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VENERDI’ 8 APRILE: GIOVANNI BADONE RACCONTA LA BATTAGLIA DELL’ASSIETTA

Nel pieno dell’estate del 1747 una poderosa armata d’oltralpe, guidata dal conte de Belle-Isle, risale le valli piemontesi in direzione del colle dell’Assietta, a cavallo tra la Val di Susa e la Val Chisone. Ad attenderli c’è una forza sabauda, riforzata da elementi austriaci, che conta appena un quinto degli effettivi francesi ed il cui compito è di mantenere la posizione per impedire l’aggiramento nemico del forte d’Exilles e la discesa verso la città di Torino. Lo scontro, protrattosi violentissimo per ore, vedrà la disfatta delle truppe di Lugi XV ed il più completo trionfo dei “bogia nen” della fanteria di linea piemontese. Giovanni Cerino Badone racconterà, in Domus Orobica, uno dei più gloriosi e dimenticati fatti d’arme della storia patria e di come questo successo influenzerà, nei secoli a seguire, il pensiero strategico della scuola di guerra piemontese prima e di quella italiana poi.

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VENERDI’ 25 MARZO: ALBERTO LEONI RACCONTA L’ASSEDIO DI MALTA

All’alba del 18 maggio 1565 un’imponente flotta da guerra posa l’ancora a largo della costa maltese. Solimano il Magnifico, il Gran Turco, il Sultano di Costantinopoli, ha spalancato i forzieri del suo tesoro per armare 250 navi e condurre i superbi eserciti della Sublime Porta alla conquista della piccola isola nel mezzo del Mediterraneo. Contro questa tempesta che monta dal levante del mondo, pronta a scagliarsi contro lo scoglio melitense, s’appronta un gruppo di uomini provenienti da mezza Europa sotto il comando del Gran Maestro degli Ospitalieri. Uno scontro epico e terribile deflagrerà per tutta l’estate, portando entrambi gli schieramenti ad un passo dal completo esaurimento. Un giorno dopo l’altro, un assalto dietro l’altro, le orde dei basci-buzuk ed i tenaci reggimenti di giannizzeri spargeranno sudore e sangue sulle mura dell’arcipelago, erodendo posizioni a cui i cavalieri corazzati si aggrappano con coraggio leonino nella disperata attesa una flotta di soccorso che sembra destinata a non giungere mai. Alberto Leoni racconterà per Domus Orobica di due mondi in lotta, di due implacabili nemici avvinghiati l’uno all’altro, in una scontro destinato ad entrare nella leggenda.

VENERDI’ 11 MARZO MARCO BONIARDI PARLA DI UOMINI IN ARMI

Andare in guerra, combattere, uccidere. Quali stati d’animo si celano dietro a queste parole? Quale impatto hanno per i soldati? Cosa vuol dire affrontare il nemico? Che significa scendere sul campo di battaglia? Queste sono solo alcune delle domande a cui Marco Boniardi, venerdì, cercherà di dar risposta. Non con l’intento di giudicare, ma con la volontà di capire lo stato d’animo e l’intimo dramma che si cela in ogni combattente quando si trova faccia a faccia con le sue paure più grandi: la paura di imbracciare un’arma, di morire e di dover uccidere. Perché la guerra non è un racconto fatto di buoni e di cattivi, ma un fatto terribilmente reale dove agli esseri umani è chiesto di superare tutti i loro limiti psicologici e fisiologici.

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GIOVEDI’ 3 MARZO: MARCO CIMMINO RACCONTA LA BATTAGLIA DI YPRES

Alle 17e30 del 22 aprile 1915 unità del genio appartenenti alla 4a armata tedesca impiegarono intenzionalmente i gas, per la prima volta nel corso della guerra, allo scopo di aprire il fronte tenuto dalle truppe francesi. Vennero liberate 171 tonnellate di cloro su un fronte compreso tra le frazioni di Langemark e di Gravenstafel. La linea alleata, tenuta da elementi coloniali della 45a divisione di linea, perse entro sera quasi la metà dei propri effettivi. E’ il battesimo del fuoco per della guerra chimica e l’alba di un nuovo maniera di intendere a guerra.

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VENERDI’ 10 DICEMBRE: MARCO CIMMINO RACCONTA LA BATTAGLIA DI SARIKAMISH

1914 – Subito dopo l’entrata in guerra al fianco degli Imperi Centrali, allo scopo di alleggerire la pressione russa sul fronte galiziano e con l’intenzione di raccogliere un successo di prestigio sugli storici nemici, il ministro della guerra ottomano Enver Pasha inizia a studiare i piani di un offensiva sullo scacchiere caucasico. Nei progetti del suo ideatore, e dei consiglieri militari tedeschi che lo affiancavano, la terza armata turca avrebbe dovuto muoversi agilmente per raggiungere le posizioni nemiche e sorprenderle prima che i comandanti dello zar avessero modo di imbastire una difesa efficace. Per muoversi agilmente era necessario che le truppe fossero equipaggiate in maniera più leggera possibile operando in un teatro bellico pesantemente innevato e muovendosi tra cime prossime o superiori ai 2000 mt. Venerdì 10 dicembre Marco Cimmino racconterà, per Domus Orobica, la disperata corsa contro il tempo delle truppe ottomane per rompere lo schieramento avversario prima che le condizioni climatiche rendessero impossibile la loro stessa sopravvivenza. 

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TEST COVID NEWS

ATTENZIONE!

DA QUESTA SETTIMANA GLI AMICI DELL’ASSOCIAZIONE NEOLALIA NON EFFETTUERANNO PIU’ I TAMPONI COVID PRESSO I NOSTRI LOCALI! PER INFO SUI NUOVI LUOGHI ED ORARI VI INVITIAMO A CONTATTARLI DIRETTAMENTE TRAMITE I LORO CANALI!

IN PARTICOLARE TENETEVI IN CONTATTO TRAMITE IL CANALE TELEGRAM : NEOLALIA TAMPONI

VENERDI’ 12 NOVEMBRE: IL DISASTRO DEL GLENO

Il 1° dicembre 1923, alle 7e15 del mattino, crollò la diga del Gleno. 6 milioni di metri cubi d’acqua, detriti e fango si riversarono a valle travolgendo qualsiasi cosa si presentasse sul loro cammino, prima di gettarsi nel lago d’Iseo a meno di un ora dal collasso della struttura. Lungo il suo percorso, preceduta da un terrificante spostamento d’aria, la massa liquida spianò paesi, schiantò ponti, sradicò boschi, stritolando ogni cosa al suo passaggio. Centinaia di persone, trascinate dalla furia devastatrice dell’uragano, scomparvero nel giro di pochi minuti. L’avvocato Benedetto Maria Bonomo, già sindaco di Colere ed autore di un dettagliato saggio sulla catastrofe, racconterà per Domus Orobica la dinamica di quel tragico evento, cercando di fare luce sugli aspetti più oscuri della vicenda.

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VENERDI’ 22 OTTOBRE: STEFANO ORSI RACCONTA LA GUERRA CIVILE YEMENITA

Nello Yemen, all’estremità meridionale di quel sub-continente formato dalla penisola arabica, da più di 6 anni si combatte una guerra in larga parte dimenticata. Questo conflitto, che vede le forze locali contrapporsi ad una eterogenea coalizione guidata dalla casa regnante saudita (pesantemente supportata dagli Stati Uniti), nonostante l’utilizzo delle più moderne tecnologie, le disponibilità finanziarie messe in campo dalle petromonarchie del Golfo, le decine di migliaia di vittime e i milioni di sfollati, pare ben lungi risolversi. Come si è arrivati a questa situazione di apparente stallo? Quali sono gli attori che interpretano questa tragedia? Cosa li ha spinti a calcare il palco? Quali sono i suggeritori che bisbigliano nascosti nella penombra? Come è possibile che, data l’enorme disparità di forze, come sovente è già accaduto in quella remota regione del mondo, non si riesca a trovare una via di uscita? A questi quesiti, e a molti altri, cercherà di rispondere questo venerdì l’analista strategico di SakerItalia Stefano Orsi.

A CAUSA DELLE RESTRIZIONI ANTICOVID L’INGRESSO E’ SU PRENOTAZIONE

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VENERDI’ 15 OTTOBRE: PAOLO GULISANO RACCONTA BOBBY SANDS

Il 5 maggio del 1981, presso l’infermeria della prigione di Maze in Ulster, si spegne di inedia dopo 66 giorni di protesta il detenuto ventisettenne Bobby Sands. Furono 10 i militanti indipendentisti irlandesi che morirono nel corso dell’anno durante le proteste riconducibili al “secondo sciopero della fame”. Chi erano? Qual era la loro storia? Come e perché decisero di portare alle estreme conseguenze quel gesto disperato? Per capirlo Paolo Gulisano ci condurrà venerdì sera tra i quartieri popolari di West Belfast, tra i militanti cattolici dell’IRA (Irish Republican Army) e quelli protestanti dell’UVF (Ulster Volunteer Force), divisi dai muri di separazione che tagliano la città da Falls Road a Shankill Road.

A CAUSA DELLE RESTRIZIONI ANTICOVID L’INGRESSO E’ SU PRENOTAZIONE

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TEST RAPIDI COVID-19 GREEN PASS

A causa della recente vergognosa estensione del “green pass” al mondo accademico e lavorativo Domus Orobica ha messo a disposizione i propri spazi per l’esecuzione dei tamponi rapidi antigenici validi per il rilascio della carta verde. I prezzi sono nazional popolari!

NOTA BENE

IL SERVIZIO NON E’SVOLTO DIRETTAMENTE DA DOMUS OROBICA, CHE SI LIMITA A METTERE A DISPOSIZIONE I LOCALI, MA DA UN’ASSOCIAZIONE TERZA DI AMICI CON CUI COLLABORIAMO.

DI SEGUITO RIPORTIAMO IL LINK CON TUTTI I CONTATTI E LE INFORMAZIONI PER POTER USUFRUIRE DEL SERVIZIO.

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VENERDI’ 8 OTTOBRE: GABRIELE TARANTO RACCONTA IL PROGETTO MANHATTAN

Il Mattino del 6 agosto 1945, un bombardiere B-29 Superfortress dell’aeronautica militare statunitense sganciava sulla città giapponese di Hiroshima un ordigno esplosivo con una carica di 64 kg di uranio arricchito. La bomba, esplodendo a 580 metri d’altezza, con una detonazione equivalente a sedici chilotoni, uccise sul colpo tra le 70 000 e le 80 000 persone. L’era atomica aveva avuto ufficialmente inizio.

Come era stato possibile sprigionare una simile potenza distruttrice? Qual era il segreto di morte racchiuso nella forma metallica della bomba? Quali uomini avevano lavorato segretamente ad un compito tanto ingrato? E perché? Gabriele Taranto ci guiderà nel racconto del progetto Manhattan dagli studi pionieristici di Marie Curie sino alle intuizioni di un team di geniali scienziati del Los Alamos National Laboratory, seguendo passo gli sviluppi che hanno permesso, secondo le parole del fisico Oppenheimer, di risvegliare “il distruttore dei mondi”

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VENERDI’ 24 SETTEMBRE: MIRKO CAMPOCHIARI (PARABELLUM) RACCONTA LA BATTAGLIA DI TUG ARGAN

Nell’agosto del 1940 le forze del regio esercito conquistano la Somalia britannica, occupando interamente il territorio del Corno d’Africa.
L’avventura coloniale italiana raggiunge il suo effimero apogeo, trovandosi ad amministrare nominalmente uno spazio geografico 6 volte più esteso della madrepatria. Concepito come parte di un trittico sulla fine dell’Africa orientale Italiana e come seguito ideale di una trilogia di lezioni sulla guerra d’Etiopia (1935-1936) già realizzata dallo stesso autore*, l’incontro approfondirà i presupposti strategici e lo svolgimento di una delle poche campagne vittoriose condotte interamente dalle nostre truppe durante il secondo conflitto mondiale.
A causa delle restrizioni dovute alle norme per il contenimento dell’epidemia di Covid19 è gradita la prenotazione per assistere dal vivo all’evento.

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MARTEDI’ 14 SETTEMBRE: MARCO CIMMINO RACCONTA L’ASSEDIO DI PRZEMYSL

1914 – Nel teatro del fronte orientale, dopo la pesante sconfitta subita ad opera dell’esercito zarista nei primi giorni di settembre, le forze asburgiche cercano di opporre resistenza concentrando oltre 100 mila uomini nella città precarpatica di Przemysl (attualmente nell’estremo sudest polacco). Oltre alle possenti mura della enorme città-fortezza, gli austrungarici possono contare su di un complesso sistema di difesa composto da 41 trincee, decine di forti perimetrali, postazioni fisse d’artiglieria pesante, chilometri di filo spinato, casematte, magazzini, caserme, depositi ed un piccolo aeroporto. Quando l’armata russa, comandata dal generale Selianov e dal bulgaro Dimitriev, entra in scena, accampandosi nei pressi della città, s’alza il sipario su quello che sarà ricordato come il più lungo assedio della Grande Guerra. Martedì 14 settembre lo storico Marco Cimmino racconterà, per Domus Orobica, uno tra i più interessanti e sottovalutati capitoli dell’intero conflitto mondiale.

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SABATO 24 LUGLIO: PRESENTAZIONE LIBRO “DONBASS, LE MIE CRONACHE DI GUERRA”

Sabato 24 luglio siamo lieti d’invitarvi alla presentazione del libro “Donbass, le mie cronache di guerra”. Oltre all’autore Vittorio Nicola Rangeloni sarà presente Marcello Berera, responsabile di “Progetto Donbass”.

La guerra civile in Ucraina è una conseguenza di numerose premesse da ricercare in tutta la storia del paese. L’autore ha assistito all’inizio delle proteste di Kiev, che nel febbraio del 2014 hanno portato al famoso golpe del “Maidan”. Il libro inizia proprio da questa rivoluzione che inciderà sui fragili equilibri interni del paese, portando ad una frattura insanabile con quella parte della popolazione che non ha accettato quanto accaduto nella capitale. Dopo qualche mese è iniziata la guerra in Donbass. Dalla primavera del 2015 Vittorio Nicola Rangeloni si è immerso nel conflitto, provando sulla sua pelle le stesse privazioni, le preoccupazioni e le difficoltà della gente del posto. Le fasi della guerra a cui non ha assistito direttamente sono state raccontate attraverso testimonianze, sfoghi, confidenze e sogni di persone che hanno combattuto armi in mano o semplicemente subito gli scontri. Gran parte dei luoghi, degli scenari e dei protagonisti narrati in questo libro sono pressoché inaccessibili alla maggior parte dei reporter occidentali, che raramente hanno messo piede al di fuori dal centro delle principali città.

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10 E 11 OTTOBRE: DUE GIORNI IN DOMUS TRA CULTURA E POLITICA!

Il 1 agosto 1944 Varsavia, soggetta all’esercito tedesco dall’inizio della guerra, insorge contro l’occupazione. L’idea è quella di profittare del momento di relativa debolezza della Wehrmacht, come del suo progressivo ed inarrestabile logoramento, per liberare la capitale della Polonia prima che lo facciano i sovietici del maresciallo Rokossovskij, acquartierati nei sobborghi orientali della città.
Contando sull’appoggio degli alleati e fidando nella prossimità dell’Armata Rossa, l’Armia Krajowa (l’esercito nazionale) impegnerà per due mesi le truppe del Reich in feroci e disperati combattimenti casa per casa, stanza per stanza, fino all’estrema ridotta del sistema fognario. Nessun soccorso significativo giungerà mai agli insorti mentre i sovietici rifiuteranno perfino di mettere a disposizione gli aereoporti in loro possesso per fornire la rivolta del necessario al suo sostentamento. La battaglia, uno degli episodi più gloriosi ed oscuri della guerra, si chiuderà sotto gli occhi del mondo con la deportazione dell’intera popolazione civile e la totale distruzione dell’abitato ordinata dal Führer, incrinando irrimediabilmente i rapporti tra la Polonia e i suoi alleati come riconosciuto dal governo polacco nei giorni immediatamente successivi la resa:
«Non abbiamo ricevuto alcun sostegno effettivo… Siamo stati trattati peggio degli alleati di Hitler in Romania, in Italia e in Finlandia. La nostra rivolta avviene in un momento in cui i nostri soldati all’estero stanno contribuendo alla liberazione di Francia, Belgio e Paesi Bassi. Ci riserviamo di non esprimere giudizi su questa tragedia, ma possa la giustizia di Dio pronunciare un verdetto sull’errore terribile col quale la nazione polacca si è scontrata e possa Egli punirne gli artefici»
Sabato 10 ottobre Marco Patricelli, storico di fama internazionale, racconterà per Domus Orobica i giorni della Rivolta, le luci e le ombre, gli eroismi e le miserie, la gloria e l’infamia, che accompagnarono il crepuscolo dello Stato Segreto Polacco.
L’appuntamento è per le ore 16.30

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Chi è Marco Patricelli?
MARCO PATRICELLI (Pescara, 1963) è uno storico italiano, esperto dell’Europa del Novecento e della Seconda guerra mondiale con al suo attivo decine di pubblicazioni. Ha insegnato storia dell’Europa contemporanea all’Università Gabriele d’Annunzio di Chieti-Pescara, collabora a giornali e riviste specializzate straniere, tiene lezioni, conferenze e seminari all’estero. Collaboratore per i maggiori network italiani, vincitore del Premio Acqui Storia nel 2010 e insignito dell’onorificenza di “Bene Merito” (Dobrej Zasługi lub Słusznej Nagrody) per l’alto profilo culturale dei suoi studi sulla storia polacca. I suoi articoli e le sue pubblicazioni hanno trovato eco sono stati tradotti su quotidiani internazionali come Washington Post, Chicago Tribune e Le Figaro, L’Opinion, Sunday Express, Le Soir ed El Pais. Compone musica sinfonica, pianistica e da camera. Tra le sue partiture, Pilecki’s Suite per orchestra dedicata agli episodi della vita del capitano di cavalleria Witold Pilecki.

Domenica 11 ottobre siete invitati ad un pomeriggio, organizzato insieme agli amici del “Il Talebano”, di dibattiti e approfondimenti su alcuni dei progetti messi in campo dal governo Conte dall’inizio della pandemia ad oggi.
L’appuntamento è per le ore 14.30!
Non mancate!

VENERDI’ 25 SETTEMBRE: MARCO CIMMINO RACCONTA LA BATTAGLIA DI GUADALAJARA

La battaglia di Guadalajara è certamente il capitolo più famoso e discusso nel racconto della partecipazione del Corpo Truppe Volontarie (C.T.V.) alla guerra civile spagnola. Con il passare del tempo lo scontro è esondato dall’alveo della storia per invadere il campo della leggenda. Quando l’eco della battaglia si alza nei cieli di Castiglia, tuttavia, l’impegno militare del regime al fianco dei nazionalisti è solo all’inizio e le operazioni belliche dureranno altri due anni prima di esaurirsi. Il sipario resterà alzato ancora a lungo su questo anticipo di guerra mondiale. Ma cosa fu davvero Guadalajara? Un disastro irreparabile o soltanto una battuta d’arresto? Come si comportarono i regolari italiani durante il corso del conflitto? E quali furono le caratteristiche peculiari del loro intervento? A queste e ad altre domande cerca di rispondere, per Domus Orobica, il professor Marco Cimmino.
Vi aspettiamo venerdì 25 settembre per le ore 20.45

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VENERDI’ 11 SETTEMBRE: MARCO SAITA RACCONTA “LA VOLANTE ROSSA”

La Volante Rossa fu una organizzazione antifascista a carattere paramilitare attiva, a Milano e dintorni, nell’immediato secondo dopoguerra, responsabile di diversi fatti di sangue tra la primavera del 1945 e l’inverno del 1949.
La fedina penale dei componenti della banda racconta una storia fatta d’omicidi, tentati omicidi, violenze private, invasioni di fabbriche, detenzione di armi e violazione di domicili. Ma chi erano gli autori di quella tragica stagione? Quale aria respirarono nei mesi e negli anni immediatamente successivi alla fine del conflitto? In che contesto si sviluppò questa amara storia? Quale ideologia armò la loro mano? E quali furono i rapporti che intercorsero tra i dirigenti del gruppo ed i responsabili del PCI? A queste e ad altre domande cercherà di rispondere, per Domus Orobica, il racconto dell’avvocato Marco Saita.
Vi aspettiamo venerdì 11 settembre alle ore 20.45.
L’evento è organizzato in collaborazione con gli amici di alle Radici della Comunità.

Domus Orobica
Spazio Sociale Identitario

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VENERDI’ 17 LUGLIO: FRANCESCO BORGONOVO E FILIPPO BIANCHI IN DOMUS OROBICA

Siamo lieti d’invitarvi, venerdì 17 luglio, presso i nostri locali di via Mascagni 85 per un’incontro che ha lo scopo di fare il punto sull’inchiesta, che con notevole sforzo si sta cercando di far passare in sordina, riguardante il sistema della cosiddetta “accoglienza” nella bergamasca.
Aldilà dei vari reati ipotizzati (che vanno dall’associazione per delinquere finalizzata alla truffa, alla turbativa d’asta, all’inadempimento di contratti di pubbliche forniture fino allo sfruttamento del lavoro), quello che analizzeremo in maniera particolare è il filo che lega il mondo delle coop a quello degli istituti “caritatevoli” del mondo cattolico bergamasco passando per i leciti finanziamenti e le lecite amicizie di palazzo Frizzoni.
Un sordido intreccio d’affari e pelosa carità all’ombra delle mura, raccontato da Filippo Bianchi (consigliere comunale di Bergamo per la Lega) e Francesco Borgonovo (giornalista e saggista della “La Verità”). Presenta la serata Luca Nozza di Fratelli d’Italia.
Vi aspettiamo per le ore 20.45.

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SABATO 11 LUGLIO: MARCO MESCHINI RACCONTA IL SACCO DI COSTANTINOPOLI!

Domus Orobica, in collaborazione con gli amici di Alle Radici della Comunità, è lieta d’invitarvi sabato 11 luglio ad una conferenza di puro carattere storico sul sacco di Costantinopoli.
Avremo il piacere di ritrovare il professor Marco Meschini, storico medievista.
La quarta crociata, i cavalieri dello Champagne e del Monferrato, la Guardia Variaga, la seta e l’argento, la Laguna ed il Corno d’Oro, Venezia e Costantinopoli, l’Adriatico e l’Egeo, le superbe navi dalle vele purpuree e le possenti mura della città sul Bosforo, il coraggio e la viltà, la fede e la cupidigia. Tutto questo, e molto altro ancora, nel racconto di Marco Meschini.
Vi aspettiamo per le 16.30.

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VENERDI’ 12 GIUGNO: PAOLO GULISANO RACCONTA LA CADUTA DEGLI HIGHLANDERS

Dopo la pausa Covid ci ritroviamo, in tutta sicurezza, venerdì 12 giugno in Domus Orobica per una conferenza sulla fine delle rivolte  anti inglesi in Scozia.
Il racconto delle sfortunate imprese di Bonnie Charlie e della rovinosa fine del sogno di una Scozia libera ed indipendente.
Paolo Gulisano ci accompagnerà dallo sbarco del re ad Eriskay ai fuochi della rivolta che divamparono tra gli highlanders, dalla trionfale marcia su Londra sino all’epilogo dell’ultima battaglia combattuta in Gran Bretagna.
La serata è organizzata in collaborazione con gli amici di Alle Radici della Comunità.
L’appuntamento è per le ore 20.45.

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MERCOLEDI’ 8 APRILE: CONFERENZA IN DIRETTA STREAMING CON MARCO MESCHINI

Mercoledì 8 aprile 2020 h.21.00

INCONTRO IN STREAMING

LA CROCIFISSIONE – CRONACA DI UN SUPPLIZIO
MARCO MESCHINI – Storico Medievista

In occasione della Settimana Santa Domus Orobica coglie l’occasione per invitarvi ad un incontro a tema tenuto del professor Marco Meschini. L’argomento della conferenza sarà il supplizio della croce come evento storico. Le forme reali in cui si esprimeva questa feroce condanna attraverso lo studio delle fonti coeve, delle indagini archeologiche e delle narrazioni relative alla più famosa e raccontata pena capitale del mondo antico.
L’evento sarà trasmesso in streaming sulla piattaforma ZOOM e sarà disponibile ai primi 300 contatti al seguente link.

https://zoom.us/j/529364048

Meeting ID: 529 364 048

Istruzioni:
Useremo un applicativo chiamato Zoom.

1-Dopo aver cliccato sul link in alto, il PC chiederà di installare l’app Zoom: non è necessario, si può procedere cliccando su: If you cannot download or run the application, join from your browser.
2-Si aprirà una finestra di dialogo in cui inserire il proprio nome, per poi entrare nell’aula virtuale.
3-Vi sarà richiesto di accettare (Agree e similari) i termini e le condizioni del servizio: è sufficiente dire sempre di sì.
4-Infine autorizzare l’uso del microfono e della telecamera.

Sperando di aver fatto cosa gradita Vi aspettiamo mercoledì sera.

PS – Nel caso si dovesse raggiungere il numero massimo di connessioni, e non fosse quindi possibile seguire in diretta la lezione, l’evento sarà comunque disponibile in differita sul canale nei giorni immediatamente seguenti.

SABATO 28 MARZO: SACRIFICI UMANI IN ROMA ANTICA

Gli antichi romani compivano sacrifici umani? In che proporzione? A quale scopo? Entro quali riti? Seguivano una tradizione autoctona o era una prassi religiosa d’importazione? Si trattò di una costante della religiosità precristiana o di avvenimenti eccezionali nell’alveo della cultura classica? Permane ancora qualcosa di queste crude devozioni nel mondo moderno? A queste e ad altre domande cerchiamo di rispondere con l’aiuto di Emanuele Viotti del progetto AD MAIORA VERTITE, progetto che nasce con lo scopo di indagare il Culto Romano nella sua forma teorica e pratica.

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SABATO 14 MARZO: IL DOTT. GIOVANNI BRIZZI PARLA DI SPARTACO E GLADIATORI

Il marxismo ha visto in lui il campione del proletariato oppresso, il cinema hollywoodiano gli ha fatto indossare i panni dell’apostolo della libertà, le più recenti serie televisive l’hanno elevato a paladino dei diritti civili. Ma chi fu veramente Spartaco il Trace? E i gladiatori che affollavano gli anfiteatri romani giostrando davanti alla folla accorsa ad osannarli? Perché il loro mestiere era caratterizzato da un marchio di infamia? Come mai il sangue di questi combattenti veniva usato per celebrare riti di guarigione? Chi erano i lanisti? Come è stato possibile ad un gruppo di reietti mettere a soqquadro la Repubblica all’apogeo della propria potenza? A queste e ad altre domande cercherà di rispondere per noi il professor Giovanni Brizzi dell’Università di Bologna.

Chi è Giovanni Brizzi? (tratto da www.unibo.it)
Giovanni Brizzi è stato professore ordinario di Storia romana all’Università di Bologna. Ha insegnato anche presso gli Atenei di Sassari e Udine. Nell’a.a.1993/94 è stato professeur associé d’Histoire romaine presso l’Université de Paris IV-Sorbonne (Sorbona) per la durata di un anno. Alla stessa funzione è stato chiamato nuovamente per il semestre ottobre 2005-febbraio 2006.Ha soggiornato e tenuto ripetutamente seminari e cicli di lezioni presso numerose Università e istituzioni culturali straniere (Fondation Hardt pour l’Etude de l’Antiquité Classique; Institut National d’Archéologie et d’Art della Repubblica di Tunisia a partecipare ai cicli di lezioni dell’Ecole Pratique en Sciences et Techniques du Patrimoine; Université Paul Valéry – Montpellier III; Université de Caen; Université Paris IV-Sorbonne; Ecole Normale Supérieure; Ecole Supérieure Militaire Saint-Cyr; Centre Gustave Glotz; Maison Suger de Sciences de l’Homme; l’Ecole des Hautes Etudes – Comité des Travaux Historiques et Scientifiques; l’Université Bordeaux III-Michel de Montaigne. Infine, negli a.a. 2012/13, 2013/2014; 2015/2016 ha tenuto corsi seminariali presso l’Università di Paris XIII-Villetaneuse.Ha partecipato a commissioni di concorso, dottorato, ricercatorato e cattedra in Italia (più volte) e in Francia (Paris IV-Sorbonne). Ha fatto parte di numerose équipes di ricerca internazionali (Université de Caen; Centre de Recherches et Histoire Quantitative du C.N.R.S.; Séminaire d’Histoire Grecque dell’Université de Liège).È stato cooptato spesso da organismi nazionali e internazionali per la valutazione di Centri e programmi di ricerca (Centre Glotz Sorbona, programma scientifico dell’Année Epigraphique, Agence Nationale de la Recherche, programma CNRS sulla guerra, Scuola Normale Superiore Pisa, Centro SAET, prof. Giardina etc.). Ha fatto parte della Giuria del “Prix International Thapsus”, assegnato dallo Stato tunisino ad un’opera letteraria, critica o storica riguardate quella Repubblica. E’ stato, insieme con una studiosa olandese, l’unico studioso europeo a contribuire alla giornata celebrativa per i 60 anni della SO.P.H.A.U (Société des Professeurs Français d’Histoire Ancienne à l’Université).È socio ordinario dell’Accademia delle Scienze dell’Istituto di Bologna. È socio ordinario della Deputazione di storia patria delle provincie di Romagna. È segretario della “SISM. Società Italiana di Studi Militari”. È presidente onorario della “Phoenician’s Route (Route des Phéniciens), “Cultural Route of the Council of Europe” (“Itinéraire culturel du Conseil de l’Europe”). Con decreto in data 27 luglio 1995 è stato nominato Chevalier dans l’Ordre des Palmes Académiquesdella Repubblica Francese; poi (2007) promosso al rango di Officier nello stesso ordine. Nel 1999 ha ricevuto dall’Accademia Nazionale dei Lincei il Premio “Mario di Nola” per l’opera storica, conferito al volume Annibale. Come un’autobiografia.I suoi interessi sono molteplici. Si è occupato, tra l’altro, dell’Italia nell’età medio-repubblicana, prestando particolare attenzione all’espansione dall’area tirrenica al medio e alto Adriatico, alle vicende del secondo conflitto con Cartagine e alla figura di Annibale, all’età delle conquiste oltremare. Ha indagato temi di antichità e storia militare antica. È stato cooptato come sub-editor, responsabile della sezione su The Roman Republic per “The Blackwell Encyclopedia of the Roman Army”, di recente pubblicazione (al cui interno ha redatto più voci). Ha scritto un volume generale di storia romana repubblicana; quattro capitoli (due insieme a Dominique Briquel) di un’ulteriore, grossa sintesi in lingua francese; e, in tempi recenti (2012), un altro, più generale trattato di Storia romana che segue linee ricostruttive originali dalla genesi di Roma alla nascita dell’impero cristiano. È autore di oltre 300 lavori a stampa, tra cui più di venti monografie o contributi di dimensioni monografiche; parecchie sue opere sono state tradotte in francese, spagnolo, portoghese. Ha pubblicato anche in inglese e in tedesco. È specialista riconosciuto di Storia annibalica e di storia militare antica.Ha partecipato all’allestimento di numerose Mostre (tra cui quella su “I Fenici”, tenutasi nel 1988 a Venezia, nella sede di Palazzo Grassi, organizzata da Sabatino Moscati). Collabora tuttora in qualità di organizzatore, al grande Convegno internazionale di studio su “L’Africa romana” dell’Università degli Studi di Sassari. In questa sede Giovanni Brizzi ha contribuito a fondare ed ha poi diretto il Centro Interdisciplinare di Studi sulle Provincie Romane.Ha partecipato a produzioni radiofoniche (“Alle 8 della sera”, “Il terzo anello”) o televisive (“La straordinaria storia d’Italia”, “Annibale”; “Spartraco” di Alberto Angela). Ha fatto parte (con Andrea Giardina, Angela Donati, Geza Alföldy e Robert Etienne) del gruppo di consulenza internazionale per il programma di fiction storica dal titolo Imperium(Luxvide) e di un analogo programma su Filippi e Azio per la TV francese. Ha collaborato e collabora, con quotidiani e periodici (tra cui, sistematicamente ormai, con “Il Corriere della Sera”).

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SABATO 15 FEBBRAIO: MARCO VALLE IN DOMUS OROBICA

Siamo lieti d’invitarvi, sabato 15 febbraio, alla presentazione del libro del Dott. Marco Valle “Suez- il canale, l’Egitto e l’Italia”.
La conferenza è realizzata in collaborazione con gli amici di Alle Radici della Comunità. Presenta il Dott. Tommaso De Brabant, redattore di destra.it e Oltre la Linea.
L’appuntamento è in Domus Orobica per le ore 16.30.

Il canale di Suez ha appena festeggiato i suoi primi 150 anni. Un secolo e mezzo di studi, progetti, lavoro, traffici ma anche di intrighi, la complotti, speculazioni, guerre e rivoluzioni. La grande opera, passaggio strategico dell’economia mondiale e nodo geopolitico, fu al “tempo dell’imperialismo” sigillo e garanzia del potere anglo-francese sul Levante e sul Mediterraneo. Per l’Egitto, espropriato ed umiliato, il Canale divenne il simbolo del proprio riscatto, una lunga battaglia vinta da Nasser nel 1956 e consolidata dai suoi successori. Per l’Italia, “minore tra le potenze maggiori”, l’idrovia fu cruccio, ambizione, obiettivo e infine, grazie ad Enrico Mattei, occasione di incontro. Suez, quindi, come cartina tornasole per interpretare il “great game” mediterraneo, capire l’Egitto di ieri e di oggi, comprendere slanci, velleità e potenzialità del “sistema Italia”.

MARCO VALLE – Laureato in Storia, giornalista professionista è stato capo redattore di “Qui Touring”, direttore editoriale della casa editrice New Age e New Sounds, ha diretto riviste dedicate ai viaggi, alla moda e ai trasporti. Portavoce del ministro della Difesa dal 2009 al 2011, è consulente della Commissione Italiana di Storia Militare, collabora con “Storia in Rete” e “Il Giornale” e ha un suo blog su “ilgiornale.it”. Ha curato, tra l’altro, Il Novecento, un secolo di architettura europea (Abitare Segesta, 1999), Dove nacque l’Italia (De Agostini, 2005), 150 anni di Unità nazionale (Touring Club, 2011), Padova (Touring Club, 2016). È autore de Il Milanese e l’Unità italiana (Touring Club, 2012), Confini e Conflitti (Eclettica, 2014), Le Pen, la donna che spaventa l’Europa (Il Giornale, Fuori dal coro, 2017); “Suez. Il Canale, l’Egitto, l’Italia (historicaedizioni, 2019).

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VENERDI’ 24 GENNAIO: MARCO CIMMINO RACCONTA LA BATTAGLIA DI ADUA

Siamo lieti d’invitarvi, venerdì 24 gennaio, alla conferenza d’apertura di questo nuovo anno d’iniziative targate Domus Orobica.
Abbiamo voluto iniziare questo 2020 come l’abbiamo chiuso: con lo storico e saggista bergamasco Marco Cimmino.
Argomento della serata, organizzata in collaborazione con gli amici di Alle Radici della Comunità, sarà la disfatta di Adua: una delle pagine militari più nere della nostra Patria.
Marco Cimmino racconterà la battaglia che ha segnato la storia dell’italia Umbertina. Quando avventurismo, incompetenza e supponenza si scontrarono con l’impero d’Etiopia producendo la peggior sconfitta italiana del XIX secolo.
Vi aspettiamo in Domus Orobica per le 20.45.

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VENERDI’ 6 E SABATO 7: UNA DUE GIORNI DI EVENTI PER IL QUINTO COMPLEANNO DELLA DOMUS OROBICA

Abbiamo organizzato una due giorni di eventi in occasione del quinto compleanno della Domus Orobica.

Iniziamo venerdì 6 dicembre alle ore 21 con lo storico bergamasco Marco Cimmino che ci racconterà dell’impresa d’Alessandria d’Egitto della la notte tra il 18 e il 19 dicembre 1941, quando sei palombari della regia marina misero in atto la più famosa e spettacolare beffa della Xª Flottiglia MAS.

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Proseguiamo sabato 7 dicembre con la presentazione da parte di Paolo Gulisano del suo ultimo libro “Malachia”.
Papa Francesco è l’ultimo Papa? Le profezie di Malachia sono attendibili? Questa biografia ci rivela il vero Malachia, splendida figura della Chiesa medievale e, tra storia e misteri, ci proietta nel futuro prossimo venturo.

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Concludiamo con un apericena con piatti, vino e birra a km0

SABATO 23 NOVEMBRE: C’ERA UNA VOLTA IN AMERICA

Domus Orobica, in collaborazione con gli amici di Alle Radici della Comunità, è lieta d’invitarvi, il prossimo 23 novembre, ad una conferenza sugli Stati Uniti d’America.
Dall’Alt-Right agli scontri con l’estrema sinistra, dalla crisi economica alle nuove tensioni interrazziali, fino alle ultime follie iconoclaste in nome del “politicamente corretto”. L’America è anche questo. Un viaggio alla scoperta degli Stati Uniti attraverso il racconto di un giovane reporter che ha potuto toccare con mano la realtà statunitense e incontrare politici “populisti”, blogger, lavoratori, studenti e veterani. La “destra alternativa” di Steve Bannon, ma anche la galassia “progressista” finanziata dal miliardario George Soros, e la comunità italo-americana che per mesi ha difeso la statue di Italo Balbo e Cristoforo Colombo da chi avrebbe voluto abbatterle. Il tutto in un contesto sempre più caratterizzato da degrado e forti tensioni sociali. Il ritratto di una superpotenza a “stelle e strisce” mai stata così fragile e divisa. E in cui non è chiaro se Donald Trump rappresenti un segnale di ripresa, o soltanto l’ennesimo passo in direzione del baratro.

Edoardo Cigolini, classe 1993, è un giornalista e reporter. Ha collaborato con siti come Barbadillo.it e NazioneFutura. Dal gennaio 2016 scrive nelle pagine piemontesi de Il Giornale e per il mensile Espansione. Nel 2017, dopo essere stato uno dei vincitori del Reporter Day, ha realizzato per “Il Giornale – Gli occhi della guerra” un reportage negli Stati Uniti sulla “destra alternativa” americana. E’ autore del libro “America Profonda”, edito da Eclettica Edizioni. Dall’ottobre del 2019 è responsabile di CulturaIdentità per Torino e provincia.

L’appuntamento è per le 16.30.

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SABATO 26 OTTOBRE: ROBERTO MARCHESINI CI PARLA DI POLONIA

 

La Polonia è, senza dubbio, una di quelle nazioni che danno ancora un briciolo di speranza per una rinascita europea a chi, come noi, fa proprio i valori di Dio, Patria e Famiglia.
Un forte sentimento d’appartenenza nazionale, la Fede Cattolica e la consapevolezza della propria storia tanto gloriosa e tanto piena di tragedie sono le fondamenta su cui si formano le nuove generazioni di bambini polacchi.
La Polonia si presenta al ventunesimo secolo come una Nazione moderna, piena di risorse e progetti, che sta riuscendo a confrontarsi con le sfide del tempo d’oggi senza rinunciare alla propria identità.
A due settimane dal voto che ha visto la destra di Jaroslaw Kaczynski ottenere la maggioranza assoluta dei seggi, abbiamo voluto organizzare una conferenza per parlare del futuro della nazione polacca e del suo ruolo all’interno di un’Europa sempre più vecchia e secolarizzata.
Siete tutti, dunque, invitati Sabato 26 Ottobre in Domus Orobica per le 16.30. A parlarci di Polonia sarà l’amico Dott. Roberto Marchesini, a introdurre sarà Gabriele Cattaneo degli amici di Alle Radici Della Comunità.

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SABATO 5 OTTOBRE: PAOLO SENSINI E PAOLO BORGOGNONE PARLANO DI NATO

Sabato 5 ottobre siamo lieti di invitarvi, in Domus Orobica, ad una conferenza sulla NATO.

Ripercorrere le ragioni della nascita dell’alleanza atlantica, il suo attuale ruolo e le prospettive per il futuro.

Far parte della NATO ha influenzato e continua a influenzare le scelte italiane in campo interno e geopolitici.

Parleremo della questione con Paolo Sensini e Paolo Borgognone, storici e saggisti.

La conferenza è organizzata in collaborazione con gli amici di ALBOR.

FERRAGOSTO: GRIGLIATA IN DOMUS!

FERRAGOSTO IN DOMUS OROBICA!

VINO, BIRRA, CARNE E TANTA BELLA GENTE

DALLE 12.00 IN POI

PRENOTAZIONE D’OBBLIGO

SABATO 13 LUGLIO: SCANDALO ABUSI IN VATICANO

Domus Orobica, in collaborazione con gli amici di Alle Radici Della Comunità, ha voluto organizzare, sabato 13 luglio, una conferenza dal tema molto spinoso.
Con il vaticanista Marco Tosatti affronteremo lo scandalo degli abusi all’interno della Chiesa esploso con il dossier Viganò.
Siete tutti invitati per le ore 16.30.

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Biografia (tratta da http://www.marcotosatti.com)
MARCO TOSATTI
Sono nato a Genova; ho vissuto a Torino, Genova e – ormai da molti anni – a Roma. Ho sempre voluto fare il giornalista, mi hanno convinto sin da piccolo che si trattasse di una professione nobile e importante. Ho “coperto” molti campi: cronaca, sindacale, parlamentare, educazione e scuola, diplomazia. Dal 1981 mi occupo in maniera continuativa di religione, e vivendo a Roma, in Italia, e in Occidente soprattutto di Vaticano.

VENERDI’ 12 LUGLIO: PAOLO PISANO’ IN DOMUS OROBICA

Domus Orobica, in collaborazione con gli amici di Alle Radici della Comunità, è lieta d’invitarvi alla presentazione del libro “Lettere a Cazzullo” di Paolo Pisanò.
L’autore ci guiderà nella ricerca della verità su alcuni quesiti riguardanti l’Italia fascista e su alcuni dei gialli più interessanti della Seconda Guerra Mondiale.
Vi aspettiamo venerdì 12 luglio alle ore 21 in Domus Orobica.
Presenta l’amico Italo Pilenga.

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Trama del libro:
Quale fu la vera essenza del fascismo? Perché gli italiani diedero a Mussolini un consenso di massa? Chi ha massacrato l’Italia con i bombardamenti terroristici a tappeto, gli stupri e le sevizie sulle popolazioni italiane? Chi ha consegnato la Comunità Israelitica italiana alla Gestapo nazista (fino ad allora impedita a toccare un solo ebreo sotto il Tricolore nonostante le nostre leggi razziali) scappando a rifugiarsi sotto la protezione dei conquistatori?

VENERDI’ 10 MAGGIO: TAVOLA ROTONDA ELEZIONI EUROPEE

Le scelte  che riguardano le nostre vite sono sempre più, purtroppo o per fortuna, prese nei lontani palazzi del potere di Bruxelles, Lussemburgo e Strasburgo.
Pare evidente a tutti che queste stanno scontentando una grossa fetta, in costante aumento, di cittadini europei.
Le prossime elezioni del Parlamento Europeo stravolgeranno, a detta di molti opinionisti, gli equilibri che hanno retto il vecchio continente da 50 anni a questa parte.
Riteniamo, dunque, importante arrivare al voto del prossimo 26 maggio il più preparati possibile, in modo di da decidere se recarsi alle urne e nel caso chi votare.
Domus Orobica ha, di conseguenza, organizzato, in collaborazione con gli amici del “Il Talebano”, una tavola rotonda con i candidati dei tre partiti che, oggi, più rappresentano le idee delle persone che frequentano il nostro Spazio Sociale e con cui abbiamo nel corso degli anni spesso collaborato alla realizzazione di tante iniziative.
Saremo lieti di porre, il prossimo 10 maggio, una decina di domande all’On. Marco Zanni (candidato per la Lega nella circoscrizione del Nord-Ovest), a Lorenzo Cafarchio (candidato per Casa Pound Italia nella circoscrizione Nord-Ovest) e a Paola Radaelli (candidata per Fratelli d’Italia nella circoscrizione Nord-Ovest).
L’appuntamento è per le ore 21.00. Siete tutti invitati!

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SABATO 22 GIUGNO: L’ENI DI ENRICO MATTEI

Il 27 ottobre 1962 Enrico  Mattei moriva a seguito di un attentato, per anni fatto passare come incidente aereo.
Abbiamo voluto organizzare, in collaborazione con gli amici di Alle Radici della Comunità e di Oltre la Linea, una conferenza per cercare di fare chiarezza sui motivi che hanno portato alla morte di Mattei; motivi che, evidentemente, vanno ricercati nella gestione dell’ENI da parte dell’ ex partigiano bianco.
Vogliamo, anche, tentare di attualizzare la questione parlando dell’attuale ruolo dell’ENI nelle questioni energetiche, soprattutto per quanto riguarda i rapporti con il mondo arabo.
Presenterà l’evento Fabio Sapettini, di Oltre la Linea e ci accompagnerà in questo viaggio Marco Valerio Solia, saggista e autore del libro “Mattei, obiettivo Egitto. L ENI, Il Cairo, Le Sette Sorelle”
Vi aspettiamo, quindi, sabato 22 giugno, alle 16.30, in Domus Orobica.

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SABATO 8 GIUGNO: LA MONETA, DA OGGETTO SACRO A STERCO DEL DEMONIO

… Questa degenerazione quantitativa di tutte le cose è del resto strettamente legata a quella della moneta, come dimostra il fatto che si è comunemente arrivati a “stimare” un oggetto solo attraverso il suo prezzo, considerato unicamente come una “cifra”, una “somma” o una quantità numerica di moneta; per la maggior parte dei nostri contemporanei , in effetti, qualsiasi giudizio su un oggetto si basa quasi sempre ed esclusivamente sul suo costo (…) ed è così che non soltanto si “stima” un oggetto secondo il suo prezzo, ma anche un uomo secondo la sua ricchezza (…) Gli americani sono andati tanto avanti in questo senso da dire comunemente che un uomo “vale” una data somma, volendo indicare in questo modo la cifra a cui è valutata la sua fortuna; inoltre essi non dicono che un uomo riesce nei suoi affari, bensì che “è un successo”, il che equivale a identificare completamente l’ individuo con i suoi guadagni materiali.

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GIOVANNI BRIZZI PRESENTA LE GUERRE CIMBRICHE

Domus Orobica, in collaborazione con Alle Radici della Comunità e Renovatio Imperii, è lieta di invitarvi, sabato 18 maggio, ad una conferenza di puro carattere storico.
Parleremo delle guerre cimbriche: il conflitto che ha portato Roma, tra il 113 a.c. e il 103 a.c., a trionfare sulle popolazioni germaniche dei Cimbri, Teutoni ed Ambroni.
Siamo orgogliosi di annunciarvi che a condurre la conferenza sarà il Prof. Giovanni Brizzi, professore ordinario di Storia romana presso l’Università di Bologna dal 1986; uno dei massimi esperti italiani di Roma antica.
A presentare sarà Davide Montingelli di Renovatio Imperii.
Vi aspettiamo presso i nostri locali in via Mascagni 85 per le 16.30.

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Chi è Giovanni Brizzi? (tratto da http://www.unibo.it)

Giovanni Brizzi è stato professore ordinario di Storia romana all’Università di Bologna. Ha insegnato anche presso gli Atenei di Sassari e Udine. Nell’a.a.1993/94 è stato professeur associé d’Histoire romaine presso l’Université de Paris IV-Sorbonne (Sorbona) per la durata di un anno. Alla stessa funzione è stato chiamato nuovamente per il semestre ottobre 2005-febbraio 2006.

Ha soggiornato e tenuto ripetutamente seminari e cicli di lezioni presso numerose Università e istituzioni culturali straniere (Fondation Hardt pour l’Etude de l’Antiquité Classique; Institut National d’Archéologie et d’Art della Repubblica di Tunisia a partecipare ai cicli di lezioni dell’Ecole Pratique en Sciences et Techniques du Patrimoine; Université Paul Valéry – Montpellier III; Université de Caen; Université Paris IV-Sorbonne; Ecole Normale Supérieure; Ecole Supérieure Militaire Saint-Cyr; Centre Gustave Glotz; Maison Suger de Sciences de l’Homme; l’Ecole des Hautes Etudes – Comité des Travaux Historiques et Scientifiques; l’Université Bordeaux III-Michel de Montaigne. Infine, negli a.a. 2012/13, 2013/2014; 2015/2016 ha tenuto corsi seminariali presso l’Università di Paris XIII-Villetaneuse.

Ha partecipato a commissioni di concorso, dottorato, ricercatorato e cattedra in Italia (più volte) e in Francia (Paris IV-Sorbonne). Ha fatto parte di numerose équipes di ricerca internazionali (Université de Caen; Centre de Recherches et Histoire Quantitative du C.N.R.S.; Séminaire d’Histoire Grecque dell’Université de Liège).

È stato cooptato spesso da organismi nazionali e internazionali per la valutazione di Centri e programmi di ricerca (Centre Glotz Sorbona, programma scientifico dell’Année Epigraphique, Agence Nationale de la Recherche, programma CNRS sulla guerra, Scuola Normale Superiore Pisa, Centro SAET, prof. Giardina etc.). Ha fatto parte della Giuria del “Prix International Thapsus”, assegnato dallo Stato tunisino ad un’opera letteraria, critica o storica riguardate quella Repubblica. E’ stato, insieme con una studiosa olandese, l’unico studioso europeo a contribuire alla giornata celebrativa per i 60 anni della SO.P.H.A.U (Société des Professeurs Français d’Histoire Ancienne à l’Université).

È socio ordinario dell’Accademia delle Scienze dell’Istituto di Bologna. È socio ordinario della Deputazione di storia patria delle provincie di Romagna. È segretario della “SISM. Società Italiana di Studi Militari”. È presidente onorario della “Phoenician’s Route (Route des Phéniciens), “Cultural Route of the Council of Europe” (“Itinéraire culturel du Conseil de l’Europe”). Con decreto in data 27 luglio 1995 è stato nominato Chevalier dans l’Ordre des Palmes Académiquesdella Repubblica Francese; poi (2007) promosso al rango di Officier nello stesso ordine. Nel 1999 ha ricevuto dall’Accademia Nazionale dei Lincei il Premio “Mario di Nola” per l’opera storica, conferito al volume Annibale. Come un’autobiografia.

I suoi interessi sono molteplici. Si è occupato, tra l’altro, dell’Italia nell’età medio-repubblicana, prestando particolare attenzione all’espansione dall’area tirrenica al medio e alto Adriatico, alle vicende del secondo conflitto con Cartagine e alla figura di Annibale, all’età delle conquiste oltremare. Ha indagato temi di antichità e storia militare antica. È stato cooptato come sub-editor, responsabile della sezione su The Roman Republic per “The Blackwell Encyclopedia of the Roman Army”, di recente pubblicazione (al cui interno ha redatto più voci). Ha scritto un volume generale di storia romana repubblicana; quattro capitoli (due insieme a Dominique Briquel) di un’ulteriore, grossa sintesi in lingua francese; e, in tempi recenti (2012), un altro, più generale trattato di Storia romana che segue linee ricostruttive originali dalla genesi di Roma alla nascita dell’impero cristiano. È autore di oltre 300 lavori a stampa, tra cui più di venti monografie o contributi di dimensioni monografiche; parecchie sue opere sono state tradotte in francese, spagnolo, portoghese. Ha pubblicato anche in inglese e in tedesco. È specialista riconosciuto di Storia annibalica e di storia militare antica.

Ha partecipato all’allestimento di numerose Mostre (tra cui quella su “I Fenici”, tenutasi nel 1988 a Venezia, nella sede di Palazzo Grassi, organizzata da Sabatino Moscati). Collabora tuttora in qualità di organizzatore, al grande Convegno internazionale di studio su “L’Africa romana” dell’Università degli Studi di Sassari. In questa sede Giovanni Brizzi ha contribuito a fondare ed ha poi diretto il Centro Interdisciplinare di Studi sulle Provincie Romane.

Ha partecipato a produzioni radiofoniche (“Alle 8 della sera”, “Il terzo anello”) o televisive (“La straordinaria storia d’Italia”, “Annibale”; “Spartraco” di Alberto Angela). Ha fatto parte (con Andrea Giardina, Angela Donati, Geza Alföldy e Robert Etienne) del gruppo di consulenza internazionale per il programma di fiction storica dal titolo Imperium(Luxvide) e di un analogo programma su Filippi e Azio per la TV francese. Ha collaborato e collabora, con quotidiani e periodici (tra cui, sistematicamente ormai, con “Il Corriere della Sera”).

SABATO 13 APRILE: MAFIA RUSSA, DAL GULAG ALLA CITY

Domus Orobica, in collaborazione con Alle Radici della Comunità, è lieta d’invitarvi ad una conferenza sulla mafia russa.
Partendo dalle testimonianze di un gigante come Aleksandr Isaevič Solženicyn analizzeremo l’evoluzione della mafia russa, con tutte le sue particolarità,  dai gulag alla city.
L’appuntamento è per sabato 13 aprile per le ore 16.30.
Presenta Dario Macconi, interviene Lorenzo Benassi.

Domus Orobica
Spazio Sociale Identitario

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UNIONE SOVIETICA, LA CADUTA DI UN IMPERO

 

 

Il 2019 vedrà cadere il trentesimo anniversario della caduta del muro di Berlino.
Cogliamo l’occasione, in collaborazione con gli amici di Alle Radici della Comunità, per parlare più in generale del crollo del crollo dell’URSS.
Vi invitiamo, quindi, sabato 16 marzo presso i nostri locali, in via Mascagni 85, per una conferenza che cercherà di spiegare le ragioni della dissoluzione dell’URSS e le conseguenze che questa ha portato.
Relatore sarà Stelio Fergola, giornalista e scrittore napoletano classe 1981 e già ospite in Domus Orobica.
Presenta l’amico Arrigo Tremaglia.

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SABATO 16 FEBBRAIO: SOVRANISMO, UN’OCCASIONE PER L’EUROPA

Sabato 16 febbraio alle 15, prima della conferenza su “Hezbollah, il partito di Dio” avremo il piacere di ospitare in Domus Orobica gli amici Vincenzo Sofo e Lorenzo De Bernardi che presenteranno il loro libro “Sovranismo, un’occasione per l’Europa”.
Per risvegliare l’Europa dal torpore materialista occorre ripartire da una rivoluzione culturale e spirituale. Gli autori propongono un manifesto di idee nuove che poggiano però su valori senza tempo. Vengono in particolare trattati i concetti di sovranità, identità e comunità. Questi elementi ristabiliscono il significato originale di patria, intesa come insieme di affetti condivisi, ma oggi spesso identificata erroneamente con la nazione, che è invece una costruzione artificiale. Una nuova visione politica che oltrepassa le vecchie ideologie e si pone fuori dagli schemi.
La prefazione di Pietrangelo Buttafuoco.

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VENERDI’ 1 FEBBRAIO: LORENZO DE BERNARDI PRESENTA IL SUO LIBRO “IMPRONTE DI LUPO”

Venerdì 1 febbraio, alle 21, avremo ospite in Domus Orobica l’amico Lorenzo De Bernardi, responsabile della Comunità Giovanile di Busto Arsizio.
Lorenzo ci presenterà il suo libro “Impronte di lupo”, un romanzo a cavallo tra il Lago Maggiore e la Belfast Repubblicana.

Trama del libro:

Idealista incompleto, legato ai libri di Ernst Jünger e convinto che ogni vita sia sacra, Michele cresce sulle sponde del Lago Maggiore, dove matura il proprio spirito non conforme e avverte la necessità di cercare se stesso. Il destino lo porta nel Nord Irlanda, nella Belfast repubblicana che fu di Bobby Sands e dell’IRA, dove conosce il suo “branco” e si misura con i valori profondi della Comunità. Ma la semplicità delle piccole cose, la volontà di vivere una vita autentica ed il richiamo delle radici, saranno le impronte che segneranno il suo cammino.

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VENERDI’ 18 GENNAIO: MARCO CIMMINO PRESENTA “LA GUERRA DEI GHIACCIAI”

Comincia un nuovo anno e noi della Domus vogliamo farlo partire alla grande; siamo, infatti, lieti d’invitarvi alla prima delle iniziative culturali che abbiamo in serbo per voi per questo 2019.
Venerdì 18 gennaio sarà nostro ospite l’amico Marco Cimmino, storico militare e saggista bergamasco, che presenterà il suo libro “La battaglia dei ghiacciai, la grande guerra tra le nevi perenni”.
A centenario appena chiuso, abbiamo voluto appositamente aprire il nuovo anno con una conferenza sulla Prima Guerra Mondiale per rilanciare il messaggio che il sacrificio di sangue dei nostri “nonni” non è solo un ricordo da sbandierare in occasione di una ricorrenza ma è un esempio che vive quotidianamente dentro di noi.
L’evento è organizzato in collaborazione con gli amici di Alle Radici della Comunità.
Vi aspettiamo per le 20.45.

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LUNEDI’ 10 DICEMBRE: IL BELLO, IL BUONO, IL VERO DEGLI ANGELI

Segnaliamo a tutti gli interessati che Lunedì 10 Dicembre ospiteremo presso i nostri locali questa iniziativa.

SABATO 15 DICEMBRE: CONFERENZA CON SILVANA DE MARI

Figlie d’Europa, in collaborazione con Domus Orobica, vi invita sulle orme di Silvana De Mari nel mondo dell’epico e del fantastico. Dove donne ed uomini, nei racconti dei bardi come nella straordinarietà del quotidiano, riannodano i loro destini e ritrovano se stessi. Sabato 15 ottobre per scoprire assieme quanti draghi, che mostri o che fantasmi perseguitino l’uomo moderno e perché la fiaba non sia, unicamente, un luogo di diletto per i più piccoli.

Chi è Silvana De Mari?

Silvana De Mari nasce a Caserta il 28 Maggio del 1953. Laureata in medicina all’Università degli Studi di Torino, si è specializzata in chirurgia generale ed endoscopia dell’apparato digerente e in psicologia cognitiva. Ha esercitato come chirurgo presso gli ospedali piemontesi San Luigi di Orbassano e Santa Croce di Moncalieri e in Etiopia all’ospedale di Bushulo. Dal 2000 alla professione medica affianca, con uguale successo, quella di scrittrice di saggi e di romanzi fantastici. Le sue pubblicazioni, tradotte in diciotto lingue, sono stati premiati al Premio Bancarellino, al Premio Andersen, al IBBY International Board on Books for Young People e al Prix Sorcières “Romanzi per ragazzi”).

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SABATO 8 DICEMBRE: BUON COMPLEANNO DOMUS OROBICA

Il giorno dell’Immacolata di quattro anni fa la nostra comunità dava vita al progetto di uno Spazio che mettesse in contatto le tante realtà che a Bergamo si occupano di Identità.
Quest’anno abbiamo deciso di festeggiare invitandovi ad un aperitivo, ovviamente in Domus, con prodotti a KM0 della nostra meravigliosa terra.
Vi aspettiamo!

Spazio Sociale Identitario
Domus Orobica

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SABATO 17 NOVEMBRE: DOTT. MARCO MESCHINI RACCONTA LA BATTAGLIA DI ARSUF

Sabato 17 novembre avremo il piacere di ospitare in Domus Orobica il Dott. Marco Meschini,  storico medievista, scrittore, docente universitario e ricercatore.
L’obbiettivo della conferenza sarà quello di analizzare cause, svolgimento e sviluppi della terza crociata; punto di partenza della narrazione del Dott. Meschini sarà la battaglia di Arsuf (7 settembre 1191), lo storico scontro che vide le truppe crociate, comandate dal leggendario Riccardo Cuor di Leone, sconfiggere  l’armata di Saladino.
L’iniziativa è organizzata in collaborazione con gli amici di “Alle Radici della Comunità”, vi aspettiamo per le ore 16.30.

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Biografia del Dott. Marco Meschini (tratta da https://search.usi.ch/it/persone/bcee2e142b10c855795f340f1f79d9f5/Meschini-Marco)

Biografia

Ho studiato Storia medievale presso l’Università Cattolica di Milano, perfezionandomi in seguito in diverse realtà europee, tra cui Roma (École Française), Monaco di Baviera (MGH) e Parigi.
Ho sviluppato consistenti esperienze professionali nei campi dell’editoria (Mursia Editore), del giornalismo («Il Giornale») e della comunicazione, in particolare in public speaking, consulenza aziendale e radiofonia (RAI, RSI).


Ricerca e insegnamento

Mi occupo della relazione politica e ideologica tra mondi culturali, così come tra il sacro e la violenza, in particolare in ambito crociatistico (seconda e quarta crociatacrociata albigese).
Mi interrogo sui pilastri culturali della civiltà occidentale medievale, integrando nelle tematiche affrontate (le crociate, il papato, l’eresia, le cattedrali) la dimensione del diritto; mi interesso inoltre del pensiero strategico medievale.
Ho compiuto alcune incursioni nel primo Cinquecento, investigando le novità nell’ambito dell’arte della guerra come riflesso di mutamenti culturali più profondi.
Mi sono dedicato all’analisi dei media tradizionali (in primis il libro), dei nuovi media e di internet, chiedendomi se e come cambia la conoscenza umana nella relazione tra gli spazi classici (materia, psiche, società) e il ciberspazio.
Già docente a contratto presso l’Università Cattolica di Milano, sono docente di Storia medievale (parte istituzionale) presso l’ISI e docente di Storia in un liceo luganese (Everest Academy).
Nei miei corsi ricerco la sintesi tra dimensione testuale e iconica della conoscenza, integrando antiche e nuove tecnologie, sia per la scoperta dei contenuti e dei metodi, sia per lo studio e la verifica di apprendimento e di maturazione critica. Concepisco la lezione come uno spazio teatrale in cui si delinea un (im)previsto percorso orale e visivo, scritto e materiale, laboratoriale, esperienziale e testimoniale.
Sono formatore di public speaking per la SUPSI e il Canton Ticino.

Pubblicazioni

Ho pubblicato una ventina di monografie a stampa e una decina digitali, tra opere accademiche e divulgative.

La mia tesi di dottorato è pubblicata presso l’Accademia Nazionale dei Lincei; gli altri volumi sono editi da Laterza, Pearson, Sellerio e altre case editrici.
Le mie pubblicazioni più mature si fondano sull’assunzione della dimensione narrativa nel processo di comprensione e comunicazione della Storia. Gli esempi più riusciti in tal senso sono L’eretica e i manuali firmati per i licei italiani.
Nel 2014 ho pubblicato un manuale di Storia medievale per gli studi universitari (Medioevo. Storia del millennio creatore dell’Europa).
L’articolo più recente è dedicato al De re militari di Radulfus Niger e al pensiero strategico del Pieno Medioevo («RSLR», L [2014/2], pp. 259-284).
Il mio ultimo ebook (2014) è dedicato al mondo digitale.
Per l’elenco completo rinvio al cv allegato e al mio blog personale: www.marcomeschini.me

Principali interventi pubblici

Per Rete Uno (RSI) ho firmato le serie radiofoniche Digito ergo sum (2013), Il mondo tra le mani (2013) e Il succo della Storia (2014).
Per Rai Radio2 ho condotto due cicli di 20 puntate: Le crociate (2006) e Le pietre e la luce: la cattedrale del Medioevo (2008).
Nel 2005-2006 ho ideato e realizzato per il quotidiano «Il Giornale» (Milano) una collana di libri dedicata al Medioevo, con 50 titoli e circa 2,5 milioni di copie diffuse.

SABATO 27 OTTOBRE: CENA COMUNITARIA

 

Siamo lieti di invitarvi sabato 27 ottobre alla nostra cena comunitaria che si terrà, ovviamente, in Domus Orobica.

Il menù sarà così composto: 

ANTIPASTI MISTI ALLA BERGAMASCA

RISOTTO PERE E BRANZI

FAGIOLI STREGONI IN SUGO CON CIPOLLA DI TROPEA, GUANCIALE NOSTRANO E SALSICCIA BERGAMASCA

DOLCE

CAFFE’

Per evitare sprechi è obbligatoria la prenotazione via e-mail  domusorobica@outlook.com o via telefono  349-7172032 
(Laura)

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SABATO 20 OTTOBRE: IL DOTT. ROBERTO MARCHESINI PARLA DI PSICOPATOLOGIE DA TRINCEA

In occasione del centenario della Prima Guerra Mondiale, siamo lieti di invitarvi, sabato 20 ottobre, ad una conferenza che affronterà una delle pagine più sconosciute del primo conflitto mondiale: le psicopatologie da trincea.
Vi è la tendenza a focalizzarsi quasi esclusivamente sui danni fisici che la guerra porta ai soldati che la combattono; lo scopo della nostra iniziativa è, invece, quello di aprirci alle ampie pagine che riguardano le malattie mentali che hanno colpito i nostri ragazzi sul fronte.
Relatore della conferenza sarà il Dott. Roberto Marchesini, psciologo e psicoterapeuta, già autore di “Il paese più straziato”, saggio che affronta appunto i drammi psichici legati alla guerra.
Presenterà Dario Macconi di Alle Radici Della Comunità.
L’appuntamento è per le 16.30 in Domus Orobica.

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VENERDI’ 28 SETTEMBRE: MARCO SAITA RACCONTA LA CONQUISTA DEL K2!

Siamo lieti d’invitarvi, venerdì 28 settembre, per una serata ad alta quota!
L’amico Marco Saita, con l’introduzione di Nicola Piscopello, ci racconterà la strepitosa conquista della vetta del K2, la montagna degli italiani, del 1954.
L’avventura, i retroscena, la guerra intrapresa per 60 anni dal “nostro” Walter Bonatti per la vertità, ecc… Insomma come potete mancare?
La serata è realizzata in collaborazione con gli amici di La Muvra, gruppo escursionistico legato a Casa Pound Italia.
L’appuntamento è per le 21 in Domus Orobica!

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SABATO 23 GIUGNO: PRESENTAZIONE LIBRO “SESSANTOTTO” DI DANILO FABBRONI

Sabato 23  Giugno abbiamo il piacere di invitarvi alla presentazione del libro “SASSANTOTTO” di Danilo Fabbroni.

Vi aspettiamo in Domus Orobica alle 16.30.

Trama:

Rivoluzionari e alta finanza, Lsd e jet set, criminali e filosofi alla moda. E poi Parigi e la California, Hong Kong e Berlino, Londra e Milano. Nomi e luoghi, fatti e circostanze del grande inganno che prende il nome di “Sessantotto”. Danilo Fabbroni, raccogliendo e interpretando testi inediti o poco noti in Italia, ricostruisce la trama nascosta, intricata e imprevedibile della controcultura internazionale, ricomponendo l’inquietante puzzle degli ambienti libertari ed alternativi e rivelandone i mandanti nell’ombra e gli occulti ispiratori. Fabbroni indica non soltanto gli attori, ma soprattutto i registi e i produttori del tragico show planetario che, lungi dall’essere stato un fenomeno spontaneo, ha inquinato con i suoi veleni mortali il mondo di oggi. E in una vertiginosa ricostruzione delle autentiche ragioni di quella rivolta, dimostra come essa sia stata progettata e diretta da un tenebroso potere che, con demoniaca intelligenza, in nome di valori in apparenza contrari, ha manipolato e asservito la società contemporanea. Lasciandole, come funebre eredità, la disperazione e la morte che ci circondano.

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SABATO 2 GIUGNO: GIORNATA IDENTITARIA IN DOMUS

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SABATO 28 APRILE: PRESENTAZIONE DI “L’INGANNO ANTIRAZZISTA”, INCONTRO CON L’AUTORE

Siamo lieti di invitarvi sabato 28 aprile, in Domus Orobica, alla presentazione del libro “L’inganno antirazzista, come il progressismo uccide i popoli”.
L’incontro è organizzato in collaborazione con Generazione Identitaria, movimento politico apartitico, con cui abbiamo spesso collaborato.
A parlarci del libro sarà lo stesso autore,  Stelio Fergola. La presentazione è a cura di Marco Malaguti.

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Descrizione

Il multi-culturalismo avanza senza sosta: travolge le frontiere, decostruisce le identità, sovverte le tradizioni, smantella i diritti sociali, divide i popoli. Dopo Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna, anche l’Italia è in procinto di attraversare quella soglia drammatica.

Stelio Fergola affronta i meccanismi sociali e culturali che accompagnano questo pericoloso processo di ingegneria sociale, che sta avviando i bianchi caucasici all’estinzione e trascinando nel baratro le Nazioni europee. “L’inganno multietnico” è sostenuto da un clero ideologico che impone i diktat di un finto solidarismo fondato sull’accoglienza indiscriminata, nel disprezzo delle differenze e nell’esaltazione illogica di quell’invasione migratoria che alimenta il grande business dei trafficanti di esseri umani. La violenta pratica dello sradicamento – che ben si adatta alla vocazione mondialista del consumatore apolide, orfano della Patria e della Comunità – ha il solo scopo di soddisfare le esigenze di un mercato globale a caccia di nuovi schiavi, finendo per alimentare le tensioni e produrre il razzismo.
Questo libro, impreziosito dalla narrazione dei fatti e dallo studio dei dati statistici, vuole rompere il silenzio assordante del “politicamente corretto”, per affermare il sacrosanto diritto di sopravvivenza della nostra Civiltà millenaria.

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SABATO 17 MARZO: CONFERENZA SU GIOVANNINO GUARESCHI

Siamo lieti di invitarvi, sabato 17 marzo, in Domus Orobica per una conferenza sulla figura di Giovannino Guareschi, scrittore e giornalista, d’ispirazione monarchica e cattolica, tra i più grandi e seguiti nell’Italia del dopoguerra.
Padre di “Don Camillo”, tra i primi a denunciare gli omicidi nel triangolo della morte, animatore del “Candido”, regista insieme a Pasolini del film “La Rabbia”, Giovannino Guareschi è stato questo e tanto altro.
Parliamo dell’argomento con Alessandro Gnocchi, scrittore e giornalista dell’area cattolica.
L’evento è organizzato in collaborazione con gli amici di “Alle Radici della Comunità”. Presenta Luca Alebardi.
Vi aspettiamo per le 16.30.

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MERCOLEDI’ 21 FEBBRAIO: VERSO LE ELEZIONI, TAVOLA ROTONDA CON I CANDIDATI BERGAMASCHI

In vista delle elezioni del 4 marzo le domande in Domus Orobica si fanno insistenti: andare a votare o astenersi? E nel caso chi votare?  Abbiamo, dunque, organizzato una tavola rotonda con alcuni dei candidati bergamaschi dei partiti che più rappresentano, oggi, le idee di Identità e Tradizione: Giovanni Malanchini (Lega Nord), Mario Torri (Casa Pound Italia) e Andrea Tremaglia (Fratelli d’Italia).
Vi aspettiamo mercoledì 21 febbraio ore 21.00, ovviamente in Domus Orobica.

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VENERDì 16 FEBBRAIO: MAURIZIO MURELLI PRESENTA “CITTADELLA” DI ANTOINE DE SAINT-EXUPERY

“Cittadella” è  l’ultima opera incompiuta di Antoine Saint-Exupéry.
Il libro in questione è tratto da alcuni taccuini e da una registrazione, affidati dall’aviatore francese ad un amico prima della missione che gli sarà fatale nel Luglio ’44, trascritti e pubblicati nel 1948 in versione integrale in lingua francese.
Da allora tutte le altre edizioni, francesi e no, saranno in forma ridotta e tagliata.
L’anno scorso Maurizio Murelli, con un lavoro gigantesco, regala ai lettori italiani la prima edizione dell’opera nella nostra lingua e nella sua versione integrale.
Siamo, quindi, orgogliosi di invitarvi Venerdì 16 Febbraio, ore 20.45, in Domus Orobica per la presentazione di “Cittadella”.
Ad animare la serata sarà, ovviamente, lo stesso Maurizio Murelli che non ha bisogno di presentazioni.

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«Perché io sono innanzi tutto colui che abita. Cittadella, mia dimora, io ti salverò dalle insidie del deserto e ti ornerò di trombe da ogni parte per suonare contro i barbari!».
«Il pensiero di Saint-Exupéry è filosofico, ma è talmente sottomesso al rigore della forma poetica che sfugge ad ogni sistema, e dirige quella difficile operazione che consiste nel conglobare vita e conoscenza in un medesimo atto di creazione. Saint-Exupéry, a differenza di altri scrittori contemporanei che “subiscono” o hanno “subito” il mondo moderno, lo ha “pensato”. È a questo titolo che si è innalzato spesso al livello intellettuale dei più influenti filosofi di questo mezzo secolo, mentre con la stessa disinvoltura dei poeti più grandi penetrava in quell’universo ove il sensibile eccede l’intellegibile»
«Se si considera l’indubbia similitudine concettuale di Cittadella con il Così parlò Zarathustra di Friedrich Nietzsche — entrambi poemi imperniatati sulla figura di un maestro che, con linguaggio poetico e parabolico, istruisce gli uomini indicando loro la via salvifica —  è curioso notare come la data di nascita del francese (29 giugno 1900) rasenti la coincidenza con quella della morte del tedesco (25 agosto 1900): volendo giocare con le suggestioni, la si può leggere come una simbolica staffetta, se non un passaggio di testimone, tra un cantore e l’altro, entrambi profeti di una proposizione dell’Uomo nuovo o Uomo rinnovato nell’epoca della desacralizzazione dell’umanità».

[dall’introduzione di Maurizio Murelli]

1918, L’ANNO DELLA VITTORIA! CONFERENZA CON IL DOTT. MARCO CIMMINO!

 

Continua a leggere 1918, L’ANNO DELLA VITTORIA! CONFERENZA CON IL DOTT. MARCO CIMMINO!

Venerdì 8 Dicembre: Aperitivo a KM0

Il giorno dell’Immacolata di tre anni fa la nostra comunità dava vita al progetto di uno Spazio che mettese in contatto le tante realtà che a Bergamo si occupano di Identità.
Quest’anno abbiamo deciso di festeggiare invitandovi ad un aperitivo, ovviamente in Domus, con prdotti a KM0 della nostra meravigliosa terra.
Vi aspettiamo!

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SABATO 25 NOVEMBRE: CONFERENZA “LA RIVOLUZIONE NELL’ARTE”, CON IL DOTT. MARCHESINI

Com’è stato possibile passare dalla Cappella Sistina all’arte contemporanea?
L’imbruttimento dell’arte va di pari passo a quello dell’uomo?
Cos’è l’arte? Ha ancora senso parlare di arte ai nostri giorni?
affrontiamo l’argomento, in Domus Orobica, sabato 25 novembre con il Dott. Roberto Marchesini.
Vi apettiamo numerosi!

Chi è Roberto Marchesini?

Roberto Marchesini, psicologo e psicoterapeuta, lavora come consulente, formatore e terapeuta. È collaboratore de Il Timone, per il quale ha tenuto un corso sull’Identità di genere nell’ambito della Scuola di Apologetica. Ha collaborato al fascicolo “ABC per capire l’omosessualità” (San Paolo 2005), curato il testo “psicologia e cattolicesimo” (D’Ettoris 2009) e pubblicato i volumi “Come scegliere il proprio orientamento sessuale (o vivere felici)” (Fede & Cultura 2007) e “L’identità di genere” (I quaderni del Timone 2007). Ha pubblicato articoli su Cristianità, Il Domenicale, Il Settimanale di Padre Pio, Studi Cattolici, Famiglia Oggi

Tratto da: iltimone.org

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SABATO 14 OTTOBRE CONFERENZA 100 ANNI RIVOLUZIONE D’OTTOBRE

In occasione dei 100 anni della cosìdetta “rivoluzione d’ottobre” abbiamo organizzato una conferenza per conoscerne la storia, le ragioni e tutto il quadro completo che ha portato la Russia a diventare il primo paese comunista della storia.
Siamo quindi lieti di invitarvi sabato 14 ottobre per le ore 16.30, ovviamente in Domus Orobica. per ascltare l’intervento del Prof. Massimo Viglione (docente universitario, filosofo e saggista).
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SABATO 2 SETTEMBRE: PRESENTAZIONE DEL LIBRO “OLTRE LA DESTRA E LA SINISTRA”

Con settembre riprendono le attività più importanti della Domus.
Vogliamo cominciare invitandovi sabato 2 settembre alle 16.30, ovviamente in Domus Orobica, alla presentazione del libro “Oltre la destra e la sinistra”.
Interverranno il sociologo e autore del libro Fabrizio Fratus e Matteo Pasotti di “Mille Patrie”.

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VENERDI’ 28 LUGLIO: CINEFORUM OROBICO, LA BATTAGLIA DI HACKSAW RIDGE

L’attacco alla base americana di Pearl Harbor apre un nuovo fronte delle ostilità in Giappone. Desmond Doss, cresciuto sulle montagne della Virginia e in una famiglia vessata da un padre alcolizzato, decide di arruolarsi e di servire il suo Paese. Ma Desmond non è come gli altri. Cristiano avventista e obiettore di coscienza, il ragazzo rifiuta di impugnare il fucile e uccidere un uomo. Fosse anche nemico. In un mondo dilaniato dalla guerra, Desmond ha deciso di rimettere assieme i pezzi. Arruolato come soccorritore medico e spedito sull’isola di Okinawa combatterà contro l’esercito nipponico, contro il pregiudizio dei compagni e contro i fantasmi di dentro che urlano più forte nel clangore della battaglia.

Da William Wallace a Desmond Doss, passando per il figlio di Dio e un cacciatore Maya, il protagonista del cinema di Mel Gibson è sempre lo stesso: il guerriero. Guerriero che attraverso un percorso iniziatico realizza la propria identità e impara a dominare gli eventi.

Desmond Doss, soldato senza fucile armato di fede, costruisce l’archetipo attraverso la conoscenza e l’abbattimento della ‘bestialità’, superando prove qualificanti che non prevedono mai l’esercizio della violenza e l’efferatezza del gesto omicida. Se Hacksaw Ridge è un film bellico che rievoca la battaglia di Okinawa, gli assalti e i ripiegamenti dell’esercito americano su e giù da una scogliera strategica e contro l’inespugnabile sbarramento nipponico, il suo eroe fuori norma è un obiettore di coscienza che crede in Dio e realizza la fusione tra destino individuale, missione storica e rispetto della legge divina.

Dentro uno spettacolo di fattura classica, che progredisce in maniera lineare e riproduce lo choc frontale di due eserciti irriducibili, emerge il soldato soccorritore di Andrew Garfield. Senza avere il phisique du rôle dell’uomo d’armi, l’attore americano è la silhouette di una narrazione esemplare che magnifica il genere bellico, prosegue l’analisi e aggiorna lo ‘stato di salute’ di un uomo che con la Bibbia sul comodino, il favore di Dio e l’intercessione dello Spirito Santo si è fatto attore, poi divo, poi autore, poi angelo e poi demone, implodendo come la civiltà Maya messa in scena in Apocalypto.
Dieci anni dopo l’ultima regia e cinque anni dopo un’amputazione scenica (Mr. Beaver), che conferma il fondamentalismo dell’attore e la sua rigida applicazione della Bibbia, dopo calvari personali e giorni di giudizio, Mel Gibson affonda mani, cuore e coscienza nella memoria storica e nell’immaginario mitologico. Su un concentrato di orrore ed eroismo innalza un heroic warrior, fornito di bende e morfina e più idoneo al ragionamento che al confronto fisico. Desmond Doss cuce i brandelli dei commilitoni strappati senza sosta alla furia nipponica, ricomponendo con la carne l’identità di un autore separato. Così Mel Gibson si ricostruisce e ricostruisce un trauma pescando in una biografia e nella ‘memoria vivente’ degli orrori della Seconda Guerra Mondiale. Come per il guerriero scozzese di Braveheart, la perseveranza di Desmond Doss deriva da un trauma infantile, una perdita sul ‘campo di battaglia’ (domestico) che ha segnato per sempre la sua vita, condizionato imprescindibilmente il suo pensiero, sancito i suoi valori. Una ‘pietra scagliata’ nell’infanzia contro il proprio fratello, un deragliamento del furor guerriero che riposiziona da adulto in termini di obiezione, un’obiezione che chiede l’esenzione dal fuoco e la partecipazione senza difesa. La traiettoria esistenziale di Desmond assume la figurazione fisica del sacrificio e la radicalità dei personaggi di Gibson, che conoscono senza eccezione le tappe di un’irresistibile ascensione e questa volta di una rimediabile caduta sul campo.
Hacksaw Ridge rimarca il concetto di fede che anima ogni film di Mel Gibson, che muove ogni suo condottiero, guidato dalla provvidenza e da dio. Eroi che ridefiniscono il concetto di grandezza, recano i segni della grazia e possiedono il dono del guaritore. ‘Taumaturgo’ e guardiano ramingo sul campo di battaglia, Desmond cura gli effetti della caduta, rinfranca lo spirito e galvanizza l’esercito. Tra battaglie epiche, martìri esibiti e immaginario religioso, Mel Gibson produce una sintesi ‘armata’ del suo cinema, combinando spettacolarmente realtà storica e destino eroico. Con Braveheart, Hacksaw Ridge si impone e impone il suo potere di fascinazione che esplode in faccia come le bombe e la carne nella battaglia.

TRATTO DA MYMOVIES.IT

SABATO 22 LUGLIO: II° DOMUS SUMMER FEST, JUNIO GUARIENTO IN CONCERTO

Anche quest’anno a metà estate siamo lieti di invitarvi in Domus per una giornata di festa, comunitarismo, musica, cultura e politica.
L’appuntamento è per sabato 22 luglio e apriremo le danze alle 16 con la presentazione a cura di Lorenzo Fiato, di Generazione Identitaria, di “DEFEND EUROPE”, un progetto europeo di difesa marittima, che sta spopolando su tutti i media, che mira a contrastare il trasporto di migliaia di clandestini che quotidinamente svariate ONG traghettano dalle coste africane in Italia.
Alle 17.30 sarà la volta di Andrea Tremaglia, Consigliere Comunale di Bergamo città per FD’I-Alleanza Nazionale, parlarci del “Tramonto delle Istituzioni”;  un intervento che mira a trattare la perdita di credibilità delle visioni proposte dalle istituzioni ( Stato, Partito, Chiesa, comunità scientifica, associazioni, ecc…), agli occhi degli italiani, a scapito dei nuovi centro d’informazione divulgazione (social, internet, whatsapp, ecc..).
Per tutta la giornata sarà possibile degustare delle ottime birre artigianali a KM0 e usufruire di un servizio griglia continuo.
Ma il pezzo forte sarà l’esibizione serale di Junio Guariento, emplema della muscia alternativa. Membro fino 1983 dello storico gruppo padovano la “Compagnia dell’Anello”, oggi solista, Junio rappresenta 40 anni di storia della musica non conforme.
A seguire DJset con il meglio della musica alternativa rock anni 2000.
Vi aspettiamo!

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PROGETTO DEFEND EUROPE

IL TRAMONTO DELLE ISTITUZIONI

JUNIO GUARIENTO

 

SABATO 8 LUGLIO: CONFERENZA SUL DECRETO LORENZIN SUI VACCINI

Con l’approvazione del decreto Lorenzin, l’Italia diventa l’unico paese Europeo  in cui saranno obbligatori 12 vaccini.
Data la particolare serietà della natura dell’argomento e per richiesta delle tante famiglie che frequentano gli spazi della Domus di fare chiarezza sulla questione abbiamo deciso di affrontare, con la solita trasparenza e oggettività che ci contraddistingue, il tanto discusso decreto Lorenzin.
Lasciando stare le posizioni ideologiche, che poco ci interessano; vogliamo cercare di rispondere a quello che alla fine è il nocciolo della questione: siamo in una situazione di tale rischio di epidemia da dover rendere obbligatori ben 12 vaccini o è il classico regalo all’italiana che i nostri politici fanno ai soliti noti a scapito della salute del contibuente?
Da questo interrogativo vogliamo partire per poi ampliare il quadro con l’amico Dott. Paolo Gulisano, epidemiologo del servizio vaccinazioni dell’ASST di Lecco.
Via aspettiamo, quindi, in Domsu Orobica sabato 8 luglio alle 16.45.
La conferenza è organizzata in collaborazione con gli amici di Caposaldo.

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VENERDì 9 GIUGNO: PRESENTAZIONE DEL LIBRO “RADIO ALTERNATIVE”

Siamo lieti di invitarvi, venerdì 9 giugno alle ore 20.45, in Domus Orobica per la presentazione del libro “Radio Alternative, quando la destra comunicava via etere”.
Sarà, ovviamente, presente l’autore del saggio Alessandro Alberti che ci farà un panorama sulle varie realtà di radio libere sorte in quella che la vulgata chiama superficialmente “destra”.
L’evento è in collaborazione con gli amici di “Alle Radici della Comunità”.

5 MAGGIO, CONFERENZA CON IL DOTT. FULVIO SCAGLIONE

Lo spazio Sociale Identitario Domus Orobica è lieta di invitarvi venerdì 5 maggio, presso i nostri locali, alla presentazione del libro “Il patto con il diavolo” del Dott. Fulvio Scaglione.
L’evento è stato organizzato in collaborazione con gli amici di “Riconquista Europea” e “Alle Radici della Comunità”.
Vi aspettiamo!

Il libro.

(tratto da http://www.ibs.it)

Chi è Fulvio Scaglione?
(tratto da http://www.fulvioscaglione.com)

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale “Famiglia Cristiana”, di cui nel 2010 ho varato l’edizione on-line del giornale.

Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l’Afghanistan, l’Iraq e i temi del Medio Oriente.
Ho pubblicato i seguenti libri: “Bye Bye Baghdad” (Fratelli Frilli Editori, 2003) e “La Russia è tornata” (Boroli Editore, 2005), “I cristiani e il Medio Oriente” (Edizioni San Paolo, 2008), “Il patto con il diavolo” (Rizzoli, 2016).
Continuo a collaborare con Famiglia Cristiana ma anche con Avvenire, Eco di Bergamo, Limes, EastWest, e online con Occhi della guerra, L’Inkiesta, Micromega, Eastonline e Terrasanta.Net.
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28 APRILE, SERATA SOLIDALE PER IL DONBASS

 

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SABATO 18 CENA DI SAN PATRIZIO! MENU’ IRLANDESE

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DOMUS OROBICA DONA 600€ AL COMUNE DI AMATRICE

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Questa mattina abbiamo effettuato un bonifico di 600€, cifra raccolta durante la visita di Sergio Pirozzi (Sindaco di Amatrice) di sabato pomeriggio in Domus Orobica, direttamente sul conto del Comune di Amatrice!
Grazie a quanti hanno partecipato!

SERGIO PIROZZI, SINDACO DI AMATRICE, IN DOMUS!

Nel pomeriggio di oggi, sabato 4 marzo, abbiamo avuto l’onore di ospitare in Sergio Pirozzi, Sindaco di Amatrice. Esempio di quell’Italia che, di fronte alle tragedie e all’inettitudine dello stato, non ha voglia di mollare.
Durante l’evento sono stati raccolti 600€ che nei prossimi giorni saranno versati direttamente sul conto del Comune di Amatrice!
Un grazie enorme a Sergio Pirozzi per il suo lavoro e per aver trovato un pò di tempo per bere una birra con gli scècc della Domus Orobica!

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SABATO 18 MARZO: CONFERENZA “FEMMINISMO, UN’IDEOLOGIA CONTRO LE DONNE”

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Siamo lieti di invitarvi sabato 18 marzo alle 16.30, in Domus Orobica, per una conferenza sull’ideologia femminista.
Lorenza Formicola, giornalista, ripercorrerà i passi storici e politici del conflitto tra femminismo e donna.
Vi aspettiamo numerosi!
A seguire cena di San Patrizio con menù irlandese!

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SABATO 4 MARZO, CINEFORUM OROBICO: “BITTER LAKE”

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Documentario che illustra i rapporti tra USA, estremismo islamico e Arabia Saudita,  con un particolare focus sulla guerra in Afghanistan.

 

 

VENERDI 3 FEBBRAIO: PRESENTAZIONE “ALLA CORTE DEI BRUT”, INCONTRO CON MAURIZIO MURELLI

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Siamo lieti di invitarvi venerdì 3 febbraio alle 20.45, in Domus Orobica, alla presentazione del romanzo “Alla Corte Dei Brut”.
Interverrano l’autore, Maurizio Murelli, e Rainaldo Graziani.
Un libro che tiene prigioniero il lettore in un alterarsi di pensieri, emozioni e storie di vite fuori dal comune.
Ci auguriamo di portare, in Domus, per una sera tutta la “magia” della Corte Dei Brut che così magistralmente Maurizio Murelli fa rivivere nelle pagine del suo romanzo.
La serata è organizzata in collaborazione con gli amici di Alle Radici Della Comunità.
Vi aspettiamo!

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SABATO 28 GENNAIO, SENTINELLE IN PIEDI

Vi invitiamo a partecipare alla manifestazione di protesta organizzata dagli amici delle Sentinelle In Piedi a Bergamo.

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VENERDI’ 20 GENNAIO: CINEFORUM OROBICO, “LA TALPA”

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Londra, 1973. Control, il capo del servizio segreto inglese, è costretto alle dimissioni in seguito all’insuccesso di una missione segreta in Ungheria, durante la quale ha perso la copertura e la vita l’agente speciale Prideaux. Con Control se ne va a casa anche il fido George Smiley, salvo poi venir convocato dal sottogretario governativo e riassunto in segreto. Il suo compito sarà scoprire l’identità di una talpa filosovietica, che agisce da anni all’interno del ristretto numero degli agenti del Circus: quattro uomini che Control ha soprannominato lo Stagnaio, il Sarto, il Soldato e il Povero.
John Le Carré, prima di diventare uno dei massimi esponenti della letteratura di spionaggio, è stato dipendente del MI6 e ha effettivamente visto la propria carriera interrompersi a causa di un agente doppiogiochista al soldo del KGB. Di questa trasposizione per il grande schermo Le Carrè stesso ha dichiarato: “sono orgoglioso di aver consegnato ad Alfredson il mio materiale, ma ciò che ne ha realizzato è meravigliosamente suo”, e non potrebbe esserci verità più lampante e gradita.
Meno rispondente, forse, al sapore del libro ricreato in sede televisiva trent’anni fa con un grande Alec Guinnes e il plauso incondizionato dell’autore, la Talpa di Alfredson soffrirebbe dentro qualsiasi schermo più piccolo di quello cinematografico. Perché è di un gran film che si tratta, di quel genere di film che è reso tale dalla perfezione delle parti e da qualcosa di più.
Visivamente impeccabile -elegante e vivido al punto che si sentono l’odore della polvere sui mobili, il leggero graffiare del tessuto dei cappotti, il fumo delle sigarette, l’umido, i sospiri-, il film ha una delicatezza che non si direbbe possibile sulla carta, parlato moltissimo com’è, da attori dal peso specifico enorme (dei quali il recentemente oscarizzato Colin Firth è in fondo il meno impressionante).
Lo Smiley di Gary Oldman è il più leggero ed immenso, col passo felpato e il cuore gonfio, non si sa se più fragile o più terrorizzante, impossibile cioè da “catturare” in un’impressione univoca. Qualcuno che confonde: un virtuoso del proprio mestiere di segreto ambulante.
Ma il vero valore aggiunto del film, il tocco che quasi riscrive il genere di appartenenza di questa pellicola, è il suo cuore sentimentale, addirittura romantico. Trattenuto, imploso, mostrato per piccoli indizi, quasi fossero distrazioni, il sentimento amoroso (tragico ma vitalissimo) è ciò che scalda il film di Alfredson da cima a fondo: il punto debole che fa la sua forza, il dettaglio che fa la sua grandezza.

Trama tratta da http://www.mymovies.it

Marco Cimmino racconta la battaglia di Dien Bien Phu

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Giovedì 15 Dicembre terremo in Domus l’ultimo evento culturale dell’anno 2016. Sarà nostro ospite il Dott. Marco Cimmino, storico, giornalista e saggista, che ci parlerà della battaglia di Dien Bien Phu.
La battaglia di Ðien Bien Phu fu combattuta fra il 13 marzo 1954 e il 7 maggio 1954 dalle truppe dell’esercito francese, tra cui la leggendaria Legione Straniera, e le truppe nazionaliste vietnamite del Viet Minh nei pressi del villaggio di Ðien Bien Phu.
La battaglia fu un mescolarsi di tragedie, romanticismo, cameratismo, drammi, atti di eroismo, insensate scelte strategiche e di vicende umane estreme.
L’evento è organizzato in collaborazione con gli amici di Alle Radici della Comunità.
Vi aspettiamo numerosi!

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CENA SOCIALE PER IL SECONDO ANNIVERSARIO DELLA DOMUS!

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Il ponte dell’Immacolata segna l’anniversario di nascita del progetto sociale “Domus Orobica”.
Quest’anno abbiamo organizzato una cena a base di cinghiale e vino locale a fiumi.
Vi aspettiamo! Per motivi organizzativi è gradita la prenotazione!

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IMMIGRAZIONE A 360°, CONFERENZA CON GIANANDREA GAIANI

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Può piacere o meno, ma i numeri della presenza di stranieri nello “stivale”, clandestini o meno, rapportati ai dati relativi al picco demografico e alla fuga all’estero della popolazione autoctona parlano chiaro: è in atto un vero e proprio mutamento della popolazione in tutta Italia.
Possiamo girarci dall’altra parte e far finta che questa situazione non rappresenti un problema, oppure possiamo fermarci a riflettere e discutere seriamente delle cause, degli effetti sul tessuto sociale e delle possibili soluzioni da intraprendere.
L’enorme massa di manodopera a costo zero, rappresentata dai migranti, ha portato ad un mercato del lavoro praticamente neoschiavista; la questione Islam; la destabilizzazione, da parte della Nato, di Siria e Libia; la tanto tormentata questione profughi; la distribuzione sul territorio; la perdita di radici e tradizioni, ecc…
Le domande e gli spunti di discussione sono davvero tantissimi, proveremo ad affrontarne alcuni venerdì 28 ottobre alle ore 20.45, in Domus Orobica,  con Gianandrea Gaiani (direttore di analisi e difesa) e con l’On. Cristian Invernizzi (deputato al Parlamento Italiano).
Gaiani affronterà a 360° tutte le tematiche legate all’immigrazione,  mentre l’On. Invernizzi tratterà l’argomento dal punto di vista della gestione sul territorio del fenomeno.

Vi aspettiamo!

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Ludopatia, incontro e testimonianze

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Sono sempre di più e sempre più giovani le persone che, in Italia e nella bergamasca, soffrono del vizio del gioco.
Sale slot, scommesse, gratta e vinci e tanto altro garantiscono allo stato un introito di miliardi di euro l’anno.
Interi patrimoni persi, relazioni umane distrutte e vite spezzate sono ormai una tragica realtà.
Si può fare finta di niente e girarsi dall’altra parte oppure possiamo cercare di capire le ragioni alla base della ludopatia, il racket che gira intorno ad essa e provare a dare voce a chi da anni cerca concretamente di aiutare le persone cadute nel vizio del gioco.
Per questo, venerdì 14 ottobre alle ore 21, incontriamo, in Domus Orobica, l’ “Associazione Insieme”; un gruppo di auto aiuto che dal 2002 opera sul campo.
Vi aspettiamo!
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Grigliata solidale, donati i soldi raccolti al Comune di Amatrice

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Comunichiamo che nella mattinata di oggi, martedì 20 settembre, il nostro spazio sociale ha effettuato un bonifico solidale direttamente sul conto corrente creato dal Comune di Amatrice per l’emergenza terremoto.
Sono stati donati 420€, soldi raccolti durante la grigliata di raccolta fondi svoltasi in Domus sabato 3 settembre.
La scelta, da parte del nostro direttivo, in merito all’ente a cui destinare le donazioni è ricaduta sul Comune di Amatrice per volontà di evitare il più possibile intermediari e per il coraggio, la capacità e la prontezza dimostrata dal Sindaco Sergio Pirozzi.

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APPENNINO CENTRALE, SERATA DI SOLIDARIETA’ IL 3 SETTEMBRE

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Abbiamo costatato, dopo aver contattato la Protezione Civile e la Croce Rossa Italiana, la “saturazione” dei beni di prima necessità (vestiti, cibo, medicinali, ecc..) destinati alle popolazioni dell’appennino centrale colpite dal terremoto dello scorso 24 agosto.
Le istituzioni locali hanno, inoltre, sottolineato la necessità di raccolta fondi per la sistemaziona temporanea degli sfollati e per i vari progetti di ricostruzione che prenderanno il via nelle prossime settimane e nei prossimi mesi.
Il nostro direttivo ha, quindi, valutato che la maniera più efficace (nel nostro piccolo) per stare vicini ai nostri fratelli sia quella di dare vita ad una serie di iniziative di raccolta fondi da devolvere, appunto, per il  processo di ricostruzione.
Nel concreto vi invitiamo il prossimo sabato  3 settembre, alle ore 19.00,  in Domus Orobica per una grigliata di solidarietà.
L’intero ricavato della serata sarà donato, quindi, alle popolazioni terremotate.
Nei prossimi giorni e nelle prossime settimane, quando ci sarà più chiarezza e in costante contatto con le istituzione locali, valuteremo nello specifico a quale progetto devolvere quanto raccolto.

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PS: chi volesse partecipare è invitato a prenotare per evitare inutili sprechi di cibo

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Sabato 17 settembre, conferenza sulla teoria di Darwin e evoluzionismo.

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La teoria di Darwin, con le sue varie differenzazioni,  viene presentata sui media ed insegnata dalle elementari fino alle università come verità assoluta nonostante sia, appunto, una teoria ben lontana dall’essere dimostrata. Come mai?
I vari “inidizi” a sostengno del darwinismo sono così concreti e attendibili?
Quali ripercussioni ha avuto dal punto di vista sociologico sulla nostra vita un approcio evoluzionista alla nascita della vita?
Di questo e tanto altro parleremo sabato 17 settembre, in Domus Orobica, alle ore 16.30 in compagnia del Dott. Fabrizio Fratus, sociologo e saggista, e del Prof. Ferdinando Catalano, fisico e saggista.
Vi aspettiamo!

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CINEFORUM OROBICO

CINEFORUMGUERRA

Questo agosto, oltre alle solite iniziative settimanali che non si fermano,  proponiamo la visione di una serie di film di guerra con dibattito per chi non rimarrà in città durante questo mese.

Vi aspettiamo!

LEIBSTANDARTE

LAND OF MINE

LA BATTAGLIA DI ALGERI

DIPLOMACY

 

 

LA BANDA DELL’ORTICA LIVE IN DOMUS

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Lo Spazio Sociale Identitario “Domus Orobica”, in collaborazione con Generazione Identitaria,  vi invita sabato 16 luglio ad una serata di musica live, cultura e divertimento! Un percorso tra musica e poesia che vedrà la recita di brani di letteratura alternarsi all’esibizione della band identitaria “Banda dell’ortica” che allieterà la Domus con una decina di brani di musica alternativa, folk e dialettale! Partendo dal dramma dell’emigrazione italiana, attraverso la riscoperta delle nostre radici approderemo alla necessità di riprendere la lotta politico sociale! Vi aspettiamo alle 20.30,  inizio concerto ore 21!

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Sabato 11 Giugno: Veglia Sentinelle in Piedi

Proponiamo l’iniziativa degli amici delle Sentinelle in Piedi Bergamo.

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INVERNO DEMOGRAFICO, CONFERENZA SABATO 28 MAGGIO

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Nel 2015 l’Italia è riuscita a scendere sotto il mezzo milione di nati; l’ennesimo traguardo raggiunto che va collocato all’interno di un perscorso di denatalità che da anni sta portando sempre più verso il baratro la nostra Patria.
Il problema delle pensioni, della forza lavoro, della cura agli anziani sono solo alcune delle problematiche che saranno destinate ad esplodere nei prossimi anni e che, di fatto, già in parte ci toccano.
Stiamo sempre più diventando un paese vecchio, stanco e socialmente disgregato, considerando che all’interno di questo mezzo milinione scarso di nati sono considerati anche i bambini figli d’immigrati e, dunque, culturalmente molto distanti da quell’identità comune che da migliaia di anni ha accomunato i popoli d’Italia.
Esiste un progetto dietro all’ “inverno demografico”? Quele speranze ha la nostra Patria? E’ un dramma solo italiano o che colpisce tutta l’Europa? Esistono precedenti storici ad una così grave crisi di nascite?
Ne discutiamo sabato 28 maggio, alle 16.30,  in Domus Orobica con il Dott. Giulio Raponi e il Dott. Enrico Chiesura.
L’iniziativa è organizzata in collaborazione con Alle Radici della Comunità.

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SABATO 14 MAGGIO CINEFORUM OROBICO: ENRICO V

ENRICOVIl giovane astro nascente del teatro e del cinema britannico, Kenneth Branagh, ha deciso di confrontarsi col mito di Laurence Olivier. Ha diretto e interpretato questa versione dell’ Enrico V di Shakespeare che già aveva “sedotto” il suo illustrissimo predecessore. Lui non arriva alle vette di Olivier, forse perché il suo sangue irlandese lo fa troppo infervorare, ma lo spettacolo e il buon cinema ci sono. E il tempo sarà clemente.

Tratto da mymovies.it

 

LUNEDì 25 APRILE, CENA IRLANDESE

A CONCLUDERE IL MESE DI INIZIATIVE DEDICATE AL CENTENARIO DELLA RIVOLTA DI PASQUA:

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SOLO SU PRENOTAZIONE

VENERDì 22 APRILE, CINEFORUM OROBICO: L’OMBRA DEL DIAVOLO

L'OMBRA DEL DIAOLORoy, un giovane irlandese dell’Ira viene inviato a New York per acquistare una partita di armi necessarie alla causa indipendentista del suo paese. Lo ospita il poliziotto Tom di origine irlandese che presto scoprirà la vera identità del giovane. Un thriller non eccelso diretto da Alan J. Pakula ( Presunto innocente, Il Rapporto Pellican), con i due mostri sacri Harrison Ford e Brad Pitt, la cui convivenza sul set, dicono le cronache, è stata molto sofferta.

Tratto da mymovies.it

16 APRILE, CONFERENZA SULLA RIVOLTA DI PASQUA

IRLANDA

In occasione del centenario della “Rivolta di Pasqua”, avvenuta in Irlanda nel 1916, lo Spazio Sociale Domus Orobica ha organizzato, in collaborazione con Alle Radici Della Comunità, presso i propri locali (in via Mascagni 85) una conferenza con il Dott. Paolo Gulisano, autore di “Per l’Onore di Irlanda”, libro che narra, appunto, della grande insurrezione irlandese.
Vi aspettiamo tutti sabato 16 aprile alle 16.30!

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VENERDì 8 APRILE, CINEFORUM: “MICHAEL COLLINS”

CINEFORUMCOLLINSMichael Collins è uno degli uomini storicamente più importanti dell’IRA, il movimento di liberazione irlandese. Comincia parlando nelle piazze, poi con gli attentati, sempre più importanti. Nel 1921 negozia il trattato con l’Inghilterra. Successivamente è il primo capo del governo provvisorio dello Stato libero d’Irlanda. L’anno dopo viene ucciso in un’imboscata da un “dissidente”. Tutto questo propone il film con una certa passione e una buona attenzione alla verità. Passando dall’avventura al thriller, attraverso momenti di grande violenza. Michael ama Kitty e ama-odia De Valera, lo stratega dell’IRA, suo amico-rivale. Manca un po’ d’invenzione. Insomma, prodotto onestamente efficace.

Tratto da http://www.mymovies.it

Un mese per l’Irlanda

 

IRLANDA

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1 APRILE-SERATA SOLIDALE PER IL DONBASS

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Domus Orobica è orgogliosa di invitarvi ad una serata solidale, organizzata in collaborazione con il Coordinamento Solidale per il Donbass, di raccolta fondi in aiuto delle popolazioni del Donbass.
Il Coordinamento Solidale per il Donbass è da anni impegnato nella raccolta di aiuti umanitari, nella forma di fondi e medicinali, per il sostegno attivo alla popolazione civile del Donbass.

Raccoglieremo, inoltre, fondi per aiutare ospedali, scuole e asili della regione.
Un dovere esserci!

PER SAPERNE DI PIU’ SUL COORDINAMENTO SOLIDALE PER IL DONBASS

22 MARZO PRESENTAZIONE LIBRO “L’ALTRA CAMPANA” DI LUIGI CORTESI

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Luigi Cortesi, coniugato e padre di cinque figli, è comasco di nascita ma bergamasco di origine.
Autodidatta, culturalmente attento agli eventi politici e sociali del suo tempo così come a quelli storici, avido lettore e quindi ben documentato e preparato, dotato di naturale vis polemica quanto di capacità di analisi critica nella interpretazione degli eventi e degli avvenimenti, qui presenta la raccolta, quasi un’antologia dei suoi scritti, e perché no?, delle sue polemiche e dibattiti apparsi, nel tempo, sotto forma di “Lettere al giornale” sulle pagine dell’Eco di Bergamo.

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VEGLIA SENTINELLE IN PIEDI 19 MARZO

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CHI SIAMO?
Ce lo chiedono in tanti e dovremmo chiedercelo anche noi ogni volta che scendiamo in piazza. Sia essa virtuale o reale. Amici, stiamo lavorando al sito per arricchirlo, intanto sarebbe senz’altro utile se copiaste il CHI SIAMO in tutte le bachece locali delle Sentinelle in Piedi. Per comodità lo metto anche qui.
CHI SIAMO?
Sentinelle in Piedi è una resistenza formata da persone che vegliano su quanto accade nella società denunciando ogni occasione in cui si cerca di distruggere l’uomo e la civiltà. Le Sentinelle vegliano nelle piazze per risvegliare le coscienze intorpidite e passive di fronte al pensiero unico.
Ritti, silenti e fermi vegliamo per la libertà d’espressione e per la tutela della famiglia naturale fondata sull’unione tra uomo e donna.
La nostra è una rete apartitica e aconfessionale perché la libertà d’espressione non ha religione o appartenenza politica, il nostro non è un movimento, non è un’associazione, bensì un metodo, uno stile, una forma di testimonianza che non può escludere nessuno perché riguarda la coscienza di ogni uomo e il desiderio di infinito che tutti – anche chi ci contesta – ha in fondo al cuore.
Vegliamo sullo stile dei Veilleurs debout francesi: in rigoroso silenzio, a due metri di distanza l’uno dall’altro, leggendo un libro in segno della formazione permanente di cui tutti abbiamo costantemente bisogno, rivolti nella stessa direzione che è quella di un futuro migliore. Vegliamo nelle piazze italiane di fronte ai luoghi di potere, con la nostra presenza numerosa e silenziosa ribadiamo che non è possibile zittire le coscienze di chi ha gli occhi aperti.
In Italia le Sentinelle in Piedi sono nate in difesa della libertà di espressione messa in discussione dal ddl Scalfarotto, già approvato dalla Camera e ora al Senato. Presentato come necessario per fermare atti di violenza e aggressione nei confronti di persone con tendenze omosessuali, il testo è invece fortemente liberticida in quanto non specifica cosa si intende per omofobia lasciando al giudice la facoltà di distinguere tra un episodio di discriminazione e una semplice opinione.
Con questa legge chiunque faccia rifermento ad un modello di famiglia fondato sull’unione tra un uomo ed una donna, o sia contrario all’adozione di bambini da parte di coppie formate da persone dello stesso sesso, potrebbe essere denunciato e rischiare fino a un anno e sei mesi di carcere.
Noi non accettiamo di non poter esprimere le nostre opinioni, per questo vegliamo. Con la bocca chiusa ma gli occhi aperti, in piedi nelle piazze come ogni giorno nelle nostre vite, ci mobilitiamo per mostrare la nostra fermezza nel dire che non sarà una legge a zittire le nostre coscienze.
Perché in silenzio? Non c’è nulla come il silenzio che faccia emergere la voce della coscienza, oggi quanto mai silenziata da un potere che tende a ridurre l’esigenza di verità e il bisogno infinito connaturato a ogni essere umano. Il potere moderno usa questo metodo attraverso una sistematica e pervasiva offerta di risposte parziali e immediate, veicolate da voci e immagini che tramite la tecnologia ci raggiungono in continuazione, in ogni luogo, quasi senza sosta. Tutto ciò però non può accadere senza la nostra connivenza: in cambio della soddisfazione di tanti capricci, rinunciamo alla nostra libertà abdicando al compito di cercare una risposta totale. Per questo siamo immersi nel rumore, per questo il silenzio è tanto odiato dal potere e da un uomo che preferisce accontentarsi di poco per evitare la fatica di una ricerca seria. Perché gli ricorda la verità, che ha un tremendo bisogno di altro da sé, che non può autodeterminarsi, smascherando la menzogna di chi vuole governarlo snaturandolo. Le sentinelle invece il silenzio lo scelgono, come unico antidoto a questa nuova forma di dittatura, perché vogliono dare voce a quel bisogno bruciante di verità, prima condizione per diventate uomini pienamente liberi, cioè veramente soddisfatti. Vegliano in silenzio, affinché anche altri uomini possano cominciare a risentire quella voce e ad averne nostalgia. E lo fanno pubblicamente per testimoniare che insieme si può vivere ancora così e che non c’è dispotismo che possa impedire all’uomo di essere libero senza il suo consenso.
Perché un libro? Le sentinelle leggono perché in un mondo in cui tutto viene manipolato dai mezzi di comunicazione non si accontentano di informazioni imparziali. Leggono perché non vogliono ripetere di slogan superficiali ma conoscere in profondità.
Perché un’ora? Le sentinelle stanno ferme per un’ora, perché in una società in cui tutto procede a una velocità che non consente all’uomo di riflettere vogliono prendersi il tempo per farlo. Le sentinelle scelgono il silenzio, la lettura, il tempo per restituire gli uomini a loro stessi. È questa educazione che permette alle sentinelle di accorgersi di vegliare anche per chi le contesta, rifiutando le definizioni che riducono l’identità umana a una pulsione sessuale. Le sentinelle non accettano categorie fuorvianti come “gay” o “eterosessuali”, perché sanno che servono solo a far dimenticare il valore infinito di ogni persona. Per questo le sentinelle sanno di vegliare anche per amore all’umanità di chi le contesta.
Perché in piazza? Perché la coscienza è qualcosa che dall’interno dell’uomo può cambiare il mondo, e la piazza è il luogo dove può avvenire l’incontro autentico con l’altro. Le Sentinelle non cercano visibilità nel circo mediatico, non si prestano ad utilizzare un linguaggio fuorviante e discriminatorio, si rifiutano di essere strumentalizzate e utilizzate da chi vuole mostrare una contrapposizione tra “omosessuali” e “eterosessuali”. In piazza, nella loro unica forma di presenza pubblica le Sentinelle in Piedi interrogano le coscienze e soprattutto incontrano le persone, quelle che vogliono capire, e anche quelle venute per contestare. Le incontrano di persona perché il contatto personale è l’unico autentico e l’unico capace di far parlare le coscienze.
Silenziose si inverano, leggendo si formano, nel tempo discernono e imparano ad amare, le Sentinelle in Piedi esistono per rendere l’uomo libero già ora. Le Sentinelle sanno quindi di essere uno strumento politico solo di conseguenza. Perché solo una coscienza irriducibile a ogni omologazione e menzogna potrà cambiare la logica di un potere che anziché servire l’uomo cerca di controllarlo.
Vegliamo in silenzio oggi per essere liberi di esprimerci domani, se anche tu hai a cuore la libertà veglia con noi

Per maggiori informazioni scrivi a: bergamo@sentinelleinpiedi.it

Piccoli, grandi gesti. Un enorme grazie a tutti!

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Questo venerdì è “andato in scena” il primo appuntamento del progetto di raccolta alimentare che Domus Orobica sta lanciando.
Tutti i secondi venerdì del mese, infatti, sarà possibile donare in ‪domus‬ generi alimentari freschi e a lunga conservazione che i nostri militanti consegneranno a famiglie italiane in grave difficoltà economica, garantendo anonimato e riservatezza.
Un piccolo gesto di solidarietà che però si trasforma in un concreto aiuto per tutte le realtà che ci hanno contattato in questi mesi.
Come prima volta è andata decisamente molto bene: più di 60 kg di alimenti raccolti!

Grazie a chi ha partecipato! Prossimo appuntamento venerdì 8 aprile!